36 - Quasi in trappola
Apro gli occhi.
Un fulmine sfreccia accanto al mio viso lasciandomi una piccola ferita sulla guancia.
Strizzo gli occhi e metto a fuoco l'arena in cui mi trovo.
Siamo circondati da altissimi palazzi in rovina con i vetri rotti e l'intonaco che cade a pezzi. Su alcuni edifici si vede lo scheletro di ferro e le travi arruginte che spuntano dalla muratura rovinata.
Cornelio è di fronte a me, con le sue enormi ali da pipistrello spiegate. Ha ancora le mani elettrizzate per il fulmine che mi ha appena lanciato e le agita per far svanire l'incantesimo.
-Buongiorno anche a te. - dico sbadigliando.
Faccio un balzo e rimango in volo.
-sembri quasi una maga in grado di controllare l'aria.
Non sono in vena di provocazioni.
-Muro! - Grido.
Dal terreno si dirama una barriera di rovi che lo avvolge stringendolo sempre di più.
-Molto brava Nyx, credo che tu abbia evocato l'incantesimo sbagliato.
La sua voce mi arriva ovatta, è quasi un sussurro.
I rovi iniziano a prendere fuoco dalla base, non ci vuole molto tempo perché si diffonda creando un bel falò. Il caldo è insopportabile anche da quassù.
Quando il fuoco si estingue il mio incantesimo è ridotto in cenere.
Ne raccoglie un po' da terra e poi la fa cadere piano piano dalla mano.
-Cosa vuoi che faccia con questa ragazzina?
Quel gesto mi fa innervosire; non so bene neanch'io cosa volessi fare con quella trappola di rovi, forse avevo bisogno di prendere un po' di tempo per svegliarmi del tutto ed ingegnarmi, ma adesso ho un'idea.
-Forse dovresti stare un po' zitto, non credi?
Mentre pronuncio queste parole creo un turbine intorno a lui facendo innalzare tutta la cenere che giace a terra. Quando la tromba d'aria si placa lascia il posto ad un gigante di pietra.
-Dicevi?
Lo vedo sbiancare e poi sorridere beffardo nonostante stia sudando freddo.
-Ti batterò anche stavolta!
Lancia un dardo infuocato ma il gigante lo assorbe e si ingrandisce. Non voleva attaccarlo, aveva bisogno di testare se avessi usato la sua stessa tecnica.
Sento una fitta allo stomaco, proprio dove ha colpito il gigante con i dardi infuocati. È questo il legame con i propri incantesimi di cui parlava Lorenzo?
-Non puoi copiare i miei vecchi incantesimi.
-Posso migliorarli.
Lancio una bomba d'acqua che scaglia Cornelio contro un palazzo. Da terra si leva il muro di pietra evocato prima, viene schiacciato ancora sulla costruzione.
Sbatte così forte che l'edificio inizia a dare segni di cedimento, poi come se fosse stato colpito da un terremoto, collassa su sé stesso alzando un polverone che travolge anche me.
È davvero necessario dover combattere così?
Dopotutto siamo stati amici per tanto tempo, adesso ci troviamo in competizione da un momento all'altro.
Farà davvero bene a noi dell'ordine tutta questa guerriglia? Dovremmo essere un gruppo unito.
Cornelio esce dalle macerie completamente sporco di sangue, ne sputa un po' per terra e si volta verso quelle parti di muratura che sono rimaste intatte. Le distrugge solo guardandole.
Al diavolo l'amicizia, ci penserò dopo.
-Scarica. - Ordino sottovoce al gigante. Allunga le braccia in avanti ed unisce le mani, poi punta Cornelio. Lancia una scarica elettrica su di lui che, elettrizzato, cade per terra senza sensi nella pozza d'acqua lasciata dall'incantesimo di prima. La scarica si diffonde per tutto il terreno e poi torna indietro investendolo nuovamente.
-Scarica. - dico di nuovo decisa e il gigante fa come gli dico. - ancora, ancora.
Altre scariche lo investono più e più volte. Non voglio fermarmi.
Sul più bello quando sto per lanciargli l'attacco decisivo, si alza una colonna di marmo da terra alta quasi quanto gli altri grattacieli. L'aria che mi circonda è diventata densa e carica di tensione, sembra quasi vibrare. Raggiungo velocemente la cima della colonna: voglio vincere il combattimento.
Cornelio giace esanime con lo sguardo senza vita sulla cima della colonna. La lacrima di cristallo brilla sul suo corpo di una luce ipnotica. Non può essere già finita così.
Ma qualcosa come la volta scorsa mi dice di afferrarla. Non è Lorenzo con la sua magia, è come se qualcuno mi avesse...
