Pericolo nei boschi
Capitolo 7:
Pericolo nei boschi
Pov Cora
Dopo la chiacchierata con il prof Riddick, Jacob ed io ci dirigiamo verso il laboratorio di chimica analisi, dove ovviamente ci troviamo anche Carla Chase. Dopo quello che ho sentito in caffetteria stamattina sono più nervosa che mai, e guarda caso l’unico bancone da laboratorio libero per due persone è proprio quello dietro di lei, che è in prima fila accanto a Delaila Desiraio una delle galline/minions di Carla.
Entra il professor Massimiliano Magniti, un uomo abbastanza anziano ma al contempo arzillo, severo ma al contempo simpatico e disponibile quando vuole.
Noto subito che Jacob s’innervosisce e il suo cuore sta per esplodere, in effetti, il prof Magniti si è trasferito qui da una scuola italiana all’inizio dell’anno, forse lo conosce.
PM: allora ragazzi mi hanno comunicato che abbiamo un nuovo studente che arriva dall’Italia, è bello sapere di avere un altro connazionale in questa piccola città, allora perché non vieni cui e non mi fai una breve presentazione di quello che hai fatto fin ora.
Jacob si alza e timorosamente con la testa basta si avvicina al prof, a cui pian piano svanisce il sorriso.
J: salve prof, è un piacere rivederla.
PM: non ci credo Colpani, sei davvero tu? Che ci fai qua? E perché sei registrato con un altro nome?
J: per prima cosa prof non mi chiami con il mio vero nome e cognome, ormai l’ho cambiato legalmente e sono qui perché ho avuto gravi divergenze con la mia famiglia e me ne sono voluto andare.
PM: beh, in questo caso giacché gli argomenti di quest’anno li abbiamo svolti insieme e li svolgeremo allo stesso modo, puoi tornare a sederti e per favore almeno alla vetreria di questo laboratorio……. Donagli clemenza.
Jacob si risiede accanto a me nervoso.
C: vetreria?
J: quando era ancora un mio professore, io avevo il vizio di rompere qualcosa a ogni lezione e intendo davvero ogni lezione, la maggior parte delle volte anche più di un oggetto. Non intenzionalmente ovvio….
C: capito.
PR: ok, per prima cosa sarò io a formare i gruppi, visto che non voglio che vi mettiate a chiacchierare durante laboratorio.
Primo bancone: Colp…Blaze e Chase, dall’altro lato Spinnegan e Santiago.
Secondo bancone: Grizzerli e Simus, dall’altro lato Hale e Desiraio.
Terzo bancone…………………………..
No no no vicino alla Desiraio no, ma soprattutto Chase non deve neanche pensare di toccare Jacob o la sbrano davanti a tutta la classe.
Mi siedo al posto indicato e seppur a quattro metri e mezzo di distanza, con tutti i prodotti chimici nella stanza, sento l’inconfondibile odore di ormoni che emana la Chase, il bello è che non sono del tutto naturali, quando le sono passata accanto, mi sono subito accorta che portava un profumo realizzato apposta per amplificare l’intensità di odore che emana il corpo, è lo stesso che usano gli allevatori sul bestiame per invogliare gli animali all’accoppiamento, solo che a questo è stato aggiunta la fragranza di vaniglia.
Cavolo, come pretende di non essere chiamata vacca se poi lei stessa si tratta come tale?
Pov Jacob
Ma perché cacchio mi sento così sessualmente attratto dalla Chase, insomma, si è carina, ma non è il mio tipo, l’unica cosa che mia attrae in lei è la 4° di seno, per tutto il resto Cora è un milione di volte meglio, ma che cavolo, però il suo odore mi eccita un casino, l’unica altra volta che ho sentito lo stesso odore è stato quando io Cora eravamo all’inizio dell’amplesso di ieri.
PR: bene ragazzi, oggi una cosa semplice, dovrete………..
Due ore dopo
Driin Driin Driin
FINALMENTE! Non ce la facevo più! L’odore della Chase mi stava facendo perdere il controllo.
Appena il prof è distratto scatto verso Cora che si stava avvicinando e le do un bacio passionale.
C: non preoccuparti, la Chase è una stronza.
J: cosa?
Ma di cosa parlava, forse se ne era accorta, ma come sapeva che era colpa della Chase?
C: sì, insomma, cercare di attrarre ragazzi con un profumo che amplifica l’effetto degli ormoni, patetico.
J: era per quello che io…
C: sì.
