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01 - Una Vita Non Mia

Non sono mai stata un'amante dei viaggi in treno. Gli alberi che mi vengono incontro, i fili della luce che ondeggiano e le nuvole che camminano verso di me, mi fanno pensare al fatto che tutto ciò che mi sto lasciando alle spalle andrà avanti anche senza di me.

Non riesco ad immaginare a tutte le belle esperienze che sto per affrontare. Non mi viene in mente nessuna immagine di una me futura che possa definirsi felice nel posto in cui sto andando. Che abbia paura del cambiamento?

Che stupidaggine.

Per quanto posso dire di aver vissuto il cambiamento sarà certamente irrilevante.

Che strano che era il sogno che stavo facendo poco prima di svegliarmi. Ho i brividi solo ripensando a quel giorno. Mi era sembrato di aver appena preso in mano una vita non mia.

Chiudo gli occhi cercando di ripercorrere tutti gli avvenimenti partendo da quel 10 Settembre. Ogni immagine sembra scorrere vivida davanti ai miei occhi. Ogni sensazione, ogni brivido cammina sulla mi pelle come se vivessi quel momento per la prima volta. Se non altro perdere la memoria ha avuto i suoi effetti positivi.


Un ragazzo cade giù dal dirupo sul quale mi trovavo. Ci trovavamo. Lo vedo sparire piano piano inghiottito dall'oscurità.

Piango mentre grido il suo nome e mi accascio al terreno.

D'un tratto sento il mio petto appesantirsi: fatico a respirare.

Sento squillare nelle mie orecchie un suono ad intermittenza che aumenta la sua frequenza.

Ho la sensazione di cadere nel vuoto: la terra sotto i miei piedi sembra franare. La mia vista si annebbia.

Mi levo dal letto sussultando.

-Shadow!

Il suono non accenna a fermarsi.

La luce a neon che si riflette sulle pareti imbiancate mi acceca. Mi sembra di non aver potuto aprire gli occhi per mesi.

Non dovrei farmi prendere dal panico ma non posso fingere che non sia accaduto nulla: Shadow è caduto da quel dirupo mentre io sono qui, sana e salva.

Le lacrime proprio come prima, scorrono sulle mie guance.

Mentre mi agito cercando di capire dove mi trovo sento le braccia bloccate.

Dall'interno del braccio destro inizia un lungo tubicino attaccato ad una flebo. Mollettine aggrappate alle mie dita si collegano ad uno schermo che registra i miei battiti accelerati.

Sono in... ospedale? Come ci sono finita qui?

Una porta scorrevole viene aperta frettolosamente. Sbatte violentemente al muro. Una mano forte la blocca prima che possa richiudersi.

Entra una signora di mezz'età con dei lunghi capelli neri scompigliati e due enormi occhi azzurri che mi guarda commossa.Allaccia le sue braccia attorno al mio collo.

-Nyx, bambina mia! Sapevo che ti saresti svegliata.

La scosto delicatamente da me. Ha delle profonde occhiaie e il volto segnato dai giorni trascorsi in ospedale senza dormire. Mi osserva cercando di compatirmi.

-Mi scusi signora ma lei... chi è? - vorrei non essere troppo avventata ma il suo arrivo mi ha turbata parecchio.

Che diamine sta succedendo? Sono arrivata qui dal dirupo oppure si trattava di un sogno?

Un uomo alle sue spalle, un dottore per la precisione, si fa avanti e porge alla donna una cartellina.

-Come le avevo già anticipato, Signora Morgani, sua figlia ha subito grossi danni al lobo temporale. Probabilmente non riacquisterà completamente la memoria prima dei prossimi cinque anni.

La signora annuisce in silenzio osservando la cartellina su cui compaiono lastre di un cranio e di un encefalo.

La donna che ho di fronte è mia madre.

-Qualcosa di positivo c'è: la ragazza si è svegliata e molto prima di quanto pensassimo.

Fisso i due adulti cercando di comprendere il loro discorso. Possibile che già si siano dimenticati di me?

-Mamma... ammesso che lei lo sia...- mi porto le mani alle tempie. La testa mi sta per scoppiare. -Come ci sono arrivata qui?

La donna volge il suo sguardo a me sorridendo intenerita. Mi fa una carezza.

-Tesoro... sei stata vittima di un attentato durante un processo magico, non puoi di certo ricordarlo.

-Magico? Come nei giochi di ruolo?

Ride divertita. Scuote la testa. Perché mi sento presa in giro?

Il mal di testa continua a disturbare la mia quiete. Sento la parola "magia" rimbombare nella mia testa più volte con migliaia di voci differenti.

Credo di avere un attacco di panico: la stanza sembra iniziare a girare intorno a me. Sento l'aria mancarmi e si offusca la vista.

Gli squilli si rifanno sentire più frequentemente e a volume sempre maggiore.

Poi il buio.

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