35 - Trattative di pace
Amo l'altezza: guardare giù dando ascolto al richiamo del vuoto con il cuore che martella nel petto per l'emozione e l'adrenalina in circolo nelle vene.
Da qui si vede tutta la città senza confini.
I tetti rossi che si stagliano a perdita d'occhio, gli altri campanili che si fanno spazio tra le tegole delle abitazioni, piazzale Michelangelo in lontananza e il cielo azzurro che si colora di arancione e rosa sotto le luci del tramonto.
Inalo tutta l'aria che posso mentre cammino lentamente passando la mano sul parapetto in muratura del campanile del Duomo.
Dopo tutti quegli scalini dissestati e al chiuso ci voleva proprio questo momento di libertà e freschezza che assaporo ancora guardando il sole calare oltrarno.
-Quella viene chiamata la gabbia per grilli.- dice Spencer indicando un punto alle nostre spalle.
Alla gita di oggi hanno preso parte le classi terze dell'indirizzo classico del liceo: la mia e quella di Spencer.
Mi giro per guardare il ballatoio che ha indicato ed effettivamente quello è l'unico lato finito delle mura, gli altri hanno appena sotto la cupola la muratura scoperta.
-Baccio D'Agnolo vinse la gara d'appalto contro Michelangelo e lui per ripicca le diede quel nome, quindi smisero di edificare il corridoio pensile. - continua.
-Beh almeno non hanno continuato a farlo senza far finta di nulla. - la mia è un'evidente frecciatina a quello che mi ha detto qualche giorno fa. Mi stupisce che mi stia parlando con questa naturalezza.
Si gratta la testa imbarazzato. Per quanto possa essere arrabbiata con lui non posso negare quanto sia carino.
-Lo so e mi dispiace averti detto quelle cose ma pensare a te e Leo insieme tutto il giorno mi fa uscire di testa.
Aggrotto la fronte mentre arrossisce dopo quello che ha appena detto.
-Che vorresti dire?
Prende fiato prima di palrare.
-Che mi piaci e lo sai. - distoglie lo sguardo per puntarlo sui suoi piedi. - Appena ho aperto quella bustina sono partito con la testa, non potevo credere che tu e lui eravate stati davvero insieme. Ripensandoci non avrei dovuto neanche crederci ma ero troppo geloso, Puoi perdonarmi?
Rimango in silenzio senza rispondere.
Non avevo considerato il suo punto di vista. È sempre stato disponibile con me e non si è mai lamentato nonostante io non sia stata gentile allo stesso modo e forse si è tenuto tutto dentro, tutto quello che non aveva il coraggio di dirmi e ha sfogato in quel momento i suoi sentimenti nel modo sbagliato.
-Non mi sono resa conto di...
-Principessa, mettiamoci una pietra sopra.-mi interrompe mettendomi la mano sulla guancia.
Annuisco.
Poi mi accompagna con una mano dietro la schiena verso gli scalini per scendere.
Mi giro per godermi ques'ultimo respiro di libertà, poi inizio a seguire gli altri compagni di classe.
Dopo di noi chiude la fila Lorenzo che controlla se i nostri compagni hanno dei punti magia. Vorrei poterlo aiutare ma non sono in grado di fare questa magia in modo non verbale, per due motivi: devo aiutarmi con le mani e ho una faccia da stupida, proprio come quando cerco di leggere nel pensiero.
Lui invece riesce a fare ogni incantesimo senza problemi ma termina subito le energie.
Purtroppo in tutti questi anni non ha mai esercitato tanto la resistenza all'uso prolungato di incantesimi quanto la loro intensità e forza momentanea, cerca di migliorare questo suo tallone d'achille ogni volta che ci alleniamo insieme. A volte ne esce più provato lui di me e fa delle dormite che sembrano infinite.
Quando scendiamo anche gli ultimi scalini il professore ci porta dentro al duomo, percorriamo la navata mentre ci racconta particolari e aneddoti che non ricorderemo mai. Mi guardo intorno assaporando la pace e la calma che ci circonda. Per gli umani questo è un luogo di culto e voglio rispettare al massimo le loro tradizioni.
Il silenzio mi avvolge completamente mentre la voce del professore diventa un piacevole sottofondo. Mi isolo nella mia bolla persa ad osservare il soffitto affrescato.
-Il Giudizio Universale, l'avvenimento che si verificherà alla fine dei tempi con la seconda venuta di Cristo in terra. - spiega il prof - la figura di Cristo Giudice circondata da un'aura dorata si contrappone a quella di Satana dalla parte opposta della cupola.
Mentre tutti guardiamo con il naso all'insù le immagini si sente un tonfo alle nostre spalle.
-Irma! - esclama Leo spaventato.
Ci giriamo nella direzione del grido.
Leonardo tiene tra le braccia Irma che sembra aver perso completamente i sensi, la fa sdraiare per terra mentre il prof si avvicina allarmato mantenendo il sangue freddo; Leo nel frattempo rimane accasciato su di lei mentre cerca di capire se è ancora cosciente, alcuni si avvicinano al contrario di come chiede di fare il professore che ordina a Leo di farli allontanare.
-Forza Silvestri si sbrighi.
-Sempre alla ricerca di attenzioni. - commenta Ilaria mentre scuote la testa.
