Capitolo 24
Non appena le fiamme si levano alte nel cielo, decretando la morte delle guardie, Omicron ci fa uscire allo scoperto.
Corriamo, mantenendo la schiena curva, e giungiamo sul lato est del Palazzo senza intoppi, il che inizia ad inquietarmi anche se non faccio parola con nessuno dei miei dubbi.
Non vorrei essere accusata di codardia.
Una confortante presenza alle mie spalle mi fa capire che Thorne è sempre accanto a me ed un sorriso, davvero inopportuno, mi spunta in volto.
Per fortuna è buio...
Riporto la mente alla realtà e scorgo il capo della squadra che posiziona un piccolo aggeggio al centro della recinzione elettrificata dell'edificio: nel giro di qualche secondo, l'elettricità, che scorre all'interno del reticolato, svanisce nel nulla con un leggero sibilo.
«Oohh...» mormoro, ancora una volta meravigliata dalla tecnologia che Omicron e gli altri utilizzano nella quotidianità.
«L'ha creato Elijah.» La voce calda di Thorne mi riempie la testa, facendomi sentire meno sola. «Non si occupa solamente delle armi. Nel tempo libero si diletta ad inventare bislacchi oggetti che il più delle volte non funzionano.» Ridacchia sommessamente prima di ritirarsi nuovamente nel silenzio.
Dev'essere bello...
Per un attimo nella mia mente appare l'immagine di una grande famiglia felice che ride e scherza. Omicron, Thorne e gli altri riescono a sorridere nonostante la brutta situazione in cui si trovano.
Non hanno perso il loro cuore.
«Non perdetevi in chiacchiere!» La voce irritante di Omicron interrompe i miei pensieri, facendomi tornare alla realtà.
Sbuffo e, mentalmente, gli affibbio tutti i nomi più rivoltanti che mi passano per la testa, mentre annuisco con quella che spero essere un'espressione seria e decisa.
Proprio ora che lo stavo rivalutando...
«Appena siamo dentro ci dividiamo in due gruppi: il primo ha il compito di liberare i prigionieri, il secondo, invece, si occuperà del Collezionista. Io andrò con Thorne e Zaira. Noi saremo il secondo gruppo. Tutti gli altri alle celle. Un'ultima cosa: nessuna pietà.» Il discorso di Omicron, che dovrebbe essere d'incoraggiamento, mi lascia una strana sensazione addosso.
Se prima mi sentivo spaventata, ora sono letteralmente terrorizzata.
I miei compagni scavalcano la recinzione uno alla volta, così possiedo il tempo necessario per ritrovare un po' di calma. Cosa alquanto complicata dato che non sono per nulla sicura di riuscire ad uccidere il Collezionista una volta che me lo ritroverò di fronte.
Certo, ho appena ammazzato due guardie, fatto che devo ancora elaborare del tutto, però...
«Andrà tutto bene...» sussurra Thorne nella mia testa con voce stranamente dolce, in netto contrasto con tutta quella faccenda.
«Come fai a dirlo?» ribatto, forse in maniera troppo repentina e maleducata. «Scusa...» aggiungo subito dopo, abbassando lo sguardo mentre attendo il mio turno.
La mano del ragazzo si posa sulla mia guancia, facendomi rialzare il capo, e ci fissiamo negli occhi per quella che mi sembra un'eternità.
«So che andrà bene perché siamo assieme» afferma lui, semplicemente, prima di issarsi sulla recinzione, lasciandomi indietro, sorpresa da quell'affermazione.
Cosa vuole dire?
Accantono le domande ed i quesiti per un altro momento e metto in moto il corpo: allungo le braccia sopra di me, agganciando le dita ad una maglia della rete per poi cominciare l'arrampicata, che si rivela essere molto più semplice di quanto avessi immaginato.
Una volta arrivata in cima, mi siedo a cavalcioni e mi prendo un istante per respirare e recuperare le forze. La vista quassù è spettacolare e terrificante allo stesso tempo.
«Muoviti!» L'ordine, secco e autoritario, di Omicron mi fa trasalire e, sospirando, mi rimetto in moto.
Qualche attimo e balzo agilmente a terra, proprio al fianco di Thorne, che mi sorride orgoglioso. Non posso evitare al mio corpo di reagire alla sua vicinanza così arrossisco lievemente anche se, fortunatamente, al buio si nota poco.
Meno male...
In silenzio, compatti come una vera squadra, corriamo verso la porta davanti a noi: il breve tragitto si svolge in tranquillità, cosa che fa ben sperare dato il luogo dove ci troviamo.
Però è strano...
Entriamo nel Palazzo con estrema facilità ed Omicron ci ordina, a gesti, di dividerci. Infatti appena varchiamo la soglia, ci troviamo ad un bivio: il primo gruppo sceglie il corridoio di sinistra mentre io ed i due ragazzi prendiamo quello di destra.
Mentre percorriamo a passo spedito e sensi all'allerta quell'infinito passaggio, i miei occhi scrutano l'ambiente con attenzione, notando la differenza durante la mia prima incursione all'interno del Palazzo.
Probabilmente l'altra volta sono entrata da un differente ingresso...
«Attenti!» grida Thorne all'improvviso, facendomi fermare di scatto.
Appena in tempo.
Un raggio phaser, brillante e letale, mi passa accanto, mancandomi per un respiro soltanto. Il cuore mi schizza in gola mentre balzo di lato, sbattendo contro il muro e procurandomi un livido alla spalla.
Mantenendo la schiena addossata alla parete, volto la testa e scopro che una squadra, composta da tre guardie, ci sta inseguendo.
«Come fanno a vederci?» chiedo, con voce concitata, preoccupata più per i miei compagni che per me stessa.
Loro non posseggono le capacità di guarigione del mio popolo.
«Non ne ho idea» risponde Omicron, seccato sia dall'imboscata che dalle mie domande.
Quanto lo detesto!
Prima di riflettere su ciò che sto facendo, prendo l'arco ed incocco tre frecce. Uno sguardo e lancio i miei mortali dardi.
Ora il numero delle mie vittime è salito a cinque.
Anche se col mio gesto ho salvato la vita ai ragazzi, ciò non toglie che il peso delle vite che ho strappato mi segnerà l'anima per sempre.
«Ottimo lavoro!» Si congratula Omicron, dandomi una pacca sulla spalla. «Proseguiamo. Ancora qualche metro e ci troveremo di fronte al Collezionista.»
Detto ciò, si mette a correre a perdifiato, dando per scontato che io e Thorne lo seguiremo ciecamente.
«So quello che pensi, ma lui non è cattivo.» La voce del mio compagno di squadra mi avvolge dolcemente come una calda coperta.
Il mio sguardo abbandona i corpi carbonizzati delle guardie per posarsi sul volto di Thorne, rischiarato dalle deboli luci che punteggiano il corridoio.
«Come fai a dirlo? Cosa fa di noi delle persone buone? Me lo sai spiegare?»
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