Capitolo 7
NON SOMIGLIA PER NIENTE A SUO PADRE
"Ragazze, lasciatemi la vostra relazione prima di andare." Chiese Flora, mentre le sue allieve lasciavano la classe. Seguì Miele con lo sguardo, che però non incrociò il suo, e la ragazzina continuò al seguito delle sue nuove amiche. Flora quindi chiese ad una delle sue studentesse di trattenersi.
"Ho fatto qualcosa di male?" Chiese la ragazzina dagli occhi nocciola, Flora le sorrise scuotendo la testa.
"No, Rosie, tranquilla. Ma ho notato che hai cambiato di posto, e mi chiedevo se ci fosse qualche problema e se volessi parlarne. Tu e Miele siete molto amiche." La ragazzina strinse le labbra.
"Con tutto il rispetto, Ms. Bravo, ma non credo di poterne parlare proprio con lei."
"Non devi preoccuparti del fatto che è mia sorella, io sono la vostra insegnante, di entrambe, e se non si è comportata bene con te vorrei saperlo."
"Beh... io non avevo più voglia di sedere accanto a lei perché non è più la Miele di prima. Lei lo sa, era la mia migliore amica, ma adesso sta sempre con Lilia Scott e le sue amiche e... beh, mi ha fatto davvero male come si è rivolta a me e non credo ci tenga davvero alla nostra amicizia." Il cuore di Flora si frantumò, ma tenne su un'espressione serena e sorrise alla sua allieva.
"Lo capisco e mi dispiace molto, fa male quando le amiche non si comportano come dovrebbero. Le cose tra di voi si sistemeranno, ne sono sicura." Rosie sorrise, poi le porse i fogli che teneva in mano.
"La mia relazione." Stava per andare, ma si fermò. "Ms. Bravo, per quanto riguarda il mio progetto di chiusura... io... volevo chiederle se potesse darmi una mano."
"Ma sì, certo! Con chi ci lavorerai?"
"Preferirei farlo da sola, se non è un problema."
"No, certo che no. E su chi o cosa hai intenzione di farlo?"
"Su di lei."
Flora fu estremamente sorpresa da quella risposta e, indicando se stessa, stupita, chiese conferma:
"S-su di me? E come mai, se posso chiedere?" Incrociò le braccia attendendo una risposta.
"Beh, perché lei è una keimerina, e perché so che ha combattuto contro i peggiori nemici della Dimensione Magica e mi sembra tutto così incredibile!"
"Oh, beh, ti ringrazio." Replicò Flora, con un sorriso sincero. "Ascolta, credo che non ci siano problemi, e poi sta a te come sviluppare il tema, quindi credo possa andare bene. Per le informazioni di cui hai bisogno, tranquilla, domani vienimi a cercare a orario di pranzo e ti darò le risposte che cerchi."
"La ringrazio molto!" Esclamò la ragazzina annuendo, sorridendo entusiasta.
"Io ringrazio te, Rosie. A domani, passa una buona giornata!"
Non appena la ragazzina lasciò l'aula e chiuse la porta, Flora rimase per un attimo a pensarci e sorrise fra sé. "Sono un personaggio ispiratore..." Rifletté ad alta voce, poi però strinse le labbra. "... ma non per Miele."
Quando finirono le lezioni, s'incamminò con Riven verso casa. Non pioveva, ma il vento era freddo e il cielo era coperto, mentre camminavano, la fata esordì:
"Allora... mi avevi accennato che tu e Musa vi siete visti l'altro giorno." Il giovane alzò gli occhi al cielo.
"Smettila, non mi attirerai nella tua trappola." Replicò lui, fermo.
"Oh, andiamo, non dirmi che è andata così male..."
"Non è che sia andata male." Precisò lui, poi sospirò capendo che alla fine la sua amica aveva vinto. "È che... Musa è così diversa. Cioè, cambiare è un bene, ma lei sembra più che altro distante."
"Non vi vedete da molto..." Puntualizzò Flora e aspettò una sua reazione.
"Lo so, ma la sento distaccata, fredda, poco coinvolta in ogni senso. Se anche ce l'avesse con me sarebbe una vittoria, ma non è così. Per tutto il tempo mi è sembrato come mi stesse prendendo in giro."
"Riven, sai che Musa non è più quella di una volta con quello che è successo." Disse Flora, e provò a scacciare i sensi di colpa che ancora la tormentavano per quell'incantesimo. "Il suo cuore è..." Non riuscì neanche a dirlo.
"Credi che debba lasciar perdere? Andare avanti?" Riven non notò l'espressione di stupore sul viso di lei, ma Flora gli rivolse lo sguardo e chiese:
"Tu te la senti?"
"Io... forse. Quando sono tornato pensavo soltanto a lei, ma forse non ha mai veramente funzionato ed ora che siamo stati lontani per un po' ne abbiamo avuto la prova."
"Allora forse hai ragione." Stavolta fu Riven che fu sorpreso, sapendo che la sua amica aveva sempre fatto il tifo per lui e la fata della musica. "Sono certa che le vuoi molto bene e i tuoi sentimenti per lei sono molto forti, ma forse ora non è il vostro momento. Musa ha bisogno di capire prima il suo cuore per poterlo aprire a te un'altra volta. Puoi perdonarmi per aver provato a tutti i costi a farvi incontrare?" Lui le sorrise scuotendo la testa.
"Non devi neanche chiederlo."
Flora non tornò subito a casa, ma si diresse a casa di suo padre dove una Miele molto sfuggente arrivò poco dopo di lei, correndo poi subito in camera sua. Rodols e Flora si guardarono, la giovane si strinse nelle spalle con un sospiro. Suo padre quindi le fece cenno di seguirla e si diressero nella serra. Mentre prendeva tutto quello di cui aveva bisogno e lo poggiava sul tavolo, Rodols esordì:
"Preparo un unguento per uno snufflewomp... i Willow li utilizzano nel loro giardino per l'impollinazione e uno si è ferito ad un'ala." Flora lo osservava, seduta sullo sgabello accanto a lui.
"Papà?"
"Sì, dimmi, tesoro." Lui le gettò una veloce occhiata mentre apriva i sacchettini con gli ingredienti.
