Capitolo 4
UNA (S)PIACEVOLE SORPRESA
"Ehi, finito?" Chiese Riven entrando nella classe di erbologia. Flora stava rimettendo a posto delle pozioni, alzò per un attimo lo sguardo verso di lui, sorridendogli, poi si dedicò di nuovo a rimettere in ordine.
"Quasi..." Posò lo cassetta nell'armadietto e chiuse a chiave.
"Volevo parlarti di una cosa... riguarda Miele."
Flora si fermò e lo guardò, quindi chiese:
"Che succede?"
"Non mi piace come si sta comportando, ha usato un tono irrispettoso e ho dovuto prendere provvedimenti." La giovane sospirò e si passò una mano sul viso, amareggiata. "Ho voluto parlarne con te prima di sentire tuo padre. Non è da lei, è distratta... sembra essere cambiata da un giorno all'altro."
"Hai... hai fatto bene, non voglio che mio padre si preoccupi, non adesso che si sta riprendendo per la perdita della mamma..." Lo guardò. "Mi dispiace, sono davvero mortificata, non si è mai comportata in questo modo, te lo assicuro."
"Sta' tranquilla." Disse lui, Flora prese un respiro e poi chiese:
"Andiamo?"
S'incamminarono insieme lasciando il Collegio e Flora lo mise al corrente della sua idea. "Ci sei stasera?" Gli domandò, con un sorriso allegro. "Non puoi dirmi di no comunque, ho già parlato con Aisha, Helia e Stella. Dopo chiamerò anche gli altri. Allora?" Riven ridacchiò.
"Beh, non ho altra scelta a quanto pare. Ora il mio nascondiglio non sarà più così segreto..."
"E perché mai vorresti che rimanga tale? Ci sono i tuoi amici che ti vogliono bene e non vedono l'ora di vederti! Helia già sa che sei qui, alle ragazze ho detto che c'era un invitato speciale. Vedrai, sarà bello."
"Sono costretto a fidarmi di te allora." Riven alzò le spalle, Flora gli sorrise.
"Non te ne pentirai!" Non ne era sicura, ma lo sperava davvero. Si fidava dei suoi amici e pregava in cuor suo che quella serata sarebbe andata davvero bene. Riven era una brava persona e un buon amico, nonostante il suo carattere un po' irascibile. Ma alcuni dei loro amici forse in quegli anni non l'avevano visto in quel modo e Flora sperava di non deluderlo.
"Flora..." La fermò lui, notando il suo eccessivo entusiasmo. "... voglio mettere in chiaro una cosa." Lei annuì. "Ti apprezzo, dico sul serio, ma non rimanerci male se le cose non vanno come vuoi. Conosco i miei difetti, o almeno li conosco adesso, sai, dopo l'esperienza a Basing-Seh... sono una persona complicata, non sono più così arrabbiato ma mi porto dietro esperienze che... beh, spesso non piaccio alle persone e loro non piacciono a me."
"Riven..."
"... sei una delle poche persone di cui mi fidi ed è per questo che ti sto parlando così. Tutta quella cosa dei sentimenti e delle emozioni non fa per me comunque."
"Va bene." Disse Flora. "Lo capisco, davvero. Ma posso continuare a pensare che hai un cuore d'oro?"
Lui alzò gli occhi al cielo e fece spallucce.
"Ah... come vuoi..."
Quello stesso pomeriggio, Brandon era in compagnia del principe Sky. Si dirigevano verso la Sala del Consiglio poiché il principe doveva discutere di faccende economiche con gli altri membri e, mentre camminavano, Sky chiese:
"Sei riuscito a scoprire qualcosa da quei due dell'imboscata?" Il soldato, con aria sconfitta, replicò:
"No, purtroppo no..."
"Mi sorprendi..."
"... lo so, sorprendo anche me, ma a quanto pare sono più duri di quello che sembra e alle spalle hanno una vera organizzazione."
"E come stai? Per la ferita, intendo." Brandon gli sorrise.
"Bene, è praticamente passata." Sky ricambiò quel sorriso e poi, andando con i piedi di piombo, disse:
"Pensavo che potremmo coinvolgere i servizi segreti." Brandon lo guardò alzando un sopracciglio, scettico. "Brandon..."
"Non mi fido affatto di quel tizio! Sarà anche amico tuo, ma a me non piace! Stiamo camminando sui fili per cercare di tenerti al sicuro e tu vuoi convolgere un tipo che non vedi da anni?! Fuori questione!"
"Ehi, ehi, calma, innanzitutto dammi l'occasione di avere l'ultima parola."
"Sono io il responsabile della tua sicurezza, in questo caso l'ultima parola spetta a me." Quando arrivarono fuori alla sala del Consiglio però, Adrian Carter era già lì e a Brandon non fece piacere e lo si poté notare dalla sua espressione, che lui non si occupò di mascherare. Gli strinse la mano, poi chiese: "Cosa ci fai qui? Credevo avessimo risolto con il cacciatore di fate. I miei uomini pattugliano le strade, se mai si muovesse un cacciatore loro lo prenderebbero." Adrian ridacchiò sommessamente, il che infastidì Brandon terribilmente, e replicò:
"Non lo dubito, e questo ti fa sicuramente onore. Svolgi il tuo lavoro in maniera impeccabile, ti ammiro molto, sai? Ma sono qui per occuparmi di Sky." Brandon guardò il suo migliore amico con aria interrogativa.
"Sì, Brandon, ne parlavamo prima..." Disse il principe, non poco in difficoltà sotto lo sguardo del suo amico. "... non posso darti tutto questo lavoro, hai già tante cose a cui pensare ultimamente, con Flora, e... magari con un aiuto..."
