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Capitolo 28

Sprazzi di luce e borbottii ovattati si affollavano nella mia testa, confusa ed esasperata dai continui sballottamenti tra una dimensione e l'altra. Quando finalmente riuscii ad aprire gli occhi sbattendo ripetutamente le palpebre realizzai di essere sdraiata su un fresco manto erboso, al posto della sabbia ardente che mi aspettavo, all'ombra di alcune palme frondose che riparavano dal torrido sole del deserto all'imbrunire, sfumando gli ultimi raggi aranciati nel blu-viola del crepuscolo.
Come cazzo c'ero arrivata in un'oasi verdeggiante in mezzo al deserto? Quando sentii una voce roca e familiare battibeccare con sé stessa da qualche parte iniziai a rimembrare sprazzi di un dolore lancinante che mi aveva lasciato indolenzita dalla radice dei capelli alle punte degli alluci, mentre il marasma di ricordi e scoperte sconvolgenti che si accavallavano nel mio cervello mi facevano scoppiare la testa.
Ok, stop. Una cosa alla volta. Prima recuperiamo quel minimo di facoltà motoria, poi pensiamo al resto, ragionai cercando di zittire le voci nella mia testa, compresa quella fastidiosamente acuta che sembrava stesse litigando furiosamente con quella che invece mi stava perforando i timpani. Ok, Sheila, stai calma. Estraniati. Prova a respirare. Mi dissi cercando di non cedere alla rabbia mentre i miei polmoni si aprivano e venivano perforati dall'aria come miliardi di piccoli aghi appuntiti.
Quando riuscii a respirare senza eccessiva fatica pensai a riavviare il resto del corpo. Certo. Quello praticamente polverizzato dal veleno di cobra che non si sa come era ancora tutto intero. Ah... Già. Certo che lo sapevo. Cazzo. No no no una cosa alla volta. Per una fottuta volta nella mia vita facciamo le cose con calma.
Avanti... Muovi l'alluce. Muovi l'alluce. Avanti... Muo...
-Non me ne frega un cazzo di rischiare di farmi ammazzare da Osiride, io non la lascio!-
Perfetto, come non detto, se sto coglione non la smette di urlare dovrà dire addio alla possibilità di avere figli esattamente tra tre... due... uno...
-VOI DUE FOTTUTE TESTE DI MERDA O CHIUDETE QUEI CAZZO DI FORNI CHE VI TROVATE OPPURE OSIRIDE LO INCONTRERETE PRESTO!!!-
Sheila ti sei svegliata finalmente! Come stai? Non hai idea di quanto ci hai fatto preoccupare e...
STAI ZITTO!!!
Cri cri... Cri cri...
Kuma... Al posto di farti venire una crisi della personalità renditi utile ed aiutami ad alzarmi... Pensai rivolta a lui cercando di muovermi.
Qualche istante dopo un'ombra si allungò su di me, precedendo l'immagine sfuocata di due gemme acquamarina piene di preoccupazione che si avvicinavano, e delle dita che tremavano percorrendo i miei fianchi cercando di sollevarmi il più delicatamente possibile.
-Credevo di averti persa...- sussurrò stringendomi tra le braccia e cercando di baciarmi, ma beccandosi uno schiaffo che fece volare entrambi a gambe all'aria. -Ti avevo detto di restare con Cris cretino!- lo sgridai cercando di sedermi, mentre un centinaio di muscoli che non sapevo nemmeno di avere urlava pietà. -Come cazzo ti è saltato in mente di seguirmi? Chi la proteggerà ora?!?- continuai sempre più incazzata.
-Ma ti vuoi calmare una buona volta? Si può sapere cosa ti prende? C'è mezzo esercito a proteggere il castello!- mi rimbeccò alzandosi in piedi e porgendomi la mano, che prontamente afferrai e strattonai  verso di me, facendolo sbilanciare e dandogli una testata che se la sarebbe ricordata per un bel po. -Il tuo cazzo di esercito non può niente contro gli dèi se la cosa non ti è chiara, idiota di un pennuto junior!- -Non me ne frega- bonfochiò massaggiandosi la testa -Hai più bisogno tu di me- il morso di cobra aveva fatto meno male della sua ultima uscita: -L'unica cosa di cui ho bisogno è che ti levi dai coglioni all'istante!- gridai sollevando il primo masso capitato a tiro, non senza qualche fatica vista la mia spossatezza, e lanciandoglielo addosso, ma che prontamente schivò. Cazzo, era migliorato, l'avevo allenato fin troppo bene.
-Non vedi che riesci a malapena a stare in piedi?? Dove cazzo vuoi andare in questo stato?-
E affanculo i buoni propositi di far riprendere il fisico prima di iniziare a riflettere sulla mia favolosa esperienza in quel cazzo di limbo: -A fare il culo a quel vigliacco di mio padre- quasi ringhiai sussurrando, mentre la mia espressione si faceva sempre più cupa. Nar si accorse dell'ennesimo sbalzo di umore, intuendo che stavo per scoppiare, e in un secondo me lo trovai addosso insieme a Kuma, mentre cercavano di calmarmi tenendomi immobilizzata a terra. Tutto inutile. Iniziai a tremare in preda ad una rabbia ceca, mentre dalla mia gola usciva un continuo gemito roco che si faceva sempre più forte, fino a lanciare l'urlo liberatorio più forte che abbia mai emesso, tanto da generare un'onda d'urto talmente potente da sbalzare via i due e alzare un ciclone di sabbia arroventata.
Va da lei! Solo tu sei capace di calmarla! Sentii urlare da Kuma diretto al principe. Oh no caro, questa volta col cazzo che riuscirai a fermarmi...
Aumentai l'intensità del vento che infuriava intorno a me giusto per il gusto di vederlo arrancare, scivolare, cadere e rialzarsi mentre sulle mie labbra si delineava una macabra risata. Ma contrariamente alle mie rosee aspettative riuscì a raggiungermi quello stronzo, ferito e zoppicante per le folate taglienti, ma ce la fece. -Non mi interessa- gracchiò non senza difficoltà, mentre la mia furia iniziava a vacillare, -Puoi respingermi quanto vuoi, farmi male quanto vuoi- ormai era di fronte a me -Ma io non ti lascio- sussurrò sulle mie labbra, prima di impossessarsene.
Per l'occhio sano di Horus, prendetevi una cazzo di stanza!

