Capitolo 5 - La Terribile Tortura [Parte 2]
"Bellissima, ci dai un passaggio a casa?" ho gridato mentre la porta si chiude alle nostre spalle.
Sento uno spintone in avanti, come da una pacca di magre mani sulla schiena. "Ma cosa ti urli, se n'era già andata, chi vuoi che ti sentisse?" la i di urli è allungata.
Me la rido di gusto, ma almeno ci ho provato. "Okay, comunque ora andiamo, che sono..."
Cerco il cellulare nelle tasche anteriori e posteriori del mio pantalone blu persia medio in lino, ma niente. Allora metto le mani sulla mia giacca in pelle a maniche lunghe, dal colore uguale al pantalone, toccando i finti distintivi militari in giallo grano sul petto destro. Quando trovo l'oggetto tecnologico, mi sento proprio un militare spaziale.
"Oh, ma è prestissimo. 22:28. Basta un quarto d'ora per il treno, tagliamo per il parchetto?"
Si tocca i capelli biondi. "Giusto, così ci godiamo un po' di fresco e in tranquillità".
Ore 22:35
Appena usciti dallo spettacolare parco vicino allo Swans'n Sten, ci godiamo la splendida visione della città. Un guardrail alla mia destra mi divide dalla strada per le auto, mentre le luci dei neon, biancastre, rendono già più lieve la mia sconfitta sul tavolo da biliardo. È sempre bello ammirare questa strada ad ogni uscita, non solo con Shiku e alle volte con Stan, ma anche con Danièll e mia sorella av blod¹. Ci mancano solo gli ultimi tre, oltre che una vittoria a Pool 15 io & Shiku VS loro tre, e sarebbe il giorno più bello della mia vita. Già, dovrebbe essere inclusa anche una bella biondona che dopo la vittoria mi porterei a letto.
"È il momento di passare per le strisce." mi riprende Shiku dal mio sogno proibito.
Cerco di tornare nel suo stesso mondo, ridendo. "Ah già, che booby...²"
Passeggio sulle strisce, quando... sento una frenata di automobile! Mi sono fermato a due passi tra il suo parafango e la mia gamba destra! "Atras, non vedi che è rosso?"
Mi volto subito per evitare lo sguardo col pilota e, mentre fingo una corsetta in marcia indietro, rispondo al biondo. "Oh, scusami, mi sono confuso col rosso della tua magliettona!"
Tornato sul marciapiede mi inchino in segno di scuse, ma una volta ripartito, rido alle sue spalle. "Non c'era mica una bionda dall'altra parte?"
La mia risata si intensifica. "No, però è stato troppo buffo scusarmi, facendogli credere sul serio che quella fosse la vera ragione".
Lui mi segue nelle risa, e io mi sento così bene da voler sorridere fino a domani mattina.
Ore 22:40
Tra una barzelletta e l'altra, io e il mio compagno d'avventure rimaniamo impressionati da un altro familiare spettacolo; per lui lo è meno.
"La FubukArcade Station. Wow, da tempo non vedevo l'insegna serale!"
La scritta è in stanghette luccicanti di un viola acceso che, unite l'un l'altra, formano pian piano l'intero nome. Nello sfondo, parallelo alla sinistra della porta d'ingresso, c'è un celeste molto acceso, mentre rispettivamente alla porta destra è rosso coca-cola. "Sta a indicare il giocatore 1 e il giocatore 2, giusto fratello?"
Rispondo col fascino sulle labbra. "Sì, esatto".
Si ferma di scatto. Abbassa lo sguardo verso il marciapiede, e tutt'un tratto mostra un'aria seriosa, come non ha manifestato neppure nella più ardente sfida di biliardo. "Tu conosci il Re?"
Mi fermo anch'io, poiché so benissimo chi gli è venuto in mente. "Sì. Danièll. Perché?"
"Ora non è dentro a giocare?" l'interrogativo con cui mi risponde è sospetto.
"No, lui deve prendere presto più di un autobus perché abita più lontano. Viene a giocare spesso di pomeriggio, e qui è il giocatore di videogames più rispettato. Il fatto che lo chiamino Re della FubukArcade Station non è un caso. Io passo qui alcune giornate con lui e con Dyvil e, di tutti quelli che vengono a giocare, lui è sicuramente il più forte. Non ho mai visto niente del genere, se non su Internet. Quando gioca dal vivo sembra un demone. Se solo verkligen ville³, potrebbe diventare campione del Giappone in qualsiasi gioco si cimenti... Almeno quando..."
