Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Carino...

Spazio autrice: 

Bella sorpresa eh? Sì, sono sorpresa anche io! Vorrei dedicare questo capitolo ad una mia amica, Gaia, perchè senza saperlo mi ha dato la forza di scrivere questo capitolo che vi giuro, non volevo scrivere più. Mi ha fatto ricordare che ho promesso di completare questa storia e in un modo o nell'altro lo farò. Mi scuso per la mia imperdonabile infinita assenza e vi prego di restarmi accanto anche nelle mie insicurezze perchè voi siete la mia forza e la forza di questa storia. Grazie Gaia, grazie lettori, per ogni commento, ogni stella, ogni aiuto!

Chiedo ad ognuno di voi di dirsi che è speciale e di immaginare che sia io a farlo, perchè se fossi accanto o di fronte a voi, ve lo direi, aggiungendo pure un abbraccio. Grazie per l'immenso sostegno.

E se ci siete, fatevi sentire. A presto, Noemi :*


9° Capitolo



- Ma che ti è successoquesta volta? - chiese Harry, sollevando Louis. Quest'ultimostrizzò un po' gli occhi, probabilmente dal dolore, prima dipoter appoggiare il piede ferito a terra e zoppicare verso l'auto dimio fratello.

- Storia lunga, Haz. Portiamolo a casa da noi - aiutai Louis a sedersisui sedili posteriori, poi presi posto anche io in macchina e accesi laradio per cercare di non intraprendere discorsi. La mia mente era datutt'altra parte. Liam e quel guaio in cui mi aveva cacciata nonriusciva proprio ad abbandonare i miei pensieri.

Harry spense la radio e mi fissò di sfuggita, facendo attenzionealla strada - Non possiamo evitare questo discorso per sempre. Abbiamodieci minuti di tempo, quindi raccontate! - sbuffai lievemente e migirai verso Louis, chiedendogli se fosse in grado di raccontare quelloche gli era successo, ma lo trovai con il capo chinato all'indietro,abbandonato sul poggiatesta e gli occhi chiusi. Tanto abbagliata dalfatto che zoppicava e fosse ferito al braccio, che non mi ero accortadi quanto pallido e stanco fosse il suo viso, come se non dormisse dagiorni.

- Che ne dici se ne parliamo quando arriviamo a casa? - chiesi a Haz,indicandogli con un cenno della mano il ragazzo dormiente. Sembravaimpossibile la rapiditità con la quale si era addormentato. Il sonnolo aveva rapito nel giro di qualche minuto o forse fingeva per non darespiegazioni.

Harry puntò gli occhi sullo specchietto retrovisore, poisospirò e annuì. - Non può farcela per sempre, diquesto passo - borbottò, stringendo la presa sul volante.Sorrisi, sperando che potesse cambiare idea e decidere di ospitareLouis, ma mi anticipò, come suo solito - Ma se non è luia cambiare le cose, non potremmo di certo essere noi a dare una svoltaalla sua vita -

- Perchè no? Potremmo ospitarlo da noi, lo sai -

- E tu sai che non possiamo, Emi. Inoltre è lui che vuole starein quella casa, per ora e non possiamo di certo trascinarlo con laforza nella nostra -

-Sei così testardo a volte -

- Ah, sono io quello testardo? - chiese, con un finto broncio stampatoin faccia. Ruotai gli occhi al cielo e mi voltai a fissare le palazzinee le case che si vedevano dal finestrino.

Restammo in silenzio per il resto del tragitto, poi Harry mi chiese diiniziare a svegliare Louis. Battibeccammo un po' perchè non volevosvegliarlo, ma mio fratello diceva che non poteva, ogni sacrosantavolta, prenderlo in braccio e portarlo a mò di sposa. Decisi dinon ribattere o quella discussione non sarebbe più finita,così mi sporsi all'indietro e appoggiai una mano sul ginocchiodi Louis, per scuoterlo. Il ragazzo si svegliò di soprassalto,sgranando gli occhi e respirando velocemente. Mi spaventai pure io,tanto che mi tirai indietro e lo fissai un po' sconvolta.