Non mi curai delle parole del leone, troppo occupata a perdermi in quelle pozze che mi avevano catturato al primo sguardo. Dimenticai tutto: mia madre prigioniera in un Limbo, la sabbia che infuriava intorno a noi, quel pennuto di suo padre, quel coglione del mio, e quel cazzo di dio che mi voleva morta. Sparì tutto, tranne quell'acquamarina, carica di quel sentimento dal quale ero sempre rifuggita. Ero spaventata, atterrita come non lo ero mai stata, perché leggevo quel sentimento al quale né io né lui avevamo il coraggio di dare un nome anche nel riflesso dei miei occhi nei suoi. Cazzo. Cazzo e stracazzo.
-Tu! Cosa ti fa pensare che per calmarmi ti bastino due fottute parole, l'essere l'unico ad avere il coraggio di affrontarmi e la forza di resistermi, il primo a scalfire la mia corazza, tu! Chi cazzo ti credi di essere con la tua cocciutaggine, con quella dolcezza che cerchi di nascondere al mondo... E con quegli occhi che mi hanno rapita dal primo istante...-
Non disse nulla, non servirono parole; lui era lì, davanti a me, a stringermi in quella morsa che erano le sue braccia, come quando aveva cercato di baciarmi pochi minuti dopo che i miei occhi si erano persi nei suoi appena lo avevo visto, quando mi aveva bloccata nel labirinto dopo che avevo massacrato i suoi uomini, quando mi aveva confortato dopo le torture del Sommo Babbuino di merda, quando mi aveva stretta mentre si immergeva in me per la prima volta, quando era riuscito a trattenere la mia furia scatenata contro la sorella. I nostri occhi si parlavano, confessandosi quello che le bocche erano troppo cocciute da ammettere.

