Capitolo 28
Incoming Call
Giusto il tempo di salutare i commilitoni rimasti alla base, che la linea diretta con il palazzo del governo si attivò squillando rumorosamente ed occupando tutti gli schermi del piano con la scritta "Special Incoming Call".
<Di già?> commentò sorpreso Trafalgar confrontandosi con Webb, anche lui colpito dal tempismo.
Il trio si separò dagli altri e si avvicinò alla console che governava i sistemi automatizzati della base. Il capitano pigiò un pulsante e, dopo una rapida autenticazione di sicurezza effettuata tramite analisi della retina , una voce si diffuse nel piano. Webb fece cenno ai ragazzi di andare nelle loro camere.
<Pronto> avviò la conversazione il capitano. <Trafalgar, buongiorno, dalla voce ti trovo bene.> fece una voce a tratti squillante.
<Eccellenza, che sorpresa.> commentò fingendo contentezza e stupore, scambiando in realtà un cenno di intesa con i suoi. Di certo non scorreva buon sangue tra il Nobile Stardust ed i tre superstiti, che si sentivano traditi ed abbandonati dalla Nazione che hanno sempre fedelmente servito, trattati come carne da macello.
<Sono sorpreso io! Tornate vivi e vegeti, grazia divina, e non contattate subito il vostro Despota?> disse con tono tra l'ironico ed il provocatorio il reggente.
<Siamo appena atterrati, Signore, ci spiace di averle mancato di rispetto.> si scusò lui ingoiando il rospo.
< Non è per questo, tuttavia, che vi ho contattati. Esigo che vi presentiate in udienza per fare rapporto direttamente riguardo all'increscioso incidente di cui siete stati vittime! Subito!> esclamò Stardust in un crescendo di arrabbiatura, che sconfinò in un sonoro pugno scagliato sul tavolo.
<Certo, ne siamo onorati, Nobile Stardust. Saremo lì in un lampo.>
Il Despota non rispose neanche e chiuse la trasmissione. Il trio, similmente, non disse una parola e si diresse verso gli alloggi con passo svelto, dividendosi poi nelle rispettive stanze. Tutti e tre si rinfrescarono e si agghindarono in maniera consona per incontrare il reggente della Nazione. Passati circa dieci minuti, si ritrovarono nella sala comune; ancora una volta, non una parola ed un solo sguardo condiviso. L'ascensore li sputò nel parcheggio che ospitava la navetta, il cui portellone stava per essere attivato da Seph, quando un lussuoso aeromobile atterrò. Un elegante individuo uscì dal veivolo ed invitò il gruppetto a raggiungerlo a bordo.
<Il Nobile Stardust vi aspetta, signori. Venite pure con noi> disse in modo molto affabile e cordiale. Trafalgar ed i suoi diedero un'occhiata alla loro navetta e decisero all'unanimità di accettare l'invito. Entrarono nell'abitacolo, accolti con tutti gli onori ed il mezzo decollò. Il tragitto fu molto rapido e comodo, proprio degno di un volo organizzato dal Despota in persona.
Una volta atterrati su uno dei tetti minori del palazzo governativo principale, furono subito accolti da due lacchè, i quali li scortarono all'interno della struttura. Passarono un lungo corridoio con numerosi accessi ad altrettante stanze, quando finalmente giunsero alla fredda e dura rampa di scale che portava all'accesso alla sala di Stardust, che tante volte Trafalgar aveva affannosamente percorso. La scorta, non degna di avanzare nel percorso, si fermò facendo segno al trio di proseguire, accennando un piccolo, rispettoso inchino.
<Prego, signori> fecero in coro.
I tre ringraziarono e proseguirono per la stretta rampa a chiocciola in dura pietra, in netto contrasto con la concezione moderna con la quale il Palazzo della Nazione era stato concepito e realizzato. Ovviamente fu un'idea del Despota, secondo lui la pietra ed il contrasto che rappresentava, sottolineava adeguatamente la separazione che esisteva tra il Reggente della Nazione ed il popolo, con il pensiero e la speranza orientate al futuro, ma in realtà inesorabilmente ancorato alla tradizione ed alla pesantezza del potere assoluto, duro e freddo come la pietra.
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