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Capitolo 2: Schiava

Dopo poco meno di un mese arrivammo nella grande capitale d'Egitto, Uaset, Tebe per i greci: una città caotica, ma famosa per i numerosi e splendidi templi che si affacciano sulle rive del Nilo. Nemmeno le piaghe ai piedi e l'umiliazione di essere ridotta a schiava mi impedirono di ammirare i grandi palazzi della nobiltà, come pure le vie affollate di mercanti intenti a mostrare le proprie preziose merci a graziose fanciulle agghindate secondo la moda del tempo, con parrucche acconciate in treccioline nere, gioielli e monili d'oro con pietre e lapislazzuli, e bambini che si lasciavano deliziare dalla vista dei dolcetti al miele esposti dai fornai, e ammetto che la dolce fragranza che emanavano fece venire l'acquolina anche a me.
L'esercito che ci precedeva veniva accolto con grida di gioia, i soldati coperti di gloria alzavano le proprie armi e urlavano la propria vittoria contro quella che consideravo la mia civiltà, e in testa alla parata si innalzava il comandante in tutta la sua fierezza, tra le acclamazioni festose del popolo e dei soldati. Mentre a noi prigionieri venivano riservati insulti, sputi e derisioni, e i pochi peigionieri che osavano alzare il capo e conservare quel poco di dignità rimasta venivano castigati subito dal morso della frusta dei nostri carcerieri.
Dopo poco ci trovammo in una grande piazza lastricata, al cui centro era posizionato un gigantesco obelisco ricoperto da eleganti geroglifici colorati. La fila di prigionieri venne costretta ad avviarsi verso quelle che avevano l'aspetto di gigantesche baracche: una volta stipati dentro quella più grande mi guardai intorno, scorgendo un piccolo palco su cui salì quello che credevo fosse il capo dei carcerieri. Dopo che le assordanti grida di terrore e disperazione furono represse a frustate egli iniziò a parlare:
-Eccovi qui -ghignò- comincio prima di tutto a ricordarvi di dimenticare chi siete in modo da farvi entrare bene nel cuore che cosa siete da quando quelle corde sono state strette ai vostri polsi: Schiavi!!- urlò, scatenando nuove grida disperate che vennero prontamente represse dalla frusta.
-Silenzio!- intimò -Ora verrete suddivisi ed entro sette giorni verrete venduti... Non vorrei essere al vostro posto hahaha...-
La crudele voce di quell'uomo mi ricordò che non avevo ormai più possibilità di fuggire, e che avrei faticato a rimanere nascosta a lungo nonostante stessi cercando di non attirare l'attenzione...
Fummo costretti a metterci in fila, e smistati in base al sesso e all'aspetto; quando toccò a me tremavo, avevo il terrore che qualcuno mi mettesse le mani addosso, avevo già avuto esperienze con mercanti di schiavi e già nella mia vecchia città ormai distrutta più di uno di essi aveva cercato di rapirmi e approfittarsi di me: purtroppo per loro, non sapevano con chi avevano a che fare, e la mia anima guerriera si beava delle espressioni di folle terrore dipinte sulle loro facce quando li costringevo ad ingoiare i loro preziosi gioiellini mosci che io stessa mi ero incaricata di strappare, e si rendevano conto troppo tardi del terribile errore di cercare di rapirmi... Ma qui non avevo scampo, erano ed eravamo in troppi, perciò le mie possibilità di scappare al momento erano pari a zero.
Fui portata davanti al capo dei mercanti, e mi fu strappato via il mantello con cui avevo cercato disperatamente di coprirmi, lasciandomi vestita di una semplice tunica logora: tutti i mercanti presenti ammitolirono, come se non avessero mai visto una donna prima di quel momento... Occhi languidi, viso imporporato, sapevo già cosa la mia bellezza scatenava in quegli esseri così spregevoli, la mia era stata definita una bellezza selvaggia e aggressiva, e intuivo che di lì a poco sarei stata travolta da quei corpi eccitati e sudaticci...
Quelli più vicini avevano già iniziato ad allungare le mani quando venni provvidenzialmente salvata dal capo di questi: -Fermi!!- esclamò -Per il grande Amon tenete a bada quei cazzi flosci che vi ritrovate!!! Non vedete che rarità abbiamo trovato?!? Potremmo venderla per trecento denari così com'è, e che nessuno la tocchi, se domani la trovo con anche solo un minuscolo graffietto il responsabile si troverà senza un occhio!!! Sono stato chiaro??- dagli altri si levò un coro di lamenti e proteste, subito messe a tacere da un'occhiata omicida. -Bene, e ora portatela con le altre schiave concubine, domani vedremo quanto ci farà fruttare questo prezioso bocconcino...-disse con il solito ghigno mentre venivo trascinata in un'altra baracca già piena di ragazze come me troppo belle per essere vendute come sguattere e schiave dedite ai lavori pesanti.

Spazio autrice:
Ciao a tutte/i questa è la mia prima storia, spero vi piaccia, vi anticipo che dal prossimo capitolo incontreremo nuovi personaggi...
Spero di avervi intrigato e che continuiate a leggere, se il capitolo vi piace la stellina è proprio qui sotto ;)
Non mi resta che augurarvi... Buona lettura!!
Baci baci da Erica

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