Le foglie iniziarono a frusciare anche se in quel momento non c'era un filo di vento. Julia si voltò e incrociò lo sguardo blu di Alex, che le sorrise. Non poté fare a meno di ricambiare, dopotutto stava iniziando ad avere un debole per lui.

Dopo essersi seduti ai piedi dell'enorme Quercia prese la chiave dalla tasca: vibrava leggermente ed era come se fosse viva, che avesse un'anima.

"Ce l'ha" disse Alex, leggendo letteralmente nel suo pensiero.

"È la sorella di questa" e così dicendo tirò fuori dalla tasca della felpa una chiave identica, che vibrava anch'essa.

"Riescono a sentirsi l'un l'altra e possono rimanere tranquille solo nelle mani di coloro che sono destinati a vivere una vita insieme."

A queste parole Julia guardò il ragazzo dritto negli occhi.

"Ma com'è possibile? Ci conosciamo a malapena"

"In realtà ti conosco da molto tempo, sono sempre stato al tuo fianco, ma non mi hai mai notato, eri troppo presa dai tuoi impegni per vedermi. Non hai mai sentito o provato cose strane, tipo che ti sentissi chiamata o osservata?"

In effetti era da un po' che Julia aveva queste sensazioni e se non fosse stato per la sua passione per la magia e per i racconti magici quasi non ci avrebbe dato molta importanza. Le sue amiche, per quanto appassionate come lei, erano molto scettiche al riguardo e questo la fece ritrovare sola con i suoi pensieri.

"Sì, mi è capitato, ma nessuno ha voluto credermi."

"Ascoltami bene: queste due chiavi aprono un baule che si trova in un posto speciale, nessuno sa dove si trova, nessuno tranne noi. Lì dentro ci sono le risposte che cerchi"

Dopodiché Alex le diede un bacio sulla guancia e si alzò. Julia si alzò subito dopo e notò che i suoi occhi cambiarono colore per meno di un secondo, per poi tornare subito blu. Quel ragazzo meraviglioso le nascondeva ancora qualcosa.

"Nel baule ci sarà anche la risposta a questo" disse e se ne andò dopo averle accarezzato il volto.

Julia fece per mettere la chiave in tasca, quando le scivolò tra le mani una catenina: ci infilò la chiave e se la mise al collo. Dopotutto stava iniziando a pensare all'esistenza reale della magia.