Vedo lo sguardo di Shiku mutare in... non dirmi che... "Ti sei forse preso una cotta per lui?"
Non mi aspetto un sì, lo sto solo prendendo in giro. "Ha delle belle labbra carnose, ma no, non mi piace, è magrolino, poi so che è etero..." sto per aprire bocca, ma torna serio e m'interrompe, "... No, vorrei sapere come sta. Si è lasciato da quasi due mesi con quella nuova ragazza, giusto?"
Mi basta udire questo per cambiare totalmente umore. Non ho voglia di sorridere quando si tocca quest'argomento. "Sì, hai indovinato. Sembra che ultimamente stia meglio, però..."
La sua voce arresta la mia. "E perché si è lasciato? L'ha lasciato lei? E come si chiama?"
"Non ti posso rispondere. Lui ha voluto dirlo solo agli amici più cari. Ho promesso di non dirlo se non a chi vuole lui, e lui non ti conosce abbastanza. Riguardo al nome, non me l'ha quasi mai detto: è molto riservato sui nomi, tranne che..."
Mi interrompe di nuovo. "Oh, va bene, fa niente. Tranne..?"
"La sua prima ex".
"Chi, la bella e impossibile?"
"Sì, Helen Cyarmville..."
Dentro di me sale un briciolo di amarezza. "Ricordo che tu me ne parlasti una volta... ci hai provato anni fa con lei, e lasciamo stare l'esito..."
Non volevo ricordarlo. "Sì, Danièll si infuriò anche se lei mi rifiutò. Voleva massacrarmi. Non mi rivolse la parola per più di tre mesi. Delle altre sue ex posso farmene ciò che voglio, ma se gli tocchi la ballerina combattente diventa un mostro".
Gli occhi del fratello si allargano. "Mostro? Addirittura?"
Simulo una faccia triste, ma in realtà è troppo esigua rispetto alla malinconia che provo davvero. "Sì. Per quanto mi parli dell'altra, io penso che lui sia ancora innamorato di Helen, e credimi, se pensiamo a quanto l'abbia trattato male è assurdo. Lui da quando è stato lasciato dalla bellissima è cambiato. E questo cambiamento, di cui più volte mi ha parlato, mi fa paura".
"Paura?" la sua voce è carica d'interrogativo.
"Sì, temo che lui mi stia nascondendo qualcosa. Da allora si è solo accontentato di cose come le faccio io. Ma quando gioca ai videogame lo vedo insoddisfatto, infelice... e lui ama giocare da quando era piccolino. Comunque, quello che non mi dice... temo che Helen l'abbia distrutto più di quello che lui crede; e il pensiero di lei, dopo sei anni, sta continuando a distruggerlo pian piano. Di conseguenza... ho il dubbio che lui abbia picchiato alcune ragazze".
Sento Shiku estremamente stupito. "Cosa? Ma come fai a dirlo?"
Vorrei poter dire di avere la certezza che sto raccontando tutte bugie, e solo per passare il tempo... "Lo sospetto da tempo. Si vede che è arrabbiato con le donne. Litiga spesso con la sua amica, l'altra combattente della città, quella più forte di tutte, come a non curarsi che potrebbe prenderle come capitava con la sua ex ballerina bionda".
"Lerin, vero?"
"Sì, così si chiama quella rossa. Io pratico arti marziali per autodifesa, da piccolo sai bene da quando e perché, e almeno da qualche tempo solo quando ne ho voglia; ma io non potrei stendere nessuna di quelle due. Danièll è pazzo: stare a contatto con un'altra combattente, dopo che si è preso sia tacchi alti, pure di venti centimetri, che anelli di ferro in vari punti del corpo... anche sai dove. E poi..." l'emozione mi fa venire voglia di dire qualcosa che non dovrei, "... lui non ha idea di chi abbia scatenato l'ira. L'amica psicopatica di Helen, che sembra volerle bene come una reale sorella, voleva perseguitare Danièll; ma è solo grazie a Lerin se lui non è più bersaglio di quella metallara. Lo sai che la rossa ha battuto anche lei in combattimento?"
"La conosco anch'io, è alle volte nel circolo, in quel parco, di quei punk e di quei metallari. Ma non ci ho mai parlato".
Questa cosa mi sorprende. Piccolo il mondo. "Oh, la conosci, aggressiva, eh? Io ci provai con lei, ma il suo sguardo di ghiaccio, così distaccato... mi guardava come una vera donna guarda un ragazzino. E quel pugno in faccia, che dolore..."