"Sono il tuo scudiero, questo è il mio lavoro. E riesco perfettamente a gestire la protezione del mio sovrano e la Natura che ce l'ha con la mia famiglia!" Prese un respiro e rimase in silenzio, irritato, guardando Sky e poi Adrian Carter. "Sai cosa? Hai ragione." Concluse poi, notando che Sky non aveva intenzione di cambiare idea. "Due menti sono meglio di una. Ma hai una riunione ora, andiamo?" Lasciò che Sky entrasse, fece per seguirlo ma Carter gli tagliò la strada seguendo Sky. Il soldato alzò gli occhi al cielo ed entrò, chiedendo a tutti gli dei la pazienza che non aveva.
Su Linphea, invece, Flora era tornata a casa e aveva fatto il suo giro di telefonate per invitare i suoi amici. Aisha quindi la raggiunse per darle una mano a preparare tutto per quella sera e le due amiche si dedicarono alla cucina, ma soprattutto alle chiacchiere, dato che era un po' che non si vedevano.
"Andiamo, dimmi chi deve venire!" La implorò ancora Aisha, mentre la sua amica decorava il suo dessert con della panna.
"Non vorrei metterlo in difficoltà, non vorrei che pensasse che abbiamo parlato di lui in senso negativo. Anzi, si sentirebbe a disagio al solo pensare che abbiamo parlato di lui..."
"Quindi è un lui... andiamo, Flora!"
"E va bene, ma promettimi che quando lo vedrai sembrerai sorpresa." Si arrese la keimerina.
"Parola mia!" Acconsentì Aisha, impaziente.
"È Riven." Confessò la fata della natura, Aisha si coprì la bocca con entrambe le mani, stupita.
"Non dovrò sembrare sorpresa, lo sarò! Riven? E come...? È tornato? Wow..."
"Non ti dico nulla, lo farà lui stasera." Disse Flora, chiudendo la questione. Aisha, con un sorriso, scosse la testa, ancora incredula. "Anzi, a proposito..." la giovane prese il telefono e chiamò. Aisha le chiese in un sussurro chi chiamasse, la sua amica le fece un gesto che intendeva che l'avrebbe capito.
"Ehm... Musa, ciao, so che è il terzo messaggio che ti lascio e ti sembrerò un po' irritante considerando che non hai mai risposto alle mie chiamate, ma stavolta volevo dirti che avrei davvero piacere se venissi da me stasera, abbiamo organizzato una cosa per stare insieme e ci sarebbe qualcuno che vorrebbe vederti. Ehm... magari richiamami se ti fa piacere o comunque vieni e basta, tranquilla, non chiedo neanche conferma, ti aspettiamo, è verso le otto e... è tornato Riven, ciao." Concluse velocemente prima che il suono la avvertisse che il messaggio era concluso. Aisha la guardò sorpresa e rise, del tutto scioccata. Flora le sorrise scuotendo la testa.
"Ricorda che sei qui per aiutarmi e ancora non ti ho visto fare nulla!" La sua amica le fece il verso e poi si mise a lavoro. Poco dopo, furono interrotte poichè arrivò Miele, che si diresse in fretta verso la cucina da sua sorella.
"Papà mi ha detto che volevi parlarmi." Esordì, e si fermò a braccia incrociate.
"Sì, esatto." Confermò Flora, gettandole un'occhiata tenendo un sopracciglio leggermente alzato, come se tenesse d'occhio quell'indisponenza. Prese un respiro e guardò Aisha, che capì immediatamente e uscì per il retro."Devo fare una telefonata." Disse, ma era la peggior scusa che potesse usare dato che il suo telefono su Linphea non avrebbe potuto funzionare.
Quando le due sorelle furono sole, Flora guardò Miele, tenendo le mani sul tavolo e squadrandola dall'alto.
"Vorrei che tu mi spiegassi il motivo del tuo comportamento." Miele rimase impassibile e replicò:
"Di che parli?"
"Parlo di questo tuo essere scortese, di queste nuove amiche che ti sei trovata e che, ti avevo avvertita qualche giorno fa, non mi piacciono affatto."
"Devono piacere a me tanto."
"No, signorina, devono piacere prima a me!" Sbottò Flora, accigliata, ma cercò di mantenere la calma. "Miele, se ti stanno dando fastidio in qualche modo puoi dirmelo."
"Ancora con questa storia?" Disse con fare annoiato.
"Oh, non alzare gli occhi al cielo! Va bene, ora basta. Sei in punizione: non esci per una settimana. Dopo il Collegio dritta a casa, e vedi di fare i compiti perché non tollero questo tuo atteggiamento noncurante!"
"Tu non puoi punirmi, solo papà può punirmi!" Esclamò Miele con rabbia.
"Su questo puoi stare tranquilla, ho tutta l'autorità di cui ho bisogno. Ti consiglio di cambiare atteggiamento perché non stai imboccando una bella strada. Ora va' a casa e finisci i compiti, e sappi che controllerò." Le disse Flora con aria severa.
"Tu non capisci niente!"
"La discussione finisce qui!" Esclamò la keimerina, irremovibile.
"Ma..." Con un dito alzato e il potere di uno sguardo Flora la zittì.
"A casa. Adesso." Ordinò la fata, Miele sbuffò nervosa e andò via a grandi passi sbattendo la porta. Solo quando fu andata via Flora prese un respiro e si ritrovò con gli occhi lucidi. Gettò uno sguardo alla foto di sua madre. "Sto sbagliando tutto con lei, non è vero?" Disse, in quel momento rientrò Aisha e lei si scosse, ricacciando dentro quelle lacrime.
