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Capitolo 8

Caleb

Non so se nel vostro mondo ci sia il detto 'Ho faticato tanto da sudare sette camice.', ma vi posso assicurare, che questa è l'unica immagine capace di descrivere quello che è stato l'allenamento ideato da Aidan per oggi.

Mi chiedo, come sia possibile, che i Ramiz siano ancora tutti vivi.

<<Ci ha fatto il culo.>> commenta Clark tra un respiro e l'altro. Ecco anche questa immagine rende l'idea di come sia stato il circuito di oggi.

Gli unici che sembrano non essere così appesantiti dalla cosa sono Shahd, Li ed Alec, a quanto pare i mutaforma hanno qualche capacità di adattamento a me ancora oscura.

Aidan si avvicina mentre sono ancora piegato in due, con le mani sulle ginocchia alla ricerca di aria che i miei polmoni chiedono sempre di più.

<<Come va, pipistrello?>>

<<Simpatico...davvero...molto simpatico.- lo sento ridere, mentre io prendo un altro respiro profondo e mi alzo in piedi -Provi...provi un senso sadico di divertimento a ridurci così...o è una vendetta personale nei miei confronti?>> il sorriso che aveva sul viso, quello sfrontato con il quale l'ho conosciuto si affievolisce.

<<Scusa, voglio farti vedere una cosa, ti va di seguirmi? Althea ci metterà un po' a tornare.>> guardo Clark per un attimo che annuisce, i suoi capelli mori sono completamente fradici di sudore, la fatica è visibile su di lui, sul colore del viso, gli occhi spenti, eppure si erge in piedi ed annuisce di nuovo, mentre io mi volto e seguo Aidan.

L'uomo al mio fianco, alto quanto me, spicca per diversi motivi. Ha due spalle immense, e per dirlo io significa che sono davvero notevoli, occhi di un azzurro profondo, pelle leggermente abbronzata e un sorriso smagliante che gli conferiscono un'aria davvero eterea.

Poi lo vedi combattere e pensi che molto probabilmente hai a che fare con l'incarnazione vivente di quei mostri che occupavano le nostre storie da bambini, quelle con cui mi divertivo a terrorizzare Clark.

<<Mi dispiace di essere così duro con voi...ma so quello di cui parlo, ho affrontato Alita diversi anni fa, ed il suo esercito è al di fuori di ogni possibile concezione umana.- si alza la maglia, mostrando un addome scolpito degno del migliore degli atleti, costellato di cicatrici più leggere e più profonde, sembra quasi che si tratti di un cielo stellato. Ma sul basso ventre noto una macchia, la sagoma di un lupo, che mi è fin troppo familiare e rimango a fissarla per qualche secondo di troppo. -Me le ha lasciate lei...e non l'ho nemmeno vista.>>

<<Con cosa te le ha fatte?>>

<<Vetri incandescenti...Saul ci ha messo quasi due ore a toglierli tutti.>> lo vedo abbozzare un sorriso, mentre abbassa la maglia.

<<Grazie per quello che fai.- alza lo sguardo di scatto -Non eri tenuto ad affrontare di nuovo Alita, eppure lo stai facendo.>> i muscoli della mandibola si contraggono.

<<Mi ha tolto tutto...se tu fossi al mio posto cosa faresti?>>

<<Se avesse ucciso mio padre, farei quello che fai tu.>> sgrana gli occhi ed io alzo le spalle in risposta.

<<Quando l'hai capito?>>

<<Quando Althea ha accettato di parlare con te, solo Alec era riuscito ad oltrepassare i suoi muri prima di te, e senza offesa, ma non sei un ergasia così potente...la macchia sull'addome ne è stata la conferma.>> annuisce, con semplicità.

<<Non dirlo ad Althea.>>

<<Se ci sono arrivato io, che non spicco di intuito, ti posso assicurare che lei lo capirà. Tu come l'hai capito?>> lo vedo sorridere.

<<Ha gli occhi di Saul e la stessa espressione di preoccupazione, ma la prima volta che abbiamo combattuto insieme, quando l'ho ferita, ho capito che era lei...Alec non combatte come Saul, Althea sì. Lei combatte come me.>> 

<<È per questo che hai scelto di batterti con lei?>>

<<Non volevo ferirla, ma da quella distanza sarebbe risultato strano se non lo avessi fatto...da soldato penso che tu possa capirmi.>> annuisco, perché non solo lo capisco ma so anche perfettamente cosa prova.

Ymir, il gigante di due metri dai capelli bianchi come il ghiaccio viene verso di noi. Mi irrigidisco sotto al suo sguardo gelido.

<<Ragazzi, è arrivata questa, Alita ci vuole vedere tra una settimana, è praticamente una dichiarazione di guerra annunciata...voglio che Althea sia pronta per allora.>> Aidan alza lo sguardo al cielo e sorride di nuovo.

<<Credo che abbia la testa tra le nuvole in questo momento.- ci indica il cielo, e mi basta seguire il suo dito per capire. La mia compagna, la donna che è sempre stata ben posata e con i piedi per terra, ora fa i giri della morte a dieci metri d'altezza con spesse ali di pipistrello che la sorreggono e persino il grande Tolin fatica a starle dietro -È pronta...la profezia inizia da qui.>>


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