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Capitolo 4

Lentamente mi sollevai da terra, con l'aiuto di Luke.
Nella mia testa la stessa domanda si ripeteva continuamente. Non era possibile che lui non fosse morto.
Mi aveva toccata, doveva morire.
E se.. No, sarebbe impossibile..
«La mia maledizione potrebbe essersi fermata dopo che perso i sensi per qualche giorno..» dissi non appena salii nuovamente sul letto.
«Non credo.. Non credo sia possibile che un semplice svenimento, abbia fatto svanire un potere come quello.» disse lui camminando nervosamente per la stanza.
Io rimasi in silenzio.
Dal modo in cui il ragazzo camminava, capii che c'era qualcosa che lo tormentava ma non gli chiesi nulla.
In realtà pure io avevo molte cose a cui pensare e non volevo che i problemi di uno sconosciuto che, da quello che so, potrebbe anche essere qui per scopi ben più oscuri, mi dessero altri motivi per cui preoccuparmi.
«Forse..» ad un tratto aprì bocca.
«Si?» gli chiesi nella speranza che stesse dicendo qualcosa di importante.
«No.. Nulla, era una cosa sciocca.»

Due ore passarono in fretta, ma nessuno dei due proferì parola per tutto il tempo.
Ad un tratto mi venne un'idea.
«Portami fuori di qua.» ruppi il silenzio.
«Cosa?»
«Ho detto portami fuori di qua. Ho pensato ad una cosa che potrebbe darmi delle risposte.»
«D'accordo, ti aiuto.» e si avvicinò a me per poi mettermi un braccio intorno alle spalle.

«Ecco.» disse lui non appena oltrepassammo la porta d'ingresso.
Così scrutai il prato circostante al rifugio in cerca di un qualsiasi essere vivente e vidi un coniglietto color cioccolato in lontananza.
«È l'unico modo.» dissi io indicandolo.
«Non ho capito che hai intenzione di fare.» disse Luke in tono interrogativo.
Mi avvicinai lentamente a quel piccolo esserino, ma non appena la mia mano lo sfiorò, esso si pietrificò. Era morto.
Rimasi immobile a fissarlo.
«Kyara che succede?» mi chiese Luke abbassandosi anche lui per essere più vicino a me.
«È.. È morto.»
Mi accasciai al suolo. Il mio viso era rigato da molteplici lacrime. La maledizione non era finita. Pensavo davvero che fosse finito tutto.
Luke mi abbracciò e appoggio la mia testa al suo petto.
Con il pollice mi asciugò le lacrime.
«Tranquilla, va tutto bene. Non piangere.»
Ma io non riuscii a fermarmi, ero stanca. Stanca di essere un pericolo per tutti. Be', per tutti tranne che per quel ragazzo dai capelli dorati.
Era un mistero per me come lui fosse immune al mio potere.
Non riuscivo a spiegarmelo ma, in quel momento, decisi di smettere di tormentarmi con domande di cui non sapevo la risposta.
Per la prima volta nella mia vita, mi sentii al sicuro tra le braccia di qualcuno.

Rientrammo in casa e Luke mi cambiò le bende che avevo in testa.
«Ecco qua, ora la fasciatura è pulita.» disse per poi allontanarsi dal letto.
Io mi limitai a fissarlo mentre lui cercava qualcosa da mangiare in un grande borsone nero.
«Se ti va qui c'è del pane.»
«non ho più fame.» dissi io continuando a guardare il ragazzo.
«Perché mi fissi?» chiese lui divertito.
«Sto solo riflettendo.» gli risposi io in modo freddo e schietto.
«Devo dirti una cosa.» si avvicinò a me e mi accarezzò la guancia in modo dolce.
Non dissi nulla.
«Ricordi che ti avevo detto che non sono una persona normale?» disse tutto d'un fiato.
Mi si illuminò lo sguardo e lui lo notò.
Nella mia testa ritornò la domanda che mi ero fatta più volte da quando sentii quella frase per la prima volta. Lui era come me? A quel punto credetti di sì.
«Ho dei poteri anche io.» disse quasi liberandosi da un grande peso. «Solo che non sono come i tuoi.»
«Che intendi?» chiesi guardandolo negli occhi.
In un attimo, confermò la mia ipotesi.
Avevo finalmente trovato qualcuno che mi potesse capire. Ma allora perché non ne fui felice? 
«Ho dei poteri curativi e credo che sia per questo che io sia immune ai tuoi» rispose.
«Ma è fantastico!» dissi io felice.«Potresti ridare la vita a chi uccido!»
«non così in fretta. Non sono così potente, non ho potuto nemmeno curare la tua ferita alla testa, non credo che riuscirei a resuscitare qualcuno. »
«Ah..» e un velo di dispiacere mi oscurò gli occhi.
«Mi dispiace Kya..» disse lui avvicinandosi a me.
«È tutto ok, tranquillo» dissi abbassando lo sguardo.
Lui mi si avvicinò tanto che io riuscii a sentire il suo respiro sul mio viso.
Lo guardai negli occhi e Luke fece lo stesso.
«Sai che hai degli occhi stupendi?»
A quelle parole arrossii e distolsi lo sguardo da lui.
«Sono un po' stanca, credo che andrò a dormire.» dissi andando verso il letto.
«D'accordo, sogni d'oro allora.»

Purtroppo non presi subito sonno. Mille pensieri affollavano la mia mente ed era davvero difficile liberarmene.
Mi piaceva Luke? No, non credevo fosse possibile. Io non mi fidavo degli sconosciuti, non era proprio da me.
Ma allora perché continuavo a pensare ai suoi occhi stupendi? Perché non riuscivo a levarmeli dalla testa?
Il cuore iniziò a battermi all'impazzata, tanto da farmi credere di avere qualcosa che non andava.
Continuai a ripetermi che non era nulla di cui preoccuparsi.
«ti piace Luke, non è niente di grave.» pensai tra me e me.
Poi, un pensiero mi fece sobbalzare.
«mi piace Luke?!» ripetei nella mia testa continuando a pensare al suo viso.
No, a me non piaceva nessuno. Meno che mai Luke.

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