Odore di sale – fu ciò che sentii quando la scena seguente mi travolse. Fu come immergersi d'improvviso in un torrente in piena, ghiacciato e letale. Come passare in un batter d'occhio da un estremo all'altro: dalla tranquillità della radura allo sferzare feroce del vento tra i capelli e la brezza marina che mi investì con violenza, facendomi bruciare gli occhi.

Blaine Wes.

Il mio nome. Un pensiero sfuggevole, inaspettato.

Una certezza. La prima dopo un tempo indefinito, la prima che avvertii essere veramente mia.

Blaine Wes.

Non dovevo dimenticarlo, dovevo stringerlo a me, dovevo farlo di nuovo mio.

Ricorda, ricorda, ricorda...!

Presi un respiro tremante, guardandomi attorno. Mi trovavo su una scogliera, adesso, accanto alle macerie di una vecchia abitazione demolita dal tempo e dal vento brutale che soffiava dall'oceano. Non sapevo a quando risalisse quell'immagine e quella distesa marina che brillava dello stesso colore del cielo... potevo sentire però il vento parlarmi di antichi segreti, la brezza sussurrare di rancori mai completamente estinti.

C'era un ragazzino sulla spiaggia, ai piedi della scogliera.

Non era vicinissimo al punto in cui mi trovavo, ma potevo quasi vederlo sorridere in direzione del mare, i capelli del colore della pece arruffati dal vento. Continuava a spostarseli dalla fronte con gesti pacati, gli occhi fissi sulla superficie dell'acqua e su una bambina di diversi anni più piccola di lui che saltellava a distanza di sicurezza davanti alle onde, ridendo con allegria.

La vidi corrergli incontro e saltargli in braccio mentre il ragazzino tratteneva le risate. La sintonia tra i due era palese e l'affetto permeava l'aria, raggiungendomi come trasportato dalla brezza e portando con sé un forte odore di sale.

Quest'odore... l'ho già sentito.

Quello che vedevo era un tipo d'amore che poteva esistere solo tra due fratelli... una complicità che, nonostante le differenze, era impossibile non instaurare.

Per un attimo quell'immagine mi scaldò il cuore. Fu una sensazione nuova, che non avevo ancora provato nel mio infinito girovagare tra passato, presente e futuro. Non avevo ancora sentito nulla del genere, ma mi bastò un attimo per rimanerne affascinata e al contempo terrorizzata.

Terrorizzata, perché aveva un che di bellissimo e straziante al tempo stesso.

Fa... fa male.

C'era qualcosa che mi faceva dannatamente male – al petto, all'anima.

La malinconia del mare, delle onde, dei due fratelli... l'avvertivo fin da qui.

Sentii l'odore di sale accentuarsi e il dolore prendere vita. Il calore mi avvolse di nuovo e mi condusse in basso, sempre più in basso.

La casa sulla scogliera era in fiamme, ora, e le grida in quel luogo dimenticato dalla Natura si perdevano nel buio che andava inghiottendomi. Raggiungevano il mare e morivano nella sua innaturale immobilità.

Era cambiato tutto, e il pensiero mi uccideva dentro.

Era cambiato tutto, e io avrei solo potuto seguire.

Sono morta, forse.