Il Diadema di Corinna Corvonero
Camminavano a passo spedito seguendo gli studenti di Corvonero diretti in sala grande. Harry si guardava intorno cercando di capire perché fossero tutti così spaventati, arpionato dalla mano di Luna continuavano ad avanzare per il corridoio a fatica. Arrivati alla scalinata che conduceva alla sala grande Luna si staccò da Harry raggiungendo i suoi compagni di casa; il moro rimase interdetto per qualche secondo, prima che un'altra mano lo afferrasse sospingendolo in avanti; girandosi Harry rilassò subito le spalle nel rendersi conto che Ginny Weasley gli si era affiancata e insieme a lei tutti gli studenti di grifondoro. Nessuno diede segno di averlo notato o forse stavano facendo finta di non vederlo per non destare sospetti; in entrambi i casi Harry ne fu grato.
Entrati in sala grande, Harry strinse la mano libera in un pugno. Severus Piton era sul podio dove di solito ci stava il tavolo dei professori, un'espressione altera in volto; quasi come se fosse un re annoiato dalla sua corte. Ai suoi fianchi c'erano tutti i professori che Harry conosceva da quando aveva undici anni, più almeno sei mangiamorte.
Tutti i ragazzi erano divisi per casa e schierati in ordine come un esercito; Harry intravide qua e là alcuni volti che aveva visto della stanza delle necessità; la tensione aleggiava sulla stanza come se il muro stesse lentamente per schiacciarli. Harry stava giusto pensando al modo migliore per strozzare Piton con le sue stesse mani, quando questi iniziò a parlare riportandolo alla realtà.
-Sono venuto a conoscenza che il Signor Potter è stato intravisto nei pressi di Hogsmeade questa notte- la voce era strascicata come sempre e rimbombava nel silenzio mortale della sala -Ora se qualcuno, studente o docente, dovesse aiutare il Signor Potter verrà punito severamente. Chiunque fosse a conoscenza di informazioni e non si facesse avanti, verrà ritenuto ugualmente colpevole- Piton iniziò a scendere la scalinata del podio con le stesse movenze di un rettile; il che gli si addiceva. Fece scivolare lo sguardo su tutti gli studenti con quell'espressione fredda e impassibile in volto. Nessuno osò parlare o muoversi ad Harry stava ribollendo il sangue nelle vene, aveva una gran voglia di tirargli due sonori ceffoni, ma la mano di Ginny sembrava volerlo trattenere e lo placava almeno in parte.
-Pertanto- continuò Piton avanzando tra gli studenti - se qualcuno qui fosse a conoscenza dei movimenti del Signor Potter; lo invito a fare un passo avanti. Adesso- concluse il professore arrivando alla metà della sala grande, dove le case di Corvonero e Grifondoro stavano perfettamente in linea. Nessuno fiatò e nel silenzio tombale il terrore aleggiava come un cappio sulle teste di tutti gli studenti e dei suoi amici. Harry non potè più trattenersi, si mosse, evitando la mano di Ginny che cercava di tenerlo fermo e andò direttamente al centro del corridoio. Venne allo scoperto trovandosi faccia a faccia con quel traditore del suo ex professore. Stringeva le mani a pugno per impedirli di tremare, appena i ragazzi intorno a lui capirono la sua identità ci furono esclamazioni soffocate di stupore e terrore. Harry potè vedere il viso mortalmente pallido di Ginny e dei suoi compagni di casa.
-Sembra- iniziò sostenendo lo sguardo di Piton, cercando di mantenere ferma la voce -che nonostante le sue esaustive strategie difensive...- Harry fece una piccola pausa, quando sentì il galeone magico che lo teneva in contatto con Hermione scottare nel palmo della mano -...lei abbia ancora un problema di sicurezza. Preside- sputò l'ultima parola come se fosse stata veleno e in quel momento le pesanti porte della sala grande si aprirono.
In testa Ron ed Hermione stavano guidando un gruppo di adulti che Harry conosceva molto bene, dietro di lui l'ordine della fenice si stava schierando.
