'Roma Invicta' di Ironrobbi
Titolo: Roma Invicta
Autore: Ironrobbi
Genere: Narrativa Storica/Avventura
Tipologia: Romanzo - Completa
Rating: Giallo
Avvertimenti: Il rating oscilla da un verde smeraldo a qualche raro rosso rubino ma dubito che ci siano scene eccessive.
Trama:
La storia di un centurione romano dell'esercito di Ottaviano Augusto che, coinvolto in intrighi e complotti, fra battaglie e duelli, si troverà a scardinare una letale congiura che si sta ordendo alle spalle del triumviro. Fra miti e leggende di Roma, agli albori di un'ennesima stagione di guerre civili nate dalla morte di Cesare, questa è la storia di Marco, Centurione della Legione Fulminata.
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Bene, rieccomi qua! Seconda parte dedicata ad un mia storia... Che onore! Ma non vuol dire che a mio parere lo meriti...
Comincio col dire che secondo me questa storia non merita il vago successo che sta avendo. Parliamo ci chiaro, quasi centomila visualizzazioni e non meritarle, dovrei avere un premio solo per questo... Ora vi elenco i motivi per cui a mio parere non dovrebbe essere così tanto considerata: errori, errori ed altri errori.
Lo dico col cuore in mano, io sono il primo a criticare questa storia perché un pezzetto di me la odia, tutto il ciò che resta del mio essere ne va fiero.
Odio perché, come già detto, è colma di errori stupidi che fanno raccaponare la pelle (credo che questa che ho appena usato sia una forma dialettica ma non ne sono troppo sicuro...).
La adoro perchè è la prima storia che ho finito. Nata più per uno sfizio che per altro, rappresenta quel che voglio raccontare. Storie di eroi, talvolta umani, in altre occasioni eroi mitici veri e propri e devo ammettere che questo modello è stato usato a valanghe in questa storia. Soldati fedeli al comandante tanto da sacrificarsi in loro onore. Traditori pervasi dalla cupidigia ed altri congiurati acciecati dalla sete di potere. Piani assurdi, un pizzico di epica e soprattutto molti combattimenti.
Passo subito a parlare della storia in se.
"Roma Invicta": Roma è vittoriosa, imbattibile, dominatrice. Questa frase da' il titolo all'opera. Mi spiace averla usata poco all'interno della trama ma il concetto spesso ritorna, seppur non apertamente espresso. "Roma deve vivere, non può essere sconfitta da lotte intestine", il concetto di molti discorsi criptici e cruciali fra molto personaggi principali e persino antagonisti è questo.
Parlando ora cosa mi piace e cosa cambierei della storia se solo avessi tempo... Sorpassando gli errori che supplicano una revisione...
Probabilmente ridurrei le sequenze di combattimento poco importanti. Ci sono scene fondamentali per la trama che sono esattamente scontri, duelli, c'è ne sono altri, di scene in battaglia, perfettamente evitabili che alla lunga possono diventare ridondanti e noiose.
Un'altro cambiamento che farei ma che in questo caso sarebbe solo una miglioria alla storia, sarebbe introdurre un'intera nuova parte prima della penultima. Non posso dirvi che tipo di parte, sarebbe spoiler. Diciamo solo che sarebbe la storia di un personaggio importante in un periodo in cui era rimasto isolato dal resto della trama.
Altro che cambierei? Forse le sequenze finali andrebbero riscritte, magari alcune linee narrative sono rimaste irrisolte ma non mi preoccupano eccessivamente.
La parte che mi è piaciuta di piú scrivere? Sono molte perché tanti sono i momenti di cui non vedevo l'ora di scrivere. Dalle scene fondamentali di Parte I ai duelli che sarebbero arrivati più avanti, da scene lontanamente divine fino, ovviamente, al finale. Parlando di questo(ovviamente senza fare spoiler), credo fareste fatica a predirlo. Anche perché è frutto di una delle mie (tante) improvvisazioni.
Tornando ad un contesto più generale, questa storia è la prima che ho scritto qua su wattpad e devo dire che, superati i primi capitoli colmi di stupidi errori, ne vado fiero. Inoltre, se dovessi dare u a spiegazione oggettiva e razionale al relativo successo della storia, credo sia perché qui su Wattpad le opere di Narrativa Storica non sono molte. E sia chiaro, io parlo di successo perché per me quasi 100k di letture sono tantissime, poi non so il vostro punto di vista. Anzi, se volete, fatemelo sapere!
Che state aspettando? C'è un complotto contro Roma da sventare!