"Ieri siamo stati da Faragonda, dice che abbiamo un modo per salvare il bambino." Lui quindi lasciò ciò che stava facendo e le rivolse un sorriso, con gli occhi pieni di emozione. La abbracciò ed esclamò:
"Ma è fantastico! Sapevo che non era finita! Lo sapevo!"
"Papà, papà..." Disse lei per allontanarlo, lui la lasciò subito.
"Perdonami, tesoro, scusami." Un velo di tristezza oscurò subito il viso dell'uomo, ripensando al dolore di sua figlia. Flora gli sorrise dolcemente.
"Tranquillo, e sto molto meglio... ehi, non fare quella faccia, ti sto dicendo la verità."
"Ti sei cambiata le fasciature?" Chiese rivolgendole un cipiglio, lei annuì.
"Puoi stare tranquillo."
"Non mi sarei mai aspettato che Vymarna ricorresse a dei cacciatori, e pensare che mio padre le offrì la propria essenza e..." Notò l'espressione di sua figlia, che cercava di non incupirsi, quindi si schiarì la voce e disse: "... beh, tesoro, quindi cosa avete intenzione di fare? Per il mio nipotino, intendo..."
"Ecco, appunto, non lo immagineresti mai..." Deglutì. Gli sorrise. "... in realtà non abbiamo ancora una strategia, ma ho parlato con qualcuno che ce l'ha e che è disposto a venire qui ed aiutarci."
"Oh... e chi è questa persona? Ha tutta la mia riconoscenza." Flora gli sorrise nervosa.
"Nikolai." Biascicò, cercando di rimanere serena. Ma Rodols scosse la testa.
"Perdonami, non ho capito... chi?"
Flora si schiarì la voce e ripeté:
"Nikolai, si tratta di Nikolai." L'espressione di Rodols era più che altro sorpresa, Flora rimase a guardarlo.
"Oh..." Fu tutto quello che disse l'uomo, la giovane, mettendo le mani avanti, si affrettò ad aggiungere:
"Faragonda crede che sia la persona più adatta, e poi in fondo lui è stato l'Inverno per... beh, da sempre, e..."
"... certo, certo..." Borbottò Rodols, poco convinto. "... ma come pensate di fare? Insomma, lui è..." Sospirò. "... non venirmi a dire che è vivo..."
"No, no, no, lui è... si trova nel mondo degli spiriti e c'è un incantesimo che ci permetterebbe di aprire un passaggio, sai, per permettergli di venire qui."
"Oh..." Rodols sembrava ancora più sorpreso.
"Che... che ne pensi?" Chiese quindi Flora, un po' agitata, ancora in attesa di una reazione da parte di suo padre. Rodols, prendendo un respiro, rispose:
"Beh... penso che possa essere una buona idea." Flora alzò un sopracciglio, stupefatta, ma non disse nulla per lasciarlo continuare. "In fondo lui era l'Inverno, se non sa lui cosa fare non so davvero a chi potremmo chiedere."
"Esattamente." Accordò Flora annuendo.
"Bene." Concluse suo padre, stringendo le labbra e tornando a lavoro. Rimasero in silenzio, Flora tenne lo sguardo su di lui.
"Papà?"
"Mmh?" Chiese lui, continuando a lavorare.
"Sai che ti adoro, non è vero?" Rodols accennò un sorriso senza distogliersi dal lavoro. "E che c'è un motivo se ti chiamo papà, e che questo non cambierà mai." Rodols dunque prese un respiro e posò le boccette contenenti gli olii e le essenze e si voltò verso di lei, passandosi una mano sulla barba folta.
"È solo che..." Lasciò cadere la frase e strinse le labbra, non sapendo come esprimere i propri sentimenti, o forse impaurito di farlo.
"Lo so." Gli assicurò sua figlia con un cenno e un sorriso dolce.
"E..." Provò ad aggiungere lui, alzando le spalle, tormentandosi la barba, ma ancora non trovò le parole.
"So anche questo." Disse Flora. Rodols allargò le braccia con un sorriso.
"Dai, vieni qui. Tranquilla che faccio piano." Flora lo abbracciò, suo padre poggiò il mento sulla sua testa. "Sai qual è la cosa più assurda? Che tra te e tua sorella tu sei quella che mi somiglia di più." Flora rise piano.
"Ti voglio bene."
"Anche io, bambina." Replicò suo padre con gli occhi lucidi.
Flora avrebbe soltanto potuto immaginarlo, ma non sapeva come si sentiva suo padre. Rodols, mentre la teneva fra le braccia, ripensò a quando sua figlia era piccola, cosa che gli era capitato spesso in quei giorni. E forse in quei giorni si era reso conto che alla sua figlia maggiore aveva dato troppe responsabilità e non se n'era accorto. L'aveva messa in condizione di prendersi cura di sua sorella, persino di essere per lei una figura materna, quando invece la sua Flora aveva tante, tantissime altre cose a cui pensare, e si sentì in colpa. Ed ora stava per arrivare Nikolai, il padre quello vero e per giunta quello forte, lo spirito primordiale dell'Inverno. Una volta, soltanto una volta in assoluto, aveva chiesto ad Alyssa di parlargli di lui, ed era venuto fuori il ritratto di un uomo intelligente, perspicace, spiritoso, estremamente divertente e tanto 'divino-so'. Sì, perché Nikolai era un dio della natura, e lui sapeva così tante cose a differenza dei comuni mortali, aveva conosciuto e visto così tante cose, vissuto così tanti anni, e sembrava sapere già tutto, che niente lo stupisse più, e lui era leggero, tanto che faceva sentire anche gli altri spensierati. Era stato questo ciò che aveva percepito dal racconto di Alyssa, ed ora la cosa che più temeva era che gli errori che aveva fatto con sua figlia sarebbero potuti tornare a riscuotere, e che lei avrebbe preferito l'altro.
"Papà?" Rodols si riscosse subito.
"Ehm, sì?"
"A cosa pensavi?"
"A... niente." Rispose lui e fece per rimettersi a lavoro, ma Flora storse le labbra, poco convinta, e dichiarò:
"Papà, per favore, ti conosco... che succede?" Lui sospirò e la guardò.
