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Capitolo VIII: Un vecchio amico

Alle undici di sera, Anna timbrò il cartellino. Aveva informato Oreste su cosa avrebbe dovuto fare nel suo turno e se ne andò.

Era stanchissima, la giornata era stata pesante. Il terremoto "magico", gli occhi brillanti nella notte e durante il turno i clienti erano stati davvero assillanti. Le scosse della mattinata li avevano di certo agitati. Anna, con grande professionalità, li rassicurava, anche se in realtà stava rassicurando sé stessa.

Ad ogni modo, ebbe un gran da fare, un cliente aveva chiesto il cambio stanza dovuto alle scosse. Non reputava di essere al sicuro in quella parte dell'edificio. Il manager la riempì di scartoffie, prenotazioni e fatture. Insomma, era stata una giornata piena. Anna non vedeva l'ora di andarsene a casa, fare una doccia e mettersi in pigiama.

Preparò il tè per due e si sedette a tavola. Qualcuno bussò alla porta, Anna andò ad aprire:

«Saluti!», Anna fu felice della visita.

«Ciao Stefano! Entra, ho preparato il tè.»

Stefano era alto, capelli rossi corti e occhi scuri. Era uno dei più vecchi amici di Anna. Aveva due anni in più di lei ed aveva una sorella, Cassandra, coetanea e migliore amica di Anna.

«Tè? Io porto il vino e tu mi offri il tè. Non dirmi che a forza di stare con i mortali sei diventata astemia!», tirò fuori una bottiglia di vino rosso che nascondeva dietro la schiena, «come ordinato dalla signorina.»

Anna scoppiò a ridere e prese due calici.

«Come mai sei entrato dalla porta?»

«Pura educazione, mia cara. Non è cortese presentarsi direttamente in appartamento, la porta esiste per evitarlo.»

«Fatto bene. Hai visto qualcuno o qualcosa?»

«No, avrei dovuto?», Anna scosse la testa, si sedettero sul divano e Stefano aprì la bottiglia di vino versando una generosa quantità in entrambi i bicchieri.

«Allora, come stai? Mia sorella ti saluta. Sono felice di rivederti.»

«Bene e tu? Come sta Cassandra?»

«Tutti bene, grazie. Ma come mai hai voluto vedermi?»

«Sai che mi piace stare in tua compagnia. Sei uno dei miei più cari amici.»

«Ci sentiamo spesso, è vero. Ma ti conosco abbastanza da sapere che mi nascondi qualcosa.»

«Nel nostro hotel manca un barman. Tu sei molto bravo ed hai esperienza, potresti lavorare con noi. Che ne dici?»

«In mezzo ai mortali?»

«Pensavo ti piacessero!», il ragazzo sorpreso dalla proposta dell'amica si limitò ad annuire.

«Il Signor Rondio aspetta il tuo curriculum.» aggiunse Anna sorridendo e sollevando il calice per bere un sorso del vino rosso.

«E va bene, domani mattina glielo mando. Sarà bello lavorare insieme.», anche il ragazzo prese in mano il suo calice e brindarono. Anna fece un sospiro di sollievo e bevve un goccio.

«Ma non mi hai detto tutta la verità. Non hai mai unito magia e mortali. È chiaro che qualcosa ti preoccupa. Mi hai anche chiesto se ho visto qualcuno o qualcosa, ciò significa che sei preoccupata. Ti va di parlarmene?»

Anna rimase in silenzio, pensierosa. Bevve un altro sorso, poi raccontò tutta la verità: espresse i suoi timori sugli occhi che la osservavano, la notte che uscì con i suoi colleghi, quelli che vide sotto casa sua al ritorno dal bar con Matteo. Riferì quello che scoprì andando nella brughiera, la causa delle scosse di terremoto era magica. Qualcuno aveva causato quel trambusto di proposito e cominciava a nutrire seri sospetti che l'uomo ritrovato morto fosse, in qualche maniera, legato al mondo magico.

Stefano rimase ad ascoltare, attento e senza interrompere. Non fece alcuna domanda. Quando Anna terminò di riportare i fatti, le domandò:

«Hai fatto un incantesimo di protezione sull'hotel?»