"Va tutto bene?" Chiese Aisha, preoccupata. La sua amica le sorrise.
"Sì, tranquilla. Tutto bene."
Su Eraklyon, finite le riunioni a cui il il principe Sky doveva presenziare erano finite, Adrian Carter non si decideva a lasciarli. Fu Sky che, ad un certo punto, sentì l'esigenza di separarsi dai due, che sembravano in gara ad ogni singolo gesto.
"Ragazzi," Li fermò con le mani avanti. "io raggiungo Bloom e voi potete andare."
"Posso accompagnarti da lei." Si offrì subito Adrian, Brandon gli gettò un'occhiataccia. Sky però scosse la testa.
"No, va bene, va' a casa. Non può succedermi niente, devo attraversare solo un corridoio." Adrian annuì con aria sottomessa. "Ci vediamo dopo." Disse poi a Brandon, lui gli fece un cenno con la testa. "Riven... ancora non ci credo. Beh, a dopo. Buonasera, Adrian, e grazie ancora." Detto questo Sky li lasciò e si allontanò. Adrian allora si rivolse a Brandon:
"Vai a casa?"
"Sì, e tu?" Chiese il soldato.
"Anche. A domani." Rispose Carter sostenendo il suo sguardo.
"A domani." Salutò Brandon.
Ma mentivano entrambi.
Brandon lasciò il palazzo reale per andare sulla riva ovest, ma stavolta non per fare domande, o insomma, non proprio.
"Ciao." Notò le azalee davanti al nome di sua madre e sorrise: sapeva che quei fiori li aveva messi lì Flora, che probabilmente in quei giorni era andata a trovare Amelia. "Sai cosa? Vorrei proprio che tu fossi qui in un momento così bello. Ammetto che ho bisogno un po' di te... Vedi, sono certo che Flora sarà una madre fantastica, i miei dubbi li ho su di me. Ho paura di poter prendere delle decisioni di cui mi pentirò e farli soffrire come ha fatto lui con noi. Ho chiesto io a Flora di non aprire più l'argomento, volevo metterlo da parte, fare in modo di non pensarci e lei ha capito, ma io... vedi, il problema sono io che comunque continuo a pensarci. Mi ha davvero sconvolto presentandosi a casa, mi si è innascato qualcosa e tutto l'odio che provavo per lui è raffiorato... ma non posso essere un buon padre se ho questi sentimenti, non credi?" Rimase a guardare il nome di Amelia immaginando e sperando di poter ricevere una risposta. Il cielo era rosato e una brezza calda gli scompigliava i capelli. I ricordi riaffioravano nella sua mente, l'uno dopo l'altro, e la confusione regnava sovrana. Fu quando la sua mente divenne troppo rumorosa che ordinò a quei pensieri di fermarsi e decise di andare a casa, dove c'era l'unica persona che era in grado di capire quel disordine tagliente.
Quando arrivò a casa, trovò lì Aisha e ormai le due amiche avevano già preparato tutto. Si spogliò delle sua uniforme e poi scese di nuovo al piano di sotto e Aisha e Flora si interruppero subito.
"Cosa? Non posso sapere di cosa parlate?" Chiese divertito.
"Cose da donne." Rispose Aisha, con l'aria di chi la sapeva lunga. Brandon sospirò, scuotendo la testa.
"Allora, novità? Devo sapere qualcosa?" Chiese a Flora, lei lo guardò. "Hai sentito Martha? Flora, santo cielo, sei entrata nel secondo trimestre, la vostra magia si sarà forse amplificata? Non dovremmo fare qualcosa nel frattempo? Manca ancora una settimana per l'incantesimo!" Aisha gettò un'occhiata a Flora, cercando di trattenere un sorriso, ma la sua amica non lo notò e anzi, si avvicinò a lui e gli poggiò le mani sulle spalle.
"Brandon, calma, ti prego... va tutto bene. Sto bene, stiamo bene. Sta' tranquillo."
"Non posso stare tranquillo." Replicò lui, Flora gli sorrise divertita.
"Devi almeno provarci. Abbiamo una settimana, non può succedere nulla in sette giorni, andiamo..." Lui sospirò, poco convinto. Poco dopo arrivarono Sky e Bloom, e poi Helia e Martha, ed anche Nex. Le ragazze si salutarono affettuosamente. Aspettavano gli altri e Martha spiegò nel frattempo come aveva intenzione di coprire la magia di Flora e del bambino e arrivarono poco dopo anche Tecna e Timmy. Le sue amiche furono entusiaste di vederla, soprattutto perché lei sembrava tranquilla e sorrise quando entrò. Flora la abbracciò, sapendo ormai di potersi permettere quel lusso con la sua amica.
"Sono così felice di vederti." Le disse in un sussurro.
"Mi... mi fa piacere esserci." Replicò lei, accennando un sorriso, incerta. Flora le diede un bacio sulla guancia e le salirono le lacrime agli occhi.
"Flora!" La richiamò Aisha, lei cercò di farsi aria.
"Scusate, scusate, emozioni forti! Perdonatemi, è passato, è passato!" I suoi amici risero, Tecna compresa. Fu allora che bussarono alla porta e quello doveva essere sicuramente lui.
"Finalmente!" Esclamò Flora quando lo vide, Riven le sorrise e la salutò. Quando entrò tutti zittirono. Flora chiuse la porta e passò al suo fianco, guardando i suoi amici.