- Lou, sono io, tranquillo - chiarii notando lo sguardo perso del moro.Harry parcheggiò sul vialetto di fronte casa e si giròverso di noi, cercando di capire cosa fosse successo. Nel frattempoLouis si era ripreso, perchè aveva cominciato a respirarenormalmente e gli occhi non sembravano più impauriti. Si eraaddirittura scusato, ma non teneva colpe nell'aver paura di qualcosa oqualcuno che gli rendeva la vita costantemente una sfida. Erapiù che meritato avere una parte fragile, delle debolezze, cheperò avrebbe dovuto bilanciare con una parte forte, coraggiosa esempre pronta a difendersi da chi voleva annientarlo.

- Scendiamo così ci rilassiamo un po' sul divano. Possiamo pureguardare un film se ti va - gli suggerii, affiancandolo. Gli afferraiil braccio sano quando lo vidi barcollare e perdere un po'l'equilibrio, ma subito si riprese.

- Non so davvero come ringraziarti, Emi. Non dovrei essere nemmeno qui, adesso - mormorò Louis.

- Ehi non è affatto un problema. Insisto ad averti qui un po', visto che tu insisti sempre a tornare a casa -

Il ragazzo non aggiunse altro, quindi entrammo in casa e mi tolsi il cappotto invitando Louis a fare lo stesso.

- Lo tengo ancora un po', ho freddo - aveva semplicemente balbettato, stringendosi il busto con le braccia.

- Vado a prenderti una coperta se vuoi -

- No, ti prego. Non voglio scomodarti -

- Fai sul serio? Figurati Lou, per così poco. Meglio anzi,faccio le scale e mi tengo un po' attiva - ridacchiai sperando di poterfar ridere anche il ragazzo, ma mi dedicò solo un leggerosorriso. Harry mi anticipò, scendendo dal piano di sotto con unacoperta.

- Tieni, vado ad aumentare i riscaldamenti - afferrai al volo la coperta e la adagiai su Louis.

- Non voglio che mi racconti tutto quello che ti è successo, ma vabene che ti rilassi per un po'. Al resto ci pensiamo dopo - Louis avevaleggermente annuito a quelle parole, ma mi ero subito accorta di comesi fosse rilassato. Avevo messo su un film qualsiasi, senza farci poitanto caso. L'unica cosa che volevo era che il ragazzo al mio fianco sisentisse a proprio agio. Dopo mezz'ora di film, aveva già tolto ilcappotto e aveva lasciato che io mettessi la coperta sulle nostregambe. Harry non era sceso più dal piano superiore, forse perchè avevapreferito andare a letto piuttosto che stressare il mio amico didomande.

Ed era meglio così, senza ombra di dubbio.

Alla fine del film, convinsi Louis a bere un frappè al cioccolato che avevo deciso di preparare e nemmeno cinque minuti dopo, Niall era accano a noi a bere frappè.

- Sono indecisa tra due cose. O fiuti al volo quando ho intenzione di cucinare o semplicemente cuciniamo troppo noi ed è il caso che ti fa capitare qui sempre al momento giusto -

- Sicuramente è il caso -

- Sì, Niall... sì - notai Louis sorridere a quel lieve battibecco e la cosa mi sollevò. Delle volte la mente ci tartassa così tanto di pensieri, che finiamo col perderci chissà dove... con il vagare chissà per quanto. E solo una mano scossa davanti al nostro viso ci riporta alla realtà, ovviamente schifosa tanto quanto i pensieri.

-Niall, non mi stupisco più della tua presenza - affermò Harry, scendendo le scale mentre strofinava con la mano l'occhio destro. Sulla faccia c'erano ancora i segni della bella dormita che si era fatto. Beato lui! Io avevo così sonno che sarei stata capace di dormire per 72 ore di fila senza aprire gli occhi nemmeno per un istante.

