Capitolo 15 pt. 2
Althea
Umido.
Quello che sento appena riprendo conoscenza è un'umidità strana sulla mia fronte.
Sono viva? Sono viva.
Dolorante, probabilmente ammaccata in più punti, ma comunque viva.
Apro gli occhi lentamente, pronta a trovarmi davanti quel mostro fetido e quella miriade di scorpioni con crisi d'identità.
Il soffitto davanti ai miei occhi è decisamente più luminoso rispetto a quella sottospecie di cantina, dove abbiamo 'affrontato' quelle creature.
Mi volto di lato, l'unico volto che vedo è quello di un uomo, ha lunghi capelli neri intrecciati, lineamenti affilati e mascella dura completamente priva di barba.
I suoi occhi bosco mi guardano e le labbra sottili si piegano in un sorriso appena accennato.
Nehet ha un fratello segreto? Buono magari? Sarebbe un'ottima cosa non avere a che fare con un sociopatico che per soddisfazione personale ci ha scagliato contro delle creature da combattere.
<<È un piacere vederti Althea.>> quando lo sento parlare mi pietrifico.
La voce. La stessa voce vibrante e profonda appartenente a Nehet, scatto seduta sul letto sfondato che cigola sotto a quel movimento improvviso.
<<Dov'è Clark?>> porto una mano sulle coste, credo che l'impatto con il muro abbia creato più danni di quelli che mi piaccia ammettere.
<<Piano...il tuo amico sta bene, è nelle cucine al momento, ha preteso che lo sfamassi dopo lo spavento che vi ho fatto prendere.- mi porge una mano, decisamente più grande della mia -In merito a quello, mi dispiace per i modi, senza rancore?>> sono titubante sull'accettarla, ma alla fine la stringo ed abbozzo un sorriso.
<<Senza rancore...sa perché sono qui.>> la mia è un'affermazione più che una domanda. È ovvio che sia a conoscenza del vero motivo della mia visita, è un oracolo in teoria.
<<Dammi del tu ti prego, comunque sì...immagino che anche tu voglia la mappa.>> aggrotto le sopracciglia, mentre lui si alza dallo sgabello vicino al letto, ed io mi libero con movimenti impacciati della coperta di lana che mi copriva.
<<In che senso? Anche? Chi altro la sta cercando?>> chiedo mentre mi metto in piedi sul pavimento ligneo.
<<Negli astri c'è scritto che una donna sta cercando la mappa per distruggerla.>> gli porgo il fazzoletto umido che mi è scivolato dalla fronte.
<<Ma io non voglio distruggerla...abbiamo davvero bisogno della mappa...dobbiamo trovare gli oggetti e scongiurare questa guerra.>> provo a rassicurarlo, lui ha raggiungo un ampio finestrone che illumina la scrivania e la libreria presenti nella stanza.
Dal riflesso sul vetro lo vedo sorridere.
<<Umani...dite di voler salvare il mondo e ogni volta ci ritroviamo in una situazione peggiore della precedente.>> umani. Pronuncia quella parola con profondo disprezzo, come se non si ritenesse un appartenente a questa categoria.
<<So che potrebbe sembrare..>> provo a giustificare, ma lui si volta di scatto, senza i suoi muscoli guizzare e contrarsi sotto la spessa divisa.
<<Io vi conosco, sono fuggito da voi...no, non darò di nuovo la mia conoscenza in mano a qualcuno che potrà usarla contro di noi...>> schiudo le labbra e trattengo un sospiro.
<<Nehet, perché dici così?>> si apre la giacca della divisa, lasciando scoperto un addome scolpito e coperto di bruciature, più o meno profonde. Mi avvicino con passi leggeri e lui chiude gli occhi, invitandomi a fare lo stesso.
Sento la sua memoria aprirsi sotto le mie dita d'ombra, curiose di poter finalmente toccare la mente di quest'uomo.
Una mente ancora intonsa che non era mai stata vista da nessuno.
Finalmente vedo un ricordo.
Nehet è poco più grande di me, è al tempio di Sao, ad un villaggio a qualche chilometro da qui.