"Va tutto bene con Miele?" Chiese dunque Rodols, l'espressione di Flora s'incupì.
"S-sì, insomma, lei..." Provò a rispondere la giovane, ma Rodols chiese più specificamente:
"È troppo pesante per te? Insomma, con tutto quello che non fa che succederti da quando avevi sedici anni, tra streghe, stregoni, cacciatori..." Si pentì subito di aver utilizzato quella parola, ma ormai era fatta e andò avanti: "... ti sei presa cura di lei quando eri più giovane, ed ora... Flora, io non voglio venire meno alle mie responsabilità di padre e se per te è troppo occuparti anche di lei..."
"Papà, fermati subito." Disse lei poggiandogli le mani sulle spalle. "Stai scherzando, spero. Miele è mia sorella, è... è il mio tesoro speciale, è ancora piccola, ha bisogno di tanto ed ho intenzione di esserci per lei. E l'ho fatto quando era piccola perché l'amavo come adesso e lei aveva bisogno di me, tu e mamma avevate bisogno di me."
"Sì, ma... non sei soltanto sua sorella. Da quando vostra madre non c'è più sei il suo punto di riferimento, lei non ti vede soltanto come sua sorella maggiore, ti vede come una sostituta di vostra madre, proprio come quando era piccola, ed io non voglio che sia perché io non faccio abbastanza e tu debba avere troppe responsabilità."
"Io..." Flora prese un respiro e abbassò lo sguardo. "... me ne sono accorta, certo che me ne sono accorta, e credo che sia normale. Non l'ho voluta mettere in condizione di mettere delle etichette. Voglio solo esserci per lei, e tu non hai alcuna colpa. Anzi, forse io ci provo ma non sono in grado... io... a volte mi sembra di non riuscire a capirla, di essere troppo dura e a volte troppo permissiva... c'è qualcosa che la turba e non riesco a capire cosa." Guardò suo padre in cerca di risposte, lui accennò un sorriso.
"Dalle un po' di tempo, e danne un po' anche a te. Non ti ho mai vista non capire qualcuno, tantomeno tua sorella. Stavolta l'intrigo è solo un po' complicato." Flora gli sorrise.
"Sai, sono contenta."
"Per che cosa?"
"Per il fatto che se anche sono cresciuta parliamo ancora dei nostri sentimenti. Grazie per esserti aperto con me." Lo abbracciò stringendogli le braccia al collo, Rodols chiuse gli occhi per imprimere quel momento nella sua memoria.
La keimerina lasciò suo padre per dirigersi ad Alfea. Per tutto il tempo, mentre raggiungeva il college per fate, nonostante il bel tempo passato con suo padre, sentiva dentro un'agitazione che le faceva tremare le interiora. Non ne capiva bene il perché, e allora cercava lei stessa di darsi delle spiegazioni. Era agitata perché la notte gli incubi la tormentavano. Quello che le era successo l'aveva segnata, anche se non aveva voluto rivelarlo né alle sue amiche né al suo soldato. Sapeva che tutti avevano fatto di tutto per lei e avrebbe voluto tanto scrollarsi quella paura di dosso, ma per quanto ci provasse, un certo tremolio la accompagnava sempre da quella notte. Provava a non pensarci, ma durante la sua giornata, nei momenti meno ovvi, in classe oppure mentre finiva qualche lavoro, le si paravano delle scene davanti agli occhi. Sapeva che era al sicuro, sapeva che Brandon sarebbe stato disposto a lasciare persino il lavoro per stare sempre con lei se fosse servito a farla sentire più sicura, ma quella era una cosa che riguardava lei dentro e che nessun altro avrebbe potuto comprendere, neanche un'altra fata se non le era mai successo.
Gettò un'occhiata alle fermate, ne mancavano poche per raggiungere Magix e finalmente vedeva il sole nel cielo azzurro, cosa che a Linphea mancava già da un po'. Il suo bambino era nel cuore del pianeta, e lei non riusciva neanche a pensare come tutto quello fosse possibile. Era stato difficile accettare che lei e Brandon non avrebbero mai avuto una famiglia come volevano, ma poi si erano ridimensionati, e le cose sembravano funzionare. Ma ora tutto era cambiato. Ora quel bambino c'era, era stato concepito, era cresciuto dentro di lei per più di tre mesi e sentirlo svanire le aveva fatto fermare il cuore per un attimo. Ricordava bene lo sguardo di Vymarna mentre, senza alcuno scrupolo, glielo portava via. Lo avrebbe salvato, avrebbe smosso il mondo mortale e immortale pur di riprendersi suo figlio. Nessuno, nemmeno la Natura poteva permettersi di fargli del male, e Flora si rese conto di essere disposta a tutto, assolutamente a tutto, e che non si sarebbe fermata davanti a niente.
"Flora!" Esclamò Bloom vedendola, la keimerina le raggiunse e salutò tutte le sue amiche.
"Come stai?" Chiese Stella, stringendo le labbra e guardandola. Lei sorrise.
"Sto bene, dico sul serio." Le assicurò.
"Hai coperto i lividi con il trucco?" Chiese Aisha, dispiaciuta.
"Sì..." Rispose la keimerina. "... lavoro con delle ragazzine, non potevano vedermi... beh, ora potete smetterla, davvero, sto bene. Ragazze, state tranquille, è passata. Ora dobbiamo solo trovare un modo per salvare il bambino."
"Allora raggiungiamo Avalon." Concluse Tecna accennando un sorriso. Mentre si dirigevano nella classe del professore, proprio Tecna, sorprendendo tutte, chiese: "Ragazze, sapete niente di Musa? Insomma, se..."
"Devo essere sincera?" Replicò Bloom. "Ho preferito non chiamarla. Non guardatemi così, ragazze, Musa si comporta in maniera strana, sembra che non abbia piacere a stare con noi e... beh, abbiamo provato ad aiutarla ma lei è sfuggente, ed ora come ora abbiamo una questione piuttosto importante da sbrigare."