Sento un sorriso, ma stavolta sono io che lo anticipo perché vuole parlarmi sopra. "Quindi, secondo me, lui è in un brutto giro mentale e, anche se sembra star meglio, io non credo ad una sua totale ripresa. Se rivede la danzatrice guerriera, prima o poi farà qualche sciocchezza. La versione dei fatti di lei non corrisponde con quella del mio fratello; c'è sotto qualcosa che non sappiamo".
"Seppur ti abbia rifiutato conosci la sua parola?"
"No, però io mi fido di lui. Ha i suoi difetti, ma sui sentimenti puoi giocarti un'intera hus⁴ che non mentirà mai".
Rimaniamo in silenzio per oltre un minuto, pensierosi, a fissare quell'insegna luminosa che si confonde tra il cielo e il marciapiede. Ciò mi dà l'ispirazione per una visione romantica. Immaginare il mio migliore amico con una ragazza che finalmente lo ricambia e gli dà ciò di cui ha bisogno. A lui lo auguro con tutto il cuore... Gli voglio un mondo di bene.
Okay, è deciso! Qualche giorno lo chiamo, vengo qui con lui e poi lo porto da qualche ragazza allo Swans'. E sarà tutta sua e solo sua: io gliela presento e sparisco. Tanto lui, conoscendolo da ormai quattro anni, mi racconterà tutto... o quasi.
Mi torna in mente, poi, che non abbiamo tutta la notte. Prendo il cellulare dalla tasca della giacca. "Oh, Shiku, è meglio che ci muoviamo, altrimenti arriveremo tardi alla stazione!"
Ore 23:15
Anche a quest'ora c'è gente. Dunque, rimasto in piedi, ammiro il bellissimo panorama della sopraelevata su cui viaggia il treno: grattacieli con alcune finestre illuminate, altre spente. Guardo in basso e altre luci, molto più variopinte, si alternano in uno scoppiettante misto tra negozi e persone piccole così, almeno viste da qui.
Ovviamente vengo interrotto dal biondino con cui ho passato l'intera serata. "Hai sentito, Atras? Lo speaker mio preferito, lo amo! Un giorno di questi mi aiuti a conoscerlo?" la voce omosessuale è al massimo: rido di gusto perché lo dice tutte le volte, ma mai me ne stancherò.
"Certo, magari quando la bellezza di sua figlia vorrà venire a farsi un giro qui".
Vedo ridere anche lui, ma dopo pochi secondi diventa serio, quasi sul malinconico. "Devo scendere alla prossima".
Lo ammetto, ogni volta che deve scendere mi viene un pizzico di tristezza. Passiamo spesso belle serate insieme, e ora anche questa è andata. "Sì..."
Non mi importa se ho perso quella partita: faccio cenno di abbraccio. "Ciao fratello, abbiamo passato una serata stupenda".
Ricambia in modo quasi fraterno. "Ciao, fratello. Anche io stasera mi sono divertito tanto, rifacciamolo con Daniel e Fiona, magari a fine settimana".
Si stacca dal mio corpo solo quando si ferma il treno. Si vede che sul divertimento è sincero, come sempre. Su questo siamo pari da sempre. Ma appena lo vedo uscire dalla porta scorrevole, appena apertasi a pressione, provo una strana sensazione. Come se la serata che vorrei con tutti loro non solo non si realizzerà, ma che non ce ne sarà mai più una. Ma io non devo andarmene dal Giappone... non lo adoro quanto la Svezia, però non ho intenzione di lasciarlo proprio adesso. Senza contare che non saprei come fare. Non mi accorgo neppure di aver intralciato l'uscita di un paio di uomini, che giustamente mi lanciano un'occhiataccia.
Ore 23:40
"Casa dolce casa!"
Ho pensato per tutto il cammino perché mi sento così strano?, ma appena guardo la villetta, scompare tutto nel cielo stellato. Anche se da qui, a causa dei lampioni al neon dalla luce biancastra, lo si vede meno che sul treno. Attraverso il giardinetto lungo le mattonelle in mezzo all'erbetta e, mazzo di chiavi alla mano, apro la porta in spesso legno color seppia.
Appena la chiudo, sento la vecchia e i suoi leggeri passi. "Atras, bentornato, ma dove sei stato, perché hai fatto così tardi?"
