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28 - Sensi di Colpa Attanaglianti

Arrivo prima di Cornelio nell'arena del combattimento: una stanza grande almeno quanto un campo da calcio rivestita da pareti bianche e anonime, è come se stessimo combattendo su un foglio di carta bianco. Il mio sfidante si materializza davanti a me mentre cavalca una tigre.

La volta scorsa era un combattimento senza regole per far capire alle Guide quale fosse il nostro livello di incantesimi e come reagiamo alle situazioni di pericolo, stavolta invece non possiamo utilizzare i nostri elementi dominanti e possiamo servirci di forme animali. Anche se non ho capito il senso di quest'ultima concessione, ma sicuramente Cornelio il candidato perfetto avrà capito tutto.

Roteo gli occhi mentre penso a quest'ultima cosa, ogni volta che penso a lui mi tornano alla mente i momenti trascorsi insieme durante la nostra infanzia, spesso tutt'altro che piacevoli.

Come dimenticare tutte le volte in cui mia madre ci metteva a confronto? "Sei troppo emotiva." "Non sai gestire la pressione, non arriverai mai da nessuna parte così." Come se fossi mai stata una delusione: la migliore di tutti i corsi sin dall'asilo, seconda solo a lui per scarsa gestione delle emozioni perché, diciamolo chiaramente, nel talento e nella maestria non sono mai stata seconda a nessuno. Forse credeva che dicendo così avrebbe tirato fuori il meglio di me.

Sebbene fossimo grandi amici ho sempre provato un certo risentimento nei suoi confronti, non perché secondo i nostri osservatori e maestri fosse migliore di me, ma perché ogni volta che riusciva a fare qualcosa grazie al mio aiuto se ne prendeva il merito riuscendo a mettermi costantemente in cattiva luce.

Negli ultimi anni però è stato diverso: all'accademia di magia non c'era nessuno ad oscurarmi ed ero la migliore senza eguali, sono la migliore, ma devo dimostrarlo anche adesso senza farmi prendere dalle emozioni, dalle insicurezze e dalla paura di non rispettare le aspettative.

-Dopo la tua ultima disfatta hai deciso di darti al circo? - Lo provoco.

-Avvicinati se vuoi vedere quanti numeri sa fare la mia micetta. - risponde arguto.

Quella è Katty, la sua tigre domestica. Scende dal suo dorso e poi mi indica mentre le sussurra qualcosa all'orecchio.

Il micio gigante fa un balzo verso di me e istintivamente, invece di scappare, le salto addosso anch'io. Nella fase di volo sento qualcosa cambiare: una misteriosa forza mi attraversa le gambe e le braccia, mentre sono ancora sospesa a mezz'aria osservo l'espressione di Cornelio che in un attimo muta da piacevolmente sorpresa a diabolicamente compiaciuta.

Non so come ma atterro su di lei e le mordo la gola, strappandole la carne con i denti.

-Katty... - dice Cornelio con un filo di voce rotta da un groppo alla gola: devo averla uccisa, anche se nei combattimenti le morti sono solo simulate: stesse sensazioni a livello emotivo, visivo, tattile e uditivo ma perfettamente simulate.

Il sapore ferroso del sangue sul palato appaga la mia rabbia repressa nei confronti di Cornelio e mi fa andare su di giri, ma la carne della tigre non mi basta per placare la sete di vittoria.

Mi specchio nella pozza che si è creata ma lo specchio del liquido rosso non riflette me.

Un lupo nero, con i miei stessi occhi che mi osservano insistentemente.

Come ho fatto? È questo il tipo di incantesimo di cui potevamo servirci?

Sento degli applausi alle mie spalle, mi giro ringhiando verso il ragazzo che nel frattempo ha dispiegato le ali da pipistrello perennemente nascoste nella giacca per tenersi pronto nel caso in cui dovessi attaccare anche lui con questa rapidità.

