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4. Tour notturno per la foresta

"La natura è uno dei doni più preziosi che abbiamo, muore e rinasce, è indistruttibile"

Le foglie scricchiolavano ancora una volta sotto i miei piedi.

Avevo ripercorso lo stesso tragitto di quando ero arrivata la prima volta, ovvero due giorni prima.

La natura mi sembrava cresciuta ancora di più dal giorno prima, quando l'avevo vista, ma era impossibile, quindi mi convinsi che fosse solo una mia impressione.

Sentivo gli sguardi fissi dei quattro ragazzi dietro di me e proprio non riuscivo a capire di cosa si preoccupassero, io non credevo negli spiriti né nei film horror, quindi.

Cosa poteva mai accadere?

Certo, era buio e potevano benissimo esserci mille insetti e...ragni, ma oltre a quello cosa poteva mai esserci?

Il pagliaccio IT, o meglio, Samara?

Insomma, non c'era niente di cui preoccuparsi, o così pensavo.

Quando arrivammo alla rete, senza esitazione, la scavalcai e aiutai Kally e Lucrezia a fare lo stesso.

In quella vegetazione faceva molto più fresco, da tremare.

E si sentivano specie di mormorii, ma non ci pensai molto.

Inciampai su una radice che giuro secondi prima non c'era, e la mia torcia accesa era da testimone.

Effettivamente avevo iniziato a provare un po' di timore, ma non volevo sembrare una fifona agli occhi dei ragazzi, specialmente di Lucrezia.

«Ancora convinta, principessa?» mi mormorò all'orecchio Leo.

Riuscivo a sentire il suo respiro nell'incavo del collo e, di conseguenza, rabbrividii.

«Più che convinta» ribattei, alzando il mento, orgogliosa, per poi continuare a camminare con la torcia del telefono puntata avanti a me.

Sentii Leo ridacchiare dietro di me e dire qualcosa a Massimo, che non compresi.

Non ci feci caso, allora davo per scontato tutto, non facevo caso a niente, e questo mi ha portato al futuro.

Il mio menefreghismo, la mia capacità nel voler, a ogni costo, trovare un senso a qualcosa.

Quello mi aveva rovinata, non quella notte, quello.

Una volta raggiunto il centro della foresta sentii dei mormorii farsi sempre più forti nella mia testa: Vieni avanti, bambina.

Avanzai in avanti, lentamente e con attenzione, mentre Lucrezia mi richiamava preoccupata e confusa.

Sentivo di non riuscire più a controllare il mio corpo e questo mi faceva paura.

Molta paura.

Andai avanti finché non trovai una pietra perforata, che creava una specie di contenitore naturale, poi vidi una piccola roccia di colore verde.

Feci il maledetto e stupido errore di toccarla, così una luce verde mi avvolse, finendo quasi per accecarmi.

E vidi solo buio, il buio eterno.

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