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6.

[CORRETTO]


"E questo è quanto."

Il lungo discorso di Drusus Lestrange, appena concluso, galleggia nel grande salone di Villa Malfoy dando al silenzio ad esso seguito un'aura di minaccia e di attesa.

La luce soffusa proveniente dalle lampade accese al minimo e dal fuoco che ancora brucia nel grande caminetto posto fra le due finestre della parete di fondo della sala, rende ancora più irreale la scena.

Il mago anziano, fermo in piedi in mezzo alla sala, fissa il suo anfitrione con sguardo attento, quasi a voler leggere nel pensiero dell'altro quali siano le impressioni a seguito del suo racconto.

Dal canto suo, Lucuis Malfoy, dal divano sul quale è seduto pigramente, continua a guardarlo con aria annoiata, senza dare a vedere nulla di ciò che pensi su quanto ha appena sentito.

"Ciò che dici sarebbe interessante" dice infine sottovoce, guardandosi le unghie "ma se lei se n'è andata direi che stiamo perdendo solo tempo."

"Wolf è sulle sue tracce" replica secco Drusus, infastidito dalla risposta dell'altro "entro breve dovrebbe darmi conferma di averla raggiunta."

Malfoy alza un sopracciglio, dubbioso. "Molto bene, attendiamo la lieta notizia" dice e contemporaneamente si accomoda meglio sul divano prendendo in mano una copia della Gazzetta del Profeta posta sul tavolino di cristallo lì accanto ed immergendosi, almeno apparentemente, nella lettura di un articolo riguardante alcune nuove nomine fatte dal Ministero della Magia.

Il vecchio lo fissa per un lungo momento con rabbia appena trattenuta, poi inizia a passeggiare su e giù, in attesa di sapere qualcosa da Agadir Wolf. E' molto impaziente, sapendo quanto dipenda dal fatto che il mago riesca a raggiungere la nipote fuggiasca. 'E' il più abile di tutti, non può sfuggirgli' pensa per tranquillizzarsi.

Improvvisamente una fitta al braccio sinistro lo fa fermare vicino al caminetto. Giratosi di spalle, alza con impazienza la manica dell'abito e fissa il Marchio Nero tatuato sull'avambraccio non credendo ai propri occhi. L'immagine è diventata rosso fuoco e pulsa leggermente.

A quella vista Drusus si lascia sfuggire un'imprecazione. Lucius solleva immediatamente lo sguardo dalla lettura e squadra il vecchio, in attesa.

Drusus ricomincia a camminare a grandi passi per il salone, irritatissimo.

"E' riuscita a entrare a Hogwarts. Wolf non l'ha raggiunta."

I due uomini si guardano di nuovo. La sala è ripiombata in un silenzio quasi assoluto, interrotto solo dal flebile rumore dei ceppi che ardono nel caminetto.

Drusus sa che adesso sarà molto difficile convincere Malfoy a rimettersi in gioco e tornare a combattere. Ma sa anche di avere ancora un asso nella manica.

"Allora non si discute neppure." Lucius è perentorio. La sua voce strascicata risuona nel silenzio della stanza. Il mago chiude la Gazzetta e la posa nuovamente sul tavolino. "Ti ringrazio della proposta, Drusus. Ma visto come stanno le cose non se ne fa niente. Non avete carte vincenti, ora che tua nipote è fuori portata. Già una volta ho rischiato di perdere tutto, e allora eravamo infinitamente più forti".

Il vecchio mago si blocca e lo fissa negli occhi gelidi "Qui ti sbagli, amico mio. Ti ho spiegato cosa stiamo preparando, ma ti manca ancora qualche particolare. Lascia che ti spieghi tutto fino in fondo. Deciderai quando saprai come stanno esattamente le cose."

Malfoy rimane interdetto per un istante, poi alza le sopracciglia, dubbioso "Non avete modo di raggiungerla all'interno del Castello...non so come pensate di vincere."

"Chi ti ha detto che non possiamo farlo?"

Silenzio. I due maghi si fissano a lungo negli occhi, soppesando le parole l'uno dell'altro.

Malfoy aggrotta la fronte. Drusus gli fa un mezzo sorriso gelido di rimando.

"Va bene, ti ascolto. Prova a convincermi."

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