-Ma che brava che sei piccola Nyx: hai risvegliato l'istinto animale che è in te... ma sai ritornare in forma antropomorfa? Credo di no. - sorride compiaciuto passando la lingua sui canini appuntiti che sono spuntati dopo aver sentito l'odore del sangue di Katty.

La stirpe dei Biancospino di maghi-vampiri è tanto affascinante quanto ripugnante, ed è ancora più disgustoso il fatto che non riescano a reprimere i loro istinti sanguinosi neanche con i loro affetti.

L'incrocio di queste due specie è instabile e pericoloso: non hanno lo stesso autocontrollo dei vampiri adulti, è come se fossero dei bambini sempre assetati di sangue, neanche quello sintetico che ha inventato mio padre in sostituzione di quello umano ha effetto su di loro.

Ricordo che più volte da piccola quando mi facevo male mentre giocavo con lui gli spuntavano quei canini spaventosi e gli occhi si coloravano di rosso scarlatto, mi diceva sempre di scappare e che mi avrebbe fatto del male altrimenti, poi cercava di allontanarsi mentre le lacrime gli uscivano copiosamente dagli occhi perché non avrebbe voluto sfiorarmi neanche con un dito nonostante il suo istinto gli ordinasse il contrario; eppure ero sempre lì al suo fianco per aiutarlo ad acquistare maggiore autocontrollo. Tutti quegli sforzi che abbiamo fatto però si sono vanificati: la scuola di magia che ha frequentato lui è stata creata dai suoi antenati e insegnano che è bene cacciare e servirsi anche dei loro cari se necessario. Dicevano che gli avevo imposto una morale che gli aveva fatto perdere la retta via, ma ovviamente dipende dai punti di vista e il mio, casualmente, era sempre quello sbagliato.

Adesso però devo dargli ragione: conosco la teoria dietro questo tipo di incantesimo innato ma non ho mai capito come utilizzarlo né come annullarlo. Forse non sono poi così tagliata per diventare una Guardiana. Quando il talento non viene allenato è il duro lavoro a fare la differenza, e lui si è sempre impegnato per raggiungere i suoi obiettivi a differenza mia che lo facevo solo per primeggiare su di lui.

Mi punta una bacchetta in ferro nero, con il manico coperto di perle bianche che non gli avevo mai visto usare, deve essere il suo focus arcano: il bracciale dei cinque elementi nella versione da combattimento.

Qualcosa mi dice di scappare e inizio a correre a perdifiato verso il muro della stanza, ma una freccia sorvola la mia testa conficcandosi nel pavimento di fronte a me, si disintegra e dà vita ad un muro di fuoco che mi impedisce di fare un altro passo.
Mi giro per tornare indietro ma le fiamme mi hanno circondata bloccandomi ogni possibile via di fuga, divampano in tutte le direzioni coprendo addirittura il cielo sopra di me.

Sento l'ossigeno mancare ed il caldo cocente opprimermi, vado nel panico e respiro a fatica boccheggiando.

No, non posso perdere. Non oggi.

Le lingue rosse di fuoco mi ricordano le parole taglienti di Leonardo, insieme a tutte le cose istintive che faccio.

-Ragazzina devi smettere di giocare con me per far ingelosire il tuo ragazzo.

-Io e lui non stiamo insieme. - l'ho fulminato con lo sguardo.

-Devi smetterla di comportarti come una ragazzina, cresci un po'. Le persone non sono giocattoli hai capito?

Penso allo sguardo che ho lanciato a Spencer per avere il suo supporto, non volevo arrivare a questo punto, insomma non dovevano arrabbiarsi così... volevo solo infastidire Spencer...

Invece ha annuito guardandomi con freddezza, come se non gli fosse mai importato nulla di me.

-Leo ha perfettamente ragione, ti sei comportata da stupida.

