Capitolo 6
La maschera di pacatezza che indosso crolla con la stessa facilità di una torre di yest*.
《Ehi... Sicura di star bene?》mi domanda la gentile sconosciuta che mi ha trovata.
Certo che non sto bene!
《S-sì... Sto bene... Io... È stato un viaggio lungo e sono un po' stanca...》le spiego, cercando di infondere sicurezza alla mia tremante voce.
Sicurezza che, ovviamente, non posseggo.
La ragazza si abbassa, sedendosi sui talloni, e mi studia a fondo. I suoi occhi screziati di grigio sembrano sondare le profondità della mia anima. Annuisce una volta, con un cenno della testa, e si rialza, tendendomi la mano sinistra.
《Il mio nome è Droxine. Che il radioso Ferth illumini il tuo cammino》afferma con un sorriso, stemperando così quel saluto solenne.
Fisso la sua mano per un istante prima di allungare la mia e prenderla e alzarmi. Se voglio tornare a casa, ho bisogno di tutto l'aiuto possibile e questa ragazza dai capelli color fuoco rappresenta la mia speranza di rivedere Lothar.
《Io mi chiamo Zaira》le dico, senza aggiungere altro e sentendomi un poco fuori posto.
《Ora che ci siamo presentate e siamo diventate amiche, vuoi dirmi perché hai sparso i tuoi vestiti per tutto il giardino?》mi domanda Droxine con un leggero sorriso stampato in volto.
《Ehm... Ti chiedo scusa... Io...》balbetto, dandomi della stupida per la mia piccola ribellione contro i fronzoli.《Raccolgo tutto. Subito.》
Memore della caduta di prima, cammino con circospezione, ma, ben presto, mi rendo conto che i miei problemi alle gambe si sono risolti.
Recupero la parte inferiore della gonna e le scarpe col tacco, arricciando il naso con leggero disgusto.
Non ci penso nemmeno ad indossarle nuovamente.
Spostando lo sguardo su Droxine, la scopro intenta a fissare le calzature con aria pensierosa, così agisco prima di riflettere.
《Le vorresti?》le chiedo, sventolando le scarpe davanti al suo volto.
《Io?》ribatte, incredula scoppiando poi in una sonora risata.《Grazie dell'offerta, ma io odio le scarpe. Di tutti i tipi.》Mi mostra il suo piede nudo a prova di questa sua particolarità.《Però... Mia cugina Skyler adora i tacchi tanto quanto ama i dolcetti di heyn*.》
Perfetto!
Le mie labbra si incurvano in un incoraggiante sorriso mentre le allungo le mie scarpe.
《Allora regalale a lei. Di sicuro, le saprà utilizzare meglio di me.》
Droxine le prende, apre la bisaccia e le infila dentro per poi abbracciarmi così forte da mozzarmi il fiato e incrinarmi qualche costola.
Gli abbracci mi hanno sempre messa in difficoltà.
Come bisogna reagire?
Per quanto tempo bisogna stringere la persona?
Quanta forza si deve usare?
Per fortuna la ragazza fa tutto da sola: mi stringe per qualche attimo e poi si ritrae con uno sfolgorante sorriso che le illumina il dolce viso ovale.
《Ora che ne dici di venire a casa mia?》mi propone con naturalezza.《Così ti presento mio padre. È l'Alto Consigliere di Ardana.》
Recupero dal mio chip di memoria, impiantato nel mio cervello warp or sono, le informazioni base su questo pianeta.
Gli abitanti di Ardana, poco più di 30 zilioni, sono esseri dalle fattezze umanoidi, come la maggior parte delle specie che abitano l'universo, molto ospitali e praticamente privi di aggressività.
Il Governo è retto da un Consiglio, formato da tre rappresentanti: uno per la classe sociale superiore, uno per la classe sociale intermedia e uno per la classe sociale inferiore. Così da garantire la parità dei diritti.
Il chip, inoltre, mi indica il nome di Plasus, il capostipite di Stratos, la città sospesa, come un Consigliere equo e giusto, che agisce sempre nel rispetto degli altri, senza mai abusare del suo potere.
Speriamo che sia davvero così...
《Certo. Perché no?》le rispondo, cercando di calmare i battiti del mio cuore.
Devo solamente aspettare che il cristallo del bracciale si ricarichi e poi posso impostare le nuove coordinate.
《Magnifico!》Droxine batte le mani con gioia infantile e si mette a correre verso l'albero dalle foglie arancioni.《Forza! Vieni!》Mi incita per dopo arrampicarsi, aggrappandosi agilmente alla corteccia bruna fino a raggiungere i rami frondosi.
Io, sinceramente, non capisco che sta succedendo, ma la assecondo, anche se sono perplessa.
Con meno agilità di lei, riesco ad inerpicarmi sull'albero, raggiungendola fra gli alti rami, colmi di foglie dai colori sgargianti.
Droxine si siede a cavallo di un grosso ramo e allunga una mano sopra la testa. In volto ha dipinta un'espressione piena di aspettativa e poi... vola.
Sul serio!
Si alza lentamente fino a che i suoi piedi non scalciano nel vuoto, solo allora mi sporgo verso di lei e le afferro la vita, stringendola forte.
《Reggiti!》È l'unico avviso che ricevo.
Eseguo senza discutere e rinserro la presa su di lei. Insieme veniamo sollevate, sbucando dalla grande chioma dell'albero su cui ci siamo arrampicate.
Alzo lo sguardo e finalmente capisco che sta succedendo.
Droxine stringe in mano una corda metallica, intrecciata e robusta, che proviene direttamente da Stratos.
Non per niente si chiamava La Città Sospesa.
Sopra di noi, infatti, vola lentamente una gigantesca testuggine color pietra, con numerose corde che fuoriescono dai suoi fianchi.
《Wow...》
Non riesco a trattenere un'esclamazione di meraviglia.
Questo il mio chip non l'aveva memorizzato.
《Sì...》Droxine abbassa la testa verso di me e mi rivolge un sorriso soddisfatto.《Il vecchio Um fa quest'effetto a molti visitatori. Dovresti vederlo mentre mangia. Quello sì che è uno spettacolo! Acchiappa al volo gli asteroidi che entrano nell'atmosfera di Ardana e li ingoia interi.》
A quelle parole, deglutisco rumorosamente. Spero che non si cibi anche di viaggiatrice del tempo e dello spazio.
《Non preoccuparti, Zaira》mi rassicura la ragazza mentre continuiamo ad allontanarci da terra.《Umor di Pietra mangia solamente asteroidi. In più è dolcissimo e mansueto. Ci ha dato il permesso di costruire Stratos sopra il suo millenario guscio perché non voleva più stare da solo.》
La sua spiegazione un poco mi rassicura, anche se non so cosa mi aspetti nella Città Sospesa.
Nota degli autori:
Su T'Val, la yest rappresenta la sabbia terrestre, con un'unica differenza: è di colore blu scuro
I dolcetti di heyn, invece, sono una specie di cannoli siciliani che gli Ardanici mangiano durante le festività
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