E mentre quel ciclone di sabbia infuriava sempre più forte intorno a noi, rinchiudendoci nella nostra piccola bolla, un tornado ancora più distruttivo albergava in me, incatenando il mio corpo al suo in una folle danza arcaica. Le nostre vesti ormai ridotte a brandelli vennero stracciate ancora di più, fino a restare nudi, coperti solo dello sguardo dell'altro.
Mi lasciai andare come rare volte in vita mia. Avevo bisogno di essere accolta e confortata, avevo bisogno di possederlo... E di essere sua.
La mia arrendevolezza lo spiazzò, non essendo minimamente preparato a confrontarsi con questa versione di me, e lessi il turbamento nelle sue iridi mentre mi adagiava sull' erba fresca con quanta più delicatezza possibile e si stendeva fin troppo lentamente e fin troppo titubante su di me.
Chiusi gli occhi, consapevole di stare per pronunciare a fatica le uniche parole che gli avrebbero fatto perdere il controllo e sconvolgermi come solo lui poteva: -Ho bisogno di te-
In un istante tornò il Narmer che conoscevo; con gli occhi carichi di desiderio si avventò su di me divorandomi le labbra mentre si immergeva dentro di me con una stoccata secca, per poi iniziare a pompare con una forza brutale intanto che infilzavo le mie unghie nella sua schiena. Le mie pareti si contraevano contro la sua asta stritolandola, come lui stritolava me, percorrendo ogni singolo centimetro del mio corpo come se fosse l'ultima volta. Il suo sguardo non abbandonò mai il mio, e dietro alla lussuria scorsi quella scintilla che lo accendeva e che divampava in me. Presa dalla passione gli morsi il collo, e il sapore della sua pelle, del suo sangue e del suo sudore fu la mia fine: venni, eccome se venni; fu l'orgasmo più travolgente della mia esistenza, e dopo poche altre forti spinte lui mi seguì. La sensazione di quel liquido caldo che mi imbrattava le pareti fu talmente travolgente che mi aprii nell'ennesimo grido mentre venivo per la seconda volta.

Quando mi ripresi dopo pochi minuti aprii gli occhi e lo trovai a fissarmi insistentemente, come se mi vedesse per la prima volta. Nei suoi occhi c'era qualcosa di diverso, di più profondo, e quella scintilla era divampata in tutto l'iride: -Sheila... Quello che sto per dirti credo ti sconvolgerà, e so che questo è il momento peggiore in cui dirtelo, ma non posso ignorare ciò che è appena successo, ciò che mi ha fatto finalmente aprire gli occhi-
-Nar cosa... Cosa stai dicendo?- lo interruppi turbata dalla sua espressione fin troppo seria.
-Sheila...- ricominciò -Ti amo-.


Cris: Boooom babyyyyy!!! E chi se l'aspettava questa?!
Kuma: Mi hai fermato la crescita
Sheila: Ooooh andiamo ragazzi come se non foste ormai abituati ai colpi di testa dell'autrice
C: Scherzi? Quella testa di rapanello ammuffito ha appena ammesso di essere pazzo di te e tu pensi sia solo l'ennesimo colpo di testa?
K: Ricordati che stai parlando con Miss Cocciutaggine, deve ancora iniziare a metabolizzare
Narmer: Qualcuno di voi mi spiega perché mi fischiano le orecchie?
C: Oh ehm.. Niente niente prova a sturarle
S: Stavamo semplicemente commentando il capitolo, sta bono
K: Avreste comunque dovuto prendervi una stanza!
S: Pensa a far capitolare la tua dea ai tuoi piedi, poi ne riparliamo di stanze
N&C: Ferma Ferma ferma... Di che dea state parlando??
S: Oh bhe... Ovviamente di...
K: Della mia dea, che mi ha rubato il cuore dal primo sguardo con quegli occhioni gialli *sguardo sognante*
N: psst- ma di che cazzo sta parlando?
C: Oww che tesoro, avanti chi è la gattina che ti ha rubato il cuore??
S: Puahahahaha!! Gattina? Seriamente?!?
C: Perché? Chi altro dovrebbe essere?
K: Non. Una. Parola. Sheila.
C: Quindi lei lo sa e io no??? Kuma!!!
K: I-io ehm... Sheila non dovevi fare una domanda alle tue fan?
S: Ma certo! Pronte??
C: Non finisce qui Kuma, abbiamo un bel discorsetto in sospeso noi due
K: Se ti riferisci ad api e fiorellini non preoccuparti, ho già avuto una terrificante dimostrazione pratica da quelli là
S: Ops... Comunque, tornando alle cose serie:
All'interno del capitolo c'è una citazione di un film a mio parere fantastico, la prima/o che mi sa dire che frase è e da quale film è tratta potrà partecipare ai dialoghi di fine capitolo della prossima puntata!!

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