"Credete davvero che non ci sia un modo per guarire il suo cuore?" Chiese Flora, le sue amiche la guardarono sapendo che quello era uno dei suoi tipici discorsi da anima sensibile. "Insomma, può essere che entrata l'oscurità non ci sia modo di riportare il suo cuore ad essere quello di un tempo?"
"Flora, quando un cuore tocca la magia nera..." Puntualizzò Bloom, ma la sua amica storse le labbra, poco convinta.
"... e se standole lontane non facciamo altro che lasciare il suo cuore tra le tenebre? E se invece standole vicino potessimo davvero aiutarla? Rimanere da soli non aiuta mai."
"Insomma credi che se non le stiamo accanto possa peggiorare..." Dichiarò Stella.
"Beh, sì, e..." Non poté continuare perché proprio il professor Avalon stava tornando nella sua classe e le aveva viste arrivare.
"Ragazze, è davvero un piacere vedervi." Salutò il professore, loro anche ne furono contente. "Ma cosa vi porta qui? Non ditemi che cercavate proprio me."
"Sa che è così, non faccia il modesto." Replicò Bloom, lui sorrise e le invitò ad entrare e a sedere.
"Allora, sentiamo." Disse Avalon sfregandosi le mani. "Cosa abbiamo stavolta?"
"Abbiamo bisogno dell'Ygarth." Rispose Flora, lui la guardò spegnendo il suo sorriso, sorpreso. Poi gettò un'occhiata a tutte.
"Che cosa ci dovete fare?" Chiese perplesso.
"Dobbiamo aprire una porta al mondo degli spiriti." Rivelò Aisha, il professore alzò entrambe le sopracciglia.
"Vorrei davvero che siate più specifiche, perché stiamo parlando di qualcosa di molto serio."
"Professore," Disse Flora, lui la guardò con aria seria. "ho bisogno di Nikolai, ho bisogno che attraversi quella porta. Sono stata lì, nel mondo degli spiriti e lui stesso mi ha detto del libro. Sapevo dove trovarlo e siamo venute qui."
Avalon prese un respiro e si passò una mano sulla faccia.
"Flora, io... la verità è che Faragonda mi ha accennato di ciò che è successo, e prima di tutto voglio dirti che mi dispiace molto." Lei fece un cenno. "... ma aprire il mondo degli spiriti? Insomma... e se non potessi fidarti di lui? Se... non lo so, non si scherza con queste cose." Flora lo guardò accigliata, come se non avesse capito bene.
"Ma io non sto affatto scherzando." Disse, scuotendo leggermente la testa. "Crede che mi diverta l'idea di riportare lo spirito di mio padre nel nostro mondo? Crede che mi sia divertita ad andare lì? Quell'uomo, spirito, dio, quel che diavolo è, non ha fatto altro che incasinarmi la vita! Ma lui è l'unica speranza che mi rimane perché io non ho la più pallida idea di come affrontare la Madre Terra e riprendermi mio figlio! Era piccolo, piccolo piccolo, e ce l'avevo dentro, e si supponeva che lì sarebbe dovuto rimanere affinché potessi proteggerlo, lasciare che crescesse, al sicuro. Vymarna mi ha dichiarato guerra, e io non ho intenzione di stare a guardare mentre Lei la vince." Le ragazze non erano certo legilmens come il loro professore, ma poterono chiaramente intendere che davanti a quelle parole e allo sguardo di Flora, Avalon si era sentito davvero minuscolo. Il professore prese un respiro e si schiarì la voce.
"Hai... hai ragione, e non... non mi sento di contestarti perché... perché hai ragione. Ma voglio metterti in guardia, Flora, se combatterete contro Vymarna c'è la possibilità che non ne usciate vincitori. Lei è la Madre, Lei è la fonte della vita, la regolatrice della natura, Lei... una guerra contro di Lei è una guerra persa in partenza." Flora strinse gli occhi, quelle parole non la convincevano, non dava loro un senso.
"Ha preso mio figlio." Ribadì la keimerina, guardando Avalon negli occhi, poi notò che il professore aveva abbassato lo sguardo sulle sue mani, poggiate sulla cattedra, lei le ritirò subito mentre la brina ricopriva una parte di essa.
"Va bene." Concluse Avalon, che ormai davanti a quel gesto si era reso conto dell'intensità dei sentimenti della fata. "Venite con me."
Avalon guidò le ragazze in una stanza che loro non conoscevano, ma per Flora era molto familiare. Si guardò intorno e notò subito la candela che il professore aveva utilizzato con lei durante i viaggi mistici alla ricerca della sua magia. E Flora ricordava proprio bene, lì su uno di quegli scaffali c'era l'Ygarth, un libro dalla copertina di pelle, antico e leggermente scolorito. Avalon lo prese e lo poggiò sulla scrivania, le ragazze lo seguirono con lo sguardo.
"Questo libro contiente molti incantesimi, ma quello che vi serve è questo qui." Indicò uno dall'indice. "Ho bisogno che me lo riportiate e che non utilizziate nessun'altra di queste magie. Sono stato chiaro?" Le guardò con aria grave, Stella rispose con un sorriso, un po' inacidita:
"Limpido."
Avalon sembrava perplesso, chiuse il libro e lo porse a Flora, lei lo prese ma lui non lo lasciò subito andare e la guardò negli occhi.
"Sta' attenta." La keimerina annuì, col viso duro, e prese il libro.
In quegli stessi istanti, su Eraklyon, Brandon aspettava Sky che stava svolgendo un incontro politico. Il soldato era a qualche passo, fermo, tenendo lo sguardo sul principe ma con la testa su un altro pianeta: su Linphea. Ripensava a quel cielo cupo che aveva lasciato quella mattina uscendo di casa, e al suo bambino nelle mani di Vymarna. Sapeva che Flora era andata a prendere quel libro, e a dirla tutta lui non sapeva cosa aspettarsi da quel Nikolai, ma sperava che le cose sarebbero andate bene. Sì, lui sperava, non si stancava mai di sperare, e sperava anche che lo sguardo di Flora potesse riacquistare la scintilla che aveva perso quella notte. Lei credeva che lui non se ne fosse accorto, e lui gliel'aveva lasciato credere. Ma sapeva che Flora non era la stessa, sapeva che aveva una ferita profonda ma non sapeva come sanarla. Il principe salutò gli altri e Brandon si scosse, seguì quindi Sky. Il biondo gettò qualche occhiata al suo amico e notò la sua espressione dubbiosa, cupa. Si schiarì quindi la voce e chiese:
"Stai bene?"