J: quindi lei vuole…
C: sì.
J: ma perché lei…
C: farmi un dispetto probabilmente.
J: stronza, beh, almeno non era all’aconito.
C: dopo l’esperienza della palestra dubito che ci riproverà, dall’espressione che ha fatto alla vista del mio viso alla parola “strozzalupo”, nel bagno delle ragazze, si capiva che aveva intuito che era quello che mi faceva stare male e mi ha fatto perdere il controllo.
J: aspetta, ma cosa ti ha detto negli spogliatoi?
C: anche se non direttamente, mi ha accusato di essere io il lupo che ulula la notte, ululati che tra l’altro sono iniziati esattamente la prima luna piena dopo il mio arrivo e con cui io non centro assolutamente niente, ti posso assicurare che quegli ululati sono di normalissimi lupi, anche se sembrano piuttosto grandi.
J: ok, credi che dovremmo fare attenzione a lei?
C: sì….
Gli metto un braccio intorno alle spalle e insieme ci dirigiamo a lezione d’inglese, dove avremo supplenza dato che il prof d’inglese e vice preside è scomparso.
Finite le lezioni e dopo aver pranzato nella caffetteria della scuola con due abbondati piatti di pasta al pesto a testa, abbiamo deciso di fare un giro in città.
Pov Cora
C: ok, io dico di iniziare dalla piazza centrale.
Andiamo in centro città, la piazza principale è un enorme spiazzo circolare con una fontana bella grande al centro rappresentante un minatore. Gli edifici che danno sulla piazza sono: il comune, che si riconosce subito grazie alle immense bandiere appese sopra l’entrata, alla destra di questo separata dalla strada, l’unica banca della città, alla sinistra del municipio, l’unica macelleria della città con un piccolo vicolo che li divide, dall’altro lato della piazza adiacente alla banca, un negozio dove vendono di tutto, dopo la strada adiacente a esso l’ufficio postale e tra le poste e la macelleria viene separate da esse da due strade una palazzina abitata piuttosto grande. Dopo che Jacob si è comprato 4 bombole di gas metano per la sua cucina, fortunatamente eravamo passati da casa a lasciare gli zaini di scuola, così lui poté prendere un altro zaino sufficientemente grande per le bombole, mi dice con una voce indifferente.
J: carino, ma senti, te lo devo dire, a me annoiano i giri in città, andiamo nel bosco?
Mi fa l’ultima domanda con un sorriso e un’espressione che mi ricorda un bimbo di 5 anni che fa gli occhi da cucciolo alla mamma, io gli risponderei di sì subito dato che siamo più pericolosi noi di orsi, puma e lupi, ma mi accorgo subito di alcune vecchiette vicino a noi, che dopo la domanda di Jacob, ci guardano storto.
C: Jacob, tu sei nuovo in città e devi sapere che il bosco non è visto di buon occhio qui e ultimamente più del solito.
J: oh, perché?
C: da quel che so, ci sono stati strani avvistamenti di demoni nei boschi e coloro che vi entrano disarmati la maggior parte delle volte non tornano o ritornano traumatizzati e deliranti, anche molti cacciatori esperti che vanno a caccia in queste zone, da quel che so non fanno ritorno. Perfino dalle spedizioni di ricerca mandate per cercare le persone scomparse nei boschi, scompare la gente.
Poi sentendomi osservata, li indico con la testa le vecchiette dietro di noi che bisbigliano, convinte che noi non le possiamo sentire, cosi entrambi cominciamo a origliare.
***
???1: avete sentito quel ragazzino? Vuole andare nel bosco.
???3: che lo faccia, è il solito ragazzino spavaldo di città, se entra nel bosco muore o rimane traumatizzato a vita, in ogni caso un problema in meno.
???2: io non saprei ragazze, c’è qualcosa di strano in quel ragazzo lo sento e anche la ragazza, come se non fossero umani, hanno una strana aura.
???3: bah se lo dici tu, hai sempre avuto attitudine a trovare cose strane, ti ricordo che sei tu che 30 anni fa, hai rivenuto la maggior parte dei cadaveri nei boschi, comunque andiamo o facciamo tardi, del ragazzino non ci deve importare nulla.
***
Pov Cora
J: cavoli che caratteraccio, poi da quello che ha detto credo che una di loro sia una banshee e forse non ne è neanche consapevole.
