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5. Asia

Se avessero detto a Louis che, un giorno, si sarebbe trovato senza parole, non ci avrebbe creduto.
Ed invece fu proprio quello che gli successe quel mattino.
Entrò in soggiorno, dove stavano già facendo colazione Harry, quello che supponeva fosse Luca, e Rosanna. Gli occhi di tutti e tre si puntarono su di lui, che ebbe un momento di imbarazzo.
-Buongiorno...- disse, rivolgendosi perlopiù a Rosanna, che gli sorrise da dietro una tazzina di caffè.
Cercando di riscuotersi si girò verso Luca e gli porse la mano, affrontandolo.
-Ciao. Grazie per l'invito- gli disse. Incrociò due occhi chiari e l'espressione neutrale del giovane, che obiettivamente era un bellissimo ragazzo. Ok, era un figo da paura. Ma niente a confronto del suo amico ricciolino, i cui occhi gli stavano perforando la testa. Luca gli fece un cenno che voleva essere gentile e Louis si sedette, sperando ardentemente che arrivasse Jo. Rosanna gli chiese:
-Cosa preferisci, Louis? Caffè o the?-
-Caffe', grazie, ma non si scomodi, mi arrangio...-
La donna fece un cenno con la mano e, solerte, gli servì una tazza di caffè americano.
-Come facciate a berlo non lo so. Per me è acqua sporca- commentò, tornando al suo espresso.
-E' buono anche l'espresso, Rosanna, ma le abitudini sono dure a morire- intervenne Harry, alzando la sua tazza piena di the.
Per fortuna comparve Jo, ma il sollievo di Louis durò giusto il tempo di notare la sua espressione.
-Buongiorno, cara. Dormito bene?- La accolse Rosanna.
-Piu' o meno. Buongiorno a tutti- salutò lei, notando solo ora l'estraneo. Harry le porse la mano:
-Ciao! Io sono Harry. Luca mi ha parlato molto di te- disse sorridendo. Louis vide con la coda dell'occhio Jo avere un momento di esitazione, ma subito rispose:
-Spero ti abbia raccontato solo le cose belle! Eravamo tremendi, da piccoli-
-Confermo- intervenne Rosanna, con un moto di affetto verso la ragazza.
Luca rimase in silenzio, e Louis non aggiunse altro. Harry lo metteva in soggezione. Era troppo bello, dannazione. E lui di solito non si faceva troppi problemi ad allungare la mano e a prendersi quello che voleva, ma stavolta si trovava in una situazione strana. Doveva concentrarsi sulla sua amica, e capire cosa ci fosse che non andava.
-Vorrete trasferirvi nel cottage, presumo. Vi avverto che dovrebbe essere pulito, ma ci sarà sabbia e polvere, probabilmente-
-Non preoccuparti, Rosanna, ci arrangiamo. Grazie- le rispose Jo.
La donna , apparentemente soddisfatta, si alzò.
-Io ho delle commissioni da fare. Vi serve qualcosa? Volete che faccia la spesa?-
I quattro si guardarono, non sapendo cosa dire.
-Mamma, non preoccuparti. Appena ci siamo sistemati decidiamo cosa fare; casomai prendiamo il motoscafo- decise Luca, e gli altri assentirono.
-Ok. Buona idea. A più tardi, allora...ah, Jo, tuo padre ha chiamato stamattina. Dice che arriverà tra qualche giorno, non appena sarà riuscito a liberarsi-
-Ma non può chiamarti direttamente?- Borbotto' Louis, attirando su di sé gli sguardi di tutti.
Jo gli posò una mano sul braccio, e Luca ebbe un impercettibile moto di fastidio.
"Oh, è questo, dunque. Sei geloso, bello mio..." pensò Louis.
Rosanna fece un'espressione rammaricata, ma Jo le sorrise:
-Grazie mille, Rosanna-
La donna strinse le labbra, poi si congedò con un cenno di saluto.

La mezz'ora successiva fu imbarazzante. Luca rimase in silenzio, immerso nei suoi pensieri, con un'aria assorta. Harry, di natura cordiale, converso' brevemente con Jo sull'isola, esprimendo la sua contentezza per poter visitare un luogo tanto bello. Louis teneva d'occhio Luca, e cercava di mantenere le distanze con Harry, che non ne capiva il motivo.
Finirono frettolosamente di fare colazione e riordinarono velocemente. Poi tornarono nelle loro stanze per recuperare i bagagli.

