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Capitolo 2






I buoni propositi, che Layla si era imposta per il primo giorno di scuola, erano andati a farsi benedire nell'esatto momento in cui il suo motorino aveva deciso di abbandonarla a un triste destino: raggiungere la Clearwater High School a piedi.

Con la testa bassa camminava a passo cadenzato tra le file di villette che affollavano il quartiere, sperando che la fortuna sarebbe girata dalla sua non appena avesse raggiunto la via principale.

Le famiglie di Kat e Jonathan avevano optato per degli appartamenti in pieno centro, a differenza di sua madre che aveva preferito la calma di East Clearwater, dove la brezza marina allietava le giornate dei residenti estraniandoli dal trambusto cittadino.

Il desiderio che aveva espresso, di incontrare uno dei suoi compagni lungo il tragitto si avverò: Jonathan le arrivò alle spalle strombazzando il clackson della sua decappottabile nera.

Passandosi una mano tra i ricci capelli scuri le sorrise e la invitò a salire.

«Il tuo vecchio triciclo fa di nuovo i capricci, Lalla?» domandò alla ragazza, intenta a sistemarsi frettolosamente sul sedile.

«Lasciamo stare, Jò» gli disse, allungandosi per stampargli un bacio sulla guancia per salutarlo «sono fradicia. Non immagini che sudata.»

Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte: allungò un braccio verso il cruscotto e spinse un bottone rossastro, permettendo alla capote sopra la loro testa di aprirsi e al vento di allietare i loro corpi accaldati dall'afoso clima di Clearwater.

Insieme, i due formavano una coppia perfetta: lei con i folti capelli neri, la carnagione scura e i tratti orientali ereditati dal padre; lui con i morbidi boccoli corvini che gli incorniciavano un viso squadrato ma delicato, reso un po' rude dall'incolta barba nera che aveva iniziato a portare negli ultimi mesi.

Erano anni che tutta la scuola spettegolava alle loro spalle, mettendo voci sulla loro presunta relazione e aggiungendo scabrosi dettagli che non erano mai avvenuti: Jon e Layla, in realtà, erano tutt'altro che amanti. Si conoscevano dai tempi delle scuole medie e da allora, insieme a Kat, formavano un trio inseparabile, legato da un sentimento ben più profondo di un semplice amore adolescenziale.

«Oh, a proposito, quasi dimenticavo: ieri dopo che sei andata via dalla mia festa non puoi capire cosa è successo.» esordì il ragazzo in tono eccitato, ammiccando velocemente verso di lei.

«Uffa,» sbottò Layla battendo le mani contro le sue gambe «lo sapevo che mi sarei persa qualcosa. Mamma e le sue punizioni del cazzo. Dai, dai, parla!»

Jon annuì sorridendo, facendole segno con l'indice di aspettare qualche secondo per permettergli di far manovra e parcheggiare l'auto nello stretto parcheggio della scuola, che avevano ormai raggiunto.

«Andy, il tipo che era con te a Biologia l'anno scorso, si è dichiarato a Kat.» esclamò singhiozzando per la risata che si era impossessata di lui, mentre a stento afferrava la maniglia per aprire lo sportello.

«Dichiarato? Oddio... quanti schiaffi s'è preso?» Layla guardava divertita l'amico che, scendendo dall'auto come lei, continuava a tenersi la pancia e a piegare le ginocchia come preso da una crisi.

«Lalla, tu non puoi capire. Gli ha svuotato in testa una bottiglia di coca cola e gli ha dato del coglione davanti a metà invitati.»

«Si sarebbe salvato da una delle due cose se avesse evitato di mettersi in ginocchio a osannare il suo amore per me...» la voce di Kat arrivò a sorpresa dalle spalle di Layla che, presa dal siparietto che l'amico stava inscenando, non si era accorta della sua presenza «Lay, ma ci rendiamo conto? Cazzo, chiedimi di uscire con discrezione, non che mi fai una serenata davanti a tutti!»