C: non dirlo a me, quando sono arrivata ne ho sempre avuto una delle tre attaccata dietro, quando le ho affrontate sbucandogli alle spalle, mentre loro mi seguivano tutte e tre insieme, mi hanno detto che non li piacevo e che non gli ispiravo fiducia, che per quanto ne sapevano loro, io potevo essere un pericoloso criminale che si nasconde dalla polizia ………….. E comunque sì, anch’io l'ho notata nei primi mesi che ero qui, non so come si siano risvegliate le sue abilita, anche se non credo sia una banshee particolarmente potente.
J: ok, comunque sono proprio matte.
C: e non è tutto, quella più stronza, che ha detto che non gli importava se morivi o no, è la nonna di Carla e Clarisse Chase.
J: cavoli, cattivo sangue non mente………………andiamo nel bosco?
Mi chiede con un tono cha va tra l’infantile e il curioso, con la medesima espressione di prima, solo che questa volta a messo pure il broncio e fa segno di lacrimina con le dita.
Io sbuffo e annuisco divertita.
Dopo una ventina di minuti di camminati arriviamo ai limiti del bosco e cominciamo ad addentrarci.
J: Allora Cora, prima mi hai parlato di ululati nei boschi, li ho sentiti anch’io da quando sono qui, ma non ci ho trovato nulla di strano.
C: sì….beh…. sono iniziati da quando sono arrivata, alla prima luna piena, durante ogni notte di luna piena si sentono degli ululati provenire dal bosco, ci sono stati degli strani avvistamenti nei boschi, dicono di enormi lupi con gli occhi più neri della notte che risaltano nel buio più buio, il bello è che alcuni di questi avvistamenti sono stati fatti anche in pieno giorno, finora non è stato attaccato nessuno, anche se sono scomparse già sei persone e la residenza di ognuna confinava col bosco, una tra queste è il nostro vice preside e professore d’inglese, il prof Brindelli, ma lo sceriffo come molta gente in città è diventato comunque paranoico e dice che non vuole che si ripeta ciò che è successo trenta anni fa quando lui era ancora un quindicenne spensierato e pensa di mettere un coprifuoco e il divieto di accesso e avvicinamento al bosco.
J: cos’è successo trent’anni fa?
C: la gente spariva nei boschi e c’erano sempre strani avvistamenti di demoni lupo nella foresta, anche se pochi sopravvivevano per raccontarlo. Da quel che so’, il tutto è durato per tre anni e che sono stati rinvenuti 313 cadaveri, anche se gli scomparsi erano all’incirca 432, per una cittadina che al tempo aveva 2000 abitanti, è stato un brutto colpo, poi il tutto è terminato da un giorno all’altro dopo il ritrovamento di un uomo impiccato nel bosco, niente di meno che Nicolas Chase al tempo marito di Linda Chase la signora scorbutica della piazza, quindi nonno delle due galline reginette della scuola.
J: cacchiarola, bel mistero.
C: già, dopo quegli eventi molti se ne andarono e la città si spopolò, questo gravò molto sull’economia, se dopo qualche anno non sarebbero cominciati ad arrivare nuovi cittadini, ora la città non……..
Non finisco di parlare, ho sentito qualcosa, anche Jacob si mette in ascolto…………..
Un rumore di passi veloci in avvicinamento mi mettono in guardia, mi volto verso Jacob e noto che anche lui è in posizione, sembra pronto al combattimento. Cerco di concentrarmi sul rumore, sento molti passi, tutti intorno a noi, però non sento nessun battito cardiaco eccetto quello di Jacob.
J: siamo circondati, ma a parte dei passi non sento nessun battito cardiaco.
C: già, anche l’odore che è nell’aria è strano.
L’odore che si sente sembra una via di mezzo dell’odore di qualcosa di morto e di estremamente malvagio.
J: non riesco capire cosa sono, anche se dall’odore sembrano lupi….ma morti……non so come spiegarlo.
C: come fai a dire che sono lupi, io sento solo odore di morte.
Parliamo a bassa voce anche se sappiamo che ormai siamo circondati e chiunque o qualunque cosa sia, non ha buone intenzioni.
J: grazie alla mia parte di cerbero ho un olfatto più sviluppato del tuo.
