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La lettera


Trovò la lettera dentro a una bottiglia, portata dalle onde del mare in una di quelle mattine che amava trascorrere sulla spiaggia, in silenzio, in compagnia dei propri pensieri.

Amava quella tranquillità, che si respirava all'alba, quando ancora il mondo sembrava isolato in una bolla di sapone e i versi dei gabbiani che volavano alti e leggiadri nel cielo giungevano alle sue orecchie, rompendo quel silenzio ovattato.

Amava il dolce sciabordare delle onde che lambivano i suoi piedi nudi che passeggiavano sulla sabbia, composta da un infinitesimo numero di granelli dorati.

Il suo sguardo era stato catturato da un oggetto, che si era arenato ai suoi piedi.

Si trattava di una bottiglia verde, un tempo contenente birra.

La prese in mano e vide con stupore che all'interno c'era un foglietto.

Incuriosito, aprì la bottiglia, che era chiusa con un tappo di sughero ed estrasse con molta cautela il foglio ingiallito.

Gli bastò una rapida occhiata per capire che si trattava di una lettera.

La carta era gialla e consumata, a causa della sua permanenza in mare aperto, però le parole si leggevano bene, anche se in certi punti erano un poco sbiadite, ma se ne intuiva comunque il significato.

Si sentiva emozionato, come se avesse scoperto un tesoro e ne fosse solo lui a conoscenza.

Fece un respiro profondo e iniziò a leggere.

"In un limbo, in una sorta d'immaginazione e realtà, io ti sogno bellissimo pensiero, ogni istante, ogni maledettissimo singolo attimo del giorno.

Mi accompagni in ogni mio momento della giornata, parte piccola di un tempo infinitamente grande, che si espande e si allunga a suo piacimento fino a non so quando.

Il tuo pensiero ha un posto nella mia anima, nel mio cuore, nel mio cervello; si fa largo, si contrae, si affievolisce con il passare delle ore, magari sostituito dalla routine, dai mille impegni che gravano su di noi come macigni.

Ma ciò che ci rende più leggeri è questo continuo sognare di mondi aperti, di vite parallele disgiunte, dove l'impossibile può diventare possibile, dove gli specchi della tua anima rimandano una tua immagine, sempre uguale di te stessa, ma diversa; di possibilità inesplorate, di avvenimenti sperati e mai vissuti, di fugacità nel raggiungimento di un appagamento solo momentaneo.

Ecco, il tuo pensiero mi riempie, colma quel vuoto esistenziale che si è venuto a creare in me piano piano, in seguito a delusioni, che hanno minato l'equilibrio instabile del mio cuore assopito, ma sempre in cerca di emozioni che lo risveglino.

Penso a quanto siamo piccoli nell'universo, un puntino in un piccolo pianeta, dove si può parlare di miracolo dell'esistenza, per quelle meravigliose cause concatenanti che hanno potuto far sì che si formassero oceani e terre emerse e infine la vita, a partire dagli organismi più piccoli.

Il mio pensiero vola fino a quegli spazi siderali, quelli che cercavo di scrutare, quando da bambina, alzavo gli occhi al cielo, a contemplare il firmamento infinito, che a me, agli occhi di una ragazzina pareva finito, ma sapevo che non era così, perché lo leggevo nei libri di scuola.

Quante ore passate a contemplare con il naso all'insù quelle stelle così irraggiungibili, ma belle, nel loro splendore, nel loro calore cangiante, nella loro lontananza; quanto tempo passato a guardare le mappe celesti e a imparare il nome e trovare quei raggruppamenti di stelle, chiamate costellazioni, che a guardarle bene in effetti mi ricordavano un oggetto, un animale. Le stelle mi sembravano tanti piccoli occhi che ci scrutavano.

La spettacolarità delle meteore, con quelle code iridescenti le cui tonalità, se eri più fortunato da poterle vedere, spaziavano dal verde, al blu al giallo.

Ti penso, e non posso fare a meno di pensare che la vita è breve, sono solo attimi che si concatenano tra di loro, a formare una linea parallela, che sai che è destinata a finire.

Ti penso, e sei in ogni piccolo atomo che compone la materia di cui è fatto il mondo e di cui siamo fatti noi.

Sei pure tu un puntino in questo grande universo che ci accomuna, in questa giravolta impazzita di una trottola, che vaga senza un perché nello spazio.