"Beh..." Disse il giovane. "... ciao, ragazzi." Ci fu silenzio. Riven si schiarì la voce, imbarazzato. Fu allora che Brandon si alzò per andare a salutarlo e tutti gli altri fecero lo stesso, rompendo il ghiaccio e mostrandosi felici di vederlo.
"Scusa, è stato un po' uno shock..." Disse Timmy, ma senza imbarazzo.
"Lo immagino. Sono felice di vedervi." Replicò il giovane. Salutò tutti e si presentò a Martha. Poi arrivò ancora qualcun altro. Appena Flora le aprì, Stella entrò spedita, mentre tutti la seguivano con lo sguardo.
"Scusate, scusate il ritardo! È che ho sempre mille cose da fare! Tu stai bene?" Chiese a Flora, lei incredula annuì, gli altri assistevano alla scena chiedendosi se la loro amica davvero non si fosse accorta di Riven. Stella poi si rivolse alla pancia della sua amica. "E tu, tesorino? Oh, la zia Stella ha tanti progetti per te!" Disse ai suoi amici: "È per questo che ho fatto tardi: un lampo di genio! Mi dedicherò ad una linea per bambini per la prossima stagione! Oh, sarà fantastico! E il vostro bimbo sarà il mio modello! Oh, Flora, se prendesse i tuoi occhi verdi potremmo montare una scenografia un po'... linpheiana, per non usare un termine per cui mi accusereste di essere offensiva... sai cosa sarebbe bello? Dei vestiti pre-maman! Potrei lavorare anche a quello! Faremmo uno shoot che mi mostrerebbe come reggente che ama il popolo, la gente comune! Staresti bene, sei ancora in forma e non so come tu faccia! So di gente che ha messo su non so quanto... a proposito, non so cosa tu abbia preparato ma io sono a dieta, una nuova, me l'ha consigliata Catalina Faris... aspettate un attimo... Riven?!" Lui ridacchiò, mentre gli altri cercavano di trattenersi.
"Ciao, Stella."
"Davvero incredibile! Sono sconvolta! Vieni, fatti abbracciare!" Poi lo lasciò. "Non posso davvero crederci. Questo tuo ritorno supera persino lo scoop del tradimento del marchese di Dikaiolis, poveretto poi quello lì..." I suoi amici non poterono fare a meno di ridere.
"Beh, ci siamo tutti." Dichiarò Nex, sospirando davanti all'affermaziome di Stella. "Io personalmente muoio di fame. Che si fa?"
"Hai ragione, venite, mettiamoci a tavola." Disse Brandon, facendo segno ai suoi amici. Flora però rimase ferma accanto a lui e gli intimò:
"Dovrebbe arrivare ancora Musa." Lui la avvicinò a sé con una mano dietro la schiena e le sussurrò:
"Mi dispiace, ma non credo che verrà." La fata sospirò amareggiata, mentre lui le diede un bacio sui capelli prima di seguire gli altri.
Gli amici tempestarono Riven di domande e lui raccontò loro della sua esperienza a Basing-Seh, anche se tralasciò i dettagli a proposito delle sue emozioni e del suo cambiamento. Poi Stella prese la scena e raccontò in maniera più dettagliata delle sue idee geniali, e poi bussarono alla porta. Flora si alzò subito. "Vado io." Disse e gettò un'occhiata a Riven, che strinse le labbra.
Flora andò alla porta e prima di aprire prese un respiro sperando di non sbagliarsi.
"Ehi." Disse Musa, con espressione piatta, facendole un cenno con la testa.
"Musa!" Esclamò la fata con un gran sorriso, abbracciandola, ma Musa rimase immobile e, anzi, le fece capire di lasciarla andare. "Scusami... vieni, entra! Scusami..."
"Mi hai tartassato di telefonate... credevo qui non funzionassero i telefoni..." Disse infastidita.
"Sì, è vero, ma sarebbe stato impossibile ormai vivere senza, no? Con le mie amiche su pianeti diversi... se n'è occupato Timmy."
"Che fortuna..." Replicò, alzando gli occhi al cielo.
"Già, e menomale, perché ora sei qui, no?"
"Sì... so che avevi detto le otto, ma..." Borbottò, guardandosi intorno poco entusiasta.
"Tranquilla, non c'è problema! Sei in tempo per il dolce! Vieni di là!"
Quando i suoi amici la videro rimasero di sasso, Brandon gettò un'occhiata a Flora e le sorrise. La fata, eccitata, disse:
"Stella, Aisha, fate un po' di spazio, vado a prendere una sedia." Brandon la fermò subito.
"Lascia, faccio io." Le disse calmo, lei allora continuò a guardare Musa con un sorriso. Qualche istante dopo Brandon tornò con una sedia per la sua amica e lasciò che si sedesse.
"È bello vederti..." Esordì quindi Aisha dopo essersi schiarita la voce. Lei le sorrise velocemente e poi la sua espressione divenne di nuovo piatta. Riven la guardò, o meglio, non le tolse gli occhi di dosso, ma lei incrociò il suo sguardo solo per un attimo.
"Allora..." Disse Flora, sperando di rompere quel silenzio imbarazzante. "... com'è andata la tua tournée?"
"Oh... bene." Rispose, come fosse poco interessata. "... piuttosto bene, a dir la verità." Ci fu di nuovo silenzio. "E voi? Come vanno le cose? Novità?"
"Oh, ce l'hai seduta di fronte!" Esclamò Stella e poi rise, ma fu l'unica e si zittì in fretta, poco lieta.
"Ho notato... come mai poi sei tornato?" Chiese a Riven, eppure sembrava che niente la toccasse.
"Io... ho capito cosa volevo."