- Potrei venire a vivere qui, a questo punto. E' la stessa cosa no? -

- Vuoi forse che ti prenda a calci fino a sbatterti fuori da questa casa? -

- Che scorbutico - risi osservando l'espressione imbronciata del mio migliore amico. Mi sporsi verso di lui per lasciargli un veloce bacio sulla guancia. Poi mi focalizzai di nuovo su Louis che stava guardando... oh... non mi ero accorta che Harry fosse senza maglia.

Mi schiarii la voce e il ragazzo si voltò subito, preso alla sprovvista. Gli si arrossarono le guance e si sbrigò a nasconderle con le sue mani, coprendosi metà volto.

- Ehi, non c'è bisogno che ti nascondi. Era solo per sbloccarti. Fissavi con una certa insistenza - ridacchiai. Mi dispiaceva per la sua cotta. Se solo avesse avuto anche una minima possibilità con mio fratello, lo avrei lasciato imbambolarsi senza problemi. Ma mio fratello era pure fidanzato, quindi perchè aiutarlo ad illudersi?

Louis non disse nulla e odiavo così tanto il suo modo di chiudersi, di annullarsi e di silenziarsi come se avesse un unico tasto per fare tutte e tre le cose nello stesso momento. Ci voleva poco per zittirlo del tutto, anche una minima occhiata storta.

- Io aspetto ancora di sapere qualcosa, comunque - aggiunse mio fratello.

- Ho capito, ho capito. Vieni, ti spiego tutto io - portai Haz in cucina, gli raccontai tutto per filo e per segno, dicendo quelle quattro cose che Louis era riuscito a confidarmi e poi tornai in salotto. Solo che non mi aspettavo certamente di vedere Louis in uno stato catatonico, con il cellulare in mano e le lacrime a scorrere sul viso e Niall che lo fissava come se davanti avesse chissà chi. Immobile e con lo sguardo sgranato.

- Cos'è successo? Sono stata via tipo dieci minuti! Lou? Louis parlami e dimmi cosa è successo -

Gli scossi le spalle e lui semplicemente scoppiò a piangere. Harry si avvicinò e gli prese il cellulare dalla mani. Il ragazzino cercò di afferrarlo ben tre volte ma ogni protesta era parecchio inutile con mio fratello. In un modo o nell'altro, vinceva lui.

- Allora? Che c'è scritto? - Harry strinse la mascella e tornò il cellulare a Louis. Si alzò mantenendosi di fronte a lui e gli puntò un dito contro - Ora tu mi ascolti bene. Questa sera e fino a quando non lo deciderò io, tu non ti muoverai da questa casa nemmeno per andare a prendere un fottuto pigiama a casa tua. Quella è una minaccia, Louis e non m'importa nemmeno per quale assurdo motivo tu sia lì, ma ti assicuro, azzardati a mettere un piede in quella casa senza dirmelo e il mio appoggio puoi assolutamente scordartelo. Smettila di farti indebolire da loro, prenditi le tue responsabilità, non le loro. Accetta il mio aiuto o lascia questa casa, ora -

- Harry! - lo rimproverai, ma lui alzò una mano per zittirmi. Louis abbassò lo sguardo, ma non smise di piangere.

- Vuoi rimanere qui? Accetti il nostro aiuto? - dopo qualche attimo di silenzio, il ragazzino accanto a me annuì, senza smettere di piangere.

- Perfetto! - Harry gli diede una pacca sulla spalla e poi andò via, diretto al piano superiore. Non capendoci assolutamente nulla, dissi a Lou che sarei tornata presto e lanciai uno sguardo veloce a Niall, confuso più di me, sicuramente. Poi raggiunsi mio fratello fino alla sua stanza.

- Ma cos'è successo là sotto? Fino a qualche ora fa mi avevi detto di non volerlo aiutare - sbottai.