Piton continuava a fissarlo, l'espressione indecifrabile, ma la rabbia di Harry nel ritrovarselo davanti dopo quello che aveva fatto era troppa da poter sopportare -Come osa stare dove stava lui! Racconti come è andata quella notte! Racconti come ha ucciso un uomo che si fidava di lei!- le parole sembravano acido che corrodevano la gola di Harry Potter, voleva evitare le lacrime stava cercando con tutto sé stesso di non crollare, non davanti a Piton.
Il professore non disse nulla, in un gesto fulmineo estrasse la bacchetta e la puntò dritta al petto di Harry. Non c'erano che pochi metri da Piton, anche se avesse provato ad estrarre la sua bacchetta, Harry sapeva che il professore era veloce, come un serpente quando sta per attaccare. Rimase completamente immobile e nessuno osò muoversi. Con la coda dell'occhio vide la McGranitt slanciarsi in avanti e nel mentre estrarre la sua bacchetta, lo spinse di lato posizionandosi davanti al professor Piton. Legno puntato contro di lui, sguardo severo e terrificante. Harry era troppo scioccato per potersi muovere o controbattere. Non ci provò nemmeno quando si fu ripreso abbastanza da capire cosa era successo, qualcosa nello sguardo della McGranitt gli diceva che se avesse tentato di dissuaderla lei lo avrebbe incenerito.
Un leggero fremito di esitazione scosse Piton che ora fissava con un contenuto stupore la sua collega. La bacchetta tremò, solo per un istante, poi tornò ferma.
Gli studenti si fecero indietro, tutti gli occhi della sala grande erano puntati sui due professori. La McGranitt fece una smorfia tra il disgusto e l'esasperazione; poi dalla sua bacchetta sfilarono fuori come proiettili vampate di fuoco, ma Piton era preparato. Erse degli scudi ed ogni volta che la McGranitt lo attaccava lui si difendeva indietreggiando.
Harry osservava la scena, la rabbia era scemata in delusione, era fiero della sua professoressa, ma sospettava anche che Piton non intendesse attaccarla, per una qualche ragione si proteggeva e basta e qualche incantesimo deviato aveva colpito due mangiamorte che avevano tutta l'aria di voler intervenire.
Il professore indietreggiò ancora parando un altro incantesimo, in quella unica frazione di secondo che aveva guadagnato fece roteare la bacchetta e in un attimo si era già trasformato in fumo nero che stava volando via dalla finestra.
-VIGLIACCO!- tuonò la voce della McGranitt che in un colpo solo stese tutti i mangiamorte che erano rimasti nella sala.
La sala esplose in un grido unico di gioia, la professoressa di Grifondoro lanciò un incanto che riaccese tutte le torce gettando un po' di luce sui suoi studenti. Per un breve attimo ci fu solo un gran frastuono di urla eccitate e risate, poi Harry barcollò e si sostenne a Ron che gli si era affiancato.
Tutti ammutolirono, mentre un sibilo, non molto diverso da quello di un serpente, si faceva spazio nella mente di ogni studente e adulto presente nella sala. Harry strinse con forza la spalla di Ron e con l'altra mano corse a premersi le dita sulla cicatrice, che adesso stava ardendo come un fuoco indomato mentre le parole sibilate del Signore Oscuro gli penetravano nel cranio.
"Io so che molti di voi vorranno combattere. Alcuni di voi penseranno addirittura che combattere sia saggio; ma è una follia.
Consegnatemi Harry Potter. Fatelo e a nessuno verrà fatto del male.
Consegnatemi Harry Potter ed io lascerò la scuola intatta.
Consegnatemi Harry Potter e sarete ricompensati.
Avete un'ora"
Il sibilo cessò, la sala piombò di nuovo in un pesante silenzio, mentre tutti gli occhi si posavano su Harry Potter.
***
-COSA STATE ASPETTANDO? QUELLO È HARRY POTTER! PRENDIAMOLO!- una voce si levò forte e chiara dalla casata serpeverde, mentre un brusio di assenso si spargeva tra i suoi studenti.