Stringo la lacrima tra le mani. Non sono ancora nel mio letto e il mio scettro non è tornato un anello. Sono stata vittima di un incantesimo di charme e me ne rendo conto solo quando sento il rumore della lacrima infrangersi tra le mie mani e il vetro conficcarsi nella mia pelle.
Dei fasci di luce rossa si sprigionano dai miei pugni chiusi e in un attimo vengo travolta da un'esplosione che mi scaraventa a terra.
Sbatto la testa cadendo sull'asfalto. Anche il mio gigante è stato travolto. Polverizzato. Cerco di alzarmi solo con il busto ma perdo l'equilibrio e cado a terra sbattendo di nuovo la testa. Stavolta mi alzo un po' più lentamente, barcollo sui miei tacchi rotti e provo a tornare in volo. È come se cercassi di volare con un'ala spezzata.
-Piaciuto lo scherzo del fantoccio, Nyx?
Vicino a me giace un manichino carbonizzato con gli stessi lineamenti di Cornelio.
Come ho fatto a cadere in un incantesimo simile?
Cornelio sorride soddisfatto rimanendo in volo a braccia conserte mentre studia ogni mio movimento ed espressione. Mi sfida con con lo sguardo, Sa benissimo che il mio prossimo attacco sarà l'ultimo. Non posso e non devo sbagliare. Sono stanchissima e devo chiuderla qui.
Provo a lanciare un fulmine con il mio scettro ma lo schiva elegantemente.
-Arrenditi, non ce la fai più!
-Mai!
Gliene lancio contro un altro che lo avvolge e si trasforma in un cobra.
Il serpente gli si attorciglia attorno al collo e lo soffoca costringendolo a tornare a terra. Lo afferra con le mani, cerca di tirarlo via mentre si dimena.
Lo vedo aprire la bocca e morderlo sulla mano.
Se non è un altro fantoccio dovrei prendere la prossima goccia in pochi secondi.
Sbarra gli occhi per poi abbandonarsi a terra. Il serpente svanisce e si trasforma nella goccia e senza esitare vado a prenderla: questa è quella vera.
Non riesco più a vedere per la stanchezza, strizzo gli occhi ma riesco a distinguere solo delle macchie. Cado a terra senza sensi e quando riapro gli occhi mi ritrovo nel mio letto.
Lorenzo è seduto sulla mia sedia. Ha un sorriso compiaciuto ma non vuole darlo a vedere per non farmi montare la testa.
-Anche stavolta l'hai vinta, ma non abbassare mai più la guardia come hai fatto prima.
Mi abbraccia, ma si separa subito dall'abbraccio.
-Ascolta, - riprende. - la regina mi ha mandato una lettera, non so se vuoi leggerla tu oppure ti faccio un riassunto.
-La lettera. - dico tutto d'un fiato.
La smateriazza nella mano, me la passa velocemente senza troppi convenevoli. La prendo decisa e la scarto.
-Buonanotte Nyx. - dice appoggiato allo stipite della porta.
-Notte.- rispondo velocemente con un filo di voce.
Esce dalla camera chiedendosi la porta alle spalle. Mi rannicchio sotto le coperte con la lettera poggiata sulle gambe, creo una piccola sfera di luce, abbastanza forte da farmi leggere senza stancare gli occhi.
Carissimo Lorenzo,
Hanno tutta questa confidenza?
Ti ringrazio per la segnalazione della volta scorsa e ne ho parlato con il consiglio, come ti avevo già anticipato. Abbiamo avviato un'indagine nella vostra scuola negli scorsi giorni e non abbiamo trovato tracce di magia abbastanza significative da poter essere considerate indizi veri e propri.
Sicuramente si è trattato di un caso isolato. Con questo voglio dire che la minaccia non è sicuramente tra le persone che vi circondano anche se credo che potresti continuare a svolgere un'ulteriore indagine per conto tuo.
Probabilmente le persone che avete incontrato hanno cercato Nyx in diversi posti e, ora che l'hanno trovata si stanno organizzando sul da farsi. Ci vorrà molto prima che accada qualcosa di significativo o che possa mettervi in pericolo.
Tra qualche mese, se sarà necessario, vi affiancheremo qualche altro membro dell'oligarchia per mantenere Nyx al sicuro, ma per adesso potrete continuare a frequentare la vostra nuova scuola senza problemi.
Cordialmente. La Tua regina.
Una lacrima dopo l'altra scorre sulle mie guance mentre tengo tra le mani quel pezzo di carta e piango.
Piango perché per una volta il mondo non sembra crollarmi addosso, piango perché so che non dovrò ricominciare una nuova vita da capo e piango perché infondo questo posto non mi dispiace e non voglio scappare anche stavolta.
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