Questa è la storia di come la mia vita cambiò. Niente, da quel giorno, ebbe più lo stesso sapore, per me.

Tutto cominciò quella sera, quando la vidi per la prima volta. Continuai a guardare quella bellezza sovrumana avvicinandomi al tavolo di Serpeverde. Non avevo mai visto niente di così meraviglioso.

-Drachino Dracuccioo- mi chiamò Pansy, ma io rubai la coscia di pollo a Weasley e gliela tirai in testa, perché non avevo voglia di ascoltarla.

Mi sedetti al tavolo di Serpeverde e la guardai ancora. Era lucida e verde, con un picciolo dannatamente lungo. Era così eccitante.

Accarezzai delicatamente la sua buccia. Adoravo il fatto che fosse così liscia, avevo avuto brutte esperienze con un kiwi, in passato. Quei frutti erano davvero disgustosi, non sapevano cosa fosse la ceretta.

Ma ad un tratto Goyle allungò una mano e la afferrò. -AAAAAAAH!

Il mio urlo fu più lungo della barba di Silente, della lista di insulti che ho detto a Weasley nella mia vita, del cazzo di Tiger, dei fiumi di unto che ha Piton nei capelli e dei denti della Granger.

Goyle si spaventò e lasciò cadere la mia mela per terra. Mi infuriai così tanto che ordinai a Winky di tirargli un faccia tutte le sue bottiglie di burrobirra, poi presi la mia mela e me ne andai.

Arrivato in dormitorio, la presi tra le mani e le rivolsi la parola per la prima volta. -Ehi, come stai? Ti sei fatta male?

Lei non rispose, ma aveva un'aria triste. La rigirai nelle mani e notai una piccola ammaccatura.
-Stai tranquilla, mia piccola dolce mela, sei bellissima anche così.

Lei rimase in silenzio. Fosse era timida.
-Sei di poche parole eh? Tutto ciò è così eccitante- dissi accarezzandola. Mi parve di vederla arrossire e non resistetti più.

-So che ci conosciamo da poco, ma mi sono innamorato di te- dissi tutto d'un fiato.

La baciai con dolcezza, un bacio casto, per iniziare. Ma poi non riuscii più a resistere e aprii un po' la bocca, lasciando danzare la mia lingua sulla sua buccia sottile.

La limonai con passione. Fino a quel momento il mio limone più bello era stato appunto con un limone, ma questo era molto meglio. Era... Era un melone.

-Ti amo- le sussurrai dopo un po'. Era la mia anima ge-mela, lo sapevo. Lei non rispose e io sorrisi per la sua timidezza. La presi tra le braccia e la tenni stretta al mio petto, baciandola teneramente. Ci addormentammo così, abbracciati l'uno all'altra, sognando il nostro futuro insieme.

Non sapevo però, che sarebbe stata l'ultima volta che la vedevo.

La sera dopo, a cena, c'era torta di mele.