21
Ananche afferrò i dadi con decisione. Li sentiva strani tra le mani, con i contorni poco definiti, quasi gelatinosi.
Non si lasciò distrarre da quelle sensazioni ambigue, si concentrò solo su quello che voleva, essere libero, e tirò.
I dadi cozzarono malamente tra loro un paio di volte e si fermarono subito. Entrambe le facce mostravano un solo pallino nero.
«Peccato.»
«Aspetta, io...»
«Forza, andiamo» disse Morte avvicinandosi a una potentissima porta di luce. «Ti accompagno per l'ultimo tratto. Poi, finalmente, sarai libero.»
Ananche fissò il volto scheletrico di Morte: era benevolo, seppur inquietante. «Capisco» disse avviandosi verso la luce.
FINE
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