"Mi fa piacere per te." Replicò Musa. Ci fu ancora silenzio e allora Bloom disse:
"Flora aspetta un bambino." Musa alzò entrambe le sopracciglia.
"Ma dai?" Disse. "Ecco perché è più irritante del solito." Nessuno disse nulla, neanche Flora. Musa strinse per un attimo gli occhi e le labbra e poi guardò Flora. "Oh, accidenti, mi dispiace, è suonata cattiva anche a me. Mi dispiace."
"T-tranquilla." Replicò la sua amica, accennando un sorriso, increspando le labbra. Brandon allora disse:
"E... sei su Melody ora?"
"Tecnicamente sì, ma a dir la verità non ci torno mai: è un posto troppo noioso." Ci fu ancora silenzio, Musa incrociò per la seconda volta lo sguardo di Riven ma nessuno comunque disse nulla.
"Hai tagliato i capelli corti... stai bene." Disse Stella. Lei, passandosi la mano tra i capelli, replicò:
"Sì, avevo voglia di cambiare."
Ci fu ancora silenzio, qualcuno si schiarì la voce. Allora Flora chiese:
"Chi vuole il dolce?"
La serata fu piuttosto imbarazzante, Musa non sembrava per niente contenta di stare lì, o più che altro non interessata. Eppure, rimase fino a quando anche gli altri non decisero di andare via. L'aria si era fatta un po' pesante, ma comunque provarono a sapere di più sulla loro amica che non vedevano da più di un anno. La fata fu molto evasiva, rispondendo spesso in maniera molto breve il che uccideva ogni tipo di tentativo di conversazione. A fine serata, gli amici si salutarono e andarono via e, mentre Musa si avviava verso la sua windrider, Riven la fermò. Era buio, ma la casa di Flora e Brandon ancora illuminata e le lanterne notturne di Linphea permisero loro di non essere avvolti dall'oscurità.
"Che succede?" Chiese la fata della musica. Lui prese un respiro.
"Mi chiedevo se ti andasse di vederci in questi giorni. Sai, chiacchierare solo io e te."
"Oh..." Musa sembrò in difficoltà. "... non credo sia il caso."
"Non pretendo nulla!" Si affrettò a dire lui. "Soltanto... mi farebbe piacere parlare con te."
"Sono molto impegnata ultimamente... facciamo così: magari ti chiamo, eh?" Replicò lei, a lui sembrò bastare perché disse:
"Va bene... e il numero?"
"Beh, dimmelo che lo salvo." Riven fece come gli era stato detto. "Bene, io ora devo andare. Notte." Senza che lui potesse dire nulla, Musa s'infilò il casco della sua windrider e andò via.
"... notte." Disse Riven, guardandola allontanarsi.
-
Il giorno dopo, prima di andare a palazzo, Brandon si recò alla caserma di Eraklyon dove erano tenuti i due sicari dell'imboscata. Ma con sorpresa scoprì che non erano lì. Se le mura avessero potuto avrebbero tremato per il tono che usò il soldato quando si diresse agli uffici. "Può essere che qui nessuno fa niente?! Vi siete fatti scappare due prigionieri che hanno attentato alla vita del principe Sky! A cosa state pensando?!" Una delle guardie, impaurito dal fatto che un possibile provvedimento avrebbe potuto portare più lavoro, aveva la voce tremante e disse:
"Capitano, i prigionieri non sono evasi, li hanno trasferiti."
"Non ho capito... trasferiti?! E dove?! Per ordine di chi?!" Esclamò Brandon, accigliato.
"I servizi segreti della Corona, è venuto qui un certo Carter ieri pomeriggio." Brandon prese un respiro per calmarsi, dopotutto lì nessuno aveva colpa se quel Carter era una spina nel fianco.
"La prossima volta pretendo di essere avvisato. È chiaro?" L'altro annuì. Infastidito, Brandon lasciò la caserma dirigendosi a palazzo dal principe Sky.
Quando bussò alla porta il principe gli diede il permesso di entrare e Brandon notò che era con re Eredor e nientepopodimeno che Adrian Carter.
"Vostra Maestà." Salutò entrando, prendendo un sospiro e cercando di mantenere la calma. Re Eredor gli fece un cenno col capo, Brandon si avvicinò al tavolo intorno al quale erano riuniti i tre. "C'è qualche problema?" Chiese poi, notando che sul tavolo c'era la mappa di Eraklyon.
"No, assolutamente." Rispose Carter con un sorriso, Brandon gridava internamente quanto avesse in antipatia quel tizio. "Anzi, sono riuscito, quasi certamente, ad arrivare alla posizione del mandante dell'imboscata, che dovrebbe poi essere un capo di una organizzazione antimonarchica. È stato grazie ai due attentatori che ho interrogato."
"Ecco, a questo proposito..." Provò a dire il soldato, ma Carter lo interruppe.
"È stata dura e magari potrebbe essere un buco nell'acqua, ma mi fido del mio istinto."
"Non essere modesto!" Esclamò re Eredor con un sorriso. "Hai fatto un ottimo lavoro e dalle informazioni che ci hai dato non ci sbagliamo."
"Bene." Disse Brandon, "Allora preparo i miei uomini per l'operazione."
"Brandon," Lo fermò Carter, "credo ci sia stato un fraintendimento. Sono io a capo." Lui fu interdetto, guardò Sky, che si schiarì la voce e disse:
"Beh, dopotutto è stato Adrian a rintracciare il nostro uomo." Brandon prese un respiro e sorrise.
"Ma sì, certo, indubbiamente."
