Cap.XI.
- Odio quell'uomo! Lo odio! Come si permette di trattarmi così, come una marionetta nelle sue mani?! Lui non può costruire la mia persona...Non può plasmarmi a suo piacimento. È uno stronzo egoista!
Moira piange disperata nella sua auto, che sembra il palcoscenico di un dramma antico. Non vede l'ora di arrivare a casa per sbattersi sul suo letto e dimenticare ogni cosa. Prima però deve asciugarsi le lacrime per bene, perché Paolo non si deve accorgere di niente.
- Sto piangendo per lui? Che stupida...Meglio darsi una sistemata...Dove cavolo li ho messi i miei trucchi. C'e un macello in questa borsa!
Decide di accostarsi un secondo. Se non troverà i suoi cosmetici non potrà rientrare.
- Chissà perché sono così. Mi piango sempre addosso e non vedo più chi sono. E questa maschera, non mi nasconde più.
Quando apre la porta di casa, Moira si accorge che Paolo è già andato a letto, e pensa che forse è meglio così, poi nel silenzio accende la luce.
- Santo cielo Paolo! Vuoi farmi morire di infarto?? Cosa ci fai li seduto al buio??
- Ti stavo aspettando.
- Te l'avevo detto che sarei rientrata più tardi del solito...Va tutto bene?
- Non credo proprio.
- Stai male Paolo?
Moira è immobile, in piedi di fronte a lui.
- Paolo smettila di fissarmi. Vuoi dirmi cosa ti prende?
- Strano sai.
- Che cosa è strano?
- È strano che tu mi faccia una domanda così stupida...
- Adesso basta! Dimmi cos'hai o me ne vado a letto.
Paolo si alza piano dalla sua poltrona, osserva Moira per altri tre secondi e si mette la mano nella tasca destra, per estrarre qualcosa...
- Tra poco saprai che cos'ho mia cara Moira.
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