Capitolo 22
Dopo un veloce e frugale pasto a base di panini dolci, rubati dalle scorte alimentari del Collezionista, Omicron decide che è giunto il momento: dobbiamo andare in guerra.
Non mi piace granché il fatto che sia lui a capo della missione però è stato designato a quel ruolo dopo una votazione quindi...
Lancio un'occhiata al padre di Thorne e noto che, nonostante l'aria fiera e combattiva che ostenta, in realtà è la persona che si sente peggio all'interno della Base. Dopotutto il suo unico figlio sta per lasciare questo mondo sicuro senza alcuna certezza di ritornarci sano e salvo, ovviamente il professore è preoccupato.
Come un vero genitore...
《Ehi, principessa. Che succede?》mi domanda una voce calda e gentile.
Mi volto repentinamente e finisco fra le braccia di Thorne: sorpresa dalla sua vicinanza, mi ritraggo velocemente, lasciandolo confuso.
《Niente... Non succede niente...》 rispondo, con le guance in fiamme anche se non ne capisco il motivo.
Il ragazzo che ho conosciuto, quello irritante e saccente, è scomparso lasciando spazio ad un guerriero dall'espressione decisa e uno sguardo implacabile. Indossa una tuta identica alla mia, di colore blu, che accentua la sua bellezza, rendendolo simile a un angelo vendicatore, tanto decantato nei libri che leggevo da bambina.
《Alla fine di questa... storia, io e te dobbiamo parlare》afferma Thorne, riportandomi coi piedi per terra.
Parlare?
E perché mai?
《Se ci tieni...》rispondo, confusa e sarcastica allo stesso tempo.《Ma prima occupiamoci del Collezionista.》
《Così parla un guerriero...》Mi loda Omicron, che evidentemente ha origliato la nostra conversazione.《Ora basta parlare! È tempo di agire!》grida, alzando il pugno in aria con ferocia.
Al suo urlo fanno eco le voci degli altri componenti della squadra e l'ottimismo dilaga come una marea saturniana che travolge tutto e non lascia superstiti.
Dal canto mio, sono decisamente meno entusiasta dalla prospettiva di scendere in guerra: un conto è scoccare frecce infuocate contro un bersaglio immobile, un conto è centrare un essere vivente e ucciderlo.
《Ce la farai》mormora Thorne, posandomi una mano sulla spalla, stringendola brevemente prima di allontanarsi per parlare con suo padre.
Rimango in disparte mentre i guerrieri salutano i ragazzi che rimarranno a difesa della Base. Guardo i loro abbracci, le loro pacche sulla schiena, i loro sguardi sfuggenti e mi chiedo ancora una volta perché il Re mi abbia ripudiata.
Dopotutto la mia unica colpa è l'essere nata femmina.
《Ancora la testa fra le stelle, principessa?》La sgradevole voce di Omicron penetra la scura nebbia che avvolge i miei pensieri e mi fa trasalire.《Spaventata?》domanda, incrociando le braccia al petto con fare irritante.
《Certo che no. Sono pronta ad andare non appena ti decidi a dare l'ordine》ribatto con tono grondante sarcasmo, posando distrattamente una mano sul mio arco miniaturizzato.
Il ragazzo ha la decenza di abbassare lo sguardo prima di allontanarsi da me, lasciandomi respirare.
《Non gli piaci》commenta Thorne, affiancandosi a me.
《L'avevo intuito》replico, con voce asciutta, iniziando ad intrecciarmi i capelli affinché non mi intralcino durante la battaglia.
《Lascia fare a me.》Si propone il ragazzo, sfiorando le mie mani per indurmi a lasciare le ciocche nere che stavo tentando di domare.
In silenzio e quasi trattenendo il fiato da un'emozione che non riesco a comprendere fino in fondo, abbasso le braccia e poggio le mani, dai palmi sudaticci, sulle cosce, fasciate dalla tuta.
Perché è così gentile con me?
Non che mi lamenti del cambiamento subito da Thorne, però non posso fare a meno di domandarmi di cosa vuole parlare con me finito il combattimento.
《Va bene così?》Mi chiede dopo qualche istante, indietreggiando di qualche passo per ammirare la sua opera.
Provo a ruotare la testa e metto in pratica un paio di mosse che ho imparato durante questi allenamenti e, noto con piacere che la mia folta capigliatura non intralcia per nulla i miei movimenti.
《Sì. Sì, grazie.》Lo ringrazio, accennando ad un sorriso che ha vita breve, ripensando a ciò che ci aspetta.
《Dai, principessa, dimmi che ti succede. È da prima che sei pensierosa...》Thorne diventa insistente, ma il suo atteggiamento non m'indispone affatto, anzi lo trovo quasi... gentile.
《Io...》Sospiro sconsolata quando mi accorgo quanto suonerebbe assurda la mia storia alle sue orecchie: lui è nato e cresciuto su un pianeta così lontano nel tempo e nello spazio da risultarmi praticamente sconosciuto.
Come posso dirgli a cuor leggero che provengo da un mondo disperso chissà dove e chissà quando?
《Sto pensando alla battaglia che ci attende. Non se riuscirò a uccidere i miei avversari quando capiterà l'occasione》confesso un altro mio pensiero, forse moralmente più importante di tutto il resto.
《Anch'io ci sto pensando...》Mi rivela Thorne, appoggiando la schiena al muro e osservando i suoi compagni accomiatarsi dagli altri che rimarranno qui, in disparte.《Sarò capace di liberare i prigionieri del Collezionista? Sarò in grado di combattere contro le sue guardie? Riuscirò a fare la mia parte e condurre la mia famiglia alla vittoria? Credo che siano dubbi normali all'alba di una guerra. Non averli significherebbe non possedere una coscienza né un'anima.》
Proprio quando sto per esprimere la mia opinione, Omicron ci interrompe, avvertendoci che è giunta l'ora di partire.
I Soli stanno tramontando: è il momento ideale per sferrare un attacco.
Angolo di Will:
Vi chiedo scusa per l'enorme ritardo negli aggiornamenti: ho un lavoro che mi impegna molto e mi sono beccata l'influenza mista a bronchite (però l'ho sconfitta!)
Così sono rimasta indietrissimo 😫
Vi ringrazio per la pazienza! 😶
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