"10°: Sea"
Michele
Devo trovare un modo per portarla via dal bar... ma come?
Non posso certo dirle: "Vedi Dora, io ho un fratello poco raccomandabile ed è qui: ti sta osservando come un maniaco, quindi che ne diresti di andarcene?"
Lei si accorge che sono teso, perché le sto tenendo la mano e forse sente la tensione dei miei nervi, ma mentre all'inizio cerca di calmarmi passando il pollice sul dorso della mia mano, dopo pochi secondi la vedo abbassare la testa e coprirsi il volto con la mano libera. È molto nervosa anche lei, e non capisco perché.
I miei dubbi, però, vengono immediatamente cancellati dalla sua domanda: "Michele, qualcuno mi sta guardando?"
Non posso mentirle, quindi porto la sua mano vicino alla mia testa e annuisco per non attirare ancora di più l'attenzione di mio fratello.
"Ho paura... chi è?" chiede.
Non le rispondo. Non posso, non ce la faccio. Le avvolgo le spalle con un braccio e l'attiro a me, dandole un bacio sulla guancia.
"Che stai facendo?" chiede.
"Fidati di me."
La stringo come se volessi far entrare il suo corpo nel mio. Noto che Mattia, quasi la sedia fosse bollente, si alza, corre a pagare il conto ed esce subito.
Io aspetto qualche minuto, alzo la mano e chiedo il conto.
"Complimenti! Hai una bellissima ragazza!" mi dice il cameriere.
"Attento amico: io sono peggio di Othello!" lo avverto, ma lo dico ridendo, in modo che sia chiaro che sto scherzando.
Il cameriere sorride. Io dimentico l'accordo con Dora e sto per tirare fuori i soldi, ma lei scatta in avanti e tira fuori il denaro.
"Mi dica lei quando devo fermarmi!" dice.
"Va bene così."
Il cameriere mi appoggia una mano sulla spalla.
"Amico, tienitela stretta! Un tizio la stava osservando in un modo che non mi piace affatto!"
"Grazie!" gli dico per poi mettergli tra le mani qualcosa in più.
"Che fai?"
"È una mancia."
"No..."
Vuole restituirmi il denaro, ma mi alzo e lo saluto battendogli una mano sulla spalla, come ha fatto lui prima.
Stringo la mano di Dora mentre usciamo fuori dal bar e vedo che è ancora piuttosto turbata. Quando siamo lontani dal bar lei chiede: "Perché non hai detto che non sono la tua ragazza?"
"Beh, perché... perché questa persona dice che le donne degli altri non si toccano! Se tu fossi stata una donna sola ti avrebbe fatto del male e io non voglio!"
E poi, forse... se fosse stato possibile mi avrebbe reso più che felice avere una ragazza come te.
Dora
Non capisco per quale motivo il mio cuore sembri impazzito da quando lui mi ha attirata verso di sé per far credere a chiunque mi stesse guardando che sono la sua ragazza. Sento il mio respiro accelerare come il mio cuore e stringo forte la sua mano. Ho un disperato desiderio di vedere il suo viso. Sono sicura che sia quello di un angelo, perché lui mi tranquillizza ed è sempre tanto gentile con me! Due giorni fa avrebbe potuto fare qualunque cosa per non farmi continuare ad urlare, ma si è limitato a fare di tutto per calmarmi, e senza farmi male. Non so se potrò mai ricambiarlo in qualche modo per quello che ha fatto e sta continuando a fare per me. Insomma: che cosa potrei fare e se anche potessi fare qualcosa per lui, basterebbe?
Purtroppo credo proprio di no e questo mi fa sentire davvero male.
"A cosa stai pensando?" mi chiede lui, riscuotendomi dai miei pensieri.
"No... non stavo pensando a niente..." rispondo.
Lui mi sorride, come se sapesse che ora mi sto facendo un mucchio di domande.
"Avanti, spara! Cos'è che ti turba?" mi chiede Michele.
"Ecco... io..."
"Vieni! Conosco un posto che secondo me ti piacerà molto, magari là ti sentirai più tranquilla e riuscirai a parlare senza questa tensione addosso."
"V-va bene" balbetto sentendo le guance bruciare.
Lui mi stringe la mano e lo sento sorridere.
"Aspetta... nel posto in cui andremo fa un po' freddo... mettiti questa!"
Mi lascia la mano e mi mette una giacca sulle spalle.
Rabbrividisco, e di certo non per il freddo, ma per il fatto che lui si sia comportato da vero gentiluomo.
"M-ma se hai detto che là farà freddo... per quale motivo dovresti averne tu?" gli chiedo con esitazione.
"Tu stai tranquilla, se mi becco un raffreddore sarà colpa mia, perché ti ho dato la giacca!"
"M-ma..."
Preme le labbra sulla mia guancia, come per farmi capire che non ci sono problemi e, soprattutto, come per darmi ad intendere di non preoccuparmi di queste cose.
Camminiamo per un lungo tratto, poi vengo attratta da un suono familiare.
"Il Mare!" esclamo, e mi s'illuminano gli occhi.
"Esatto! Stai attenta, che qui la discesa diventa ripida!"
"Oddio... me ne sono accorta!" dico cercando di mantenere l'equilibrio.
"Aspetta... siediti" mi dice gentilmente ed io gli do retta.
Lo sento sedersi accanto a me e capisco che sta scendendo da questa specie di scogliera.
"Ho dovuto usare questa strada perché è difficile che qualcuno passi di qua..."
Capisco che lui non vuole che chiunque mi stesse fissando al bar mi veda in giro.
"Ehi, Dora, ora tendi le mani! Sono di fronte a te!" mi dice e io tendo le braccia. Sento le sue mani afferrare le mie e lui mi aiuta a scendere. Quando ci tiriamo su siamo sulla spiaggia e lui mi chiede: "Quindi? Cos'è successo?"
"Il fatto è che non so come ricambiarti per tutto quello che fai per me e questo mi fa sentire male..."
"Male? Perché? Io non ho fatto proprio niente, tesoro!"
"Hai fatto molto, invece... anche la prima sera avresti potuto agire in modo diverso, ma hai fatto di tutto per aiutarmi e tranquillizzarmi." dico, parlando in modo che solo lui mi possa capire. Non voglio che qualcuno mi senta e venga a sapere che mi ha rapita per evitare che finissi nelle mani di un'altra persona egoista e assolutamente senza scrupoli.
"Piccola, ora ti dico una cosa. Non so cosa mi succeda con te. So solo che non voglio che qualcuno ti faccia del male. È per questo che faccio quello che faccio e non me ne pento..."
"Ma io... non... non posso pensare di non ricambiarti e non voglio che tu ci rimetta con quella persona che voleva quella cosa..."
"Stai tranquilla, non ci rimetterò..."
Restiamo in silenzio, ad ascoltare il suono delle onde del Mare, e istintivamente, per un motivo che non mi è chiaro, mi getto su di lui e lo abbraccio forte.
Non so cosa mi prenda, ma ho bisogno di quell'abbraccio.
Mentre siamo in quella posizione, però, sento una voce alle mie spalle.
"Guarda chi si rivede!" esclama l'uomo dietro di me ed io mi sento raggelare.
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