Harry si sentiva talmente rigido da pensare di essere un pezzo di legno, si sosteneva a Ron, ed era ancora provato dall'incursione di Voldemort nella sua mente e per via del dolore alla cicatrice. Nessuno osò muoversi, i primi trenta secondi parevano tutti troppo sbalorditi per poter anche solo pensare di fare un passo. La McGranitt osservava lo studente di Serpeverde che aveva parlato con un disgusto malcelato dipinto in viso. Prima che Harry potesse reagire in qualsiasi modo, si mosse dalla massa di serpeverde una ragazza minuta, ma con le spalle ben dritte, corti capelli neri le incorniciavano il viso regale. Aveva una fredda determinazione sul viso mentre si dirigeva, come una principessa verso il suo trono, senza alcuna esitazione, proprio verso Harry. Gli arrivò a pochi metri di distanza sotto lo sguardo esterefatto di tutta la sala grande, ma più di tutti a infuocarle la pelle era lo sguardo di Ron che pareva aver ingoiato una scatola di chiodi.
Pansy Parkinson sentì dietro di sé i bisbigli dei suoi compagni di casa, alcuni avevano addirittura un sorriso sornione stampato in faccia, avidi della ricompensa del Signore Oscuro.
Guardò Harry per un attimo, consapevole che un solo passo falso avrebbe decretato una catastrofe, nessuno si mosse, sembravano tutti troppo scioccati anche solo per articolare una sillaba.
Harry la guardò cercando di interpretare le sue intenzioni, in fondo era pur sempre una serpeverde e non era certo che si schierasse dalla sua parte.
Pansy chinò leggermente il capo in segno di rispetto -Spero che ne valga la pena- disse rivolta ad Harry; poi si girò spianando la bacchetta contro i suoi stessi compagni di casa.
Un'esclamazione sorpresa partì dai serpeverde, ma Pansy pareva non farci nemmeno caso, svettava come una regina sui suoi sudditi, sfidando i suoi compagni a parlare. Sentiva gli occhi di Ron puntati sulla schiena, ma in quel momento il cuore le batteva così forte che non avrebbe retto la sua vista. Stava andando contro il Signore Oscuro, contro gli insegnamenti che le avevano impartito fin da bambina, contro la sua famiglia e suo padre, era certa che avrebbe pagato amare conseguenze; ma senza sacrifici non ci sarebbe stata vittoria.
-Compagni- esordì con un tono così solenne che l'intera sala ripiombò subito nel silenzio - io Pansy Parkinson della casata di Salazar Serpeverde mi schiero dalla parte di Harry Potter. Chiunque oserà cercare di fargli del male dovrà passare sul mio cadavere-.
Le sue parole caddero come macigni da una scogliera; l'eco della sua ultima sillaba riecheggiava ancora nell'aria mentre i mormori dei suoi compagni iniziavano a farsi sentire.
-TRADITRICE!- tuonò una voce che la
ragazza collegò subito a Vincent Tiger.
Pansy fece un respiro tremante rivolgendosi agli altri ragazzi.
-Io voglio combattere per la libertà. Voldemort vuole morte e distruzione; nessuno di noi sarà mai al sicuro se lui vince. Vi prego, unitevi a noi, insieme possiamo farcela. La casa di serpeverde non deve per forza essere malvagia, c'è del buono fra di noi ne sono certa- la voce gli uscì sorprendentemente ferma. Nonostante dentro si sentisse come una bambina indifesa e terrorizzata; non un'emozione scalfì quel viso regale, agli occhi degli altri era assolutamente fiera e determinata, ma dentro di lei rimbombava tutt'altra musica.
