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6

Stavamo scendendo delle scale, ci dirigevano sotto terra.
Non sapevo dove Harry mi stesse portando o che strada avessimo fatto, dato che mi aveva bendata.

Mi tolse il pezzo di stoffa che mi copriva gli occhi.
Eravamo in una caverna grande e umida.
Un tavolino e uno sgabello costituivano l'arredamento.
Un vecchio uomo barbuto ci fece accomodare su due cuscini.
Mi prese le mani, ascoltò i polsi, contò quante vertebre avevo, mi ispezionò gli occhi e alla fine disse
- occhi azzurri da gatta. Qualcosa, o qualcuno, ti ha conferito un potere: vedere il passato o il futuro... Mi spiego meglio. Puoi vedere sprazzi di una tua vita passata o futura, distinti o mischiati. Farlo a comando ti costa molta energia. A quanto pare però, non riesci a controllarti.-
Poi aggiunse
- potrei darti questa sfera,- mi mostrò una pallina luminosa grande quanto un pugno- la vuoi?- annuii
- sappi che ogni magia ha un prezzo, non si sa mai quanto sarà alto...-
- non mi interessa!- sbottai- magari posso scoprire qualcosa di utile per trovare l'orologio...-
- bene- intervenne Harry- ora andiamo-
- c...cosa? Ma...-

La luce del sole filtrava dalle mie palpebre socchiuse, sentivo l'acqua gorgogliare intorno a me.
Non avevo aperto gli occhi, ma sapevo di trovarmi in mezzo all'oceano, in mezzo a chilometri e chilometri di acqua.
Un peso alle caviglie iniziò a farmi sprofondare verso una distesa di sabbia priva di scogli o alghe.
Aprii lentamente gli occhi. Quel dolce colore azzurrino mi cullava nell'ansia più profonda. Avevo paura. Di cosa? Di affogare? No, non potevo. Una voce cantava. Era la mia...la stessa melodia delle montagne mi rimbombava nelle orecchie. Harry mollò la presa sulla mia mano che aveva stretto fino a quel momento, lui era di fianco a me.
Quel peso continuava a trascinarmi giù. Toccai il fondo, la sabbia mi ricopriva i piedi.
Un viso si avvicinò al mio, era familiare ma non l'avevo mai visto.
Era pallido con i lunghi capelli corvini che ondeggiavano. Era un uomo e mi guardava con quei suoi occhi neri e profondi. Vidi le sue mani cingermi la gola. Harry era salito in superficie, lo vedevo come un puntino nero in un immensità blu.
L'uomo di fronte a me iniziò a stringermi la gola: soffocavo. Provai a gridare ma dalla mia bocca uscì solo un gorgoglio sommesso. Non respiravo più. Una luce bianca mi accecò. Non esisteva più nulla, solo l'infinito spazio del vuoto. Mi sentivo persa.

Mi misi a sedere, ero completamente inzuppata di sudore. Ero in camera mia. Come al solito mi ero sognata tutto.

Raggiunsi il mio coinquilino in cucina mentre trangugiava cereali del futuro.
- ormai ci conosciamo da un paio di mesi...- provai a dire
- vai al sodo- rispose
- d'accordo. Hai presente quando sai che quello che stai per fare è sbagliatissimo ma lo fai lo stesso?- annuì- e ti viene voglia di prenderti a schiaffi e non sei neanche pronto a subire le conseguenze della tua scelta...- annuì ancora- bene - mi tremavano le mani.
Chiusi gli occhi e poggiai le mie labbra su quello di Harry.
Ci stavamo baciando!
Mi staccai subito da lui, rossa per l'imbarazzo. Cercai di scusarmi ma lui mi zittì con un bacetto sul naso.
- ah- feci io. Non sapevo neanche perché lo avessi detto ma...
- sta mattina è arrivata la posta, un'indizio...-
- che dice?- chiesi
- gira la ruota, gira il vento, per pensare non c'è più tempo.-
La mia faccia assunse l'aspetto di un punto di domanda.
Lui mi rispose facendo spallucce.
- significa qualcosa?- domandai
- nahhhhh!!!- fece lui
- c'è una ruota panoramica a Castrignano?-
- se non c'è nel 2018, vuoi che ci sia nel 1700?-
- giusto. Ma cos'è che assomiglia ad una ruota e gira con il vento?-
- non centra assolutamente niente con...-
- zitto... Qualcosa centra. Però secondo me non dobbiamo pensarerci troppo su, la prima cosa che ti viene in mente?-
- pallone da calcio!-
Lo guardai male
- mulino a vento..-
- nahhh-
- pale eoliche?-
- sono del futuro anche se...-
- anche se l'indovinello potrebbe dirci di fare la cosa più impensabile!-
- e sarebbe?- chiesi
- costruirne un prototipo!-
- di una pala eolica? Ma se hai la mia età, non sei mica un ingegnere!-
- ma i miei genitori sì!- disse lui compiaciuto.
- allora sbrighiamoci ingegnere.-
Marcai l'ultima parola.
Uscimmo in piazza. Inseguii Harry che saltellava per il paese raccogliendo assi di legno, bulloni e altri attrezzi.
- vai a casa e prendi un foglio di carta.-mi disse
- okay-

Iniziava a tuonare, il cielo si era già oscurato. Stavo correndo da Harry per portagli il foglio.
La sua opera era terminata.
Il mio fidanzato, (supposi fosse così dato che dopo esserci baciati non mi aveva fatto la ramanzina) mi strappo il foglio dalle mani e con un chiodo lo fissò al centro della sua pala eolica di legno abbozzata. Era storta, piccola è rovinata ma almeno girava.
Infatti le pale  presero a muoversi in senso orario spinte dal vento.
Sul biglietto comparve una scritta.
- HARRY. SEI. UN. GENIO! TI. AMO...- mormorai sperando che lui non mi sentisse.
La scritta sul foglietto intanto, diventava sempre più nitida.

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Ciao miei muchacos!❤️
Sono di nuovo qui a rompervi le scatole.
Spero che questo libro vi stia piacendo. Non sarà molto lungo. Purtroppo.
Mi raccomando, commentate!❤️
E votate, se vi sta piacendo!❤️

                                         Aurora❤️

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