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Capitolo 26


Incontro


La grande porta, che i nuovi arrivati si sarebbero aspettati assai rumorosa, si mosse, invece, con un rapido movimento e senza produrre molto fracasso. Derr continuò  a fare strada senza esitare, seguito dal suo bizzarro gregge. Il gruppo si ritrovò in quello che sembrava chiaramente un magazzino, un'enorme stanza ricolma di numerosissime scatole simili in tutto e per tutto a quelle presenti nell' "ufficio" di Jone ed il suo compagno. Doveva trattarsi del deposito di tutte, o almeno di una buona parte, delle scorte di Gold di cui l'organizzazione di Mister Mandarine doveva disporre. La stanza era quasi completamente colma, salvo per un percorso che si delineava tra le casse sistemate con rigore per tutto il suo perimetro.  

"Coraggio, seguitemi, compagnia Bonneville", disse con una punta di presa in giro l'apripista, volgendo lo sguardo all'indietro.

Il gruppo si addentrò attraverso lo stretto percorso, giungendo  all'altro estremo della stanza, dove si parò loro davanti un'altra porta, questa volta di dimensioni normali e che si attivò una volta sfiorata dall'anello di Jone. Non appena questa si aprì, due uomini armati puntarono i loro strumenti contro Derr e gli altri.

"Ah, siete voi ragazzi" disse in tono quasi deluso una di quelle che dovevano proprio essere guardie.

"E quelli, chi cazzo sono?" esclamò l'altro uomo, visibilmente più agitato del suo collega.

"Tranquilli, sono con noi. Devono vedere il capo." rispose con pacatezza allargando le braccia Derr .

"Ah, sì? Il capo dici? E chi li autorizzerebbe, voi?" provocò la guardia, minacciando l'omone on il fucile che imbracciava.

"Senti" disse avvicinandosi al viso della guardia Derr "Tu sai che sono solitamente temuto per la mia forza, vero?" il ragazzo annuì intimorito, lasciando calare leggermente la canna dell'arma. "Allora usa la testa se vuoi avere salva la pelle, secondo te se avessi potuto fermarli non lo avrei fatto?" 

La guardia distolse lo sguardo dal viso di Derr e lo portò sul resto della comitiva, Jone compresa, che era impegnata a fissarlo tra il minaccioso ed il divertito mentre leccava la lama del coltello che abitualmente si portava appresso. Il gruppo fu così fatto passare senza opporre più resistenza. Attraversarono quella che si poteva definire un'anticamera, che metaforicamente consisteva in un preludio a ciò che da lì a poco i nostri avrebbero visto. Tutti erano sicuri che al di là del muro che si parava davanti a loro avrebbero trovato il loro obiettivo, il traditore e capo della nuova H.O.P.E. 

"Molte grazie ragazzi!" fece ammiccando Dear nei confronti delle guardie che fino a pochi attimi prima brandivano minacciosi lucidi fucili ed ora volgevano per terra lo sguardo in segno di sottomissione. Derr proseguì per la piccola stanza e bussò alla porta senza esitare.

"Chi è?" domandò una voce cupa dall'altra parte.

"Derr, Jone e ospiti speciali" rispose l'uomo.

"Quanto speciali?" chiese ancora.

"Beh, direi molto" replicò Derr guardando il gruppo che guidava con un leggero sorriso beffardo sul volto.

"Iniziare la procedura di perquisizione" si sentì al di là della porta, che si aprì con un rapido scatto verso l'alto.

Altri fucili, questa volta più numerosi ed affamati, vennero puntati verso la comitiva, senza trascurare neanche Derr e Jone, i quali alzarono le mani in alto e, con un cenno, invitarono gli altri a fare lo stesso. Onion ed i suoi recepirono il messaggio. Una delle guardie, tutte vestite in modo diverso, ma ugualmente squallido, si avvicinò per primo a Derr, invitandolo ad aprire le gambe.

"Scusa, ma capirai. Controlli di routine" si scusò il ragazzo, guardato in cagnesco dall'omone.

La procedura fu ripetuta, con adeguata lentezza, per tutti, evidenziando la mancanza di armi od oggetti sospetti.

"Può procedere, sono puliti" disse una delle guardie.

"Oh finalmente, ma chi abbiamo qui? Una riunione di famiglia?" esclamò il nuovo entrato in scena.


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