Le sue parole caddero nel silenzio; la tensione minacciava di sopraffarla. Poi qualcuno si mosse dal branco dei serpeverde. Era una ragazza con lunghi capelli biondi ed occhi verdi come i prati bagnati dalla luce del
sole estivo. Pansy trattenne un'esclamazione sorpresa, mentre Daphne Greengrass si posizionava affianco a lei alzando a sua volta la bacchetta. Poi fu il turno di Astoria Greengrass che seguì la sorella a ruota, poi Theodore Nott con un sorrisone a trentadue denti decisamente fuori luogo; subito dopo Millicent Bulstrode lo seguì con un principio di nausea, quasi fosse incredula lei stessa di quello che stava facendo. Poi ci fu Tracey Davis in una nuvola di vestiti neri e determinazione; Malcon Baddock e il suo migliore amico Graham Pritchard. Infine fu il turno di Warrington, il battitore della squadra di Quiddich di serpeverde, Pansy lo aveva sempre chiamato lo "Scimmione buono" perché era grande e grosso ma era un tenerone.
Oltre ai più piccoli che non erano autorizzati a combattere, nessun altro della casata serpeverde si mosse. Gli
altri studenti guardavano stupiti i pochi verdi e argento che si erano raccolti a semicerchio per proteggere Harry Potter.
-TRADITORI!- tuonò di nuovo la voce di Tiger -IL SIGNORE OSCURO VI UCCIDERÀ TUTTI- continuò facendo un passo avanti verso Harry.
In quel momento tutti sembrarono risvegliarsi dal loro stato di trance, Ginny fu al fianco di Harry in due nano secondi; mentre le altre tre case si spostavano quasi simultaneamente a fare da scudo tra Harry e i serpeverde rimasti; che erano decisamente troppi. Pansy imprecò mentalmente, aveva sperato che più persone la seguissero; guardò i suoi compagni con un misto di tristezza e rassegnazione che tenne ben nascosto sotto la superficie della sua maschera. Quando Montague incrociò il suo sguardo le scoccò un'occhiolino accompagnato da un sorriso crudele; sembrava volesse dirle " Tanto non puoi scappare. Lo sai".
Pansy rabbrividì distogliendo subito lo sguardo. Un flash della riunione che aveva avuto con suo padre le apparve davanti, ma lei la scacciò subito.
-STUDENTI FUORI DAL LETTO! STUDENTI NEI CORRIDOI!- l'urlo di Gazza arrivava forte e chiaro dalla fine della sala grande, distogliendo l'attenzione dall'esercito di studenti intorno ad Harry Potter.
La McGranitt si riscosse all'istante, grata di quella distrazione - Loro devono stare fuori dal letto emerito idiota- leggere ridarelle si alzarono da tutti gli studenti, mentre Gazza abbassava la testa imbarazzato con la sua fedele gatta tra le mani - Oh.. ecco... mi scusi Professoressa- si scusò balbettando.
La McGranitt gli rivolse un'altra occhiata torva prima di riprendere -Si dia il caso Signor Gazza che il suo arrivo sia stato molto opportuno. Se potesse le chiederei, per favore, di portare il Signor Tiger e i suoi compagni della casa Serpeverde via dalla sala-
Gazza parve mettersi sull'attenti cercando di non fare un'altra figuraccia -Ed esattamente dove dovrei portarli?- chiese con voce titubante.
La McGranitt parve pensarci un attimo -Le segrete andranno benissimo- un grido di esultanza di massa si levò dall'intera sala, gli unici che non parevano contenti erano proprio i serpeverde che si erano uniti ad Harry Potter; la professoressa fece loro un cenno di scuse, poi Gazza condusse fuori l'intera casa di Serpeverde.
Quando Vincent Tiger passò di fianco a Pansy e i suoi alleati, li scoccò un'occhiata omicida per poi oltrepassarli.
-Bene. Ora, Signor Potter di cosa ha bisogno?- chiese la McGranitt riguadagnando tutta l'attenzione.
Harry ci mise qualche secondo a riprendersi per poi rispondere -Tempo- farfugliò -di tutto quello che riesce a darmi-.
La McGranitt annuì per poi dirigersi verso il fondo della Sala seguita a ruota dai colleghi e gli studenti; strepitando a destra e a sinistra ordini per organizzare l'esercito di giovani maghi a disposizione.