Mi prende tutto il corpo per abbracciarmi; mettendomi addosso la sua veste da notte in tulle grigia mi strozza quasi. "Calma, sono stato con Shiku allo Swans'".
"Ma devi chiamarmi, così io sto più tranquilla." con voce dolce e premurosa, che forse vuole essere arrabbiata, mi ha riempito di noiosità.
La verità è che la partita è andata avanti più del previsto e mi sono dimenticato di avvisarla. "Dai, Granny, ho venti anni ormai, dovresti stare tranquilla. Non frequento mica gente cattiva, conosci il biondino e pure Danièll. Sono bravi ragazzi".
Mi divincolo dalla sua presa, fingendomi offeso, e mi butto sul divano del salone, quello dinanzi al grosso televisore, ora spento. Le luci del lampadario in porcellana stile antico, ornato maniacalmente da un famoso artigiano occidentale, sono accese tre su sei. Noto, inoltre, l'enorme tavola alla mia sinistra, sparecchiata, ma coperta da una tovaglia in lino completamente bianca.
Inizia a venirmi stanchezza ai muscoli. "Dai, non fare così, ora sono qui e sto bene. Fiona è uscita?" parlo a mia madre adottiva mentre mi rialzo.
Ha una faccia triste. "No, è voluta rimanere a casa, ha guardato un film e l'ho sentita piangere. Ma non penso che sia per te..."
Cosa? Ha pianto? Ho cercato di trattenere l'urlo dentro di me, perché ho immaginato che il vecchio stia già dormendo. Senza rispondere mi getto verso le scale.
Rallentando, salgo gli stretti gradini in marmo; non sia mai che io la svegli, se dorme. Ma ho troppa voglia di vederla: la gioia della mia vita, la donna più importante della mia vita... non deve soffrire! E se ha sofferto, io devo starle vicino!
Apro lentamente la porta di legno scorrevole, dello stesso colore di quella d'ingresso, e trovo tutto buio, tranne la luce riprodotta dal cellulare fucsia. Mi sento già più sollevato. Nella penombra, a stento la vedo distesa nel suo letto.
"Buonasera, angelo mio, sono a casa." ho sussurrato mettendoci tutto l'amore che ho in corpo.
Sento che le coperte del letto occidentale si smuovono.
"Buonasera, Atras. Ti sei divertito?" la dolcissima voce di lei mi ridona il buon umore.
"Sì, molto. Ho perso a Pool 15, Shiku ha giocato benissimo. Ma ci siamo divertiti tanto." ho risposto con tono leggermente più alto.
"C'era anche Daniel con voi?"
"No, lui non so cosa abbia fatto. Si sarà fatto compagnia a casa coi videogame".
La sento ridere. Troppo bello. Mi viene da sorridere, nonostante ciò che voglio chiederle non le piacerà. "Granny mi ha detto che piangevi, che è successo?"
Vedo i suoi capelli biondi e sciolti, tutti spettinati, volare nel buio. "Cosa..? Mi ha sentita..? Oddio, che vergogna. No, era solo il film, non è successo niente. Mi piaceva, tutto qui." mi ha risposto con imbarazzo e sonno allo stesso tempo.
Era proprio quello che speravo che dicesse. Mi avvicino a lei e smacco un bacio amorevole sui capelli. Le mostro la mia guancia sinistra, così che lei, come sempre, possa ricambiare affettuosamente. "Ho capito, non ti preoccupare, glielo dico io di non origliare, tu ora dormi, ti sento stanca".
"Si è preoccupata per te, lo sai?"
"Sì, mi sono dimenticato di avvisarla. Gliel'ho detto, tutto okay".
Mia sorella mugola e smuove la testa per annuire ma, vedendola stanca, decido di lasciarla riposare, nonostante vorrei raccontarle tante cose della serata. "Va bene, io vado a cambiarmi per dormire. Buonanotte Fiona, fai sogni d'oro".
"Sì, buonanotte Atras, sogni d'oro anche a te".
Mentre chiudo la porta, vedo la luce del cellulare spegnersi di botto. Si è quasi addormentata, probabilmente.
Entro nella mia stanza e, con un sospiro di sollievo per averla scampata sia con la vecchia, che non essere stato io la causa del pianto di mia sorella, mi accingo a cambiarmi per dichiarare chiusa la giornata.
Tuttavia, ripensando a Shiku, ritorna quella sgradevole sensazione...
¹ "Di sangue" in svedese
² "Tonto" in svedese
³ "Volesse davvero" in svedese
⁴ "Casa" in svedese
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