"101°: Un angelo caduto"
Bruno
Il cuore batte a mille e le mani tremano come non hanno mai fatto.
Io recupero la mia valigetta del pronto soccorso e corro in direzione dell'edificio in cui è ingiustamente chiuso Michele.
Raggiungo il retro dell'edificio e Christian mi raggiunge là.
"Vieni, ti indico un passaggio per raggiungere la sua cella." mi dice Christian.
Attraversiamo una serie di corridoi e saliamo per delle rampe di scale, poi Christian apre una porta e mi dà una leggera spinta in avanti.
"Eccolo, è qui" mi dice con tono pacato Christian, indicandomi un corpo inerme sul letto. Beh, ammesso che quella possa definirsi letto!
Mi avvicino a lui e gli sento il polso. Il suo battito è debole, ma almeno c'è ancora. Mi chino sul suo corpo che sembra bruciare e gli premo sul petto.
"Coraggio amico mio! Cerca di resistere." gli dico. Inizio a preparargli una flebo con degli zuccheri e intanto applico lo stetoscopio sul suo petto e me lo infilo nelle orecchie. Il battito è debole, ma almeno lo sento.
Gli comprimo il petto, cercando di fare una specie di massaggio. Questa pratica sembra sortire qualche effetto.
Michele apre leggermente gli occhi e li strizza più volte, come per abituarsi alla poca luce presente in questi pochi metri quadri.
"Michele, mi senti?" chiedo.
Lui fa soltanto un debolissimo cenno d'assenso.
"Bruno... Mattia... Mattia sta molto male. Tu puoi curarlo, vero?" mi chiede respirando a fatica.
"Certo che posso, ma adesso stai tranquillo e riposati. Anche tu stai molto male e, a differenza di Mattia, non puoi chiamare un dottore, perché te l'hanno proibito i pazzi che ti hanno rinchiuso qui. Io non sono un dottore... non ancora, ma posso almeno cercare di prestarti i primi soccorsi."
"Io... io gli voglio bene, Bruno. Gli voglio veramente molto bene. Anche se mi ha fatto del male."
"Lo so, Michele. Lo dimostra il fatto che tu sia finito qui dentro e poi non staresti tanto male se non gli volessi bene, nonostante tutto quello che ha fatto passare a te e a tutti noi! È davvero lodevole da parte tua! È molto nobile quello che fai!"
"E tua sorella? Come sta?" mi chiede.
Non posso dirglielo, ma non posso neanche mentire.
"È difficile, Michele. Molto difficile" dico staccandogli la flebo, che sembra avergli dato almeno un minimo di forza.
"Cerca di convincerla a permettermi di donarle la vista quando me ne sarò andato... ti prego! Ti prego, Bruno!" mi dice e, nonostante le dimensioni del suo corpo non siano quelle, mi ricorda il protagonista del film: "Il miglio verde", perché nel dirmelo scoppia in lacrime. Forse è davvero come lui, perché percepisce il dolore che provo io... la malattia del fratello... e forse addirittura il terribile dolore di mia sorella.
"Michele, adesso non pensare a questo... anche perché non è detto che si arrivi a quello, non è detto..."
"Tu sei davvero buono con me, amico mio. So che stai facendo di tutto per tirarmi su, per ridarmi speranza, ma io di quella non ne ho più a disposizione" mi dice lentamente, per non arrivare ad un punto in cui la stanchezza potrebbe impedirgli anche di respirare. "Per questo mi sono rassegnato. È la cosa migliore che io possa fare: rassegnarmi. Nessuna delle persone che mi vogliono bene potrà salvarmi!"
Michele, se non smetti di dirmi queste cose mi metterò a piangere insieme a te e non mi fermerò più. Ti prego, non puoi lasciarti andare in questo modo, senza alcuna reazione.
Non è da te, amico mio, e non rappresenta nemmeno quel personaggio che ti ha sempre ispirato da quando hai scoperto la ragione che ti ha portato a chiamarti proprio in questo modo. Non voglio credere che tu possa arrenderti senza aver provato almeno a combattere qui dentro, anche se il luogo in cui ci troviamo non è allettante come prospettiva iniziale. Proprio tu, che mi hai sempre incoraggiato, ora sei ridotto a stare male di continuo e ad attendere soltanto la corda e lo sparo che ti strapperanno via la vita, con feroce precisione? Proprio tu, che hai protetto la mia sorellina e le hai promesso che sarebbe andata meglio, ora stai crollando come un albero piegato in due da un gigantesco cumulo di neve?
"Bruno..." mi dice lui, sempre con un debolissimo soffio di voce.
"Cosa? Dimmi."
"Lei... potrò vederla per l'ultima volta?"
"Ti assicuro che non sarà l'ultima volta!"
"Chiedo soltanto questo: vederla ancora. Solo una volta e basta. Non le porterò via il primo bacio e lascerò che lo regali a qualcuno che lo merita, anche se non sai quanto avrei voluto conoscere quelle labbra... se l'avesse voluto anche lei, però. Io la amo, Bruno! La amo, perché è unica e meravigliosa."
Non resisto più e lo seguo in quella specie di sfogo. Le lacrime scendono senza sosta e fa persino male farle uscire, ma mi tocca farlo.
"Anche tu lo sei, amico mio!"
"Credi che lei avrà un bel ricordo di me?" chiede Michele.
"Lei non vuole neanche che tu per lei diventi un bel ricordo."
La porta della cella viene aperta e Christian, che si era allontanato, rientra. Il suo viso è tranquillo, ma sembra volermi dare una notizia importante.
"La vedrai molto presto, Michele. La richiesta che Bruno ha fatto è stata accolta. Dora potrà venire qui a farti visita" dice, abbozzando un sorriso per il semplice fatto che lui sta ancora male.
"Quando?" chiede Michele.
"La prossima settimana. Le è stato accordato il permesso per vederti. Lei l'ha richiesto."
Lui, muovendosi lentamente, porta una mano sugli occhi e spazza via le lacrime. Il suo compagno di cella, fermo in un angolo, sorride leggermente. Non mi ero accorto di lui prima.
"Christian... potrei farle una richiesta?" chiede agitato.
"Di che cosa si tratta?" chiede a sua volta Christian.
"Quando la ragazza arriverà potrebbe spostarmi in un'altra cella?"
"Perché vuoi che io @accia questo, Antonio? Non vuoi conoscerla o cosa?"
"Non si tratta di questo. Il fatto è che credo che lei e Michele abbiano bisogno di stare soli. Io non voglio impedirlo." risponde lui, e, come Michele, non mi sembra l'atteggiamento classico di un detenuto.
"Vedrò se posso farlo" risponde Christian. "È molto bello da parte tua."
"È il minimo. Michele è stato il mio angelo e forse per merito suo, uscito di qui, avrò più possibilità di trovare un vero lavoro e non tornare più in prigione. Mi piacerebbe tanto poter avere un lavoro vero. Un lavoro onesto."
"Lo... lo avrai, te lo prometto." gli dice Michele e questo porta il mio cuore a sbriciolarsi ancora di più. Sto perdendo un amico speciale!
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