30 Settembre 1154
< Veleda mi serve il tuo aiuto.>.
La donna l'accolse nella sua casa, la fece sedere al suo fianco sul grande tavolo di legno ricolmo di erbe essiccate.
< bambina , che succede ?>;
<vogliono darmi in moglie>;
< sapevi che sarebbe accaduto>,
< forse avrei voluto saperlo in un'altra modo. E' stato orribile e mi sono sentita impotente>;
< lui chi è ?>;
< Diarmaind. Il nipote di Finn. Probabilmente un'uomo orribile che vedrà la cospicua dote offerta da mio padre. Non è giusto. Io vengo trattata come l'ultima ruota del carro. Come la figlia che lui non avrebbe mai voluto. Eppure la sono. Io sono sua figlia e mi tratta come mera merce di scambio. Non sposerò mai e poi mai Diarmaind, nè lui, nè nessun altro>;
< dovrai farlo>.
Mormorò Veleda.
< non esiste nessuna donna che può opporsi al volere del proprio padre o di un'uomo>;
< tu pensi che io non lo sappia ?>.
Veleda sospirò, conosceva molto bene Grainne, l'aveva allevata e l'amava come se fosse stata carne della sua carne e quando vedeva quello sguardo cupo sapeva che non erano capricci. Però lei aveva un'altra compito, il fato di Grainne si sarebbe dovuto compiere e lei non si poteva opporre. La Dea aveva parlato e come sua sacerdotessa Veleda doveva ubbidire.
< Grainne vedi il matrimonio solamente come una prigione. Tu non conosci Diarmaind, gli uomini esistono anche per procurare piacere a noi donne>;
< non mi serve una lezione. Due persone dovrebbero amarsi, o almeno conoscersi. E io non provo nulla per quest'uomo, non sò nemmeno come sia fatto e non mi interessa saperlo. Vorrei solo avere potere di scelta e se non posso avere ciò che voglio allora voglio vivere la mia vita come meglio credo. Come te.>;
< io non sono l'esempio adatto. Mi sono consacrata alla Dea. Tu sei figlia del Laird e hai dei doveri.>.
Grainne scattò in piedi rabbiosa.
< prima mi erudisci e poi mi dici che dovrei inginocchiarmi di fronte ai miei doveri. Sono più intelligenti di così.>;
< l'intelligenza è cosa preziosa. Quando sarai sposata sono certa che tuo marito di concederà la libertà che vuoi.>.
Grainne era furiosa, aveva solo 16 anni, ma conosceva molto bene le implicazioni di un matrimonio sbagliato proprio come quello tra i suoi genitori. Li aveva visti ignorarsi fino ad arrivare ad odiarsi a farsi amanti a cercare felicità al di fuori del matrimonio e lei non voleva diventare come la sua genitrice.
Veleda le si accostò mettendole le mani sulle spalle.
< bambina ti conosco da quando sei in fasce. Non è solo l'idea del matrimonio che ti angusti a questo modo. C'è molto altro. >.
Grainne la guardò.
< non mi voglio sposare. >;
< tu non vuoi sposare lui. È molto diverso>.
La ragazza non aggiunse altro e se ne andò.
Veleda aveva vissuto parte della sua vita errando per le terre di Scozia insieme a sua madre. A 12 anni Sua madre le aveva fatto scoprire i segreti della grande Dea Diana , dea della natura e delle donne. Colei che aveva creato la magia e consacrato la figlia a divenire regina delle streghe.
Aveva imparato a usare le forze naturali, a manipolare gli oggetti per risvegliare le energie della terra, conosceva l'utilizzo delle erbe e delle piante e le usava per fare del bene, per guarire e purificare . Era diventata abile nell'arte della magia; coloro che riuscivano a vedere al di là della paura e delle incertezze chiedeva a lei aiuto.
Un giorno lei fu scelta tra mille altre sacerdotesse e streghe, la Dea le mostrò il suo destino. Ne ebbe paura ma poi capì quale onore le stesse concedendo, ricordava ancora tutto di quella notte, come se i ricordi fossero impressi nella sua mente, marchiati a fuoco.
La luna risplendeva misticamente nel cielo, lei camminava sola in riva al Loch. Si era era fermata sulle sue rive aveva afferrato un bastone grigio e affondandone l'estremità appuntita sul terrò aveva tracciato un simbolo. L'acqua del lago si agitò e cancello il simbolo dal terreno, una donna di bianco vestita sorse dalle acque. La veste bianca riluceva alla luce della luna i capelli neri come l'oltre tomba le scivolavano lungo le spalle, sul capo una corona di stelle.
" tempo di spade, tempo di asce, gli scudi andranno in pezzi. Età di bufere, età di uomini che si fanno lupi, prima che il mondo rovini. Ella nascerà dalla magia, nascerà il giorno in cui gli spiriti entrano nel mondo dei vivi. Destinata a un dio tra gli uomini, ostacolata da un'oscurità che lì sommergerà. La morte e il dolore sono solo il principio. Ain Fhirinne in aghaidh ant Saoil ( la verità opposta al mondo).
Che egli esalti la verità, essa lo esalterà . Che egli dia forza alla verità, essa gli darà forza. Che egli difenda la verità, essa lo difenderà. Che egli innalzi la verità, essa lo innalzerà. Perché fino a quando difenderà la verità, non gli mancherà il bene.".
Passò ancora molto tempo prima che Veleda capisse ciò che la Dea le aveva detto quel giorno. In quel preciso istante capì che gli ingranaggi si erano mossi molto prima di quanto lei sperasse.
Dopo qualche ora ricevette una missa dal Laird: le ordinava di portare le figlie la mercato cittadino in modo che Finn potesse vedere la futura moglie e prendere definitivamente una decisione. Ovviamente seguì gli ordini e dopo aver convinto Grainne a seguirle si ritrovarono nel centro della piazza, accompagnate da alcune dame e due armigeri. Il gruppo delle donne andò a sedersi sotto un grosso albero, le ragazze chiacchieravano amabilmente, e Grainne come al solito giocava con i bambini del villaggio come una ragazzina non come la donna che era. Carmag aveva sempre detestato quella bambina dai folti capelli biondi e gli occhi blu simili a quelli della madre. Detestava la sua esuberanza e ribellione, tutte le sue speranze le aveva riposte in Eliza la figlia bastarda che alla fine aveva riconosciuto e ne aveva sposato la madre. Sicuramente Finn sarebbe stato abbagliato dalla bellezza della ragazza: lineamenti armoniosi, un viso bianco e puro, capelli castani come quelli del padre sempre in perfetto ordine e contornati da file di perle. Una ragazza composta con grandi occhi azzurri che molti cantastorie aveva definito privi di malizia e superiorità, capace di incantare uomini e dei. Era vero quello che dicevano almeno finchè non vedevano Grainne.
Alzando lo sguardo si accorse dei due uomini che avanzavano verso di loro. Ricordava Finn Mccumal quando da ragazzo era arrivato, nel villaggio impossibile dimenticare quegli occhi rosi dalla vendetta. Percepiva il suo dolore nitido e palpitante, quei sentimenti se liberati avrebbero potuto spazzare via qualsiasi cosa. Ma in quell'istante davanti a lei si ergeva un'uomo che non aveva amcra consumato del tutto ciò che gli ardeva dentro.
< buona giornata Signore.>.
Veleda in quanto più anziana rispose al saluto.
< buona giornata a voi miei signori.>.
Finn posò lo sguardo su Eliza.
< vi presento la mi signora. Lady Eliza di cui avrete certamente sentito parlare>.
Finn sorrise ed Eliza si esibì in un'inchino perfetto.
< vostro padre ha intessuto le vostre lodi. >.
Eliza piegò il capo con finta modestia, puntando lo sguardo sull'uomo.
< mio padre è di parte. Dovrete essere voi a giudicare quanto di queste lodi siano vere.>.
Veleda lo doveva ammettere , Eliza era piuttosto brava a trattare con gli uomini; arte appresa certamente dalla madre.
< vorrei parlare in privato con la vostra Signora se mi è concesso>.
Prima che Veleda potesse rispondere una bambina andò a sbattere contro Finn cadendo a terra.
< tesoro attenta>.
Una voce sovrastò le altre e una donna si inginocchiò prontamente verso la bambina. La ragazza la sollevò sbattendo i vestito che si era sporcato di terra.
< guarda sempre dove vai.>.
La bambina abbracciò Grainne poi Alzò lo sguardo su Finn.
< guarda Grainne i suoi capelli sembrano quelli di un leone.>
Grainne si Alzò in fretta incurante del vestito dall'orlo ricoperto di fango e i capelli sciolti sulle spalle.
Rimasero a scrutarsi , per la prima volta Grainne non sapeva cosa dire o pensare. Era tantissimo tempo che non lo vedeva, il ragazzo che ricordava era un'uomo, un dio: la posa fiera ed eretta, un volto dallo sguardo risoluto, i capelli sembravano d'oro e lì portava lunghi e selvaggi proprio come la criniera di un leone. Notò il naso prominente e una cicatrice che gli deterpava il sopracciglio sinistro. La bocca sembrava piegata in un sorriso, e pareva scrutarla come se lei fosse un'animale raro.
Quando si decise a guardarlo negli occhi lei vi ricoprì il colore del mare, un' azzurro profondo, eccessivo.
Lì definì freddi, espressivi ed inquisitori tanto che la tranquillità che l'aveva pervase sembrò frantumarsi in mille pezzi.
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