«Non ancora. Dici che è necessario farlo?»

«Farlo non costa nulla e la prudenza non è mai troppa. La Lega di Diamante sta assistendo a vari episodi strani, il Consiglio si riunisce a giorni alterni e questo causa sospetti e dicerie. Tuo fratello non dice mai a nessuno quello che viene detto, varie teorie sono state formulate. Quali di esse siano vere, non si sa. Finché Massimo non spiega cosa sta succedendo, le persone continueranno a parlare e a dire sciocchezze. Prima o poi si creerà il panico, se non daranno delucidazioni. Per questo, è meglio proteggere l'hotel. Proteggerai sia te stessa sia i tuoi amici mortali.»

«I miei genitori sono venuti qui, sono stati vaghi.»

«I tuoi sono nel Consiglio, sanno benissimo tutti i dettagli ma tacciono. L'unica cosa certa è che lo sconosciuto ucciso qui era del nostro mondo. Il Consiglio ha cercato di tenere l'informazione per sé, ma qualcuno lo ha spifferato al Secola secolorum che ne ha fatto un bell'articolo pieno di congetture. Tuo fratello non ne era molto contento.»

«Succede questo quando si hanno dei segreti. Si sa perché fosse qui?»

«Una delle ipotesi è che fosse qui per colpire te. Sei la sorella del Presidente e figlia di due membri del Consiglio. Sei una bella preda.»

Anna ne fu scioccata. Si sentì stupida ed ingenua a non aver considerato questa possibilità. Aveva cercato in tutti i modi di tagliare il legame con la Lega di Diamante, questo era troppo forte anche per lei. Poteva andare ovunque, non interessarsi agli affari magici, ma restava comunque un membro importante, un'esca perfetta per colpire nel profondo la Lega.

«Non ti preoccupare. Io e Cassandra ti aiuteremo.» Stefano cercò di sdrammatizzare la situazione, si appoggiò con la schiena al divano e continuò a bere. Anna fissò il vino, muoveva dolcemente il calice, il liquido rosso ondeggiava in circolo.

«Voglio andare in Biblioteca.» disse all'improvviso. Stefano drizzò le orecchie. «Quel marchio! Devo scoprire cosa sia. Cassandra potrebbe accompagnarmi, lei può entrare ed uscire quando vuole da quel luogo.»uQUe

«Sono sicuro che ti aiuterà molto volentieri.»

«Perfetto» aggiunse Anna sbadigliando. «Perdonami Stefano, è tardi ed ho molto sonno. Domani ho il turno di mattina.»

Stefano si alzò e augurò buona notte alla sua amica. Anna aveva tanti pensieri che le affollavano la mente, ma la stanchezza era troppa anche solo per fermarsi un momento a riflettere. Crollò a letto.

Il sonno fu accompagnato da un tremendo incubo: Anna stava passeggiando sulla scogliera, si soffermò ad osservare il mare. Aspettava Stefano e Cassandra per andare in spiaggia. Il cielo si fece scuro, grandi nubi grigie incombevano sulla vastità marina. Crearono un cerchio, lasciando il posto al centro al cielo terso. Lì apparve il marchio, una grande croce incastonata in un triangolo splendente di bianco. Anna lo osservava con stupore e terrore. Quel marchio stava cambiando colore divenendo sempre più nero. Sentì un forte tonfo alle sue spalle, si voltò. Il corpo dello sconosciuto ritrovato sulla collina era disteso a terra, il corpo contorto con occhi e bocca spalancati. Vicino al cadavere, c'era un figura tetra irriconoscibile, Anna urlò dalla paura, il volto dell'assassino era coperto dal cappuccio.

Si svegliò madida di sudore. I pochi raggi lunari illuminavano lievemente la stanza. Anna ansimava, fece parecchi respiri profondi per calmarsi e riappoggiò la testa sul cuscino.

«Era solo un sogno» si disse. Chiuse gli occhi e cercò di addormentarsi. Il sonno tornò senza incubi, ma la ragazza continuò a rigirarsi nel letto per tutta la notte.

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