Il soldato scosse la testa e lo guardò.
"S-sì, certo..."
"Ne sei sicuro?" Insisté il principe, Brandon sospirò.
"Beh, sto bene, certo... ma sono preoccupato, credo ormai di essere costantemente preoccupato. Flora... lei..." Sospirò. "... credo che quello che le è successo l'abbia segnata." Sky gettò un'occhiata al suo amico che però non incrociò il suo sguardo.
"Sai che è normale... tutto quello che puoi fare è starle vicino."
"Lo so, è solo che... che lei sembra fragile, ma è tanto, tanto forte e so che non vuole dirlo che le fa ancora male. Sapessi come si pone quando parla del bambino, che ora risolveremo tutto, che lo salveremo, che non ci fermeremo davanti a niente. La conosco e so che vuole ignorare quelle emozioni negative."
"Flora è sensibile, forse prova ad ignorarle perché per lei sarebbero troppo."
"Esatto, per lei sarebbero troppo, ed è per questo che vorrei che mi parlasse..." Sospirò. "Non riesco neanche ad immaginare cosa significhi per una fata essere nelle mani di un cacciatore, e mi sento terribilmente in colpa per non essere stato lì a proteggerla."
Sky strinse le labbra e sospirò. Ci fu silenzio, poi il principe chiese:
"Brandon, ascolta... c'è una cosa a cui pensavo e volevo chiederti: conoscevi quel cacciatore?" Il soldato gli rivolse subito lo sguardo.
"Chi non conosce Barrera?"
"No, intendevo l'altro... non era la prima volta che lo vedevi, o almeno così mi è sembrato di capire... quando hai avuto a che fare con un cacciatore di fate?" Brandon osservò il suo amico e si rese conto che il suo era un puro, inguenuo interesse. Accennò un sorriso amaro davanti a quella curiosità.
"Sì, lo... lo conoscevo. Ma prima non era un cacciatore, era semplicemente un ladro. Meschino, egoista, un vero..." Si schiarì la voce. "... beh, il punto è che non era un cacciatore quando lo conoscevo io. Credo che il tempo non abbia fatto altro che logorare quell'anima tanto oscura fino a ridurlo a questo punto." Capì che il suo sguardo si stava perdendo, quindi si scosse e guardò Sky. "Lo arrestai tanto, tanto tempo fa, quando ero ancora in accademia, insieme al mio sergente. Era solo un ladro." Sky inarcò le labbra, impressionato. In quel momento videro Adrian Carter camminare verso di loro.
"Buon pomeriggio!" Salutò l'agente dei servizi segreti. Sky gli sorrise, Brandon no.
"Adrian! Sembri allegro, che succede?" Chiese Sky, Adrian gli poggiò una mano sulla spalla per camminare con lui.
"Ottime notizie! Con la mia squadra siamo riusciti a trovare uno degli uomini di cui Karkov ci aveva fatto il nome. Siamo sulla buona strada!"
"È davvero una bella notizia, Adrian." Replicò Sky con un sorriso. "L'incoronazione sta agitando tutti, soprattutto mio padre, e sapere che siamo al sicuro aiuta molto." Adrian gli fece un cenno.
"Dove andavate?"
"Da mio padre, vieni con noi." Lo invitò il principe. Carter sorrise, ma poi notò lo sguardo di Brandon e gli fece un cenno.
No, non si fidava di lui, ed ora una vocina nella sua testa gli diceva che doveva saperne di più.
-
"Ragazze, siete sicure di poter venire?" Chiese Flora, mentre con le sue amiche tornava su Linphea. Bloom le sorrise e con pazienza rispose:
"Spero tu stia scherzando. Flora, siamo le tue amiche." La keimerina sorrise, Tecna abbassò lo sguardo e Flora se ne accorse, quindi si schiarì la voce e cambiò il tono della conversazione:
"Stella, l'altro giorno ti ho vista sulla copertina di una rivista e c'era anche Francis, dicevano di avervi 'beccati'... come ti dichiari?" La principessa alzò gli occhi al cielo.
"Oh, non capisco perché debbano mettere in giro certe voci! Insomma, è davvero assurdo! È così strano che io e Francis siamo semplicemente amici? È vero, mio padre voleva che lo sposassi, ma ci siamo chiariti..."
"... per chiariti intende che ha quasi minacciato suo padre..." Precisò Bloom e le altre risero, ma la bionda continuò indisturbata:
"... abbiamo scoperto di starci simpatici, e su Solaria non ce n'è molta di gente simpatica, solo tanto falsa, dentro e fuori... oh, siamo arrivate?" Chiese guardando il palazzo reale di Linphea, completamente diverso da quello del suo pianeta.
"Sì." Rispose Flora. "Andiamo, Martha ci aspetta."
Le ragazze raggiunsero la torre della melissa e fu proprio lei ad aprire loro la porta, ma quando entrarono notarono con piacere che anche Helia era lì, con Daisy seduta sulla sua spalla.
"Hai il libro?" Chiese subito Martha, Flora annuì e lo tirò fuori dalla borsa. La melissa aprì subito alla pagina che le interessava e lesse tutto quello di cui aveva bisogno, poi il suo viso s'incupì.
"Che succede?" Chiese Helia accigliandosi.
"N-niente." Rispose Martha, non rivolgendogli immediatamente lo sguardo. "È solo che... che è un incantesimo davvero potente e... credo che scombussolerà un po' tutti."
"Ma Vymarna non può sapere che lo compiamo, vero?" Chiese Flora, preoccupata, tormentandosi le labbra con una mano.
"Non ti assicuro niente." Replicò la melissa, guardandola amareggiata.
"Beh, dovete compierlo comunque." Disse Bloom decisa. "Flora, Nikolai è l'unica speranza che abbiamo. Non possiamo tirarci indietro." Flora strinse le labbra, guardò le sue amiche che sembravano tutte convinte, poi Helia che le annuì.
