Capitolo 19
Il mio sguardo scioccato rimbalza dal vestito a Thorne e viceversa.
《Tu sei pazzo!》esclamo, pronta a lanciargli l'abito addosso.
《Calma, principessa...》Il ragazzo tenta di arginare il mio sgomento, con scarso successo, devo aggiungere.《Questa tuta è termoregolabile e riesce ad assorbire fino a 1000 ghoul di elettricità.》
Lo fisso senza capire appieno il significato delle sue parole: non ho mai sentito questa unità di misura.
《Ciò vuol dire che sarai molto meno vulnerabile di adesso.》
Scocco una scettica occhiata all'involto scarlatto che tengo ancora in mano e decido di dare una possibilità a Thorne.
《Dove posso cambiarmi?》gli domando, controvoglia, arrossendo leggermente.
《Beh...》Il giovane si passa una mano fra i capelli e mi rivela che, di solito, loro si cambiano lì, senza alcuna privacy, mettendomi ancora di più in imbarazzo.《Ormai non esistono più femmine da così tanto tempo che... Certe cose hanno perso importanza, diciamo...》
《O mi trovi una stanza oppure non se me fa niente》sibilo a Thorne, incrociandole braccia al petto, stizzita.
Lo sento sospirare rumorosamente per poi mugugnare qualcosa di incomprensibile, ma che, alle mie orecchie, pare una bestemmia.
《E va bene.》
Alla fine capitola e mi accompagna, scocciato, verso una porta nera con una specie di leva argentata, che stringe e solleva. Come per magia, la porta si spalanca e scorgo una fila di scatoloni addossato alla parete di quella stanzetta.
《È una cosa vecchio stile però funziona》mi spiega Thorne, invitandomi a entrare con un cenno.《Si tratta di un ripostiglio dove teniamo cose pressoché inutili, ma tu sei piccola quindi ci starai comodissima. Vedi di sbrigarti.》
Detto ciò richiude la porta con un leggero tonfo e mi lascia sola in questa camera dall'odore stantio.
Che meraviglia...
Prima di cambiarmi, voglio dare una veloce occhiata in giro, anche se non trovo nulla di interessante da vedere.
A parte gli scatoloni, privi di scritte o etichette, c'è uno scaffale ingombro di armi rotte e inutilizzabili e nulla di più.
Sospirando, appoggio l'abito sopra uno scatolone e comincio a togliermi i vestiti. Sono laceri e sporchi eppure voglio conservarli: ora che sono una fuggitiva mi serve tutto ciò che riesco a raccattare.
Potrei chiedere loro se me li ripuliscono...
Scarto subito l'idea perché l'espressione saccente e superiore di Omicron mi si affaccia alla mente. Non voglio dargli alcuna soddisfazione quindi non chiederò proprio nulla alle Genti Bianche.
Completamente nuda, prendo fra le mani la tuta che mi ha dato Thorne e la spiego di fronte a me: sembra così piccola rispetto a me.
Dai, Zaira, è solo un abito...
Tiro giù la cerniera e inizio a indossarla, partendo dalla gamba destra. L'indumento aderisce al polpaccio come una seconda pelle: calda e morbida.
Con rinnovata convinzione, infilo anche la gamba sinistra e mi copro fino alla vita. Abbasso lo sguardo e scopro che i piedi sono rimasti nudi: speriamo che Thorne mi dia un paio stivali.
Sorprendentemente, mi accorgo che non provo freddo dalla vita in giù, ossia tutte le parti coperte dalla tuta. Con un sorriso, finisco di indossarla per poi tirare su la cerniera, nonostante riscontri un po' di difficoltà sul petto.
È così aderente che rasenta l'oscenità eppure mi ci trovo bene.
La tuta è comoda e calda, anche se, secondo me, mostra troppo: non sono abituata a... certi abiti.
《Allora, hai finito?》La domanda scioccata di Thorne mi fa sobbalzare leggermente.
《S-sì...》rispondo titubante, cercando di coprirmi come posso.《Non è che mi presteresti anche un paio di stivali?》gli chiedo mentre noto la levetta abbassarsi.
Trattengo il fiato mentre attendo il giudizio di Thorne.
Il ragazzo entra con noncuranza, pronto a parlare, però si blocca a metà passo, non appena i suoi occhi incontrano la mia figura.
《Come... come sto?》La voce esce flebile dalle mie labbra secche.
Le inumidisco proprio quando lo sguardo del giovane raggiunge il mio volto e lo sento inspirare rumorosamente.
《Male vero?》
Giro la testa dall'altra parte per evitare il contatto visivo e avverto le guance andarmi a fuoco.
Accanto a Thorne succede spesso...
Chissà perché...
Percepisco fresche dita che mi sfiorano la pelle accaldata e, come se fossi spinta da un istinto primordiale, mi volto nuovamente verso Thorne.
Ora si trova di fronte a me.
Immobile, con lo sguardo fisso su di me, sul mio viso, sul mio corpo.
《Stai benissimo. Anzi, sei splendida. Assomigli a una guerriera: ammaliante e feroce allo stesso tempo》mormora con voce calda, come se non fosse più arrabbiato con me.
《Non dire sciocchezze.》Smentisco i suoi complimenti con un'alzata di spalle.《Non sono bella né sono una guerriera. Almeno finché tu non mi insegnerai a combattere.》
Il ragazzo non dice nulla e continua ad accarezzarmi la guancia con lievi movimenti del pollice.
È ipnotico e davvero piacevole.
《Allora andiamo a combattere, principessa...》Mi sussurra nell'orecchio, prima di porre fine alla carezza e allontanarsi da me.
Da un lato sono felice di non averlo più così vicino: mi riesce difficile pensare quando lui è accanto a me.
D'altro canto, affianco a lui provo sensazioni che mai avrei pensato di avvertire.
Sono emozioni contrastanti e confuse, che, però, mi fanno sentire viva.
La vita a Palazzo era un susseguirsi di cicli uguali e monotoni, ma, grazie al bracciale, sto vivendo per la prima volta dopo molto warp.
《Perché piangi?》
La domanda, posta in tono preoccupato, da parte di Thorne, mi fa tornare al presente.
《Non piango》replico con voce sicura, anche se sto mentendo spudoratamente.《Sono contenta. Tutto qui.》Minimizzo ciò che provo perché non voglio che lui, o suo padre o qualcun'altro, si facciano troppo curiosi.
Non che abbia qualcosa da nascondere, ma non vorrei mai coinvolgerli nei miei problemi. Sono certa che il Re non è rimasto con le mani in mano e, se lo conosco, avrà già interpellato il Cacciatore per ritrovarmi e riportarmi a Palazzo.
Rabbrividisco mentre quella figura oscura prende forma nella mia mente: mi porto una mano al petto e percepisco il mio cuore sgroppare dal terrore.
Non sa dove sono né quando sono...
Mi aggrappo a questa fioca speranza e m'incammino verso Thorne, che mi sta aspettando paziente: è giunta l'ora di combattere.
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