***
Quando furono usciti tutti dalla sala Harry chiamò a raccolta Ron ed Hermione.
-La Dama Grigia mi ha detto dove si trova il diadema, solo che è un indovinello- disse il moro storcendo il naso -Luna aveva capito la risposta, ma è sparita. La Dama ha detto: "Se devi chiedere non lo saprai mai. Se lo sai devi soltanto chiedere"- citò con urgenza.
Hermione parve illuminarsi, l'indovinello non poteva essere più chiaro di così -La stanza delle necessità! Il diadema è lì!-
Harry spalancò gli occhi battendosi una mano sulla fronte e maledicendo la sua stupidità, poi seguito dai suoi amici si mise a correre cercando di raggiungere il settimo piano.
Corsero come forsennati tra i professori e gli studenti che ergevano protezioni di ogni tipo intorno ad Hogwarts, quando finalmente arrivarono davanti alla stanza delle necessità erano così trafelati e concentrati sul loro obbiettivo da non essersi accorti che quattro ragazzi li avevano seguiti da lontano.
Il trio entrò, Harry si sentiva il cuore battere all'impazzata, mentre percorreva i lunghi corridoi separati dalla quantità indescrivibile di cianfrusaglie nascoste lì dentro. Quando Hermione aveva risolto l'indovinello lui aveva avuto un flash, così fulmineo, da fargli credere che se lo fosse immaginato, invece no. Lui si ricordava di quel diadema mezzo nascosto da un panno; lo
aveva intravisto quando aveva nascosto il libro del principe mezzosangue con Ginny tempo prima.
Puntò deciso verso uno dei corridoi, sorpassò montagne infinite di ciarpame e cianfrusaglie con i suoi amici al seguito.
-Sembra tu sappia dov'è- gli disse Ron lanciandogli un'occhiata per poi girare la testa indietro, nella stanza il silenzio era quasi irreale, ma avrebbe potuto giurare di aver sentito un rumore provenire da poco lontano.
-L'ho intravisto quando con Ginny abbiamo nascosto il libro del principe mezzosangue. Fino a quando Hermione non ha risolto l'indovinello non mi ero reso conto che fosse il vero diadema- spiegò Harry distraendolo, continuando a camminare. Pochi minuti dopo arrivarono in un piccolo spiazzo in cui svettava un armadio enorme e finemente decorato, di fronte si trovava un tavolino con dei gioielli sparsi sul piano e poco sopra adagiato in una scatola in bilico e mezzo coperto da un panno di velluto se ne stava, in bella vista, il diadema di Corinna Corvonero.
Harry fece appena in tempo a prendere il diadema in mano, che la scatola del
gioiello volò via colpita da un incantesimo. Si girò di scatto a guardare da dove provenisse, mentre di fianco a lui Ron sussurrava irato -Mi era sembrato di aver sentito qualcuno-. Davanti a lui si presentarono ai suoi occhi Gregory Goyle, Vincent Tiger, Blaise Zabini e Draco Malfoy con le bacchette spianate contro di loro.
***
Per Hermione fu l'ennesimo shock, aveva sentito il suo corpo entrare in tensione raggiungendo il punto esatto in cui, tempo prima, lei si era scambiata quell'unico bacio con Draco Malfoy, dopo la sua trasformazione. Ora però ritrovarselo davanti con la bacchetta puntata dritta su di lei la fece pietrificare sul posto. Immagini del Malfoy Manor le invasero la mente, rivedeva lui inginocchiato e scosso dai Cruciatus che la guardava ed ora quegli occhi argentei la guardavano di nuovo, ma sembravano fatti di pietra.
Harry fissava Draco con insistenza e quest'ultimo spostò gli occhi da Hermione per posarli sul moro. Si passò con un gesto quasi casuale la mano alla tempia ed Harry sussurò l'incanto per leggergli nella mente.
-Correte- sentì solo nella sua mente, prima che Vincent Tiger lanciasse una maledizione senza perdono proprio su Hermione.