Le lacrime che premevano per uscire questa mattina sembrano rifarsi vive sui miei occhi velandoli appena di uno strato bagnato che rende opaco tutto il fuoco che mi circonda

Non è questo il momento: devo pensare al combattimento e al fuoco che continua ad avvicinarsi, ho sempre meno tempo per pensare.
Indietreggio, con la coda posso sentire il calore del rogo dietro di me e la ritiro il più possibile per non bruciarla.

Prendo la rincorsa e balzo ancora una volta attraversando la cortina di fuoco. Chiudo gli occhi sperando di riuscire ad oltrepassarlo per non bruciare.
Quando metto le zampe a terra noto con piacere che non sono morta.

-È davvero un peccato che tu non possa fare magie in questa forma.

Ancora lui...

Mi lancia un nuovo incantesimo con la bacchetta colpendomi sul costato. È come se mi avesse frustata con tutta la forza che ha in corpo. Sento una fitta allo stomaco ma resto sulle zampe senza fare una piega.
Ne lancia un altro, un altro ancora. Mira alle zampe per farmi accasciare a terra. Punta a sfinirmi sapendo che non posso difendermi. Cado e mi rialzo ogni volta.

Come diavolo si fa a tornare in forma umana?

Lancia un dardo colpendomi il muso e bruciandomi tutto il pelo.
Cerco di assorbire l'energia delle fiamme che si estinguono in un attimo.

Adesso basta: è giunto il momento di reagire.

Inizio a correre nella direzione di Cornelio che sembra quasi stupito dalla mia ripresa inaspettata.
Sento l'energia attraversarmi come un fuoco che divampa in tutto il mio corpo.

Le zampe iniziano ad ardere e delle lingue infuocate si levano dal mio manto, fiamme calde ma che non bruciano si estendono lungo tutto il mio corpo, fino alla coda.

In un attimo lo raggiungo e balzo verso di lui.
Non so cosa farò realmente, spero solo di metterlo a terra ed impaurirlo, sarebbe già qualcosa, ma nel bel mezzo del salto vengo bloccata da una barriera su cui mi schianto con forza.

Cado a terra.
Forse ho guaito.

Chiudo gli occhi e per un attimo mi abbandono al suolo ma non appena li riapro sento un formicolio sulle zampe posteriori.

Cerco di alzarmi ma è come se fossi paralizzata.
Posso solo immaginare che qualcosa mi stia salendo addosso pizzicandomi più e più volte e lentamente perdo la sensibilità, come se il mio corpo mi stesse abbandonando.

Le palpebre si fanno pesanti e chiudo occhi mentre mi sento travolta da degli spasmi.

Quando li riapro sono in un taxi con Lorenzo.
Scuoto la testa. Stavamo andando al centro commerciale per fare i regali di Natale.

-Ho perso non è vero?

Mi guarda con rimprovero e scuote la testa.

-Stavolta sì... Hai pensato a quei due? Cosa ti avevo detto riguardo al distinguere i momenti? Sei anche scappata da scuola stamattina, se qualcuno ti avesse vista? Sei fortunata che abbia creato una tua copia con Zohr.

Guardo fuori dal finestrino e fingo di non aver sentito la sua ramanzina. Ha ragione: oggi ho fatto diverse cavolate. Ancora però non capisco come possano influire così tanto le mie emozioni e i miei pensieri sulla qualità dei miei incantesimi, anche se ci lavoro da tutta la vita praticamente.

Abbiamo scoperto un'altra piccola parte del passato di Nyx: sin da piccola ha subito tantissime pressioni per essere sempre all'altezza delle aspettative degli altri e forse è per questo che è così tanto emotiva e scoraggiata, non trovate?

Dagli ultimi contest e dalle recensioni che molti mi hanno lasciato ho capito che dovrei aggiungere molte più descrizioni e focalizzarmi meglio sul punto di vista del protagonista narrante. Leggendo gli ultimi capitoli pensate che stia migliorando?

Se il capitolo vi è piaciuto lasciatemi una stellina!

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