- Suo padre gli ha mandato un messaggio in cui l'ha minacciato. Non l'avrei aiutato se non fosse stato buttato fuori di casa. Deve stare da qualche parte e se accetta il mio aiuto, allora può stare qui, ma un solo passo falso verso casa sua, e ci può rimanere per sempre -

- Haz ma cosa... -

- Sono già alterato di mio, Emi! Sono alterato perchè certe cose non le capisco proprio! Non capisco come si debba per forza arrivare all'osso, per arrendersi. Suo padre l'ha fottutamente buttato via di casa. Gli ha detto che se avesse messo un piede dentro casa, non sarebbe più uscito dalla sua stanza, se non per finire dritto all'inferno! E lui solo ora l'ha capito che tipo è suo padre? Fanculo! - diede un calcio al piede del letto, che non si mosse poi molto, ma decisi di stare in silenzio. Harry stava sbottando tutto quello che in quel periodo aveva tremendamente tenuto dentro con una calma invidiabile. E con l'arrivare fino all'osso, lui parlava pure di me, che avevo dovuto toccare il fondo per risalire.

- Harry... - cominciai, ma lui mi fece capire che non aveva bisogno di sentirsi dire nulla. Respirava pesantemente, lo sguardo fisso sul balcone e le spalle scosse da tremiti. Si stava trattenendo per non mandare tutto all'aria.

- Io ti appoggerò in ogni scelta. Sono sotto, quando avrai bisogno -

Non mi rispose, ma sapevo che quelle parole lo avrebbero potuto aiutare. Soprattutto perchè aveva bisogno di capire che le sue scelte non erano sbagliate, che lui era un fondamento per la nostra famiglia spezzata.

Ritornai in salotto. Louis si era calmato. Niall era sparito invece.

- Mi dispiace così tanto... i-io... -

- Louis, ascoltami, Harry non è arrabbiato con te. Ha solo paura di non riuscire a proteggerci e leggere quel messaggio per lui è stata una botta tremenda. Un passo indietro. Uno dei tanti che lui aveva fatto per venirti incontro. Non devi scusarti, ma se tu ci aiuterai, noi ti aiuteremo. Lo sai che è così. Lo abbiamo sempre fatto fino ad ora. Lascia solo che qualcuno si prenda cura di te -

- Non ci sono a-abituato - mi sedetti accanto a lui - Lo so, nessuno ha detto che sarà facile. Ma non sei solo, inizia a capire questo -

Il ragazzo annuì e si asciugò le lacrime. Gli sorrisi e mi guardai intorno. - Niall? -

- Cucina -

Mi alzai, raggiungendo il mio migliore amico. Lo trovai seduto sul bancone. Lo sguardo concetrato e le mani impegnate a scrivere qualcosa - Che succede? -

Alzò lo sguardo e lo puntò sul mio - Oh nulla, volevo lasciare dello spazio a Louis e poi non ci stavo comunque capendo nulla, quindi -

- Ti sei rintanato nella mia cucina -

- Bel posto per nascondersi. Ho a mia disposizione cibo, armi e tutto l'occorrente per sopravvivere -

Risi scuotendo il capo.

- Sei il solito. Oh devo raccontarti una cosa davvero strana che mi è successa oggi. Ma andiamo in salotto, non voglio lasciare da solo Louis -

Ci spostammo nuovamente sul divano e inziai a raccontare di Liam e Alexander, tralasciando solo i particolari più noiosi. Niall faceva delle battute che fortunatamente rendevano di buon umore anche Louis e la conversazione si prolungò fino a cena.

Jessie aveva chiamato, annunciando che a causa di un imprevisto a lavoro non sarebbe tornata per la notte ma direttamente il giorno dopo, così avevo inziato a preparare la cena e poi mio fratello mi aveva silenziosamente raggiunta quando comunque io, Louis e Niall avevamo già finito di preparare tutto.

- Mi dispiace, non mi sono accorto di che ora fosse - si scusò Harry.

- Non fa nulla, oggi abbiamo preparato noi. Stasera lavori? -

- Si, al solito -

Cenammo in totale tranquillità. Haz sembrava essersi calmato molto e aveva assicurato a Louis di non preoccuparsi per i vestiti. Gli avrebbe prestato qualcosa fino a quando non sarebbero riusciti a intrufolarsi a casa del castano, quando era vuota, per recuperare parte della sua roba.

Poi Haz andò a lavorare, Niall tornò a casa sua e io e Louis restammo svegli fino a mezzanotte per guardare "Final Destination".

