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27 - Chi la fa, l'aspetti

-Ragazzi alla fine dell'ora dovrete disegnare il vostro compagno di banco con le proporzioni che vi ho appena spiegato. - dice il prof di arte.

Davvero? Dovrei sprecare il mio talento per disegnare questo antipatico?

L'altro ieri quando ho avuto quella crisi è stato molto dolce, nonostante questo il giorno dopo ci siamo comportati come se non fosse successo nulla e sinceramente mi va bene così.

Leonardo mi guarda sorridendo maligno, come se avesse qualcosa in mente. Odio quando si comporta in questo modo, non so mai cosa aspettarmi.

-Forza girati così posso disegnarti per bene. - dice estremamente sicuro di sé.

Faccio come mi dice mentre appoggia sulla gamba il blocco da disegno e prende un'HB dal tratto leggero per disegnare le linee preparatorie per le proporzioni.

Faccio lo stesso anche io visto che l'assegnazione prevede che entrambi facciamo un ritratto del proprio compagno.

Prima di iniziare a disegnare cerco di sbirciare il suo  capolavoro, o come lo chiama lui, ma si tira indietro e insiste affinché lo veda solo alla fine.

Sbuffo e inizio a guardarlo per capire da dove partire per il ritratto.

Lo osservo con attenzione, come forse non avevo mai fatto in questo mese e mezzo che abbiamo trascorso insieme da compagni di banco.

I capelli biondi rigorosamente laccati indietro e i suoi ciuffetti ribelli che ricadono sulla fronte coprendo appena gli occhi.

Le sopracciglia folte e ben curate che adesso accompagnano la fronte corrugata su cui è appena accennata una ruga d'espressione incorniciano il suo sguardo concentrato: due occhi furbi di un verde intenso appena socchiusi che osservano il foglio scarabocchiato - Perché sicuramente quello starà facendo - con sfida, completamente assorto in ogni linea che traccia.

Il naso dritto che ogni tanto arriccia contrariato prima di prendere la gomma da cancellare e corregere i suoi errori.

Gli zigomi alti e la mascella che contrae perché non riesce a smettere di digrignare in modo fastidioso i suoi denti, e poi le labbra appena colorate di rosa che morde nervoso, ma anche energico come se le stesse preparando ad un'intensa sessione di baci, che lascia sotto l'impronta dei suoi denti appena arrossate a differenza della pelle chiara e uniforme poco più scura sotto gli occhi per via delle ultime notti trascorse a studiare per i compiti in classe di questa settimana, ma che gli danno un'aria trasandata e forse anche un po' sexy insieme al dolcevita aderente che gli evidenzia il petto muscoloso.

Mi soffermo ancora a guardare le sue labbra così perfette, a tratti anche femminili ma seducenti. Voleva davvero baciarmi alla festa di Ilaria?

Poi torno con gli occhi sul suo sguardo e ripenso a come mi guardava quel giorno: mi desiderava, ma mi sono sottratta a quel contatto che sarebbe stato tutt'altro che innocente e disinteressato. Forse mi sarei dovuta lasciare andare, dopotutto era solo uno stupido bacio, ma ripensandoci adesso non posso smettere di sentirmi in imbarazzo, come mi sarei sentita dopo aver assaggiato le sue labbra?
Da quando abbiamo parlato a casa mia sento di essermi avvicinata molto a lui e forse Elena non sbaglia: potrei provare qualcosa che non voglio ancora ammettere. Ma anche dopo l'uscita con Spencer sono rimasta piacevolmente sorpresa, lui si è fatto avanti per davvero e non dovrei ignorarlo, d'altronde se trascorrere così tanto tempo con lui non mi ha stancata è sicuramente un segnale positivo.

Mentre sono completamente persa nei suoi occhi verdi li alza verso di me incrociando i nostri sguardi. Sorride divertito arrossendo appena.

Dio, mi ha vista mentre lo fissavo, che imbarazzo.

Mi sento andare a fuoco completamente mentre trasalisco e mi tuffo nel disegno cercando di fare un viso che somigli a lui il più possibile.

Scarabocchia un 'no' poi volta pagina e ricomincia a disegnare.

Dopo dieci minuti alza la testa verso di me sempre con quel sorrisetto beffardo stampato in faccia.

-Allora sei pronta?- chiede incuriosito.

-Sono nata pronta.

Il mio disegno è perfetto. È come se l'avessi fotografato. Sono proprio brava a disegnare, anche se è il mio unico talento.

La campanella suona la ricreazione ma rimaniamo seduti per vedere i nostri capolavori.

Nel frattempo entrano Spencer e Lollo che si mettono a chiacchierare con Teo sulla finestra.

Facciamo un conto alla rovescia e giriamo i fogli.

Ha disegnato uno stickman con uno chignon e la frangetta.

-Leo ti sembra un ritratto quello!? Hai impiegato anche mezz'ora a farlo. Sei proprio un'incapace! - dico offesa.

Lui ride a crepapelle ha le lacrime agli occhi e viene da ridere anche a me ma rimango in silenzio fingendomi arrabbiata.

Mi aspettavo davvero che mi avrebbe disegnata bene? Che stupida che sono.

Strappa il foglio dal block-notes, lo firma e lo mette nel mio quaderno di arte.

-Potrai rivenderlo quando diventerò famoso.

Mi fa l'occhiolino e rimane seduto a ripassare.

Qualcosa di pensante come un astuccetto mi colpisce in testa mentre continuo a guardare Leo allibita. Me la paga per davvero.

-Ahia!

Mi giro e vedo Spencer ridere di me con Matteo.

-Me la pagate anche voi!