Estratto dal capitolo III
Marco era davanti alla porta della dimora della sua famiglia , una villa vicino al circo massimo.
Picchio forte contro la porta e gli apri una donna avanti negli anni ma ancora bella e affascinante.
《Marco! Come sei cresciuto! Il mio piccolino mi sei mancato!》
La madre , che era alta dieci centimetri in meno di Marco lo cinse ai fianchi , costringendo il figlio a ricambiare l'abbraccio.
《Madre , non sono più un bambino . Te l'ho già detto molte volte》disse Marco.
La madre , staccandosi da lui domandò《Marco , tuo padre sa che sei tornato?》 《No.》Rispose Marco. 《Ho improvvisato.》
La madre Chiamò una serva 《Maria ! Vai a chiamare Leontis! Digli che suo figlio è tornato.》Il ragazzo si affrettò a fermare la serva 《Non serve , posso andare io da lui. Dov'è mio padre?》《In giardino signore.》 Rispose la serva.
Marco attraversò un lungo corridoio che lo portava al giardino. Vide il padre seduto su una panca di marmo bianco mentre scrutava delle mappe dell'impero.
《Padre!》 Lo chiamo Leontis. Il vecchio si voltò. I capelli brizzolati erano scompigliati dall'aria fresca che scorreva in giardino. Il padre era alto ma oramai non più tanto in forma , ma un po in sovrappeso. Indossava un drappo bianco , tipico dei senatori e dei sandali nuovi , puliti , a dimostrare che era nobile e camminava solo sulla pietra.
Il giardino era un terrazzamento su una collina che dava sul Colosseo.
Marco rimase senza fiato nel rivederlo.
《Marco figlio mio!》 Esclamò il padre 《Che fine avevi fatto? Ahah era ormai un mese che non ti facevi sentire》
Marco notò che effettivamente dalla sua partenza da Mediolanum non aveva più spedito lettere ai suoi cari.
《Padre , il generale Massimo ha arruolato gli uomini della mia caserma nella nuova legione , quella che scaccierá Pompeo dalle nostre terre. Proprio un mese fa siamo partiti e ora ci siamo fermati a Roma per una breve pausa. Il giorno di Marte dovremo ripartire.》 Spiegò il figlio.
Ad un certo punto arrivò un uomo in armatura di bronzo.
《Claudio!》 Esclamò Leontis 《Che succede ? Perché sei così in affanno?》
《Leontis , questa settimana il messaggero da Brundisium non è arrivato. Le truppe di Pompeo devono averla assediata!》
《Che storia è questa?》 Chiese Marco
《Ottaviano ha richiesto che ogni settimana partisse un messaggero per confermare che Brundisium era ancora illesa. Il messaggero oggi non è arrivato , il che deve significare che la città è stata attaccata.》
Leontis partì con Claudio per il senato dove avrebbe informato i suoi compagni del fatto , mentre Marco decise di fare un giro per la città.
Immaginò che questo fatto avrebbe diminuito la permanenza a Roma di Massimo e che sarebbero partiti il giorno dopo , senza aspettare Martedì.
Decise quindi di fare un giro in cittá , per rivederla, riviverla come non faceva da tempo. Le grandi piazze gli toglieva no ancora il fiato. Le vie erano soffocate da mercanti e passanti e lui stesso , che vi aveva vissuto per quasi tutta la vita rischio di perdersi. La sua armatura da principes era una sorta di lasciapassare , i passanti lo scansavano cercando di evitare di sbattergli contro.
Ad un certo punto passò per un vicolo per tagliare la strada fra una via e la piazza del Circo Massimo e vide un uomo puntare un coltello alla gola di una donna.
Anche se era compito dei Vigiles urbani badare ai malviventi lui stesso sentì l'istinto di intervenire.
《Ehi tu ! Lasciala andare!》 L'uomo, appena lo vide spinse a terra la donna , e Marco scatto all'inseguimento. Il ladro era vestito più leggero e correva molto più rapidamente di Marco.
Sfortunatamente per il ladro si incrociò con due pretoriani che lo agguantarono e , spintonandolo verso un muro lo disarmarono e gli legarono le mani.
Marco era soddisfatto di aver assicurato alla giustizia quell'uomo , ma avrebbe preferito fossero i Vigiles a catturarlo , non i pretoriani che lo avrebbero sicuramente malmenato prima di rinchiuderlo.
Tornato a casa , Marco salutò la madre e il padre poi dovette tornare in caserma.
Quella notte dormi sogni tranquilli , per la prima volta da molto tempo.
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