Jo si chiuse la porta alle spalle ed attraverso' il bagno, entrando nella stanza di Louis. Guardò l'amico con un sopracciglio alzato.
-Ok, hai ragione. Quel tipo lì ha un problema con te- capitolò lui, alzando le mani in segno di resa.
-Ma perché ci ha invitati, allora?- Chiese lei, la delusione stampata in viso.
-Passerotto, calma. Intanto vediamo come evolve. E poi puoi parlargli, e chiederlo a lui-
-A malapena mi rivolge la parola...- considerò lei.
-Forse e' geloso: lo hai sostituito con me- buttò lì Louis.
-Ma cosa siamo, bambini dell'asilo? Si può avere un solo amico per volta, adesso?!- Sbottò lei.
-Senti, Jo, non so perché si comporti così, poi non lo conosco, ma una cosa la so: se vediamo la malparata possiamo sempre andarcene via. Ok? Non preoccuparti. Passeremo delle vacanze stupende. Voglio dire.. sei in ferie con me! Ti rendi conto dell'onore?!- Scherzò Louis facendola sorridere.
-Sei un tesoro, Lou. Grazie- rispose lei, rasserenata. Poi cambiò discorso:
-Bellino il suo amico, eh...?-
Louis alzò gli occhi al cielo e la spinse via dal letto:
-Ora basta, mi stai intralciando! Vai a prepararti la valigia!-
Jo tornò in camera sua ridacchiando.
Louis non era certo che " stupende" fosse l'aggettivo giusto per quelle vacanze. Forse "da esaurimento" sarebbe stato più azzeccato.