"Va bene, compiamo quest'incantesimo."
Nel frattempo il sole era calato e Riven era nel suo appartamento, seduto a terra davanti alla finestra aperta, meditando come gli avevano insegnato a Basing-Seh, cercando di riordinare i pensieri e le emozioni. Sapeva che a quell'ora le sue amiche erano dalla melissa, e pensò che magari poteva raggiungerle. Ma fu proprio in quel momento che bussarono alla porta. Il giovane sobbalzò, essendo certo di non aspettare nessuno, e si rialzò in fretta cercando di mettere qualcosa addosso che lo rendesse presentabile. Andò ad aprire e fu estremamente sorpreso di trovarla davanti a lui.
"Ehm... Musa." Disse, ancora incredulo. La giovane gli sorrise con aria furba.
"Posso entrare?"
Lui cercò di riprendersi e le fece spazio.
"S-sì, certo, vieni, ehm... come mai da queste parti?" Chiese Riven, chiudendo la porta alle sue spalle mentre lei si guardava intorno.
"Passavo... ho portato del vino."
"Ah... b-beh, grazie. Ehm... a dir la verità sono piuttosto sorpreso." Mentre pronunciava queste parole la squadrava, cercando di capire quella ragazza che per molto tempo era stata al suo fianco e che ora gli sembrava un enigma.
"Se non ti fa piacere vado via." Dichiarò lei, alzando le spalle.
"No, no, non intendevo questo. Hai fame? Magari mangiamo qualcosa, anche se..." Ma Riven non poté continuare la frase perché la fata lo tirò a sé e lo baciò.
Negli stessi istanti la melissa, Helia e il resto delle Winx si erano recati nel bosco adiacente al palazzo reale, mentre Martha aveva portato con sé tutto ciò di cui aveva bisogno. Helia notò l'espressione di Flora e si avvicinò a lei per sussurrarle:
"Stai bene?"
"Uh?" Si voltò verso di lui, poi deglutì e annuì con forza. "Sì, certo, certamente."
No, non stava bene affatto. Stare lì improvvisamente faceva scattare qualcosa, una paura improvvisa, voleva soltanto andare a casa sua.
"Ma perché fate sempre cose nei boschi?" Chiese Stella, strofinandosi le braccia per l'aria fredda e cercando di non affondare con i tacchi nella terra umida. Martha le gettò un'occhiata.
"Perché siamo connessi alla natura. Soprattutto io, spero."
"Che intendi?" Chiese Aisha, ma la melissa sorrise e scosse la testa.
"Niente. Su, iniziamo. Flora, tu qui." La posizionò al centro del cerchio che aveva disegnato a terra, poi la guardò preoccupata. "Stai tremando... stai bene?"
"Sì, sta' tranquilla." Le sorrise, ma la melissa rimase perplessa. Scosse la testa e tornò alla preparazione. Poggiò le foglie davanti a Flora e accese un piccolo fuoco, poi ci gettò dentro una polvere nera e si iniziò ad alzare del fumo. Martha quindi posizionò ai piedi di Flora degli ossicini, le ragazze si scambiarono un'occhiata. La melissa si rialzò e guardò Flora negli occhi.
"È un incantesimo molto, molto antico, ma non preoccuparti, so quello che faccio." Flora annuì, mostrandole che si fidava di lei. "Ragazze." Chiamò, le Winx si avvicinarono e seguendo le istruzioni di Martha di presero la mano. La melissa fu la prima che iniziò a pronunciare l'incantesimo, poi le altre si unirono a lei una alla volta, ripetendolo tante volte quante ne erano loro, e poi continuarono tutte insieme. Flora bevve la pozione e in quell'istante la sua vista si annebbiò, il fumo si alzò e le ossicine che erano ai suoi piedi iniziarono a tremare. Le fate continuarono a riptere l'incantesimo, tenendosi strette le mani anche se sembrava che una forza soprannaturale le spingesse ad allontanarsi. Ma loro rimasero ferme, strette l'una all'altra e continuarono la loro magia. Un tuono squarciò il cielo, e poi un altro ancora. Poi, un lampo illuminò il cielo riempiendolo maestosamente, il fuoco si spense, le ragazze furono scaraventate a terra e Flora anche. Le ossicine ai suoi piedi si erano frantumate e diventate cenere, e lei era caduta rimanendo all'interno del cerchio. Fu la prima cosa che Helia notò, e tirò un sospiro di sollievo.
Le ragazze quindi si rialzarono, aiutandosi a vicenda.
"Stiamo tutte bene?" Chiese Bloom, le altre diedero conferma.
"Martha, credi che dovrebbe essere qui?" Domandò Flora guardandosi intorno. La melissa aprì la bocca per rispondere ma non ne venne fuori alcun suono, quindi la richiuse. Flora guardò Helia, che si strinse nelle spalle.
"Dovrebbe, sì." Rispose il giovane. "Ma avete compiuto l'incantesimo ed è riuscito, come ci dicono gli elementi. Nikolai ha attraversato quella porta."
"E dove sarebbe?" Chiese Stella guardandosi intorno.
"Bella domanda..." Mormorò Helia, sospirando e guardandosi intorno.
Nel frattempo, Brandon stava rientrando a casa, assorto nei suoi pensieri. Chiusa la porta alle sue spalle chiamò la sua fata, ma notò che non c'era ancora.
"Vado ad Alfea e poi da Martha." Lesse sul biglietto sul tavolo della cucina. Sospirò, sperando che tutto andasse bene. D'un tratto sentì un forte tuono che lo fece sobbalzare, e poi un altro ancora. Si scrollò quell'agitazione di dosso e andò a cambiarsi, togliendo l'uniforme. Poco dopo, mentre riscendeva le scale, un lampo illuminò per un attimo il cielo e le finestre si aprirono violentemente, in casa andò via la luce. "Oh, andiamo..." Protestò stancamente. Cercando di vedere qualcosa avanzò verso la porta sulla serra, per arrivare al generatore, ma si fermò subito quando sentì i passi. Era chiaro: lì in casa c'era qualcuno. Brandon lentamente andò verso la cucina, da dove venivano quei rumori, per il resto la casa era profondamente silenziosa. Poté sentire il suo cuore accelerare. Chi era? Suo padre? Un altro cacciatore? Lo stesso Barrera? Vide la figura longilinea che sembrava cercare qualcosa: apriva i cassetti, i mobili, spostò gli oggetti e fece cadere qualcosa. Dunque, calcolando i suoi tempi, Brandon gli si fiondò addosso, e in quello stesso istante tornò la luce, proprio per mostrare il soldato andare a sbattere contro i mobili. Fu un momento di estrema confusione per Brandon, ma anche per l'altro che era con lui che lo guardò con aria curiosa.
