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Capitolo 7

La salita è stata, tutto sommato, abbastanza rapida.

Mentre la corda ci trainava a bordo della testuggine, sono riuscita ad avere una panoramica di Ardana. E, devo ammettere, che è un pianeta stupendo.

Il giardino in cui sono capitata è solamente uno dei tanti, tantissimi, spazi verdi e quieti in cui gli Ardanici vivono.

Così come la Città Sospesa è abitata da funzionari governativi e consiglieri così la foresta che tappezza il pianeta è patria delle altre classi sociali.

Dalla mia posizione privilegiata, infatti, scorgo diversi edifici, del tutto armonizzati con la natura che riveste Ardana di magnifici colori e profumi.

Un clangore metallico mi risveglia dai dolci pensieri che mi stavano cullando, riportandomi alla dura realtà.

Poteva andare peggio...

Effettivamente sarei potuta cadere in un buco nero oppure atterrare sopra una nana bianca.

Dopotutto Stratos pare accogliente: è stata costituita sul dorso di una tartaruga millenaria.

《Fra poco dobbiamo saltare》mi avvisa Droxine mentre io alzo lo sguardo sul cavo metallico che la ragazza stringe nella mano.

La robusta corda scompare all'interno del fianco della testuggine e noi dobbiamo scendere prima di arrivare a quel punto.

《Ora!》grida Droxine, mollando la presa.

Io faccio come mi ha detto e salto, serrando gli occhi perché non ho la minima idea che cosa ci accadrà dato che sotto di noi vi è solamente il vuoto.

《Eccoci arrivati.》

La voce allegra della ragazza mi induce ad alzare una palpebra e, scopro così, che ci troviamo sopra una piattaforma gravitazionale.

《Perché mi hai detto di saltare?》le domando mentre veniamo trasportate sul dorso di Umor di Pietra.

《Ho preso il cavo sbagliato. Se non avessimo saltato... Beh...》Droxine abbassa lo sguardo con intenzione e io deglutisco rumorosamente.

Messaggio ricevuto.

《Dovresti vedere la tua faccia, Zaira》ridacchia lei, mettendosi una mano sulla bocca, forse per frenare le risate.

《Scusami. Io... Non sono abituata a...》Gesticolo per farle capire come tutta la loro organizzazione sia nuova per me e lei, finalmente, mostra un poco di comprensione.

Droxine si avvicina a me, mi poggia un braccio sulle spalle e mi fa voltare.

《Guarda...》

E io lo faccio.

Stratos è una città magnifica, intagliata nel marmo, in armonia col mondo.

Vorrei poter passeggiare fra quegli edifici bassi e bianchi, ma la piattaforma ci trasporta lontano verso un imponente palazzo, posto al centro di un immenso giardino circolare.

Molto probabilmente la mia facciata impenetrabile sta cadendo a pezzi di fronte a tale spettacolo, però, la Città Sospesa mi ricorda moltissimo le fiabe che era solita raccontarmi Uhura.

Se aguzzo la vista, riesco a scorgere deliziosi animali dal piumaggio candido, con una piccola coroncina dorata sulla testa.

Splendidi...

I miei occhi si cibano voracemente di quel paesaggio unico che ormai esiste soltanto sui libri scolastici e noto sempre più particolari interessanti man mano che ci avviciniamo al palazzo.

Tra le fronde argentate degli alberi più alti, scorgo i resti di possenti bastioni rossi, forse eretti durante una guerra ormai dimenticata, che mi fanno capire meglio Ardana, un pianeta ospitale e meraviglioso, ma, quando serve, anche potente e feroce.

Una lieve carezza sulla spalla mi fa voltare verso destra, dove, seguendo il braccio steso di Droxine, poso lo sguardo sulla nostra meta.

L'entrata del palazzo mi appare come una bocca crudele pronta ad inghiottirmi, però, man mano che ci avviciniamo avverto solamente aria di pace e bontà.

La piattaforma gravitazionale si ferma accanto ad una lunga scalinata, bianca come il piumaggio degli animali che ho scorto prima. Noi scendiamo a terra, affondando i piedi nudi nella bassa erba celeste che ci carezza le caviglie.

《Vieni...》

Droxine inizia a salire quegli infiniti scaloni in marmo mentre io mi affanno per raggiungerla. I gradoni, infatti, sono molto alti e ci impiego qualche istante per capire l'andatura che devo tenere per non ruzzolare giù.

In cima alla scalinata non troviamo alcuna porta, ma accediamo direttamente ad un grandissimo salone. Il pavimento è ricoperto da tappeti così morbidi da poterci comodamente dormire; infatti, vedo anche una moltitudine di cuscini dai colori sgargianti aspettare invisibili ospiti in cerca di quiete.

Il salone, però, non è sfarzoso come immaginavo.

Le pareti sono adornate con qualche arazzo, raffigurante scene di vita quotidiana, ma nulla a che vedere con i maestosi quadri del Palazzo del Re.

Qui, su Ardana, le cose sono molto più semplici e pacifiche rispetto alla vita su T'Val.

Mentre io ammiro a bocca aperta lo splendore del salone, Droxine allunga una mano, afferrando una lunga fune d'oro, che pende dal soffitto a volta, e la tira leggermente.

Subito una dolce melodia si spande per l'intero palazzo, riempiendomi il cuore di serenità.

Da una porta che prima non ho notato, presa com'ero nell'ammirare il gusto semplice dell'arredamento, escono tre persone dall'aria solenne.

Sottovoce, Droxine mi spiega chi sono mentre io studio il loro viso in cerca di odio e rabbia, sentimenti tipici di chi governa un pianeta.

Rimango basita quando non ne trova alcuna traccia in loro.

Ho sempre pensato che fossero tutti come il Re, ma forse...

Rimani concentrata, Zaira...

Escludo qualsiasi altro pensiero dalla mia mente e studio i tre individui che continuano ad avanzare verso di noi.

Il primo, quello che suppongo essere l'Alto Consigliere di Ardana, indossa una lunga tunica chiara, chiusa con pochi, semplici bottoni, posti di lato. Appena i suoi occhi scuri si posano su di me, le sue labbra si stendono in un largo e aperto sorriso. Con dita leggere, si liscia i baffi neri che gli scendono ai lati della bocca come stendardi.

I capelli sono celati da un basco nero, ornato da numerose stelline rosse.

Droxine mi bisbiglia nell'orecchio i nomi degli accompagnatori di suo padre.

Sarek, il Ministro della Bellezza, e Merikus, il Console della Pace Infinita.

A differenza del Consigliere Plasus, appaiono molto anziani, infatti i mantelli d'argento che coprono parzialmente i loro volti, lasciano ben visibili i loro menti rugosi.

I tre governatori si fermano di fronte a noi, così io mi inchino profondamente, in segno di rispetto. Mentre Droxine corre verso il padre che spalanca le braccia per prenderla al volo.

Guardando quella scena, non posso fare a meno di chiedermi perché il Re non mi abbia mai toccato in vita sua.

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