Sei tu che mi riempi, tu con i tuoi silenzi infiniti, con i tuoi misteri, con la tua vita a me ignota.

Non ti conosco, ma sei così importante.

Eppure cosa vuol dire conoscersi?

Non mi conosco bene neppure io, nonostante sia qui da tanti anni ormai in questo corpo, da me disprezzato e altre volte amato.

Sarà così per tutti.

Siamo sempre alla ricerca di qualcosa, per raggiungere la felicità, una sensazione effimera che ti illude spesso di aver raggiunto il punto massimo della vetta della montagna più alta nella tua esistenza.

Siamo così fragili, sempre in cerca di qualcuno o qualcosa da amare, a rincorrere passioni irraggiungibili, talvolta raggiungibili e allora fonte di una soddisfazione enorme.

Ti penso, in questa giornata triste di fine ottobre, con un cielo grigio che mette solo tristezza e malinconia, perché il mondo è privo di quei colori vivi, che rallegrano l'animo. C'è solo il verde intenso dell'erba bagnata dalle gocce di pioggia.

Se spuntasse il sole tra le nuvole, si formerebbe l'arcobaleno. Che bello l'arcobaleno! Mi piace pensare a esso come a un ponte colorato, che collega il nostro mondo a un altro, una dimensione parallela, nella quale rifugiarsi per un attimo, per sfuggire alle pressioni della vita quotidiana.

Penso a tutto quanto di bello c'è sulla terra e a quanto c'è di brutto e che tutto questo è stato l'uomo a crearlo, nel corso degli anni, a parte le calamità naturali e i disastri ambientali, nei confronti dei quali l'uomo può fare ben poco; ma questo argomento meriterebbe una trattazione a parte, visto e considerato che anche l'uomo si è reso responsabile di errori gravi in merito, tragedie che si sarebbero potute evitare con il senno di poi.

Il mio pensiero è così leggero, vola nell'aria, circondato da uno stormo di uccelli, si libra libero e spensierato sopra i tetti della città, si sofferma a guardare i monumenti, osserva i passanti con curiosità.

Sembrano tutti avere molta fretta e intanto la vita se ne scorre via con loro, trascinata in un gorgo di impegni irrinunciabili, di corse per andare ora qua e ora là, di rincorse impossibili dietro persone che non si accorgono nemmeno che esisti, di messaggi WhatsApp per sentirsi meno soli, di social network che ti danno l'impressione di avere tanti amici, ma non è così.

Scrivo a te e non so neanche chi tu sia, forse un parto della mia immaginazione.

Sono divorata anch'io dalla fretta, quell'ansia frenetica di fare le cose per bene, quegli impegni domestici e casalinghi, che occupano la maggior parte delle mie giornate, mentre vorrei fare altro.

La mente vaga alla ricerca di qualcosa che possa per un attimo distrarmi da questa vita, sempre uguale, sempre fine a sé stessa.

Scrive a te adorabile sconosciuto, al quale arriverà puntuale il mio messaggio e chissà se arriverà.

Io aspetterò la tua risposta con calma, e se questo accadrà, io vivrò fino in fondo quell'attimo unico e irripetibile in cui per la prima volta sentirò di essere in sintonia perfetta con un altro essere umano."


La lettera finiva così, nessuna firma, niente che potesse anche solo fornire una qualche traccia sulla misteriosa scrittrice.

Sembrava la richiesta di aiuto da parte di qualcuno che si sentiva molto solo.

Decise che avrebbe risposto, avrebbe anche lui affidato alla sorte la sua missiva, mettendo la sua lettera nella stessa bottiglia da lui ricevuta.

Forse qualcuno avrebbe letto anche la sua e si sarebbe creato così un filo invisibile tra persone mai viste, ma accomunate tutte da un destino comune e forse la sua lettera l'avrebbe letta proprio la sconosciuta. Chissà, tutto era possibile.

Si voltò verso oriente a guardare il sole che stava per sorgere e la consapevolezza che non era soltanto lui a sentirsi solo, ma che anche altre persone vivevano quella condizione, gli dette un momentaneo sollievo. Sperava di riuscire a incontrare prima o poi la gentile sconosciuta, forse l'avrebbe incontrata proprio lì su quella spiaggia. Il suo sguardo si perse a contemplare l'orizzonte rosa e il suo cuore si gonfiò di speranza.




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