"Volevi per caso aggredirmi?" Chiese, sorpreso ma tutto sommato tranquillo.
"Ti... ti sono passato attraverso?!" Esclamò Brandon, totalmente impressionato. Si ricompose in fretta e rimase a guardare l'uomo davanti a lui, provò di nuovo a toccarlo, accigliato, ma la sua mano lo attraversava.
"Cosa stai cercando di fare esattamente?" Chiese l'uomo, perplesso, guardandolo con un sopracciglio alzato.
"Mi spieghi cosa diavolo sta succedendo?!" Esclamò Brandon, scosso, scioccato.
"Volevi aggredirmi." Rispose l'altro, schiettamente. Brandon era a bocca aperta.
"Sei... sei entrato in casa mia!" Puntualizzò il soldato, esasperato.
"Ah-ah-ah!" Lo fermò l'altro. "Mi ci sono materializzato, è diverso, mi sono ritrovato qui senza sapere davvero il perché. Chi sei tu? Che legame dovrei avere con te?"
"C-chi sono io?! Chi sei tu!"
"È un po' imbarazzante che tu non mi conosca, sai? E terribilmente infantile da parte di Vymarna non insegnarlo ai suoi abitanti. Mi presento, sono Nikolai, spirito primordiale dell'Inverno." Brandon rimase interdetto. Lo squadrò dalla testa ai piedi.
"Nikolai..." Ripeté fissandolo, incredulo. Il dio alzò gli occhi al cielo, con fare da celebrità.
"Oh, non è il mio vero nome, la mia natura è divina, se voi mortali pronunciaste il mio nome completo potreste morire all'istante e..." Il suo sguardo si posò alle spalle di Brandon, il soldato si voltò. Nikolai si avvicinò alla foto. "Alyssa." Disse, guardandola come rapito. Brandon lo osservò, cercando di capire cosa dire, ma Nikolai si voltò verso di lui.
"Ma chi sei tu? Sei il marito di Alyssa? Si è davvero innamorata di uno come te?!"
"Io?! No! Aspetta, che vorresti dire...?"
"Allora chi sei?! Suo figlio?! Quindi ha comunque sposato un altro! Ma quanti anni sono passati?! Io non lo capisco più! Oh, ma dov'è ora? È qui?!"
Brandon parò le mani avanti cercando di fermarlo, Nikolai lo guardò in trepidante attesa.
"Non sono il figlio di Alyssa, sono suo genero."
"Flora!" Esclamò Nikolai, ricordandosene solo in quel momento.
"Esatto, esatto. Anzi, io credo che la miglior cosa sia chiamarla adesso..." Dichiarò il soldato, prendendo il cellulare ma seguendo con lo sguardo Nikolai, che era tornato ad ammirare l'immagine di Alyssa. Brandon sospirò e chiamò subito la sua fata.
"Ehi." Disse, e Nikolai si voltò subito, avvicinandosi al cellulare. Brandon si scostò, guardando Nikolai stranito. "Dovresti venire qui. Adesso. E per adesso intendo davvero immediatamente."
"Ma è Flora? È lì dentro?" Chiese sospreso Nikolai.
"Cosa? No!" Rispose Brandon, poi si rivolse alla fata. "Ehi, ascolta... Cosa? Oh, non immaginerai... è qui. Sì qui, intendo qui, a casa nostra. Ti... aspettiamo." Riattaccò e fece un passo indietro per allontanarsi da Nikolai.
"Tra un po' arriva."
"Che cos'era quella cosa?" Chiese lo spirito, guardando Brandon di bieco. Il soldato alzò gli occhi al cielo e replicò:
"Un telefono." Nikolai fece una smorfia, che significava che non aveva capito. "Una cosa che serve per comunicare, come la sfera di cristallo." L'Inverno quindi sorrise.
"Ah, carino! Allora, Alyssa? Dov'è? Oh, mi tremano le ginocchia al pensiero di vederla! E c'è così tanto che abbiamo da dirci! Io... abbiamo avuto una bambina, non credevo potesse essere possibile con Vymarna infuriata a quel punto! Oh, e ora che sono qui... santo cielo, i ricordi mi stanno ritornando come un fiume in piena! Jackson! Oh, Sakoma è così lontana da qui, ma credo di poterci arrivare!"
"Ehi, ehi, ehi, fermati un secondo." Disse Brandon, frenando l'entusiasmo del dio. "Credo che tu debba... wow, è difficile... ehm... aspetta che torni Flora, credo che voi dobbiate parlare, insomma, lei è davvero la prima con cui tu debba farlo."
"Giusto, giusto, la mia bambina, l'ultima, la più piccola..." Affermò Nikolai, sorridendo fra sé. "... non ne avevo idea, dico sul serio. E poi la vedo piombare nel mondo degli spiriti. Ho capito subito chi era lei, è stato come un richiamo, la nostra magia si è trovata subito." Notò che lo sguardo di Brandon si era posato sull'anello che portava al dito. "Oh, sì, è la stessa pietra. Ho forgiato io ogni cuore della natura, e la stessa pietra ha formato ognuno di quei ciondoli e quest'anello."
Brandon annuì, impressionato. Nikolai quindi prese a girovagare per la casa, dando un'occhiata in giro e toccando praticamente tutto, cercando di capire. Brandon lo seguiva con lo sguardo, senza dire una parola. Dopo poco sentì la porta aprirsi e sia lui che Nikolai si diressero subito verso essa.
Non appena Flora entrò in casa se lo trovò davanti e rimase ferma a guardarlo. Nikolai sorrise, il suo anello e il ciondolo di Flora brillarono per un attimo. La keimerina guardò Nikolai e gli pose la domanda con lo sguardo, lui annuì con aria soddisfatta.