Era uno di quei villaggi che occupava le storie di mio padre.
A quanto pare, Nehet, era un oracolo molto amato e rispettato. Di fronte a lui, vedo una donna nel ricordo, è molto bella ed ha la pancia gonfia, una probabile gravidanza arrivata quasi a termine.
Nel ricordo si stanno baciando, quando improvvisamente un allarme inizia suonare.
I due si prendono la mano e si precipitano fuori dalle mura del tempio, là fuori un drago di un nero sbiadito, sta incenerendo tutto ciò che trova, compresa la biblioteca del tempio.
La creatura, appena vede Nehet, spicca il volo e sembra andarsene.
I pochi superstiti, in preda alla disperazione, iniziano a prendere l'acqua per cercare di spegnere il fuoco, tra questi vedo correre al fontanile anche la compagna di Nehet.
Lui, invece, rientra, in quella che sta diventando una prigione di fuoco, corre verso la sala degli scritti e prende la mappa. La piega, la mette sotto la giacca e torna fuori.
Fuori dove il drago è tornato ed ha finito il lavoro lasciato a metà. Ed è qui che ricordo, la storia si Sahir e Rihas, le aveva perso la luce, lui la riaccende.
Lo vedo cadere in ginocchio, sulle scale del tempio.
Come ora cade in ginocchio di fronte a me, gli occhi fissi sul pavimento in quercia, lucidi di lacrime.
<<Me le hanno fatte loro...ero uno di loro, e mi hanno tolto tutto..- dice, in un sussurro. Mi abbasso e gli accarezzo il braccio -Si chiamava Asha...era la donna più bella che avessi mai visto...era una degli Ates, i dominatori del fuoco, ma un suo insegnante aveva abusato di lei...da allora non riusciva più a domare quella fiamma, aveva perso la luce e non sapeva come ritrovarla. Lei ed io ci siamo conosciuti così. Lei è venuta al tempio, chiedendomi cosa vedessi nel suo destino.- si siede sul pavimento.
<<Gli oracoli vedono raramente il futuro, ma sappiamo leggere il vostro passato e cerchiamo di capire cosa volete sentirvi dire.>> aggrotto le sopracciglia scure.
<<In pratica siete come le incantamenti.>> lui scuote il capo.
<<No...non possiamo manipolarvi in alcun modo...passiamo solo a dare un'occhiata. Lei era terrorizzata. Per me era una cosa assurda, non capivo perché fosse così legata a quella luce. Riuscivo a comprendere la sua sofferenza, ma non la sua ricerca per ritrovare qualcosa che l'aveva fatta soffrire...poi un giorno l'ho presa e l'ho fatta volare per la prima volta, ho fatto la stessa cosa che Caleb ha fatto per te...ed ho capito perché lei ci teneva tanto al fuoco. Un mio maestro diceva che possiamo comprendere davvero le cose solo quando le proviamo, ed io ho concluso la mia ricerca, quando ho perso lei e da allora, nemmeno io ho più la luce..>> sospiro ed abbasso lo sguardo.
<<Per quello cercavi un'incantamenti...perché speravi che potesse tornare la tua luce?- lui annuisce. -Mi dispiace, hai trovato l'unica incantamenti che non sa come controllarla...e mi dispiace davvero.>>
<<Hai letto la lettera di tuo padre?- schiudo le labbra per quella domanda improvvisa e torno a fissarlo, incapace di rispondere -Lo prendo per un no, dammi un buon motivo per darti la mappa ed io lo farò.>>
<<Tutto qui?>> lui annuisce.
<<Sì...tutto qui.>>
<<Beh...se mi dai la mappa potremmo salvare..>> mi ferma, alzando una mano nella mia direzione, sono già pronta all'ennesimo impatto con la struttura di questo posto, ma stavolta non mi sbalza via.
<<Non mi interessa salvare il mondo, anzi...probabilmente se finisse potrei finalmente andarmene e ritrovare Asha..>> mi mordo l'interno della guancia, non ho niente da perdere, ed aprirmi con Nehet è l'unica alternativa possibile che mi si palesa davanti.