-Avada Kedavra!- disse con forza. Hermione era ancora paralizzata dallo shock, quando si accorse dell'incantesimo era ormai troppo tardi, l'inevitabilità che sarebbe stata colpita le sferzò il viso con un colpo secco; non ebbe nemmeno il tempo di estrarre il suo legno pietrificata dalla presenza di Draco Malfoy che le puntava addosso la sua bacchetta e mormorava qualcosa contro di lei.
Subito uno scudo di protezione le si parò davanti e la maledizione gli rimbalzò contro con forza. Hermione spalancò gli occhi fissando il volto di Draco completamente immobile; poi si girò guardando alla sua sinistra, la bacchetta di Ron era puntata verso di lei, ma il ragazzo sembrava perplesso come se non si sapesse spiegare come fosse apparso lo scudo, poi la Grifondoro riportò l'attenzione su Malfoy anche lui con la bacchetta puntata al suo petto; la mascella contratta e le nocche bianche dal tanto stringere le mani.
Tiger soffiò un insulto stizzito, ma prima che potesse fare alcunché; Harry afferrò Hermione e Ron e iniziò a correre dalla parte opposta del corridoio.
***
-MALEDETTI!- gridò Tiger lanciandosi poi all'inseguimento del trio con Goyle alle calcagna.
Appena i due ebbero un maggiore distacco da loro, ma rimanendo comunque nella loro visuale, Blaise fissò il suo amico con sguardo preoccupato.
-Hai rischiato- disse solo tra un respiro e l'altro mentre correva dietro a quei due bisonti idioti di Tiger e Goyle.
-Per quanto mi riguarda vorrei ucciderlo- ringhiò in risposta Malfoy aumentando il passo per stare dietro ai due.
Lanciò un breve incantesimo che fece inciampare Goyle che stava per lanciare una fattura a Ron. Quest'ultimo si girò giusto il tempo per vedere che dalla bacchetta di Tiger stava uscendo del fuoco che sembrava animato da una scintilla malvagia; continuava a sgorgare come una fontana incendiando qualsiasi cosa si trovasse sul loro cammino. Tiger non parve nemmeno farci caso, ma Draco e Blaise dietro di lui si ritrovarono ben presto circondati dalle fiamme che lambivano le cianfrusaglie della stanza. Aumentarono il passo fino a superare Tiger e Goyle che erano già in affanno.
-Idiota!- ringhiò Malfoy a Tiger sorpassandolo -Questo è l'Ardemonio smettila o ci ucciderai tutti!-.
-Non riesco a spegnerlo!- gli rispose disperato il ragazzo per poi buttare a terra la bacchetta continuando a correre, ma stavolta per evitare le fiamme dietro di sé.
Intanto Ron ed Harry correvano leggermente in vantaggio davanti agli altri, si fermarono pochi secondi di fronte ad una nicchia enorme di ciarpame -SCOPE!- gridò Harry così che anche Draco e Blaise li sentissero. Dietro di loro intanto Tiger e Goyle presi dal panico erano saliti su una pila di cianfrusaglie; uno dei due inciampò tra una sedia e un pezzo di legno non ben identificato e cadde cacciando un urlo sovraumano tra le fiamme. Queste parvero acquietarsi leggermente per poi esplodere ancora più aggressive di prima. Goyle ormai in cima alla torre di detriti tremava come una foglia impaurito.
Draco cercava insistentemente Hermione con lo sguardo mentre correva verso gli altri due ragazzi; all'ennesimo controllo vano si passò una mano tra i capelli frustrato. Come aveva potuto perderla di vista?.
Arrivarono di fianco ai due grifondoro che già sentivano il fuoco entrarli nei polmoni e bruciare ogni centimetro di carne; Draco volse la sua attenzione solo un attimo alle tre scope abbandonate contro il mucchio di detriti. I tre ragazzi si guardarono, quasi indecisi sul da farsi, poi Ron afferrò una scopa alzandosi in volo, sfrecciò per la sala raggiungendo Goyle, gli si avvicinò tendendogli una mano che il ragazzo afferrò ancora tremante, se lo caricò dietro e sfrecciò verso l'uscita della sala.
