Deliri VI
Odio perché sono odiato
Odio perché non mi è rimasto nulla
Odio perché dentro sono povero.
A donare il mio essere alle persone sbagliate,
così sono finito.
Ad aspettare la morte,
tra fogli di carta e televisione,
come se di lì fuori avessi visto tutto.
In effetti potrebbe essere vero.
Le persone sono come le cozze.
Normali fuori, orribili dentro.
E proprio dentro di me
bruciano fiamme di olocausto,
persino la cenere
di ciò che ero prima
è scomparsa.
Anche la cenere
è morta,
e non sarà sola.
Ma il fuoco ancora brucia,
alimentato da un cuore
che batte solo per noia,
come se non conoscesse la beatitudine
del fermarsi.
E il fuoco brucia,
fin quando io ci sarò,
brucerà ancora.
Di me solo fuoco
senza cenere
troverete.
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