"Tu sei la melissa, non è vero?" Chiese Nikolai, rompendo il silenzio, rivolgendosi a Martha che era a qualche passo da Flora. La giovane fu sorpresa e mise insieme a stento due parole.
"S-sì, io... sì." Nikolai sorrise, affascinato.
"Sento la tua magia, sei piuttosto potente, sai?"
"G-grazie." Replicò Martha. Nikolai quindi guardò di nuovo Flora, che era davanti a lui. Tutti in quella stanza li osservavano in religioso silenzio. Poi Nikolai sorprese tutti e abbracciò Flora, la giovane rimase ferma tra le sue braccia non sentendosi esattamente di ricambiare quel gesto. Il dio posò il mento sulla sua testa e la sua espressione spensierata per un attimo cambiò, come se un velo di malinconia ci si fosse posato sopra. La lasciò andare dopo qualche istante e tornò a sorridere.
"Bene!" Esclamò l'Inverno, battendo le mani e sfregandosele. "Dicevamo? Oh, giusto, giusto... wow, la testa è sul punto di esplodermi, il che è ironico dato che non sono fatto di materia."
"Ecco, appunto." Lo interruppe Brandon, perplesso. "Perché Flora riesci a toccarla?" Nikolai lo guardò come se quella domanda fosse davvero stupida, e rispose stringendosi nelle spalle:
"Perchè lei è mia figlia." Dunque riprese a camminare per la stanza, mentre tutti lo seguivano con lo sguardo estremamente perplessi. "Dunque, dunque... ehm... andiamo per priorità, ehm..." Guardò i ragazzi in attesa che continuassero per lui, e fu ancora Brandon che parlò:
"Vymarna. Il nostro bambino."
"Esattamente!" Esclamò Nikolai, con la stessa espressione in un misto di eccitazione e spensieratezza. "Qualcuno che mi dia più informazioni? Un po' più dettagliate? Flora, melissa, parlate!" Si rivolse a loro e le guardò in attesa. Martha gettò un'occhiata a Flora.
"Vymarna ha utilizzato un incantesimo che credo fosse molto antico. Lei..." Si schiarì la voce, mentre tutti la guardavano. "... ha utilizzato i freumh, ci ha disegnato delle rune sul mio ventre."
"Ottimo!" Esclamò Nikolai, notò l'espressione di tutti e continuò: "Cioè, no, ma ora vi spiego. Quanto ti mancava?"
"Circa ventidue settimane." Rispose la fata.
"Bene, benissimo... melissa? Cosa sappiamo?"
Martha si schiarì la voce e rispose, mentre Nikolai la osservava a braccia incrociate.
"Abbiamo compiuto un incantesimo di terra, ed anche uno di sangue." Nikolai alzò entrambe le sopracciglia per lo stupore." Il bambino è nel cuore del pianeta, Vymarna lo custodisce. Il suo cuore e quello di Vymarna battono all'unisono."
Nikolai rimase per un secondo a riflettere, quindi scosse la testa per ridare attenzione a ciò che lo circondava.
"Bene, la situazione è questa: credo di conoscere l'incantesimo che ha usato Vymarna. Andiamo, i freumh? Roba da ragazzini!" Esclamò con aria superiore. "Ha assorbito l'essenza del bambino. Come ha fatto? Oh, per favore! Fehu, Naudiz, Jera e Berkanan," mentre le pronunciava le disegnò nell'aria e qualcosa come una scia magica lasciò che le rune rimanessero impresse per qualche secondo. "Le rune della vita, maternità, potere e Natura. Certo, come poteva mancare Lei, quella che sa sempre cosa è meglio per tutti, quella che ha sempre il controllo, quella che..." Digrignò i denti, poi però sorrise. "... scusate, scusate, ma i rapporti tra fratello e sorella non sempre sono pacifici, soprattutto se lei continua a rovinarti la vita anche se sei morto, cosa che non dovevi essere ma lei ti ha reso mortale." Qualcuno si gettò un'occhiata davanti all'eccentricità dell'Inverno. "Dunque, come vi dicevo, in pratica Vymarma ha assorbito il potere del bambino, ma per farlo ha assorbito anche lui. Non è ancora una persona vera e propria, detto con termini che spero non riterrete offensivi è praticamente un contenitore di magia pieno sul punto di esplodere. Non poteva disfarsene, ha quindi usato il loro legame per trasferirlo dentro di lei. Flora, tu e il bambino avevate un legame, sanguineo ma anche magico... con Vymarna è lo stesso, lei si è fatta portatrice."
"O-okay, quindi cosa facciamo?" Chiese la keimerina, leggermente scossa.
"Beh, si potrebbe arrivare alle sue radici e con un incantesimo riprendere il bambino." Rispose l'Inverno alzando le spalle, con aria tranquilla.
"È davvero così semplice?" Disse Brandon, tenendo lo sguardo sul dio. Nikolai alzò un sopracciglio.
"Non mi stai simpatico." Brandon gli rivolse un'espressione confusa. "Per l'incantesimo so io come fare, avrò bisogno solo di qualche ingrediente. Per arrivare alle sue radici... beh, non sarà una passeggiata, ma almeno ci divertiremo." Con un sorriso eccitato Nikolai guardò un po' tutti, che rimanevano lì fermi ad osservarlo, allibiti. Si strinse nelle spalle e aggiunse: "E poi ormai sono già morto."
Ehilà miei dolci germogli! Lo so, è passata qualche settimana, ma purtroppo sono in periodo esami e deve necessariamente venire prima il dovere e poi il piacere... fosse per me passerei le giornate a scrivere, ma non posso...☹
Anyway, abbiamo finalmente conosciuto Nikolai in carne ed ossa, che ne pensate?
Non mi dilungo, ma ci tengo a dirvi che vi ringrazio se siete arrivati fin qui con la lettura e vi chiedo scusa se l'aggiornamento non è stato in tempo...
Vi voglio bene e vi ringrazio ancora!!
vi strAmo,
xoxo Florafairy7
Ps. Ecco uno Snufflewomp 💕
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