Non faccio tempo a rispondere che qualcosa sbuca fuori da dietro una roccia……
È un lupo enorme, riesco a scansarmi e mi metto a fissarlo, alle sue spalle noto che Jacob è completamente avvolto dalle fiamme e davanti a lui ci sono due lupi che sembrano stare per attaccarlo, vedo che uno dei due lupi parte all’attacco e anche Jacob corre contro di lui trasformandosi in un enorme lupo di all’incirca 1 metro con il manto nero, afferra il lupo che lo aveva caricato alla gola e lo sbatte contro un albero per poi ingaggiare un combattimento contro il secondo lupo. Sono così ammaliata dal combattimento del lupo infernale che non mi accorgo che il lupo che avevo scansato mi si avventa contro. Mi ferisce all’addome con gli artigli e mi azzanna la spalla, ma prime che posso staccarmela, viene sbalzato via dal lupo nero, che l’aveva caricato e noto che ora il suo manto andava letteralmente a fuoco, Jacob comincia a combattere con lui, però è molto più dura di quello che sembrava, difatti osservando meglio i due lupi ormai carbonizzati stesi a qualche metro da me, noto che quello che mi aveva attaccato e ora combatte con Jacob, è molto più grande dei due e non molto più piccolo di Jacob-Lupo, difatti riesce ad atterrare Jacob e a salirli sopra, l’unico motivo per cui non ha ancora preso Jacob per la gola è che lui lo tiene distante con le zampe anteriori. Però poi il fuoco che avvolge Jacob s’intensifica e da esso scaturisce un’esplosione che avvolge i due lupi e scaglia me a qualche metro di distanza, colpisce anche lo zaino contenete le bombole di gas metano che esplodono.
Una volta che il fumo si è diradato, mi alzo a fatica in piedi, noto che le mie ferite non guariscono alla velocità con cui lo farebbero normalmente con il processo di guarigione.
Riesco comunque a raggiungere Jacob che è tornato umano, noto che anche lui è ricoperto di ferite e sta faticando a rialzarsi, accanto a lui lo scheletro enorme e carbonizzato del lupo, tutto intorno a noi è carbonizzato e tutti gli alberi nel raggio di 6/7 metri sono stati abbattuti e carbonizzati.
C: sta…attento…..sei ferito……e non accenni a guarire.
J: dovresti preoccuparmi io per te, a me hanno sparato alla testa con un proiettile all’aconito e sono guaito dopo quattro ore.
Lo guardo stupefatta e lui inclina la testa come per dire “sì, è così incredibile da non crederci".
A quel punto sentiamo qualcuno avvicinarsi e vediamo arrivare lo sceriffo Smith con alcuni agenti.
SS (sceriffo Smith): ragazzi ma che è successo? State bene?
Chiede allarmato e preoccupato, per certi versi mi ricorda lo sceriffo Stilinski di Beacon Hills per i suoi modi di fare.
J: non molto bene sceriffo, dei lupi ci hanno attaccato, ho cercato di tenerli lontani con la fiamma ossidrica che uso per le saldature a casa ma uno di quelli stronzi ma la strappata dalle mani e con essa lo zaino dove erano contenute altre tre bombole di gas metano che avevo appena comprato, la fiamma è finita sopra lo zaino che per fortuna è esploso uccidendo tre lupi e mettendo in fuga gli altri.
Lui ci guarda incerto. Si osserva un po’ intorno per poi annuire.
SS: ok ragazzo, ma non ti sforzare è un miracolo che siate vivi, viste le vostre ferite, ora è meglio che vi portiamo alla strada e vi chiamiamo un’ambulanza.
Pov Jacob
Il suo tono era molto calmo e rassicurante, deve aver notato che seppur le ferite siano molto estese non sono molto profonde, cosi i due agenti, uno sulla quarantina abbastanza massiccio e un ragazzo che deve essere una matricola, ci prendono in braccio a mo’ di sposa, io dal primo e Cora dal secondo, cominciano a trasportarci verso la strada che noto non essere molto distante.
AR (agente Rockstone): siete stati molto fortunati che passavamo qua vicino quando sono esplose le bombole.
J: come sta Cora?
Chiedo con tono abbastanza debole dato la fine dell’effetto dell’adrenalina e della cospicua perdita di sangue.
AR: sta bene ragazzo, il mio collega si sta prendendo cura di lei.
J: se prova solo a pensare di provarci con la mia ragazza lo sbrano.
AR: molto spesso non ha neanche bisogno di provarci che le ragazze gli saltano addosso da loro.
A quel punto qualcosa mi scatta dentro e sento che le mie ferite cominciano a guarire e le forze tornare in me.