"Ovviamente mi farebbe piacere il tuo aiuto. Se impiegassi anche i tuoi uomini sarebbe sicuramente una risorsa. Ti faccio sapere quando è tutto pronto." Disse Adrian e sorrise in maniera educata, Brandon fece lo stesso.
Nel frattempo, su Linphea, brillava alto il sole e una leggera brezza rinfrescava la pelle. Ma nell'antro di Vymarna le grandi frode coprivano in parte quella luce e i raggi del sole filtravano quasi intimoriti. Le ninfe della Natura si allarmarono subito quando videro quegli uomini entrare e iniziarono ad agitarsi. L'uomo dai capelli scuri si guardò intorno, ma le ninfe, intimorite, si nascosero nei loro alberi, nel laghetto o divennero brezza. Furono Jovia e Astrea, le due ninfe più anziane, a fermarsi davanti a loro.
"Che cosa volete?" Chiese Jovia a braccia incrociate.
"Parlare con la Natura."
"Oh, non credo voglia parlare con voi." Replicò la ninfa, l'uomo sorrise.
"Neanche se si tratta della fata dell'Inverno?" Jovia e Astrea si guardarono e allora svegliarono Vymarna.
Un po' più distante, al Collegio di Linphea i ragazzi erano in cortile e Flora non tardò a far capolino nella classe del suo amico per chiedergli della sera prima. Lui sembrò restio a parlare e cercò di tenersi occupato, ma la fata non si lasciò fermare da quell'atteggiamento scostante. Mentre cancellava alla lavagna, Riven le disse:
"Non posso raccontarti nulla perché non è successo nulla."
"Almeno dimmi delle tue impressioni: che effetto ti ha fatto vederla?" Lui la guardò e alzò gli occhi al cielo.
"Ma tu lo sai, vero, che il fatto che ora lavoriamo insieme non significa che io sia la tua amichetta del cuore? Che non ti racconterò delle mie vicende amorose solo perché..." Sospirò mentre Flora gli rivolgeva uno sguardo dei suoi. "... ha confuso quel po' di pace che avevo. Musa scatena in me sentimenti assurdi a cui io non riesco a dare un nome. Credo... anzi, so che provo ancora qualcosa per lei, ma è chiaro che ormai qualcosa si è rotto." Flora storse le labbra, dispiaciuta, poi gli rivolse un sorriso dolce.
"Riven, se c'è qualcosa che ho capito negli ultimi anni è che se il cuore ti dice che è la cosa giusta bisogna lottare." Lui sembrò poco convinto, lei allora sospirò e continuò. "Quando io e Brandon ci siamo sposati il cielo era squarciato in due, io avevo un fidanzamento ufficiale in corso e su di noi pesava la possibilità di non uscire vivi da quella guerra a causa del Sigillo, ma per quanto incerti e impauriti ci abbiamo creduto entrambi. Alla fine le cose finiscono bene per quelli che si amano." Fu allora che Riven la guardò negli occhi e sembrò colpito. Le sorrise, seppur accennatamente, e le fece un cenno col capo.
Quando le lezioni finirono e uscirono dal Collegio, Flora fu meravigliata quando, alzando lo sguardo, vide i grossi nuvoloni grigi.
"Cos'è, su Linphea non piove mai?" Chiese Riven, divertito davanti all'espressione dubbiosa della sua amica.
"No, cioè, sì... ma non a pochi giorni dall'estate..." Rispose Flora, pensosa.
"Credi che possa essere... lui?" Fece un cenno al suo grembo, Flora storse le labbra.
"Non lo so, ma stavolta non credo..."
Lasciato Riven, Flora passò a casa di suo padre dove controllò Miele che, come previsto, era già in camera sua a fare i compiti. La ragazzina fu molto ostile nei suoi confronti e per quel giorno Flora rinunciò a parlarle.
Al piano di sotto trovò suo padre che preparava la cena ed essendo poco esperto gli conveniva iniziare presto per poter assicurare a Miele una cena entro quella sera.
"Ti serve una mano?" Chiese Flora osservandolo. Rodols le sorrise e poi tornò a mescolare la sua minestra.
"Oh, no, tesoro, sta' tranquilla. Mi sto perfezionando, dico sul serio. Mal che vada ho delle tue scodelle nel congelatore." Flora rise. "Ascolta, che succede con Miele?" Il sorriso di Flora voleva spegnersi ma lei cercò di mantenere un'aria tranquilla.
"Niente di grave. È solo che ho notato che sta trascurando un po' gli studi con la primavera, le belle giornate e la voglia di stare fuori." Lui le gettò un'occhiata.
"Tu sai che mi fido di te e che credo che tu prenda delle giuste decisioni. Tua sorella ha bisogno di te ora come ora. Quando eravate più piccole e io e tua madre eravamo via ti sei occupata tu di lei, ed ora che vostra madre non c'è più..." Gli si ruppe la voce, se schiarì e continuò: "... sei una figura importante per lei e mi fido di te."
"Ti ringrazio, papà." Replicò la fata con gli occhi lucidi, ma lui finse di non accorgersene.
