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16 - Il Primo Combattimento

-Quindi che materie hai avuto oggi?

Chiedo a Spencer mentre addento la mia pizzetta.

-Fortunatamente educazione fisica... ma oggi ho deciso di eclissarmi con il mio telefono. Dovevo assolutamente battere il mio record in un gioco.

Vedendo la mia espressione incuriosita mette una mano in tasca ed estrae il cellulare.

-Guarda, ti faccio vedere.

Un grande gruppo di zombie corrono e saltano non appena tocca lo schermo.

-Vuoi provare?

Annuisco. Tocco lo schermo per farli saltare ma cadono in un buco.

-Ed ora dove sono finiti?

-Mi pare ovvio che hai perso!

-Cosa? Non ci voglio più giocare!
Gli restituisco il telefono mentre mi prende in giro.

-Posso portartela via?

Alzo lo sguardo, chi mi cerca?

-Certo Lollo, ci vediamo domani Principessa!

Mi scompiglia i capelli e va via. Lo vedo allontanarsi da quello che ormai era il nostro posto.

-Dobbiamo uscire da scuola. - Sussurra.

Non è difficile capire il suo tono allarmato. La cosa migliore da fare è mantenere la calma anche se non sono del tutto tranquilla.

-Ti devi allenare! Questa sera o domani potresti avere il primo duello.

-Che? Di già? Con così poco preavviso?

-Arriveranno così, sempre nei momenti meno opportuni.

-Andiamo allora. - dico.

-Cosa vuoi fare? - Corruga le sopracciglia mentre mi osserva attivare l'anello.

-Sta' a guardare: Zohr!

Ci troviamo nella mia camera.

-Questo trucco lo usavo alla scuola di magia per saltare le lezioni senza perderle, si crea una copia di chi si è allontanato da quel luogo e si comporta esattamente come se fossi tu. E quando svanisce tutti i suoi ricordi tornano a te.

-Geniale... dovrei farlo anche io quando non voglio sopportare Elena.

-Invece di perderci in chiacchiere, dimmi, cosa dovrei fare?

Mi mette le mani sulle spalle e mi scuote un po'.

-Prima di tutto devi calmarti.

Dalla tasca posteriore del suo jeans estrae quella che dovrebbe essere una bacchetta.

-Figa, la voglio anche io.

Alza gli occhi al cielo.

-Ti prego non parlare come Spencer.

-Cosa staresti insinuando?

-Che passate decisamente troppo tempo insieme e potrebbe distrarti, e poi tu hai già il tuo focus arcano: è lo scettro. Andiamo piuttosto. Nutaquar.

Sparisce in una luce bianca. Credo che questa sia stata anche la mia fine. Mi sento cadere nel vuoto. Intorno a me è tutto buio. Ho una strana sensazione, un senso di smarrimento totale.

-Lorenzo!- cerco di chiamare il suo nome.

Che succede?

È come se la mia voce non uscisse. Continuo a sforzarmi. Qualcuno mi sentirà, ne sono sicura. Ho paura. Non so dove andrò a finire. Una flebile luce si intravede dal fondo di quel pozzo senza fine. D'un tratto mi sento in trappola. Perdo il controllo del mio corpo. Che mi sta accadendo? La luce bianca si fa sempre più intensa. Il sangue pulsa forte nelle mie vene.

Dove sto per sbucare?

Cado sempre più velocemente. Chiudo gli occhi. Di colpo mi fermo.

-Ah!

Posso sentire di nuovo la mia voce che adesso emette suoni straziati dal dolore per il contraccolpo. Apro gli occhi. Levito a circa mezzo metro di altezza da un prato verde. Dove sono? Cerco di riacquistare le facoltà motorie liberandomi da quella presa invisibile che non mi aveva fatto schiantare al suolo. Mi alzo in piedi. La sensazione di prigionia era dovuta al vestito bianco che indossavo anche davanti alla regina. Per terra c'è uno scettro simile a quello della statua in casa mia. Ogni perla ha inciso un simbolo appartenente alla lingua dei morti. Acqua, Fuoco, Aria, Terra, Fulmine. I cinque elementi, proprio come mi aveva detto Lorenzo.

Mi guardo intorno. Il prato si estende per chilometri e chilometri, il cielo è limpido, privo di nuvole, crea un'atmosfera quasi surreale. Sembra di essere in qualche strano dipinto.

Sarà questo il posto in cui mi allenerò?

La terra inizia a tremare. Non credo sia un semplice allenamento.

Dal prato si solleva una montagna di terra. Faccio un balzo all'indietro e rimango in volo.

Durante il salto il mio vestito si è trasformato in uno più leggero, come se fosse una divisa da combattimento: una gonna molto corta dello stesso tessuto di prima trapuntata dal simbolo dei cinque elementi, dei sandali fatti in lacci di camoscio mi avvolgono le gambe fin sopra le cosce, il corpetto adesso si tiene saldo al mio corpo con delle spalline resistenti. Ho i capelli raccolti in una coda alta e dei guanti in pelle mi fasciano le mani che hanno appena iniziato a sudare per il caldo.

Non so neanche come stia riuscendo a rimanere in aria.
La terra prende forma semi-umana, un centauro gigante.

-Ti piace il mio giocattolino?

Mi giro verso la voce maschile alle mie spalle. Cornelio, come immaginavo.

Continuo ad osservarlo, sembra quasi che debba dirmi qualcosa.

Sparisce nel nulla. Sento un fruscio dietro di me, mi giro. Uno alla mia destra. Di nuovo alle mie spalle, poi sulla sinistra. Mi giro e mi rigiro per seguire il rumore finché capisco che è lui a comparire e scomparire intorno a me.

-BASTA! - Grido. Quasi mi spavento anch'io.

Da dove viene tutta questa voce?

Apro gli occhi che involontariamente avevo strizzato ma l'unica cosa che riesco a vedere è il nero. Inizio a brancolare nel buio.

Possibile che mi trovi sempre in vicoli ciechi?

Nyx brancola nel buio, dove sarà finita?

Lasciate un commento per farmi sapere cosa pensate di questo capitolo!
Spero vi sia piaciuto💕

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