I quattro si ritrovarono sotto al portico, Luca chiuse a chiave la porta di casa dei suoi e prese in mano anche la valigia di Jo senza dire niente.
-Grazie...- mormorò la ragazza, seguendoli. Percorsero i cinquanta metri che separavano la casa dal cottage, e lì Jo dimentico' tutti suoi pensieri: la costruzione di legno chiaro era meravigliosa. Era stata restaurata da poco, e si protendeva direttamente sul mare. Le onde spostavano avanti ed indietro frammenti di conchiglie in un rumore ipnotico, sotto alla costruzione stessa.
-E' meravigliosa- esclamò, e tutti annuirono.
-Mio padre l'ha risistemata un paio d'anni fa- spiegò Luca, e li precedette su per le scale tramite cui si accendeva al portico.
Una intera parete, quella protetta dal portico, era fatta di vetrata. Il cielo quella mattina era plumbeo, ed il mare, sotto, era più chiaro. Il panorama si specchiava sul vetro, creando l'illusione che anche dentro alla casa ci fosse il mare.
-Verra' a piovere, mi sa- commento' Luca, aprendo la porta di ingresso del cottage.
Dentro l'arredamento era molto semplice, ma funzionale e minimalista. C'erano tre camere abbastanza spaziose da poter essere matrimoniali, con due letti singoli ciascuna.
-Pensavo di dividere la stanza con Harry; che ne dici?- Propose Luca all'amico, ma prima che potesse rispondere intervenne Louis:
-Non c'è problema. Starò io con Jo: lei non dorme volentieri da sola-
Luca spostò lo sguardo sulla ragazza:
-Hai ancora problemi di insonnia?-
Jo, che avrebbe volentieri strozzato l'amico, annuì, dissimulando:
-Si', ma Louis esagera. Comunque dividerò senza problemi la camera con lui-
Luca sembrò accettare la soluzione con indifferenza. Harry li osservava, senza dire niente. I quattro si sistemarono con calma, e Louis, che finì per primo, uscì sul portico per fumarsi una sigaretta.
Stava distendendo i nervi con le prime boccate quando, con orrore, vide un cane grosso come un pony correre come se fosse stato sparato da una pistola in direzione del cottage.
-Oddio- ansimo' Louis indietreggiando in tutta fretta per rientrare, spaventato a morte. Aveva il terrore dei cani sin da quando, da piccolo, uno gli aveva azzannato la testa. Aveva ancora due lievi cicatrici.
Non riuscì ad aprire la maniglia, e si paralizzò nel sentire l'animale ringhiare, dietro di lui. Louis chiuse gli occhi. Da dentro la casa, finalmente qualcuno li notò.
-Luca! Richiama Asia!- Sentì dire ad Harry.
Subito Luca si precipitò fuori dalla stanza, andando ad aprire la porta e facendo scostare Louis.
-Asia, buona! È un amico- le disse il ragazzo. Immediatamente l'animale, che era un grosso esemplare di San Bernardo, si rilassò e cominciò a scodinzolare.
-Louis, non ti fa niente. Falle annusare la mano- disse Luca.
-E' buonissima e molto ubbidiente- confermò Harry, mentre Louis sentiva l'adrenalina fargli scivolare via le forze.
-Sara'...ma mi è corsa incontro guardandomi come se fossi una bistecca!- Commento' lui, senza il coraggio di allungare la mano come richiesto.
Harry intanto si accucciò sulle lunghe gambe e si mise a grattare dietro le orecchie della bestiona, che parve gradire, buttandosi a terra con la lingua di fuori.
-Hai paura dei cani? Mi spiace; ieri era dal veterinario, mio padre l'ha riportata a casa stamattina- si scuso' Luca abbassandosi a battere qualche colpetto affettuoso sul fianco dell'animale.
-Ma... cos'è, un brontosauro?!- Si lamentò Louis, mentre Harry ridacchiava.
-E' un San Bernardo- rispose invece Luca, guardandolo con aria di sufficienza.
-Si', comunque, ho paura dei cani. Una volta uno mi ha azzannato alla testa, e da allora non li sopporto-
-I cani non azzannano mai senza motivo- commento' Luca.
-Ero un bambino; non penso di poter avere fatto chissà quale torto al cane, sai- replicò Louis, piccato.
-A te pare di no, ma di sicuro avrai fatto qualcosa involontariamente. I cani non sono cattivi così a caso- insistette Luca.
Louis fece un sospiro scocciato.
-Resta il fatto che quella bestia lì non mi piace per niente-
-Ti lascerà stare se non le farai nulla- intervenne Harry, cercando di placare gli animi.
Luca intanto accarezzava Asia, stesa ai suoi piedi con aria adorante.
-Chiedero' a mia madre di tenersela attorno. Se lei è a casa, rimarrà là. Ha solo paura dei temporali- disse infine Luca.
-Grazie. Mi dispiace dare disturbo, ma ho proprio paura- rispose Louis.
Asia si alzò da terra, si stiracchio' le zampe e si avvicinò a Louis, che si impose di stare fermo. Gli annusò una mano, poi si voltò e tornò da Luca, con tutta l'intenzione di seguirlo passo passo.
Luca rientrò in casa, Asia si sdraiò davanti alla porta ed Harry rimase solo con Louis.
-Ti ha fatto male? Il cane che ti ha morso- gli chiese. Louis si voltò di lato e gli indicò una zona appena davanti all'orecchio, ed una nascosta dai capelli. C'erano due cicatrici a semicerchio, frastagliate e quasi invisibili.
-Mi è saltato addosso all'improvviso. I miei si sono spaventati a morte, ed io pure. Era di due loro amici senza figli- Spiegò Louis.
Harry lo guardo' riaccendersi la sigaretta, che nel frattempo si era spenta.
Se notò il lieve tremolio delle mani di Louis, non lo diede a vedere.
Luca tornò fuori scavalcando il cane proprio mentre il primo tuono squarciava l'aria. Asia uggiolo'.
Jo, che aveva finito di sistemare le sue cose e si era fatta una doccia, uscì dalla camera. Non appena vide il cane si illuminò:
-Asia! Vieni qui, bella!-
La cagnolona non se lo fece ripetere due volte ed entrò in casa al galoppo, autorizzata dal richiamo della ragazza. Cercò in tutti i modi di leccarle la faccia, tra le risatine di Jo.
-Asia!-
Al richiamo di Luca la cagnolona si voltò ed uscì di nuovo, seguita da Jo.
-Cara...che bella che è - commento' lei, col primo vero sorriso che Louis le vedeva in viso dal mattino.
-Non potrebbe entrare in casa, però - si limito' a commentare Luca.
-Oh, ma perché... è buonissima! E poi ha paura dei temporali- protestò la ragazza mentre coccolava vigorosamente Asia, che la guardava beata.
-Louis ha paura dei cani- affermò Luca.
Jo guardò l'amico:
-Per lei puoi fare un'eccezione, Lou? È un peluche, davvero. Non ti farà niente-
Louis sentì lo sguardo di Luca addosso.
-Un peluche con dentoni enormi- le fece osservare. Gli parve di cogliere un sorrisetto divertito di Harry con la coda dell'occhio, ma non ne era certo.
-Dai Lou... vieni qui a conoscerla- insistette Jo, e come sempre, Louis si trovò a non riuscire a dirle di no. Si avvicinò cautamente e si costrinse a dare qualche colpetto esitante sulla testona del cane, che si girò e gli mollò una leccata entusiastica e umida di saliva. Jo scoppiò a ridere di cuore, ed anche Harry e Luca non poterono fare a meno di ridacchiare a loro volta all'espressione disgustata di Louis.
-Contenta ora? Mi ha riempito di bava- si lamento'.
-Ecco, ora siete amici! Non ti farà niente- lo rassicurò Jo, asciugandosi le lacrime.
-Come fai a saperlo? È cinque anni che non la vedi- reagì lui.
-Lo so perché l'ho conosciuta da cucciola: è un regalo di mio padre-

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