7. Where the Wild Roses Grow
Il filo scivolò a terra e Jonas lo osservò allibito ed incredulo.
Sollevò la mano portandosela davanti al volto. Il filo pendeva dalla sua mano, non ne percepiva a presenza eppure era inequivocabilmente là, legato al suo mignolo.
Quando lo chiamarono sussultò e osservò di nuovo il tavolo.
I fogli appena firmati, la penna poggiata ancora aperta.
Quella penna... Se la ricordava bene, se la portava dietro da così tanto e adesso non riusciva più a toccarla.
Sollevò di nuovo la mano incredulo.
«Tutto bene Jonas?»
L'amico lo stava osservando. Daniel e il suo sguardo comprensivo, sempre così protettivo.
«Lo vedi anche tu? Non ho perso la testa vero?»
Daniel gli poggiò una mano sulla spalla «Capisco che stai vivendo un momento molto difficile... Se hai bisogno, sono qua...»
Jonas era incredulo, forse davvero stava perdendo la testa, quel nastro rosso, lo vedeva solamente lui?
Annuì e cercò di fingere che non ci fosse, ma qualunque cosa facesse lo sguardo cadeva su quello svolazzante purpurea presenza.
Eppure, davvero solo lui sembrava notarlo.
Camminando lo vedeva fluttuare attorno a lui, come se fosse dotato di una propria volontà.
Era come se quel nastro danzante fosse la sola cosa che donasse colore a quei grigi panorami.
Jonas trovava assurdo... Non era triste per il divorzio incombente... ma per i suoi sogni infranti.
Mere illusioni...
Aveva pensato che assieme sarebbero stati felici per tutta la vita... invece non era durato che un pallido sospiro.
Era stato tutto così banale... Nessuna tragedia, semplicemente guardando quell'uomo negli occhi aveva compreso di guardare un perfetto estraneo.
Ci aveva stupidamente creduto e invece... Era stata solamente un'illusione...
Jonas si voltò, lo aveva appena intravisto, che il suo cuore spezzato lo avesse stravolto così tanto?
Un filo svolazzante si allontanava oltre l'orizzonte.
Seguirlo era forse una follia, ma qualcosa gli suggeriva che fosse la giusta strada.
Dal grigiore era emersa quella scintilla di colore.
Come un sonnambulo si muoveva in quella città desolata, ricercando una scintilla di gioia.
Si era ritrovato a fissare un cancello di acciaio, un cimitero.
E come un folletto sfuggente quella scintilla era sparita.
Oltre il cancello vi erano molte persone, una donna con i capelli rossi stava piangendo, il funerale doveva essere appena finito.
Jonas si appoggiò al muro incredulo, perché quel nastro lo aveva portata in quel luogo?
Non osò avvicinarsi finché non se ne furono andati, non voleva essere indelicato, ma aveva davvero bisogno di capire.
Come poteva essere tutto così grigio e vuoto?
Il suo matrimonio, ogni cosa in quel momento gli appariva priva di significato...
Quando si avvicinò vide la lapide, un bel ragazzo, dall'aria affabile, con i capelli rossi come quelli della donna piangente.
Dominic Bancks il suo nome era morto pochi giorni prima... quando quel nastro era apparso... E ora che si era trovato di fronte a quella lapide improvvisamente era scomparso.
Jonas si sedette di fronte...
Chi sa che persona era stata...
Chissà se i loro destini fossero stati legati da quell'invisibile nastro?
Poteva quasi vedere la loro vita...
Un bel giorno sarebbe apparso, in un momento inatteso.
Magari glielo avrebbe presentato suo fratello, senza un secondo fine ma quell'incontro avrebbe dato una svolta alla sua vita... E quel ragazzo dallo sguardo dolce si sarebbe legato a lui.
Entrando come un ladro nella sua vita stringendo quel nastro attorno al suo dito.
E chi sa... magari un giorno, suonando il piano gli avrebbe persino chiesto di sposarlo, riaccendendo nel suo cuore quel fuoco, rosso come il sangue e i suoi capelli.
Assieme avrebbero condiviso ogni passo e assieme forse avrebbero condiviso il medesimo destino...
Jonas pensò che quella storia sarebbe stata bella da vivere, una dolce melodia.
Ma il nastro era reciso e lo aveva condotto verso un futuro che non sarebbe mai arrivato.
Quando il gallò cantò per la terza volta un gemito ti sfugge.
La notte è finita, portando con sé l'ultima storia spezzata.
La luce dirada la visione, le creature si dissolvono nel nulla e solo le voci in lontananza ti rammentano di essere sveglio.
I primi a raggiungerti sono i tuoi genitori, tuo padre ti rimprovera ma il suo sguardo tradisce la paura provata nel trovare il tuo letto vuoto.
Ti scusi in lacrime, perché sai che la magia di quella notte non tornerà mai.
Lou, il ragazzo volpe... La magia è finita...
Ti restano solamente dei racconti incompiuti, parole rubate che non sai se potrai mai far del tutto tue e sottile, la sensazione di aver solamente scalfito la superficie.
Lou ti seguirà in ogni sogno, un legame che forse comprenderai solamente nei sogni?
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NOTE dell'AUTORE
Questa storia partecipa alla Challenge di Fanwriter.it
The Writing Week (27/04 - 3/05)
PROLOGO
1 - DOLORE: quando l'anima gemella prova dolore, questo viene condiviso/traslato con l'altra.
2 - COLORI: vedere il mondo in bianco e nero finché non si incontra la soulmate.
3 - CONTO ALLA ROVESCIA: può essere sempre in forma di tatuaggio o di altro, ma fa il conto alla rovescia di qualcosa legato all'anima gemella (primo incontro, morte, nascita, ecc...)
4 - TELEPATIA
5- DIARIO: un diario su cui si può scrivere con la propria anima gemella (si può giocare non solo con lo spazio ma anche col tempo).
6 - ETEROCROMIA: avere un occhio del colore degli occhi della nostra anima gemella.
7 - FILO ROSSO: un filo rosso, legato solitamente al mignolo, che è legato all'anima gemella. (mito giapponese/asiatico)
EPILOGO
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