-È scandaloso che Leo abbia creduto a questa messa in scena. - risponde Anna a bassa voce.
-Magari si è sentita male per davvero. - Ribatte Matteo.
Io e le altre ragazze lo guardiamo male.
-perché la difendi? - chiede Anna.
-Non la sto difendendo, magari si è sentita male veramente e voi siete qui a criticarla come sempre.
Anna invece di rispondere guarda Matteo con aria interrogativa, che succede tra quei due?
Appena Irma rinviene si lascia aiutare da Leonardo che la sostiene. Lei dal canto suo si guarda intorno con circospezione per essere sicura di avere tutti gli occhi puntati su di sé.
Il suo sguardo vispo muta in uno decisamente stanco e provato non appena incrocia quello di Leonardo e del professore che, preoccupati, continuano a farle domande per assicurarsi che non abbia un altro mancamento.
Di certo fare la vittima non le riesce male.
-Chiaramente un caso di sindrome di Stendhal.- dice il prof per alleggerire la tensione mentre Irma si fa aiutare da Ilaria ad alzarsi. Qualcuno ride alla battuta per accattivarsi il prof, qualcun altro si scambia occhiate imbarazzate. Ovviamente il professore non si fa sfuggire l'occasione per raccontare cos'è la sindrome di Stendhal e l'aneddoto ad essa legato.
Lo ascolto con poco interesse finché non vedo Lorenzo in lontananza tornare da noi. Rimango con lo sguardo su di lui aspettando di essere notata.
Continua a camminare parlando al telefono. Chiude la chiamata e sbuffa irritato, poi alza gli occhi al cielo e avvicina le dita alla bocca per mangiarsi le unghie.
Faccio un cenno con la testa come per chiedergli se c'è qualcosa che non va, risponde facendo segno con la mano per andare da lui, ma Elena mi precede e gli dà un buffetto sulla mano.
-Non provare nemmeno per un momento a mangiarti le unghie. - gli stampa un bacio sulle labbra. -Fatti bastare questo. - poi gli dice qualcosa all'orecchio che lo fa sorridere, ma non abbastanza da scacciare i brutti pensieri e la preoccupazione dal suo viso.
-Oh andiamo, che succede?
Lollo scuote la testa.
-Mi hanno chiamato dalla scuola di Nyx perché qualcuno - guarda Matteo con rimprovero - non ha inviato i voti alla loro segreteria.
-In realtà... è colpa mia, ho detto a Matteo che avrei fatto da sola ma me ne sono completamente dimenticata. Scusami Lollo. - cerco di assumere un'espressione dispiaciuta ma so benissimo che questa è la solita parte che recitiamo e so anche che non si preoccuperebbe per una sciocchezza del genere.
-Te ne sei dimenticata oppure non sai come si fa?
Appoggia le mani sui fianchi e mi guarda con rimprovero.
-Beccata.
Elena cerca di trattenere una risata mentre scuote la testa.
-Amore puoi lasciarci un attimo soli?
-Non puoi farlo a casa?
Elena nell'ultimo periodo è diventata estremamente gelosa di me, cerca di non farlo capire ma ormai è evidente. Vorrei dirle per quale motivo siamo sempre insieme ma la metterei in pericolo e sarebbe stupido.
-E togliere tempo a te? - Alza un sopracciglio e ammicca. Elena risponde con uno sbuffo divertito.
-Non so perché ma non volevo sentire altro.
-Allora, che succede? - gli chiedo una volta che si è allontanata.
-Mi ha chiamato Dimitrij - adesso si spiega l'espressione scocciata. - ha ricevuto una lettera dal Consiglio degli Anziani e dall'indagine aperta nella loro città non è emerso nulla. Nessuna traccia di magia di Flaoros nel luogo dell'attacco. Loro due rimarranno lì. A breve avremmo notizie anche per quello che è successo a scuola, ma credo che se non hanno fatto cambiare città a quei due, ci sono buone probabilità che sia lo stesso anche per noi. - nonostante la quasi bella notizia mantiene un'espressione troppo crucciata.
-Cos'altro c'è che non va?
-Qualcosa non quadra Nyx, è tutto troppo strano: gli stregoni di Flaoros trovano entrambi i guardiani dopo neanche tre mesi, li attaccano e poi svaniscono nel nulla senza lasciare traccia, la regina apre un'indagine che dura solamente una settimana da cui sembrano non emergere indizi e non ne è minimamente preoccupata. È come se tutto questo non fosse mai accaduto o meglio, cercassero di farlo sembrare tale.
-Credi che stiano cercando di insabbiare tutto? Sai che è impossibile. Il saggio del Sole incarna la verità e per questo si occupa delle indagini, non si lascerebbe mai ingannare da nessuno.
-A meno che...
-Cosa? - Lo interrompo.
Scuote la testa come per scacciare i pensieri che la affollano in quel momento.
-Nulla, devo cercare di non viaggiare troppo con la fantasia.
Alzo le spalle.
-Quindi rischio di dover sopportare Leonardo per un altro anno e mezzo. - dico per sdrammatizzare.
Ride divertito ma dalla sua espressione lascia trapelare tutti i pensieri che ancora gli affollano la mente.
-Sei incorregibile.
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