Le fiamme intanto li avevano circondati, non c'era più tempo da perdere; Harry salì in groppa ad una delle scope per poi accorgersi di una cosa terribile; Hermione era sparita.
-Hermione! Dov'è Hermione?!- domandò disperato mentre scandagliava la stanza frenetico; Draco ringhiò afferrando l'ultima scopa -Blaise vai con lui!- ordinò al suo amico.
-Ma... - Tentò di protestare il moro guardando con occhi terrorizzati il suo migliore amico.
-ANDATE!- gridò cercando di farsi sentire su tutto quel frastuono -Giuro che la troverò ed usciremo salvi di qui!- aggiunse spostando lo sguardo da Blaise ad Harry. I due avevano una voglia matta di controbattere, ma non ne ebbero il tempo, Blaise salì dietro ad Harry il quale, rassegnato, partì come una scheggia verso l'uscita della sala.
Mentre si librava in volo Draco sentì un urlo non molto lontano, intanto il fuoco aveva iniziato a bruciare la catasta fino a dove pochi minuti prima era appoggiata la sua scopa; senza perdere poi ulteriore tempo, si fiondò a rotta di collo verso il grido che aveva sentito. Un altro urlo gli indicò la giusta direzione e quando arrivò si ritrovò senza fiato per il terrore.
Hermione era circondata da alte fiamme di fuoco che l'avevano intrappolata in un cerchio quasi fossero un predatore che si gustava il momento in cui avrebbe ucciso la sua preda. Il viso stravolto di lei si guardava frenetico in giro cercando di trovare una soluzione, era talmente pressata e circondata da calore e fiamme che il viso le bruciava terribilmente, cercava di ripararsi dai numerosi attacchi del fuoco, ma i suoi incantesimi erano sempre più deboli e l'Ardemonio sempre più forte e incontrollabile.
Draco non ci pensò un attimo, si tuffò in picchiata verso quelle fiamme vive, avvicinandosi si rese conto che avevano la forma di animali che sembravano assetati di sangue, alcune cercarono di afferrarlo ma lui le scartò abilmente e tenendo il manico di scopa con una sola mano lo guidò verso il basso, mentre si fermava il tempo necessario per arpionare la vita di Hermione e stringerla contro di sé, prima di ripartire come un razzo verso le porte della sala delle necessità che erano tenute aperte da Blaise e Ron. Hermione si strinse a lui freneticamente e con tutte le sue forze, reprimendo le grida che le stavano montando in gola e la sorpresa di essere stata salvata proprio da Draco Malfoy. Alzò un attimo gli occhi su di lui, Draco aveva un espressione talmente concentrata e determinata che non si accorse delle attenzioni della Grifona; aveva il viso arrossato per il calore e stava cercando con tutto se stesso di spronare la scopa ad andare più in fretta.
Il fuoco parve emettere un ruggito iniziando a bruciare ancora più intensamente; seguendoli ad una velocità spaventosa.
-ATTENTO!- gridò Hermione e Draco fece appena in tempo ad evitare una zampata di un leone infuocato che mirava a disarcionarli. Pochi metri li separavano dall'uscita, Draco si piegò ancora di più sul manico di scopa seguito a ruota da Hermione, per quanto le fu possibile; la scopa fece un piccolo balzo per poi aumentare la velocità . I due attraversarono di corsa l'uscita della stanza delle necessità e Blaise e Ron spinsero con tutte le
loro forze per richiudere il portone. Harry li aiutò e con un gesto fulmineo della mano lanciò dentro la stanza il diadema e la coppa, i penultimi Horcrux di Voldemort. Non sapeva come, ma sentiva che quella magia nera poteva distruggerli perché nati dallo stesso fulcro. Le porte furono sigillate, un forte scoppio le fece tremare, dopo di che ci fu il silenzio più assoluto.
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