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La casa infestata sulla collina

Il bagliore della luna si rifletteva tetro tra i loculi di pietra come una traccia lattiginosa, un segnale nefasto che sembrava farsi strada tra le fotografie ricoperte di ragnatele per indicare la prossima vittima. Jenny non riusciva a fare a meno di pensarci, appoggiata al muro di quell'antico cimitero abbandonato, mentre Brad le accarezzava la pelle fredda sotto il maglione.

-Brad ti prego, ho paura...- sussurrò con un filo di voce, mentre le labbra morbide del ragazzo si appoggiavano sul suo collo scoperto. -Non senti anche tu una strana sensazione? C'è qualcosa che non va in questo posto-

-Sono tutti morti, Jenny- sbuffò lui, scostandosi di malavoglia dal suo corpo per guardarla meglio -Cosa potrebbero mai farti dei morti?- A quella frase la ragazza rabbrividì con maggior intensità.

-Non hai mai visto un film horror? Le coppiette che si baciano nel cimitero sono sempre le prime a morire!- La risata roca di Brad risuonò cupa tra i viottoli e a Jenny ricordò un cigolio di ossa arrugginite.

-Tu sei matta- replicò lui -Forza allora, usciamo di qua. Voglio mostrarti un posto ancora più inquietante...- Le prese la mano e la strattonò fuori dal cancello del cimitero, oltrepassando (con forte disappunto di Jenny) la loro auto parcheggiata, e incamminandosi lungo uno stretto sentiero dissestato in salita, che si inoltrava tra gli alberi scuri.

-Cosa... perché?- protestò Jenny con voce stridula, continuando comunque a seguirlo rassegnata -Non possiamo stare a casa a fare l'amore sul letto come tutte le persone normali?-

-Troppo noioso- replicò Brad, con voce divertita, continuando a trascinarla in mezzo ai rovi. Dopo qualche minuto di salita, con le scarpe sporche di fango e i corpi tremanti, la giovane coppia si ritrovò al limitare del bosco, e ciò che si parò loro davanti fu uno spettacolo inquietante ma al tempo stesso maestoso. Un enorme maniero svettava sulla cima della collina, ergendosi in tutta la sua magnificenza su quel cielo nero, quasi squartandolo: le pareti scure erano arrugginite e la struttura sembrava dover crollare da un momento all'altro, eppure la sua immobile precarietà infondeva un timore quasi reverenziale; le finestre dai vetri rotti apparivano come tanti occhi assettati di sangue e il grande portone di legno dell'ingresso come un'enorme bocca affamata. La casa era così alta che Jenny pensò che stesse cercando di raggiungere la luna, per poi agguantarla e divorarla, ennesima vittima della sua insaziabile fame.

-Che cosa... Che cos'è?- La sua voce flebile si perse quasi nel vento di quella notte spettrale.

-Bella, vero? - annunciò Brad, con tono decisamente più alto, avvolgendole un braccio intorno alle spalle. -La chiamano "La casa infestata"-

-Sì... posso capire l'origine di quel soprannome- replicò lei, con voce tremante, stringendosi le braccia attorno al corpo per proteggersi dal freddo sempre più penetrante. -Andiamo a casa ora?-

-Neanche per sogno! Andiamo dentro.- Ignorando il suo gemito indignato e spaventato, Brad le afferrò nuovamente il braccio e la trascino all'interno del maniero solitario, oltrepassando il cigolante portone di legno. Davanti a loro si apriva un ampio atrio in penombra. Brad allungò il braccio lungo la parete, tastando il muro crepato e polveroso fino a che non si udì un quasi impercettibile "click". Una luce soffusa e intermittente, proveniente da un grande lampadario sfarzoso appeso all'alto soffitto, si accese, illuminando la stanza di fronte a loro, decorata con un antico mobilio lussuoso. Jenny si guardò attorno circospetta, aspettandosi di veder apparire da un momento all'altro uno spettro pronto a divorarle l'anima, ma il suo sguardo fu attirato da una scala alla sua sinistra, che si approfondava verso il basso, svanendo nell'oscurità. Si avvicinò cautamente, nonostante ogni fibra del suo corpo le gridasse di non farlo: udiva agghiaccianti sibili strozzati provenire da un punto indefinito nelle viscere di quella casa spettrale.

-Brad- sussurrò piano -Non ti sembra di sentire qualcosa provenire da laggiù?-

-Sì, dev'essere la cantina – mormorò Brad, con voce bassa carica di emozione -Forza, andiamo a vedere-

-No! Sei matto?- protestò Jenny, sempre più allarmata, ma il ragazzo aveva già iniziato a scendere con cautela gli scalini sbilenchi, così lei non poté fare a meno di seguirlo. In fondo alla rampa, Brad scostò lentamente la stretta porta di legno, che si aprì con un orrendo rumore simile al grido di un essere in agonia. I due ragazzi si addentrarono cautamente nella penombra dello scantinato: vecchi scatoloni ammuffiti, giocattoli rotti e cianfrusaglie varie si estendevano tutto intorno a loro, sulle assi di legno marce. Jenny inciampò su qualcosa di duro e per poco non si lasciò sfuggire un urlo; si chinò a guardare e notò una vecchia mazza da baseball. La afferrò e si rimise in piedi, stringendola davanti a sé come un'arma; ma proprio in quel momento si accorse di essere rimasta sola.

-Brad...?- sussurrò spaventata, guardandosi intorno con il cuore che batteva sempre più freneticamente dentro al suo petto, ma non c'era nessuna traccia del ragazzo. I rumori erano diventati più forti e più sinistri; le sembrava quasi di sentire il suono di una lama affilata strisciare sul pavimento. -Oh mio dio, Brad... dove sei?-

Fece qualche altro passo incerto e, all'improvviso, da dietro un armadio sbilenco, apparve un'orrenda creatura dai denti affilati e una folta peluria insanguinata. Con un urlo agghiacciante, in un riflesso quasi involontario, Jenny sferrò un colpo in avanti con la mazza da baseball, che colpì la testa del mostro con un tonfo sordo; questo cadde a terra in un gemito di dolore. Jenny stava per scappare, ma poi si rese conto che il corpo del mostro, al contrario del suo orribile volto, sembrava quello di un essere umano. Guidata da uno strano presentimento, allungò cautamente una mano verso la testa dell'essere e, sentendosi come Scooby Doo e i suoi amici nell'atto di smascherare il cattivo alla fine di ogni puntata, afferrò il pelo e tirò. La maschera cadde a terra, rivelando il volto di Brad che rideva, con un grosso bernoccolo sulla fronte.

-Sei proprio un cretino!- gridò Jenny con rabbia, colpendo con la mazza un'altra volta.


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