Quando Flora tornò a casa si dedicò alla correzione dei compiti e alla preparazione della lezione per il giorno seguente. Era seduta al tavolo e, mentre leggeva, correggeva e scriveva, sentì dei brividi e gettò un'occhiata alla finestra. "Vymarna, cos'è che ti turba?" Disse, notando che aveva iniziato a piovere, seppur in maniera molto leggera. I tramonti primaverili di Linphea erano meravigliosi, ma quel giorno era impossibile vederlo tanto le nubi erano fitte. Sapeva che la Natura preparava qualcosa contro di lei, ma ormai mancavano pochi giorni all'incantesimo, doveva solo cercare di mantenere la calma. Bussarono alla porta e quel suono la fece trasalire. Prese un respiro e si disse di stare calma. Arrivò alla porta ma prima di aprire chiese: "Chi è?" Non risposero. Non le piacque, dentro di sé sentiva una strana sensazione di paura mista a preoccupazione. Fidandosi del suo istinto, diede un'occhiata dalla finestra e ciò che vide le fece sgranare gli occhi. Fece per scappare ma in quel momento sfondarono la porta. Flora scagliò contro di loro degli incantesimi, ma i cacciatori di fate ne sembravano immuni.
"Tempesta Ghiacciata! Soffio di Primavera!" Provò ancora, ma loro deviarono quei colpi con le spade e ciò le fece capire che c'era qualcosa di ancor più pericoloso di quello che si aspettava. Provò a scappare, i cacciatori la inseguirono, lei scaraventò dietro di sé i mobili per rallentarli, ma la fata dell'Inverno sembrò una farfalla indifesa nelle loro mani.
Negli stessi istanti, Riven, era nel suo apprtamento e, poiché aveva bisogno di pensare, decise di allenarsi. Con la finestra aperta poté sentire il venticello fresco, e quell'atmosfera gli ricordò Basing-Seh. Gli sembrò così surreale essere tornato, essere circondato di nuovo dai suoi amici, sembrava tutto uguale eppure ormai era tutto completamente diverso. Certe cose non cambiavano, come Flora che cercava di metterlo sulla buona strada per far breccia nel cuore di Musa, o Stella che non vedeva altri intorno a sé se non dopo lunghi imbarazzanti minuti, ma ormai gli sembrava essere passata un'eternità da quando erano tutti insieme su Magix. Fu scosso dai suoi pensieri quando il suo cellulare squillò, sorrise quando vide il nome di Musa.
Su Eraklyon, invece, Brandon era con Sky. Il principe aveva appena lasciato la sala del trono e Brandon lo accompagnava nelle sue stanze.
"Il tuo silenzio è assordante." Esordì Sky, quel corridoio era vuoto e si sentivano solo i loro passi.
"Beh, non mi pare che la mia opinione conti molto, tanto vale la tenga per me." Replicò il suo amico, irritato. Sky alzò gli occhi al cielo.
"Andiamo, Brandon, non puoi prendertela per questo!"
"Io non me la sono presa, non è un gioco a cui ho perso. Ma sono il tuo scudiero, mi faccio in quattro perché tu sia al sicuro ed ora ti affidi completamente a questo sconosciuto. Posso capire il perché?" Sky lo guardò e sospirò.
"Brandon, so quanto lavori per il mio bene e che l'hai sempre fatto. È questo il punto, volevo sollevarti da tutto questo lavoro, come ti ho detto, hai tanto a cui pensare ultimamente. E poi, Adrian mi ha dato prova che posso fidarmi di lui, è riuscito persino a far parlare quei due e se tutto va bene troveremo il loro capo e magari staremo tutti più tranquilli. Non ti sembra una vittoria?" Brandon non rispose. "So che sei in grado di lavorare in una squadra, beh, tu ed Adrian mi sembrate una squadra vincente e non capisco perché non ti fidi di lui. Potresti almeno provarci."
Brandon tentennò, poi concesse:
"E va bene... in questi giorni vedremo se avrà ragione e scoveremo questo sovversivo." Sky sorrise soddisfatto. Accompagnato il suo principe, Brandon lasciò finalmente il palazzo. Respirò l'aria quasi estiva di Eraklyon, il tramonto caldo, e sorrise. Lo scenario però cambiò quando arrivò su Linphea, il che lo lasciò perplesso. Era quasi certo che di quei periodi non si sarebbe potuto aspettare il cielo grigio e la pioggerella, quel vento docile ma freddo. Dubbioso, attraversò il vialetto di casa, ma quando arrivò alla porta ebbe un colpo al cuore. Notando la serratura sfondata, mise immediatamente mano alla spada ed entrò lentamente.
"Flora?" Chiamò entrando, ma non ricevette risposta. Vide la casa sottosopra, alcuni dei mobili completamente sfasciati: era chiaro che lì c'era stato un combattimento. "Flora?!" Chiamò ancora, passando in rassegna la casa. Corse di sopra ma non la trovò e tornò ancora di sotto, passò per la cucina, andò sul retro, nella serra. "FLORA!!" Chiamò agitato, ma lei non c'era. "No, no, no, no, no!" Esclamò, nel panico più totale, tenendosi la testa fra le mani. Si guardò ancora intorno, immaginando tutte le possibili scene. Capì cosa fare, ma non avrebbe potuto da solo, quindi chiamò i suoi amici.
Riven e Musa erano in un caffè su Magix in quel momento e, nonostante l'imbarazzo iniziale, tra i due si era subito rotto il ghiaccio. Chiacchieravano delle loro esperienze, del tempo in cui non si erano visti, e Musa addirittura si sentì leggera, con la voglia di ridere in compagnia di Riven. Fu allora che a Riven squillò il cellulare.
"Non rispondi?" Chiese Musa, sorpresa.
"Sicuramente non è niente d'importante." Rispose lui, stringendo le labbra in un sorriso. Lei sorrise. Ma quel momento fu interrotto ancora e lui fu costretto a prendere il cellulare. "Davvero? Brandon?"
"Sarà sicuramente qualcosa d'importante se i tuoi amici ti cercano." Disse Musa, lui la guardò.
"Sono anche i tuoi amici." Non le diede modo di replicare perché rispose. Si accigliò, Musa alzò un sopracciglio, curiosa. "Calma, calma, non capisco nulla... che cosa?! Sto arrivando. Brandon, sta' calmo, la troveremo."
"Cos'è, ha perso la cagnolina del principe Sky?" Chiese lei, divertita. Riven, serio, replicò:
"No, hanno preso Flora. Dobbiamo andare subito lì." Si alzò in fretta ma lei lo fermò.
"Vai tu, io... ho delle cose da fare."
"Cosa?! Musa, hanno preso Flora! Dobbiamo sbrigarci, forza!"
"Ma..." Lui la prese per mano e, senza sentire ragioni, la portò con sé su Linphea.
Nel frattempo, Brandon cercava di mantenere la calma mentre aspettava i suoi amici. Rovistò la casa in cerca della sfera di cristallo, lamentandosi del fatto che la melissa non possedesse un cellulare e poi, una volta trovata, contattò subito Martha.
"Brandon?" La melissa fu sorpresa di vederlo apparire nella sua sfera, poi si accigliò. "Che succede?! Flora sta male?"
"L'hanno presa. Martha, vieni subito." A quelle parole, la melissa prese subito le sue cose e lasciò la torre. Il senso di paura e fallimento le cascarono addosso come un secchio d'acqua ghiacciata. La sua pixie provava a tranquillizzarla, ma con scarsi risultati. Sapeva che avrebbe dovuto fare di più per proteggerla. Flora era l'ultima fata dell'Inverno, e sull'Inverno stesso lei aveva pronunciato una profezia, come minimo avrebbe dovuto trovare un modo efficace per impedire alla Natura di arrivare a lei. Riprese fiato solo quando arrivò a casa di Brandon e Flora. Entrò, bagnata dalla testa ai piedi per la pioggia, e trovò già Helia, Sky, Bloom, Aisha e Nex.
"L'unica cosa che possiamo fare è entrare nell'antro di Vymarna. Non m'interessa se ci sarà da combattere contro la Natura stessa!" Stava dicendo Brandon quando Martha arrivò.
"Okay, okay, cerchiamo di rimanere lucidi." Disse la melissa, mettendo le mani avanti, tutti la guardarono. In quel momento arrivarono anche tutti gli altri e gli amici furono piuttosto sorpresi di vedere Musa. "Come dicevo," Riprese quindi Martha. "cerchiamo di stare calmi. Metterci contro Vymarna è una pazzia. Lei è il pianeta, è come combattere contro un oceano, contro un bosco intero."
"È stata Lei che si è messa contro di noi." Disse però Brandon, scuro in viso.
I ragazzi non potevano sapere che dietro il rapimento di Flora ci fossero, oltre alla Natura, anche i cacciatori di fate. Quando la fata aprì gli occhi sentì un forte dolore alla testa, in un attimo si rese conto di essere nell'antro di Vymarna. Intorno a lei sembrava non esserci nessuno, ormai era sera e la pioggia era leggera ma incessante. Provò a muoversi, ma non ci riuscì, si rese conto di essere intrappolata nella corteccia. Eppure fu confusa, come potevano avere qualcosa in comune Barrera e Vymarna? Sentì i sussurri agitati delle ninfe, che però non osavano mostrarsi, e poi sentì le voci avvicinarsi finché i due non si fecero vedere.
"Non avrei mai pensato di averti fra le mie mani in una maniera così semplice." Disse Barrera, guardandola quasi come stesse guardando un qualcosa di estremamente prezioso e di cui stesse sul punto di impossessarsi. Flora non disse nulla, ma guardò l'uomo. Il cacciatore di fate era volto noto per loro a causa della sua pericolosità: i capelli biondo sporco erano disordinati, la barba era folta e una cicatrice gli rigava il viso. Flora provò a liberarsi con la magia, ma fu inutile. I due si gettarono un'occhiata, poi Barrera, con un ghigno, le disse: "Credi di poterti liberare? Qui non stiamo giocando, fatina."
In quel momento Vymarna uscì dalla sua quercia e Flora le rivolse subito il suo sguardo. Jovia e Astrea si misero subito ai lati della Natura.
"Sei arrivata a tanto?" Chiese Flora con rabbia.
"Non mi hai dato altra scelta, keimerina." Replicò Vymarna, poi si rivolse ai cacciatori. "Spostatevi, di lei ora mi occupo io."
"Ricorda che abbiamo un patto." Le disse Barrera, la Natura lo guardò e fece un cenno col capo. I due cacciatori allora si spostarono, ma prima Flora li fermò.
"Sapevo fossi una persona ignobile, ma non fino a questo punto. È sangue anche tuo." Javier la guardò ma non sembrò toccato più di tanto, non le rispose e si fece da parte per permettere alla Natura di occuparsi di lei.
Ehilàaaa!🏵🏵💕💕💕 miei meravigliosi germogli di lullabea! Rieccoci con un nuovo capitolo che si è aperto facendoci pensare che non sarebbe successo niente di che, e invece...
Non mi dilungo, vorrei solo farvi soffermare su Musa e Riven, che tra l'altro so avete apprezzato molto, e su quello che è successo a Flora, ovviamente. Anche se, vi sto dicendo molto più di quello che credete, ma più avanti capiremo meglio.
Nel frattempo, vi ringrazio per la lettura, i voti e i messaggi! Per me significate tutto e non immaginatea mia gioia! Siete il colore in una giornata grigia!
Spero il capitolo vi sia piaciuto e aspetto di sapere cosa ne pensate! Vi voglio bene, anzi,
vi strAmo,
xoxo Florafairy7
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