<<Le incantamenti sono un po' come gli oracoli...senza offesa sia chiaro- lui trattiene una risata -I miei hanno scoperto delle mie abilità quando avevo quattro anni...non ho avuto un'infanzia normale, e nemmeno un'adolescenza...ho avuto un fidanzato prima di Caleb, che mi ha usata finché ha potuto, come le Alte, tutte le guaritrici e i guaritori che ho incontrato. Io sono solo un mezzo, e me l'hanno ripetuto talmente tante volte che alla fine ci ho creduto anch'io.- lui schiude le labbra -C'era solo una certezza nella mia vita, ed erano i miei genitori...una persona orribile mi ha preso anche loro, e questo solo perché sono ciò che sono.>>
<<Poi sono arrivati loro, un uragano a ciel sereno. Avevo solo una regola quando sono entrata nella guardia del re, ed era non affezionarmi. Invece li ho incontrati, Dan, Caleb, Clark, Li e mio fratello, persino Tolin e Kane anche se quest'ultimo non ammetterà di volermi bene...loro mi hanno fatto sentire a casa, dopo tanto tempo...so che è egoistico, ma io voglio la mappa per loro, perché voglio continuare a vederli a sorridere, a sentire i racconti senza senso di Dan, dopo aver visto la sua fragilità; i consigli non richiesti di Kane, dopo che ho scoperto quanto sia divertente quando vuole; il sarcasmo e l'impacciatezza di Clark, che servono per mascherare la sua paura per gli ostacoli; il pessimismo di Tolin e Li, che spesso ci ha risparmiato qualche guaio; il calore di mio fratello, che ho appena ritrovato; e l'amore di Caleb, che ho sempre pensato di non meritare.- lui continua a guardarmi -Darmi la mappa non...non ti darà indietro Asha, ma permetterà ad altre persone di continuare a vivere e darà un po' di serenità anche a te.>> Nehet mi porta una mano sulla schiena, tra le scapole e mi accarezza. Un gesto volto a ringraziarmi per le parole che ho appena pronunciato.
<<Per gli dei...- ci voltiamo entrambi verso la porta, dove Clark è in piedi con le lacrime agli occhi -quanto sei dolce..- senza preavviso e con troppa velocità, mi abbraccia provocandomi un gemito. -Scusa...scusa.>> Nehet sorride, va sul tavolino da caffè presente nella stanza, sposta alcune scartoffie e torna da noi con una pergamena in mano.
<<Questa è per voi...sono sicuro che ne farete buon uso, promettimi che leggerai la lettera di tuo padre.- annuisco immediatamente alle sue parole -E tu.- si volta verso Clark che rimane paralizzato davanti al dito teso di Nehet -Abbi fede in ciò che vedi, credi nei tuoi sogni e non solo in senso figurato.- il mio amico segue il mio esempio ed annuisce anche lui, accogliendo l'ordine-Ora andate, i vostri compagni vi aspettano.>> Clark ed io ci alziamo all'unisono, facciamo un inchino con il capo e ci voltiamo per andarcene.
<<Aspetta..- dico al mio amico, mi volto e raggiungo Nehet, lo abbraccio, lui rimane sorpreso, poi ricambia timidamente l'abbraccio -Non sei solo, ogni volta che vorrai ci sarà un canale di comunicazione anche per te...grazie...ci rivedremo un giorno.>> lui sorride ed abbassa lo sguardo.
<<Tuo padre aveva ragione, sei un fiore raro Althea...infondo, ci rivedremo tutti un giorno.>> un saluto che sa più di addio che di arrivederci.
Raggiungo di nuovo Clark, gli afferro la mano e stavolta diciamo davvero addio a questo luogo.
Spazio autrice:
Salve bella gente,
qualcuno vuole dei fazzoletti? Perché a me servirebbero.
Comunque, la prima missione è stata portata a termine. ✔
Diciamo che mancano ancora due prove belle intense, ma il primo ostacolo è stato superato.
Che ne dite? Cosa ne pensate di Nehet?
Vi mando un abbraccio,
Belle.
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