Raccolgo da terra l'astuccio che mi hanno lanciato e mi dirigo minacciosa verso i due ragazzi. Perché non siamo andati a prendere la solita pizzetta?

-Bambolina che vuoi fare?

Mi ha chiamata proprio come mi chiamava Andrej, stesso tono supponente, stessa aria di superiorità. Un brivido mi percorre la schiena al ricordo delle sue mani addosso a me. Lorenzo si accorge che c'è qualcosa che non va e mi osserva preoccuoato. Scaccio dalla mente il ricordo di quel verme e mi ricompongo.

-Non sono la Bambolina di nessuno, Spencer.- dico tagliente.

Leonardo ci osserva infastidito.

-Non si prendono così le Bamboline?

Si avvicina e mi carica su una spalla.

-Lasciami stare!

Inizio a colpirgli la schiena con i pugni sperando di infliggergli un minimo di dolore.

-Bambolina, vuoi scendere?

-Sì, ti prego fammi scendere.

Mi mette giù dopo diverse preghiere e qualche "re delle stelle e di tutto l'universo" di troppo. È proprio un bambinone certe volte!

-Insomma, bastava chiederlo.

Sbuffo. Se non fossi a scuola gli avrei messo le mani al collo già da un bel pezzo. Vado a sedermi. Non capisco perché oggi si comporti così...

Irma attira l'attenzione di Leo, gli propone di fare un giro fuori dalla classe, lui guarda l'orologio e si alza.

-Puoi rimanere un attimo qui, per favore?

È giunto il momento di giocare un brutto tiro ad entrambi.

Mi guarda quasi imbarazzato, poi volta lo sguardo verso Irma che con gli occhi lo intima a seguirla, in tutta risposta lui storce la bocca e si gira di nuovo verso di me sorridendo compiaciuto.

Quali strani pensieri gli avranno affollato la testa in così poco tempo?

Fa spallucce e si siede. Mi guarda e dopo un po’ alza le sopracciglia come se stesse aspettando che dica qualcosa.

-Hai ragione… scusa… ha spiegato qualcosa la prof di greco mentre ero assente?

Ha un'espressione delusa, quasi scocciata. Ma che cosa gli prende? Annuisce mentre prende il quaderno sotto il banco e lo apre svogliato. So perfettamente che è sbagliato farlo, ma Spencer la deve pagare e so anche che mi sta guardando.

-Scusa che hai scritto qui?

-“Saffo esprime nelle sue poesie sentimenti d'amore”, ma non sai leggere?

-Non sono io a scrivere come un cane, e qui in questo verso?

-“Rapita, nello specchio dei tuoi occhi, respiro, il tuo respiro.”

Ci guardiamo negli occhi per un istante che sembra durare un'eternità. Leo deglutisce, sembra sentirsi a disagio. Un fuoco divampa nel mio petto mentre mi perdo in quegli occhi verde smeraldo.

Che mi succede?

Il cuore mi martella all'impazzata e non riesco a calmarmi. Qualcuno si schiarisce la voce. Ci giriamo entrambi risvegliandoci da quello stato di trance.

-Vuoi venire a mangiare o devo assistere ancora al tuo teatrino, Nyx? Mi credi così stupido?

Leo si gira verso di me con lo stesso sguardo di un serial killer. Okay l'ho fatta grossa. Assume immediatamente la sua espressione indecifrabile e si alza andando verso la porta.

-Solo perché ti ho detto quella volta che puoi contare su di me, non significa che sono il tuo zerbino, né tanto meno che puoi usarmi per far ingelosire il tuo ragazzo.

-Non è il mio ragazzo.

-Cresci un po', non siamo mica i tuoi giocattoli. - Interviene Spencer

Guardo Spencer per cercare un po' di supporto ma ho fatto il passo più lungo della gamba. Non dovevo fare la stronza in questo modo. Leo esce dalla classe.

-Aspe…- Cerco di dire mentre mi alzo.

Che sto facendo? Perché non riesco a dirgli di fermarsi? Perché non gli sto dicendo che il cuore mi batteva forte e che mi sto perdendo sempre di più in quegli occhi verdi?
Spencer alza gli occhi al cielo.

-Questa volta devo dargli ragione. Ti sei comportata come una bambina.

Mi sento gli occhi pizzicare ma non voglio piangere per una cose così stupida. Sono solo così delusa da me stessa per aver messo in piedi questa sceneggiata.

-Scusate…- Dico con un filo di voce.

Crollo sulla sedia. Voglio sparire. L'occhio mi cade sul blocknotes di Leonardo, osservo il ritratto su cui aveva scritto "no", nessuno mi aveva mai ritratta in questo modo, sembra un disegno di Botticelli ma con i miei tratti caratteristici.

Mi vede davvero così perfetta?

Peccato che la bellezza che ha disegnato non rifletta il mio caratteraccio. Forse dovrei davvero sparire, sarebbe meglio per tutti. Sono sola in classe, qual è il momento migliore per farlo se non questo?

-Nutaquar.

In un attimo mi trovo nella mia camera. Mi è sembrato di aver sentito qualcuno chiamarmi prima di arrivare qui. Sicuramente Lollo, ma lo scoprirò più tardi.

Apro l'acqua nella vasca da bagno e appena si riempie mi ci tuffo dentro.

Voglio rilassarmi.

Nyx ha fatto un bel casino. La vendetta è un piatto che va servito freddo e non ha aspettato abbastanza per pianificarla.

Spencer le ha risvegliato un brutto ricordo, sarà stato un caso?

Cosa pensate di questo capitolo? Fatemelo sapere in un commento!

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