- Io mi posso sistemare benissimo qui -

- Sicuro che il divano vada bene? Puoi dormire con Harry, in caso -

- Oh no, va benissimo il divano. Grazie, per tutto quello che state facendo per me -

- Non devi preoccuparti Lou, ci vediamo domani per andare a scuola, buonanotte -

Aspettai il suo "Notte" e poi andai dritta a letto, con la stanchezza che penetrava nelle ossa.

*Harry's Pov*

Particolarmentestressato dal turno che si era finito all'una di notte, avevo deciso dirimanere un po' di più per bere qualcosa con Zayn. Due birre e tantechiacchiere dopo, mi ero trovato a casa alle due e avevo sperato chestessero già dormendo tutti. Ma a rovinare le mie aspettative ci fuLouis che stava seduto sul divano, con tutte le luci spente.

- Non riesci a dormire? - gli chiesi. Lui all'inzio sobbalzò, poi scosse il capo - Non molto -

- Il divano è scomodo? -

- Più che altro i pensieri, sono scomodi - apprezzai il lieve sarcasmo dietro le sue parole. Non mi aspettavo una battutina dal suo umore perennemente cupo e privato.

- Sì, concordo pienamente - mi sedetti accanto a lui, lasciando però accesa la luce della cucina che non illuminava del tutto la stanza.
A mala pena scorgevo le nostre figure.

- Senti, mi dispiace per oggi. Sono stato un po' brusco -

- No, no, non devi scusarti, Harry. Credo di aver bisogno di qualche momento del genere per farmi forza. Sono un rammollito, me lo dicono tutti -

- Io non l'ho mai detto. Dico solo che, un po' di coraggio in più, può solo farti bene -

Rise - Be' è un modo più carino di dirmi che sono un rammollito -

Ridacchiai - Vedila un po' come vuoi -

- Hai bevuto? - chiese dopo qualche minuto. Io mi stavo rilassando così tanto, buttando la testa indietro e poggiando le gambe sul tavolino.

- Due birre -

- Mmh... le reggi? -

- Di solito sì, ma la stanchezza è tipo un analgesico in questo momento. Mix micidiale - mi passai le mani sul viso e adorai la risatina di Louis. Debole, timida ma... carina, sì.

- Allora... la tua emh... sì insomma... emh... -

Mi girai e lo guardai negli occhi - Non ti mangio, Louis -

Ridacchiò nuovamente e mi incantai a fissare il suo viso, attendendo ciò che aveva da dirmi - La tua ragazza sta bene? -

Tolsi il cusino da sotto il sedere perchè mi faceva stare scomodo e in quel modo mi trovai ancora più vicino a Louis. Stava arrossendo?

- Quale ragazza? - mormorai, portando le braccia indietro. Notai lo sguardo del ragazzo perdersi e poi fissarsi sulla mia pancia. Abbassai il mio notando che la maglietta si era alzata. Non mi andava proprio di aggiustarla e poi lo sguardo del moro si era fatto così liquido e... carino.
- Louis? - lo chiamai e lui alzò lo sguardo su di me. Sì, stava arrossendo.

- C-come? - carino...

- Quale ragazza? - mi avvicinai ancora di più, non sapendo quel che stavo facendo. I suoi occhi erano mai stati così belli? E le sue labbra? Lo avevo mai fissato davvero?

- Q-quella dell'altra volta... -

Feci una leggera smorfia con le labbra e mi avvicinaii ancora di più, fingendo di trovare la posizione giusta. Le sua gambe erano incollate alle mie. - Non è la mia ragazza -

- Ahh... o-okay -

Chiusi gli occhi e respirai contando fino a dieci. Mi era passato un pensiero per la testa che dovevo cacciare via. Che mi stava succedendo?

Aprii gli occhi dopo quei benedetti dieci secondi e vidi che Louis si stava mordendo il labbro inferiore, con lo sguardo fisso davanti a sè e le guance rosse.

- Al diavolo - sbottai, prima di sollevare il busto, afferrare il suo viso e incollare le nostre labbra.

Diavolo... quel bacio era stato... carino...

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro