Follia o Vendetta
Il pomeriggio passò più veloce del solito.
In una stanza al piano superiore, Von Krieg, Von Schubert, Schneider e Borst, stavano comodamente bevendo la terza bottiglia di una pregiata collezione di un vino francese proveniente da Macau, vicino Bordeaux. Schiamazzarono e risero ricordando tutte le loro imperiose gesta. Sembrarono fare a gara a chi ebbe compiuto il peggior atto di guerra che la storia potesse ricordare. Ubriachi di vino e dalla loro violenza verbale, se la spassarono fumando quel tabacco tedesco che al Generale Von Krieg tanto piaceva.
Al piano inferiore, invece, il Capitano Muller stette sorseggiando con altri ufficiali di rango minore una bottiglia meno pregiata intanto che altri soldati sorvegliarono la fabbrica dall'esterno. Altri ancora invece, si guardarono attorno incuriositi, aggirandosi tra quei macchinari ormai abbandonati da tempo.
Nonostante le diversità di trattamento che avevano, la 46° Armata, vedeva nei suoi quattro Maggiori Generali, degli uomini d'onore e ricchi di coraggio. Assecondarli per loro fu una questione che andava oltre la logica umana. Questo nonostante che la guerra forse oramai persa.
Il Sottotenente Brundl, osservando il suo orologio in oro da taschino trafugato a un ebreo, guardò l'ora per poi rinfilarlo nella tasca.
«Che ore sono, Herr Brundl?»Chiese l'Hauptruppfuhrer (Sergente Maggiore) Stauffenberg.
«Le 19:38, Herr Stauffenberg!»
«Questo luogo ha qualcosa di strano... Non sembra anche a voi di percepire qualcosa di strano?» Domandò Stauffenberg.
Il Capitano Muller, Brundl e lo Scharfuhrer (Caporale) Otto Bongartz, che si trovarono seduti al tavolo assieme a lui, si guardarono sorpresi per pochi attimi. Bongartz portandosi la bottiglia alle labbra scoppiò a ridere.
«Steuffenberg avete paura dei fantasmi?» Chiese Bongartz, e giù in coro altre sguaiate ed ubriache risate.
«Basta vino per lei, Herr Stauffenberg! Altrimenti dopo i fantasmi potrebbe iniziare a vedere qualche bella donna nuda e potrei finire per crederci anche io!»Disse Muller soffocato dalle sue stesse risate.
Due soldati poco distanti da loro che ne ascoltarono involontariamente i discorsi, si guardarono e sorrisero scuotendo la testa.
«Fantasmi...» Disse uno all'altro.«...Io sento solo della gran puzza.»
Man mano che i due iniziarono ad annusare più incisivamente l'aria, la puzza si faceva sempre più forte. Pareva come se lì intorno vi fosse stato un cadavere in putrefazione da mesi o anche peggio. Ad un tratto, davanti al più alto dei due, si parò davanti un'immagine sfuocata che inizialmente non riuscì a comprendere chiaramente, a percepirne con lucidità le sembianze. Lo stupore lo fece crollare in un silenzio tombale sotto lo sguardo attonito dell'altro, che confuso, non capiva cosa stesse accadendo al suo commilitone. Perfino la puzza sembrava sparire di fronte a tale immagine.
Pian piano che questa immagine prendeva forma davanti al soldato, si formò uno spettro dal profilo impercettibile con indosso un pigiama a righe e con sopra cucito un numero a cinque cifre. Il volto dello spettro era spaventoso, così come l'espressione che mostrava. Girò intorno al soldato che non riusciva a vederlo, e fu solo in quell'istante che il camerata già spaventato iniziò a urlare e a scappare senza una direzione precisa. Il soldato che era con lui lo guardò scioccato, non ci capiva nulla. Gli ufficiali seduti al tavolo si alzarono istintivamente all'impiedi attirati dall' urlo e misero mano alle armi. Iniziarono a guardarsi tutto attorno mentre il soldato continuava a correre da una parte all'altra come se in quell'istante gli spettri intorno a lui fossero anche più di uno. Arrivato alla fine della stanza e con le spalle al muro, il soldato totalmente terrorizzato finì per urinarsi addosso con lo sguardo attonito di tutti i presenti. Impugnò l'MP40 e iniziò a sparare all'impazzata urlando ancora più forte. Da prima alcune raffiche andarono verso l'alto come se volesse colpire quelle strane immagini o figure che soltanto lui vedeva. Infine, oramai impallidito, girò l'arma verso se stesso e si sparò sotto al mento facendosi saltare le cervella in tanti piccoli pezzi.
Il silenzio tornò a dominare lo spazio circostante.
Nel frattempo, sentendo gli spari anche i Generali di grado maggiore scesero impugnando le loro armi.
«Cosa diavolo sta succedendo qui?» Urlò un irritato Von Krieg.
Alcuni tra gli ufficiali presenti spiegarono l'intera faccenda senza averci capito molto e Von Krieg si voltò verso gli altri Generali:
«Qualcuno di voi si ricordava di lui? Sapete per caso se facesse uso di morfina o di acidi?»
Nessuno annuì.
A questo punto infuriato per esser stato disturbato durante la sua bevuta, si mise a urlare:
«Chiamatemi immediatamente il Doktor Frischke! Dove sta Frischke? Lo voglio subito al rapporto!»
Poco dopo una persona sui settant'anni si affacciò all'entrata della stanza. Indossava un abito bianco e nonostante l'apparenza di un uomo mite dalle spalle curve, era conosciuto da tutti gli ebrei come "Doktor Morte".
Essendo zoppo della gamba destra avanzò molto lentamente. Giunti a pochi centimetri dallo sguardo severo del Generale Von Krieg aspettò silenziosamente disposizioni.
«Frischke! Cosa diavolo sta succedendo qui? Voglio logicità, non voglio sentir parlare di spettri o simili banalità!»
Frischke annuì rispettosamente.
«Herr Generale, farò il possibile per individuarne le cause. A prima vista credo che il soggetto soffrisse di allucinazioni.»
«Non voglio delle dannate supposizioni, pretendo certezze! Mein Gott, sono circondato da un mucchio d'incapaci!»
Totalmente fuori di testa per l'accaduto spintonò via due soldati che si trovavano alle sue spalle. Brandendo il frustino contro la scala che portava al piano superiore, scomparve in breve tempo dalla vista dei presenti.
«Dottor Frischke, se tale caso si ripeterà lei verrà giudicato il diretto colpevole. Sono stato chiaro?»
«Chiarissimo, Herr Von Schubert.»Rispose il medico preoccupato.
Dopo il frastuono generale, la situazione sembrò tornare apparentemente a posto ma non per molto. A distanza di neanche venti minuti dal primo episodio un altro soldato si sentì urlare dalla vedetta del piano superiore seguito da un tonfo tremendo. I presenti si precipitarono fuori dalla fabbrica e videro il corpo senza vita del soldato. Anche i Generali si affacciarono dalla terrazza del piano superiore e videro la stessa macabra scena.
«Cosa sta succedendo qui, avete tutti quanti perso la voglia di vivere visto vi uccidete come mosche? Ci penso io a farlo se è questo che volete!» Sbraitò Von Krieg togliendo la pistola dalla fondina del Colonnello Schneider e sparando in testa a un soldato alla cieca uccidendolo sul colpo.
Dopo esser stato disarmato e urlando come un forsennato, Von Krieg ritrovò la ragione.
«Non so cosa stia succedendo ma vi ordino di avere un comportamento impeccabile!»
Gli sguardi dei soldati furono storditi quanto preoccupati, e mentre stava dicendo questo, vide intorno a sé alcune ombre girargli attorno. Dallo sguardo distratto e sotto gli occhi del suo plotone sembrava voler schivare delle figure fluttuanti. I Generali lo guardarono sconcertati. Cercarono di capire cosa stesse cercando di evitare visto che loro non avvisavano nulla di strano.
Una volta scomparse queste ombre, Von Krieg tornò immediatamente a parlare. Questa volta il suo tono era molto diverso dal solito così come il suo sguardo. Aveva la voce tremolante e gli occhi sgranati dal terrore.
«Questo posto non mi piace! Ce ne andremo immediatamente da questo inferno!» Esclamò guardandosi attorno con fare paranoico.
« Herr Generale, tra poco sarà notte fonda e...» Schneider non ebbe il tempo di finire la frase che venne interrotto dal generale con fare ancora più agitato quanto alterato.
«Non me ne importa un accidente di quello che avete da dirmi! Qui chi comando io e a decidere sarò io!»
Non avendo mai visto il loro primo Generale in quelle condizioni, decisero tutti che sarebbe stato meglio non farlo arrabbiare ulteriormente e quindi non contraddirlo. Qualcosa però ancora accadde, proprio quando la 46° Armata stava prendendo quante più provviste possibili per il viaggio e qualche coperta da portare via. Alcuni soldati sembrarono impazzire uno dietro l'altro gridando e scalciando come dei forsennati. Altri ancora risero inghiottiti da una lucida follia.
Il Generale Von Schubert, totalmente sconvolto dal susseguirsi degli eventi, se ne stava seduto a terra fissando chissà cosa e blaterando a voce bassa parole disperate
«Una maledizione... Questa è la vendetta degli ebrei che lavoravano in fabbrica.»
Il Sottotenente Brundl che si trovava vicino a lui gli fece repentinamente una domanda:
«Cosa successe di preciso agli ebrei che lavoravano in questa fabbrica, dovete dirmelo!» La sua voce era invasa dalla preoccupazione.
Von Schubert lo fissò con sguardo assente:
«Sono morti tutti! Sono stati uccisi brutalmente uno ad uno. Avevano turni di lavoro estenuanti e io dovevo accertarmi che lavorassero anche venti ore al giorno. Spesso morivano di fatica, altre volte quando si fermavano o si riposavano li facevo ammazzare sul posto. Per questo la fabbrica venne chiamata "La Fabbrica di Vedove". Chi entrava qui dentro non ne usciva vivo... Adesso sono qui sopra di me, li vedo roteare sulla mia testa con espressioni orribili in cerca della loro vendetta!»
Brundl visibilmente sconcertato si allontanò pian piano da lui. Si voltò nuovamente verso il resto della 46° Armata e li vide tutti in preda alle loro tremende visioni . Infine udì urlo accompagnato da uno sparo. «Heil Hitler!»
Il Sottotenente Brundl si voltò nuovamente di scatto. Vide Von Schubert a terra con gli occhi spalancati e un foro all'altezza della tempia con del sangue che gli fuoriusciva copioso. Alzando lo sguardo in alto vide il Generale Von Krieg urlare e sparare al nulla, a quelli spettri che soltanto lui sapeva vedere. Improvvisamente iniziarono a comparire atroci figure anche ai suoi occhi. Vide due ombre maschili avvicinarsi verso di lui. Erano alti inverosimilmente almeno due metri e mezzo ciascuno. Indossavano il pigiama a righe che contraddistingueva gli ebrei dei campi di concentramento e sembrano cercare vendetta. Brundl prese a correre senza saper bene dove andare. Quei fantasmi, da due diventarono tre, poi quattro ed infine iniziarono ad aumentare sempre di più. Nel tempo che scappò senza una meta precisa, si udirono altri suicidi e urla disumane.
Von Krieg cominciò a ridere come uno squilibrato continuando a sparare al nulla:
«Non Muoiono...» Una folle risata partì dalle sue tremolanti labbra.
«Non vogliono morire...» Un'altra risata ancor più forte echeggiò nel vuoto. Era nel delirio totale.
Vi fu anche chi sparando a corpi inesistenti finì per uccidere gli stessi camerati e chi morì direttamente dalla paura.
Brundl continuò a correre fino a che non inciampò su di un corpo senza vita. Si volse fissandolo, era quello del Doktor Frischke morto d'infarto.
Il Colonnello Schneider si mise a sparare con il suoSturmgewehr 44 . Sparò raffiche di mitra in ogni dove urlando nel panico. Nessuno tentò veramente di fuggire usando logica. Fu talmente tanta la paura che prese il sopravvento sulla ragione. Soldati restarono immobili come se avessero le gambe cementate venendo falciati dalle raffiche del mitra
Il Sergente maggiore Stauffenberg si sparò in testa, poi fu il turno del Maggiore Borst.
Man mano che il tempo passava stavano morendo uno ad uno.
Von Krieg nel frattempo inveì contro tutto e tutti con offese indescrivibili. Anche il Colonnello Schneider lo fece, prima di cadere vittima di un colpo di proiettile vagante così come per il Caporale Bongartz.
Brundl, seduto a terra iniziò a vedere le sagome di quegli spettri sempre più vicine a lui.
«Pietà, v'imploro pietà!» Urlò invano.
Le sagome si moltiplicarono sempre più. Capendo di non avere altre via di fuga, decise quindi di porre fine a tutto quello strazio sparandosi in bocca.
il Capitano Muller che si trovava vicino a Von Krieg non seppe cosa fare:
«Non vanno giù Herr Generale... Siamo dannati!»
Di risposta Von Krieg rise a voce sempre più alta. Oramai era annegato nella follia.
Muller lo osservò sconcertato e corse giù per le scale come se fosse inseguito dal demonio in persona. Si voltò e vide un'ombra alta almeno tre metri con quel pigiama a righe sudicio di sangue. Inciampò anche lui andando a sbattere la testa contro lo spigolo di un macchinario restandoci secco sul colpo.
Solo Von Krieg era rimasto in vita.
L'intera 46° Armata venne completamente annientata da figure spettrali.
Le urla e gli spari cessarono. Tutto tacque, o quasi...
Le folli risate del Generale Von Krieg non cessarono di vibrare.
Rimase solo in quell'inferno...
Solo assieme ai suoi demoni.
Continua...
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro