13. Una lunga nottata - George
Il piacere di ritrovarsi dopo tanto tempo.
Il locale di Aberforth Silente si riempie e si svuota, le persone vanno e vengono, risate e schiamazzi movimentano la serata degli avventori della 'Testa di Porco', ma niente distoglie l'attenzione di George e Lee Jordan l'uno dall'altro. I due vecchi amici trascorrono ore piacevoli a ricordare aneddoti del tempo in cui frequentavano da studenti la Scuola di Magia, a commuoversi pensando al grande assente della serata, Fred, e ad aggiornarsi su come stia andando la loro vita adesso. Aberforth li tiene d'occhio da lontano, contento di vedere "Wealsey", come lo chiama amichevolmente, finalmente con un'espressione distesa sul viso.
"Così tu adesso sei sposato con una babbana e, non contento, sei andato con lei in Antartide a seguire le sue ricerche!" George ride di gusto "Avevo voglia a cercarti, in ottobre! Mai avrei pensato che saresti andato a finire in capo al mondo con una spedizione di... come si chiamano? Scienziati?"
"Esatto amico mio! Scienziati!" Lee sorride a sua volta "Un'esperienza incredibile. Sono davvero pieni di inventiva, riescono a costruire aggeggi straordinari per riuscire a fare cose che altrimenti sarebbero loro precluse, essendo privi di magia... Ora capisco l'interesse che tuo padre ha avuto sempre verso di loro e le loro invenzioni. Veramente da non credere quello che sono in grado di fare. Mia moglie poi" e qui il tono si addolcisce all'improvviso "è veramente in gamba. Adoro vederla al lavoro mentre cura e studia le creature marine. Sto imparando anch'io, sai? Anche senza magia è bello lavorare. L'unica cosa che mi dispiace dell'essere stato fuori portata per tanto tempo è che non ho potuto accorrere alla tua richiesta di aiuto... eravamo in una zona davvero inaccessibile e il gufo che avevi mandato è dovuto tornare indietro. Ho trovato la tua lettera a casa dei miei genitori dopo che sono tornato a casa... peccato, mi sono perso una cosa grossa, da quello che mi ha raccontato Aberforth."
"Grossa è dire poco... Abbiamo rischiato il ritorno di Voldemort, nientemeno. Per fortuna che la notizia non è trapelata sennò si sarebbe scatenato il panico, credo." George scuote la testa. "Per fortuna che l'ideatore di quel piano scellerato è richiuso ad Azkaban... è un mago davvero pericoloso."
"E... dimmi un po' amico mio... della ragazza, Ellemir, che mi dici? Non è stata lei a sventare il piano?"
"Sì è stato grazie a lei se siamo salvi" George si guarda le mani e resta in silenzio per un attimo. Ancora adesso, dopo tanti mesi, pensare a cos'ha fatto Ellemir mettendo a rischio la propria vita lo commuove quasi fino alle lacrime. A voce bassa, cercando di controllarsi, continua "Era l'unica che avrebbe potuto sventare il piano, ma per farlo sapeva di mettere a rischio la vita... e lo ha fatto lo stesso. Ancora oggi non è ancora del tutto guarita..."
Lee fissa attentamente l'amico cercando di incrociare il suo sguardo. Per un attimo ci riesce e nota un luccichìo sospetto negli occhi verdi di George. Un sorriso gli increspa la bocca.
"Parola mia, tu sei cotto a puntino!" esclama appoggiandosi soddisfatto all'alto schienale della sedia. "Non ti ho mai visto in questo stato al solo nominare una donna... dev'essere ben straordinaria, questa Ellemir, per averti ridotto così!"
George guarda l'amico e sorride a sua volta. Inutile negare, sono passati tanti anni ma Lee lo conosce meglio di chiunque altro. "Colpito e affondato, indubbiamente. Mi ha steso, Lee. E' la ragazza più straordinaria che abbia mai conosciuto...e se penso alla famiglia da cui proviene la trovo ancora più fantastica!"
"Ci credo... avere Bellatrix come madre e venire cresciuta a pane e magia oscura dallo zio... è un miracolo che sia venuta fuori così!"
"E' quello che penso anch'io... ma non i miei famigliari." Il tono diventa amaro, mentre ripensa agli ultimi giorni "Non la vogliono incontrare, Lee. Non si fidano. Dicono che magari è stata tutta una finta e che lei è sempre stata d'accordo con lo zio per chissà che scopi..."
"Ma se stava per morire?!" Esclama stupefatto l'amico "Non possono pensarlo sul serio..."
"Invece sì. Sono stato da loro in questi giorni perché volevo organizzare un incontro per fargliela conoscere, invece mi sono scontrato con un muro." George si passa la mano fra i capelli, sconsolato. "Spero che con il passare del tempo capiscano quanto si sbagliano... nel frattempo però ho dovuto dirlo a Ellemir che, ovviamente, ci è rimasta malissimo. Ha paura di essere causa di una rottura fra me e i miei.... Che situazione del cavolo."
"E' davvero difficile da gestire, innegabile... credo che tu non possa fare altro che avere pazienza e cercare ogni occasione possibile per fargliela conoscere e apprezzare a poco a poco... Tu dici che è una ragazza straordinaria e io ti credo. Vedrai che, un po' alla volta, lo capiranno anche loro. Il passato è difficile da cancellare, concedi un po' di tempo e vedrai che succederà. Ne sono sicuro."
"Lo spero, Lee. Non vorrei essere costretto a dover fare una scelta... amo la mia famiglia ma non posso neanche pensare di vivere senza Ellemir, mi è indispensabile come l'aria per respirare, e non ci si può privare dell'aria..."
I due amici si guardano. Lee gli stringe amichevolmente una mano, non sapendo che altro dire. Di certo si prospetta un periodo piuttosto difficile per l'amico d'infanzia.
Il rumore di una sedia che si muove riscuote i due uomini dai loro pensieri. Aberforth, accorgendosi che i loro visi si sono rabbuiati, ha aspettato che finissero di parlare per arrivare da loro a cercare di rasserenare un po' gli animi. Ha con sé una brocca di coccio e tre boccali vuoti.
"Bene bene, miei cari." Esordisce sorridendo "ora che vi ho qui non potete evitare di brindare con me al vostro incontro assaggiando la nuova birra che ho creato" e scoppia a ridere, vedendo l'espressione quasi terrorizzata di George, che ben conosce gli intrugli che quel vecchio vulcanico è in grado di creare "Non preoccuparti George, questa volta è proprio birra e pare anche che sia molto buona, a detta di chi l'ha già assaggiata!"
"Se è rimasto vivo per dirlo, ciò depone indubbiamente a favore del fatto che sia bevibile... ma sì dai. Rischiamo. Riempi i boccali, ho la gola secca. Un brindisi e poi rientro al castello. Ormai è notte fonda, non pensavo di fare così tardi." Dice George, aggiungendo fra sé e sé 'e vorrei passare a vedere come sta Ellemir, se ancora è sveglia...'
"Anch'io devo rientrare a casa, la mia dolce metà si starà chiedendo che fine ho fatto."
I tre prendono i boccali ora pieni del liquido ambrato e li alzano facendoli cozzare piano l'uno contro l'altro.
"All'amicizia" brinda George
"All'amicizia"ripete Aberforth.
"All'amicizia per sempre" conclude Lee con un sorriso. " e alla promessa che stavolta non farò più passare anni prima che ci rivediamo."
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