Capitolo I: La libertà
C'era una volta una principessa bella e saggia che possedeva straordinari poteri magici. Abitava in una casetta in legno nei pressi di un bosco incantato, dove vivevano creature meravigliose, unicorni, fate e folletti. Un giorno un principe venne da lei per chiedere aiuto, poiché il suo regno era stato inghiottito dall'Oscurità e aveva bisogno della principessa per salvarlo. Insieme intrapresero un lungo pericoloso viaggio attraversando montagne nere, laghi di morte e funeste tempeste fino ad arrivare ai confini dell'Oscurità. Riuscirono ad attraversarlo e salvare il regno del principe riportando la pace. Il loro matrimonio proteggeva il regno da ogni minaccia e furono benedetti da due figli, una femmina ed un maschio e vissero per sempre felici e contenti.
No, meglio ricominciare. In questa storia non c'è nessuna principessa, nessun bosco magico con creature meravigliose. Nessun principe azzurro deve salvare la donzella in difficoltà, nessuna fanciulla coraggiosa deve superare da sola le avversità.
Questa è una storia diversa, dove la magia incontra il mondo reale e comincia dalla fine di una vita.
Anna aveva lasciato dietro di sé il suo passato chiudendo un capitolo lungo e misterioso della sua vita. La sua esistenza passata non le importava più, aveva preso questa decisione sei anni prima e finalmente era riuscita a liberarsi dal giogo di quella vita che non le si addiceva. Aveva fatto di tutto per allontanarsene, aveva compiuto anche qualche sacrificio, ma conscia di ciò viveva la sua nuova vita con tutte le conseguenze.
Si era trasferita nell'isola di Acera, aveva trovato il lavoro dei suoi sogni, receptionist nell'hotel "Baia di Saldro". L'hotel era situato nella parte meridionale dell'isola, a pochi metri dal mare. Per lei cominciava una nuova vita, respirava a pieni polmoni la brezza marina. Osservava le onde del mare dal balcone del suo appartamento situato nel villaggio di Saldro.
Era lì da un mese, aveva conosciuto i suoi colleghi, viveva finalmente la vita che sognava, era libera. Se non doveva lavorare la mattina seguente, il sabato sera usciva con i suoi amici e i suoi colleghi. Nei pomeriggi calmi e soleggiati andava al mare. Guadagnava bene, poteva permettersi di togliersi qualche capriccio. Nel salotto c'erano ancora parecchi scatoloni pieni di libri, gli unici a non essere stati ancora aperti. Con il primo stipendio, voleva comprare una bella libreria, doveva essere grande per riporre accuratamente tutti i suoi libri in ordine di genere, autore ed alfabetico, così da diventare la sua biblioteca personale.
Era tutto perfetto: l'appartamento, il lavoro, l'isola, aveva tempo da dedicare ai suoi interessi. Si rendeva conto che ne aveva veramente tanti, forse troppi. Non provava neanche ad elencarli per paura di non terminare la lista o dimenticarne qualcuno. Quindi, aveva trovato una soluzione: seguiva gli interessi del momento e quello che le passava per la mente. Poteva finalmente fare ciò che voleva. Se aveva voglia di leggere, lo poteva fare e divorare libri immensi in tutta tranquillità, oppure ricamare le tende del salotto o preparare all'uncinetto sottobicchieri ed arredare l'appartamento come più le soddisfaceva.
Anna sorseggiava un tè alla liquirizia, il suo preferito, quando il telefono squillò. Era il manager dell'hotel:
«Ciao Anna.»
«Buon pomeriggio, come posso aiutarla?»
«Vorrei chiederti se puoi fare cambio turno con Laura e venire domani mattina.»
«Sì, va bene.»
«Perfetto, allora avverto Laura. A domani e buona serata.»
Nel mese di aprile le temperature cominciavano a salire di giorno, ma al mattino presto e alla sera continuava a fare fresco. Anna indossò la felpa, il sole sarebbe tramontato in un'ora, accese la musica e si mise le cuffiette nelle orecchie. Era abituata ad andare a correre tutte le settimane, se non era troppo stanca anche due volte alla settimana. Ma quel giorno non era al massimo, uscì a correre ma dopo qualche tempo le forze cominciarono ad abbandonarla, il fiato mozzo e le gambe pesanti. La musica si fermò di colpo, il vento si bloccò come le fronde degli alberi che rimasero inclinate, ferme senza muoversi. Anna lo notò e poi tutto riprese vita. Il vento ricominciò a muovere le foglie degli alberi e le note della canzone ricominciarono a suonare. Non ci fece troppo caso, certa che fosse stata solo un'impressione dovuta alla stanchezza. Si voltò e tornò a casa.
Si fece una bella doccia calda, ma provava una strana sensazione. Un brivido le percorse la schiena, qualcosa o qualcuno la chiamava. Era un flebile richiamo, ma insistente e lontano. Era da qualche giorno che sentiva questo suono. Come era arrivato, sparì all'improvviso. Anna decise di non pensarci più, voleva ignorarlo proprio perché sapeva benissimo cosa fosse. Ogni giorno era più forte. Aveva deciso che per il momento non lo avrebbe considerato. Ora lei era libera e neanche quello strano ma familiare richiamo le avrebbe portato via la libertà che si era guadagnata.
Quella sera, si guardò un bel film in inglese, "Il Signore degli Anelli. La compagnia dell'anello" nella versione integrale. Ogni tanto, preferiva guardare le pellicole in lingua originale per mantenere il suo inglese e leggeva anche in lingua. Il suo libro preferito era appunto "The Lord of the Rings" che aveva letto in una settimana. Come detto precedentemente, divorava le storie che le appassionava. Non riuscì a finire di vederlo, il sonno incombé su di lei facendola scivolare nel mondo dei sogni. Riuscì a stento ad andare a letto, poggiò la testa sul cuscino e si addormentò profondamente.
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