Katharine era sempre stata un po' difficile come ragazza: non amava mettersi in mostra, gli occhi della gente puntati su di lei quasi la facevano sentire a disagio; difficile credere che la sua migliore amica fosse proprio una persona tanto espansiva come Layla.
Erano tanto uguali quanto diverse: sempre allegre, sempre spontanee ma ognuna di loro aveva un modo tutto suo per esprimersi.
A Layla venne in mente il giorno in cui le presentò Jonathan: le tenne il broncio per un'intera settimana, solo perché aveva osato invitare un nuovo amichetto nel loro posto segreto, nella loro casetta fatta di lenzuola e scatoloni che avevano allestito nel giardino sul retro di casa Sphawks.
Ci volle un po' prima che Katharine riuscisse ad accettare il nuovo arrivato e, nonostante gli screzi tra i due fossero all'ordine del giorno, entrambi presto capirono di poter contare l'uno sull'altra, che erano proprio le grandi differenze che contraddistinguevano ognuno di loro a renderli un trio tanto affiatato.

Jon fece il giro dell'auto raggiungendo le amiche e, inginocchiandosi, prese le mani di entrambe tra le sue, ripetendo il discorso che la rossa aveva dovuto sorbirsi la sera prima - non risparmiandosi di aggiungerne un po' di suo.
Le due ragazze, divertite, stettero al gioco dell'amico, mentre gli occhi degli studenti che affollavano il viale antistante la scuola scrutavano la scena.

Presto i tre si mossero per raggiungere la scalinata di mattoni rossi che portava dentro il grande edificio in cemento che ospitava le lezioni: la Clearwater High School era la classica scuola americana. Si estendeva in larghezza più che in altezza, con numerose finestre rettangolari che riempivano la grigia facciata spoglia dello stabile.
Tutt'intorno i boschi, che segnavano il confine tra il quartiere centrale e la zona periferica di West Clearwater, davano un tocco di spensieratezza a quello che altrimenti sarebbe stato un luogo sciapo e privo di stimoli.

Layla e gli altri si erano fermati davanti l'ampio portone in legno, che affacciava sul corridoio principale del complesso, per salutare amici e compagni di classe.
Presto però, l'attenzione della ragazza fu attirata dall'arrivo di un gruppo di suoi compagni: Judith McMonroe e suo fratello gemello Gerry sembravano, come al solito, essere accompagnati da una banda di cherubini che annunciava il loro arrivo a suon di arpe a flauti traversi.

Bellissimi entrambi, con gli occhi chiari come un blocco di ghiaccio e i capelli lucenti come fili d'oro che riflettono il sole. Alti, magri, le loro figure longilinee parevano quasi fluttuare quando si muovevano ed era una consuetudine che ogni mattina decine di matricole restassero a bocca spalancata a fissarli.

Layla, però, non era sui gemelli che aveva posato gli occhi, ma sul ragazzo che, con le mani in tasca, camminava tra loro ridacchiando con la solare Judith.

Un ragazzone dalle spalle squadrate e il petto muscoloso ben visibile attraverso la maglietta blu che a stento sembrava contenere i suoi pettorali; i capelli ramati e pettinati all'insù con un filo di gelatina; il pizzetto dello stesso colore della chioma a circondare un paio di labbra piccole ma carnose e gli occhi... verdi, verdi come una pietra preziosa che risplende di luce propria anche nel buio più soffocante.

Layla restò qualche secondo senza fiato, afferrando il braccio di Kat e affondando le dita con violenza nella sua pelle.

«Lay, ma che diavolo, sei impazzita?» Kat si era voltata di scatto e, per quel movimento, una cascata di boccoli rossi le ricadde disordinata sulla schiena.
«Lay, si può sapere che ti prende? La smetti di fissare quei tre?»
La rossa si sciolse dalla presa dell'amica per scuoterla con una spallata, sperando di farla rinsavire.

Quando Layla distolse lo sguardo dalla visione del nuovo arrivato, si posizionò tra Jonathan e Katharine allungando le braccia per cingere le spalle di entrambi e avvicinare i loro volti al suo.

«Jò. Kat. Mi sono appena innamorata!»










Vi avrei volentieri risparmiato questo spazio autrice, ma mi trovo costretta a specificare una cosa: l'ultima frase di Layla È IRONICA.
In molti mi hanno segnalato che "l'innamoramento è stato troppo veloce", "ma non è possibile, già lo ama?" , ma credevo si capisse che questa è solo una frase detta da una ragazza di cui presto si capirà il carattere espansivo e un tantino eccentrico.

Non vi capita mai di vedere qualcosa di bello è di dire "Ok, mi sono innamorata!"? Bene, il senso era quello.

Perdonate l'appunto ma ci tenevo a specificarlo dato che a quanto pare non ho espresso bene l'ironia.

Sapeste quante volte mi sono innamorata io di un barattolo di Nutella o di un pacco di patatine al formaggio...

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