Bene, vedo che il mio corpo a già ricominciato a produrre sangue a un ritmo sovrannaturale e a guarire rapidamente le mie ferite, ora devo solo fare a pezzi quella matricola da strapazzo.
J: senta agente…..
AR: Rockstone…..John Rockstone.
J: ah come quello del mondo perduto.
Ci assomiglia anche….
AR: sì, mi paragonano tutti al personaggio di quella vecchia serie Tv.
J: sì, comunque mi sento meglio mi può mettere giù, voglio vedere Cora.
AR: in effetti, sembra che tu stia meglio ma non voglio rischiare.
Comincio a divincolarmi.
AR: senti ragazzo, ti metto giù ma tu non ti sforzare.
Mi mette a terre ed io ovviamente scatto in aventi verso Cora e l’agente che l’ha in braccio.
AR: ehi ragazzo, ti ho detto di non sforzarti.
Nel frattempo io ero già arrivato da parte a Cora e all’agente/galletto antipatico che la trasportava.
J: amico ti consiglio di non allungare le mani sulla mia ragazza se non vuoi che te le stacchi a morsi.
Lo minaccio con uno sguardo assassino con cui lui risponde con un sorriso beffardo.
AL (agente Livarro): beh dovresti dirlo alla tua ragazza, di solito sono loro che cominciano.
A quel punto sto per strappargli Cora dalle braccia e poi prenderlo a pugni, ma lo sceriffo interviene.
SS: calmati tu, sei ancora ferito e Livarro piantale di fare il coglione, quella ragazza è ancora minorenne.
AL: eddai sceriffo nessuna ragazza si è mai lamentata delle mie attenzioni.
Dice con uno sguardo tra il pervertito e il divertito. A quel punto non ci vedo più dalla rabbia, gli prendo Cora ancora svenuta dalle braccia e la passo all’agente Rockstone, il tutto in neanche mezzo secondo, poi prendo Livarro per il collo lo sollevo e lo sbatto contro un albero.
SS: ehi ehi, calma!
Lo sceriffo si avvicina rapidamente a me.
J: ascoltami bene galletto da strapazzo, vedi di non provare neanche a pensare o guardare la mia ragazza in certi modi, o giuro che ti faccio fare la fine dei lupi che ho sbranato prima, capito?
Lui mi guarda terrorizzato e lo sceriffo cerca inutilmente di allentare la mia presa in torno al suo collo.
Sento che più mi arrabbio più le mie ferite guariscono rapidamente, ma quando sento che potrei perdere il controllo, lo lascio e mi allontano.
SS: ragazzo tutto bene? Non dovresti sforzarti in questo modo.
AL: sceriffo…….mi ha quasi strangolato e lei non gli dice niente.
SS: ascoltami bene Livarro, non sai quante volte sarei stato io a volerti prendere per il collo per il tuo atteggiamento, ti voglio ricordare quello che ti ho detto quando ti hanno fatto diplomare alla scuola di polizia del dipartimento: “sei diventato un poliziotto solo perché sei il nipote del sindaco”, sai bene che lui mi ha dato carta bianca per rimetterti in riga, quindi attento a ciò che fai o ti relego a vita ai lavori d’ufficio.
A quel punto il galletto, con una faccia di chi vorrebbe ribattere, ma sa che non ha carte per farlo, si allontana e sale su una delle volanti, giacché oramai eravamo alla strada.
AR: ehi ragazzo tutto bene?
J: sì sì, ne ho passate di peggiori.
SS: sicuro? Sei conciato parecchio male e quello che hai fatto non è proprio il massim….
S’interrompe dopo avermi scostato un lembo della felpa e notando che una delle ferite causate dagli artigli prima enorme, ora è ridotta a una serie di taglietti paralleli di 5 cm poco profondi.
SS: ma che cavolo.
Mi ricopro in fretta la ferita.
J: sono uno che guarisce in fretta.
SS: sì, ma questo è esagerato.
Mi guarda esterrefatto.
J: piuttosto come sta Cora?
AR: è ancora priva di sensi, ha perso molto sangue.
SS: ecco l’ambulanza.
Dopo che i paramedici hanno medicato Cora ed essersi assicurati che le mie ferite non erano particolarmente gravi, con grande stupore collettivo dato che i segni di artigli e denti sulla mia felpa e la quantità di sangue su di essa faceva pensare a chissà quale ferita, ci caricano tutti e due più l’agente Rockstone sull’ambulanza per portarci in ospedale per accertamenti.
FINE CAPITOLO
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