Questa bruma insensata (parte II)
E da queste prime considerazioni partono già degli intrecci. Sia Simon che Gran Bros vivono in una "assenza". Simon, dietro le citazioni, vive nell'invisibile, raramente esce di casa, se non nei pochi giorni in cui è ambientata la narrazione del romanzo; Gran Bros pure sfugge alla vita: la sua fama letteraria nasce dalla sua non reperibilità, segue le gesta dei Pynchon e dei Salinger e lui stesso si palesa pubblicamente solo e allo stesso tempo in cui Simon esce di casa.
Tutte e due, a loro modo, ingenuamente – ma non per questo inutilmente – credono al potere della letteratura, Simon afferma che «Tutta la mia vita di colpo sembrava pendere da un inaspettato unico filo che al contempo era il mio unico obiettivo chiaro: riuscire a completare quella frase», Gran Bros invece, dubbioso sostiene «Da un lato in me c'è la tendenza ad avventarmi sulla mia ombra. E dall'altro, un impulso all'ascesa, una tendenza a viaggiare verso la lontananza eterea di una bella luce mattutina nella quale trovare, finalmente, anche se sfocato, il mio vero punto di vista. In altre parole: da un lato ci sono rifiuto e rinuncia radicale; dall'altro fede e felicità.»
Uno dei tanti spunti letterari presenti nel romanzo è il cosiddetto "finanziamento Van Gogh" che accomuna Simon e Gran Bros a Vincent e Theo Van Gogh, per destino, legame di sangue, per la scelta di una alternativa alla vita: l'arte. Se ricordiamo la fine di Vincent Van Gogh, suicida, con un colpo al petto nella campagna di Auvers in un campo di grano, luogo molto simile ad una sua celebre tela Campo di grano con voli di corvi, non possiamo non tener conto di quella sua volontà di trasferirsi, per tollerare la vita, nella sua stessa arte. E così, drammaticamente fece: si dissolse nella sua stessa pittura. Rainer S., il vero nome di Gran Bros, s'è dissolto nella sua "energia d'assenza" che non è che la sua "fama letteraria"; Simon Schneider al contempo vive dietro le frasi altrui, pure lui dissolto nelle citazioni letterarie, gira invisibile per meglio affrontare la vita, per non essere visto.
Ora, molto interessante diventa analizzare, e Vila-Matas ne parla molto bene, in che modo l'opera letterale di Gran Bros diviene in breve tempo materia di culto, ammirata e sulla bocca di tutti. I "romanzi brevi", così vengono identificati da Simon, avevano una specifica particolarità: ad una velocità da vertigini passavano da un soggetto di grande rilevanza, che sembrava pronto a diventare alla lunga il centro del suo romanzo, ad un altro più frivolo, spostando le caratteristiche del romanzo da gravi a prive di peso, esattamente in modo opposto. Questa tecnica andava a confermare che l'originalità in letteratura era solo un feticcio e non esisteva, ma per taluni aspetti, i suoi romanzi rimanevano diversi, per esempio, i monologhi drammatici non inseguivano mai un tema fino alle sue ultime conseguenze. Questa particolarità era in fondo la più grande virtù della sua scrittura: sembrava volesse imitare il ritmo febbrile del nostro tempo e fuggire, ogni due pagine, da quello che, alla minima disattenzione poteva consolidarsi come tema grave o lieve, ma centrale del suo libro, "per questo saltava dall'amore e dal passare del tempo, per esempio, alle fluttuazioni del mercato azionario, dalla musica di Beethoven a commenti gastronomici, dalle famiglie infelici di Tolstoj e compagnia alla lesione alla schiena di John Fitzgerald Kennedy..."
"In definitiva, nei testi di Gran Bros – che dal mio punto di vista si erano trasformati, inconsciamente, in una mescolanza molto curiosa tra Thomas Mann e John Ashbery – si potevano trovare i grandi temi di sempre della letteratura, anche se sempre interrotti, deliberatamente guastati, da frammenti che ironizzavano sulla banalità della nostra epoca e da quel genere di sensazioni agoniche che così spesso affiorano nella nostra vita quotidiana e che finiscono solo per condurci all'idea di fine, o di suicidio, a un'idea di salto dall'alto di una falesia, o di fuga a tutta velocità da ciò che ci tormenta".
Su queste considerazioni si sviluppano altri intrecci che in seconda lettura risaltano maggiormente, ad esempio Simon, nelle considerazioni che fa della scrittura di Gran Bros, sostiene che l'idea di tutti i monologhi drammatici presenti senza alcun ancoraggio nei testi potevano far immaginare che fossero considerazioni di "un'anima errante che, oramai già libera del corpo, diciamo così, avesse iniziato a vagare come in sogno, ma senza essere in un sogno: che avesse iniziato a vagare, tra alberi di imbarcazioni e gru, in una tiepida mattina eterna in mezzo allo spazio infinito". Questo è ciò che Simon Schneider esattamente, una mattina improvvisa, al blocco su una frase mentre leggeva, fa: uscire di casa e vagare, passando dal porto delle imbarcazioni di Cap de Creus verso una meta non programmata.
"In realtà il tema di fondo dei suoi libri è se continuare o no, in sostanza that is the question, un'oscillazione tra due coscienze: quella che vuole aver fede nella scrittura e quella che preferisce propendere per il disprezzo e la rinuncia radicale. Nella tensione di questo dubbio, Gran Bros costruisce tutta la sua opera. Ricorda lo psicotico che si dibatte sempre al bivio: ora sì, ora no, sono dentro e sono fuori, al contempo; continuo, non continuo".
Enrique Vila-Matas è veramente un autore formidabile, di lui vien detto che nelle sue opere lo sguardo del narratore accoglie percorsi espansi, o paralleli, immaginati o reali, di vite vere o di personaggi inventati. Come Borges, Vila-Matas tira sempre fuori un racconto di Bioy Casares o di Kafka, o di chissà chi, che gli ricorda la situazione che sta vivendo, un passaggio di Rilke o di Walser che usa come specchio della realtà. Libri nei libri, labirinti e in Questa bruma insensata riflette parecchio la sua formidabile genialità:
"Sono solito pensare che un libro nasce da un'insoddisfazione, nasce da un vuoto, i cui perimetri si rivelano strada facendo e al termine del lavoro", scrive in un suo racconto, Café Kubista.
"Questa bruma insensata è nato dall'insoddisfazione di non aver mai avuto un dialogo con me stesso nel magnifico giardino dell'Hotel Alma di Barcellona."
Questa affermazione tratta da una sua recente intervista rivela che in fondo potrebbe esserci una unica verità su Simon Schneider e Gran Bros. Che l'incontro tra i due, tanto allucinatorio quanto in alcune considerazioni veramente ingegnose, incarni in verità un unico autore, dal doppio volto con due pulsioni opposte? Infondo è da Raymond Queneau che proviene il titolo del romanzo: "Come posso schiarire questa bruma insensata / in cui si agitano ombre?" e pure nel testo si potrebbe cogliere tale mistero:
"Mi chiedo anche se un giorno sarà possibile che qualcuno legga queste pagine e riesca a vedermi qui, dove ora sono seduto in questo angolo perfetto".
Un libro ed un autore assolutamente da conoscere.
Dicembre 2022
GIUDIZIO: 8
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro