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Capitolo 7.

Miranda si svegliò lentamente, riprendendo coscienza, come se stesse riemergendo da una notte di sonno pesante come il piombo.
Aveva gli occhi chiusi, ma riusciva già a vedere la luce attraverso le palpebre. Non voleva alzarsi, si rannicchiò ancora di più su se stessa, raggomitolata sotto le coperte, provò a voltarsi sul fianco destro ma nel farlo sentì una dolorosa fitta, all'altezza della spalla.

Se non avesse provato quel dolore, probabilmente, non avrebbe ricordato ciò che le era successo. Invece, quei ricordi e quelle immagini riaffiorarono con prepotenza. Fu inaspettato, brutale come un secchio di acqua gelata sulla faccia. Spalancò gli occhi e scattò seduta velocemente.

Non sapeva dove si trovasse, non riconosceva quel posto e, quando provò a mettere un piede fuori dal letto, si rese conto che le mancavano i vestiti.
Si coprì fino alle spalle e in quel momento entrò Daniel, con in mano un bicchiere d'acqua. Vederlo le fece dimenticare di essere mezza nuda, era come un caldo e confortevole raggio luminoso.
Il ragazzo lasciò quello che aveva in mano e corse ad abbracciarla. Le si era praticamente gettato a dosso e Miranda dovette serrare i denti, per evitare di gemere di dolore. Le faceva male tutto.
«Stai bene?» Il ragazzo la allontanò di qualche centimetro per guardarla meglio. Il colorito era tornato quello di prima e anche i suoi occhi. Ma la notizia migliore era che non voleva più divorarlo.

La Succuba annuì col capo e si ricoprì in fretta, per nascondersi ma anche per il freddo. «Dove siamo?» Ricordava di essere stata male, vomitava sangue, ma il seguito era confuso, non aveva la più pallida idea di cosa ci facessero lì o di dove fosse lì!
Daniel le sedette accanto, da dove poteva cominciare? «Sei stata molto male.» Disse. Il solo pensiero gli faceva venire i brividi «Giuro, ad un certo punto ho pensato di trovarmi sul set del film: L'esorcista. Vomitavi sangue, tremavi tutta e facevi anche strani pensieri.» Il ragazzo assunse un'espressione divertita. Forse era un modo come un altro per sdrammatizzare quello che era accaduto, oppure perché voleva evitarle preoccupazioni. Non era necessario farle sapere che voleva divorarlo, era molto meglio dare una nota scherzosa a tutto il racconto. E c'era riuscito!

Miranda cominciò a ridere ma le faceva male persino la faccia. «Sul serio, che cosa è successo dopo avermi portata nell'aula di musica?» insistette infine.
Avrebbe accettato solo la verità, «Sei stata avvelenata, è stato il divoratore di ieri sera con il suo graffio. Hai rischiato di morire.»
Le parole di Daniel sembravano appesantite da qualcosa, senso di colpa forse, eppure la Succuba continuò a sorridergli e, allungando una mano, gli sistemò un ricciolo ribelle dietro l'orecchio. «Per fortuna non ero da sola!»
«A dire il vero, per fortuna c'era Sebastian. E' stata sua l'idea di portarti qui.»
Miranda aggrottò la fronte, all'inizio non capiva di chi si trattasse, ma poi quel nome le fece venire in mente anche il volto a cui era associato: l'altro Incubo della scuola.
«Hai chiesto aiuto a lui?» La ragazza sembrava sorpresa. Allora aveva rischiato di morire sul serio!
«Sì, ma alla fine è stata Erika a portare l'antidoto!»

Questo voleva dire che la strega sapeva quello che lei e Daniel avevano combinato la sera prima, le avrebbe fatto una pesante ramanzina, anche se, al momento, non le sembrava tanto grave.
Affondò le dita fra i capelli, erano terribilmente annodati e pensò di avere un aspetto orribile. «Ho un'altra domanda.» Disse poi, allontanando per un secondo tutte quelle notizie ingombranti «Chi mi ha tolto i vestiti?»
Daniel sorrise, avrebbe voluto darle una pacca sulla spalla ma non lo fece; per la prima volta era lui a doverla trattare come la creatura più fragile sulla faccia della terra. «Hai rischiato di morire e la cosa che ti preoccupa di più è sapere chi ti ha tolto i vestiti?» Esclamò con il solito tono sarcastico. «E' stata Erika.»
Miranda tirò un sospiro di sollievo. Essere lì, in casa di un estraneo, sdraiata in quel letto sconosciuto, la rendeva nervosa.
«Dove sono le mie cose? Voglio togliere il disturbo.» Disse guardandosi intorno, alla ricerca dei suoi abiti.
«La vostra amica strega sta portando un cambio per te.» La voce proveniva dalla porta, e quando Miranda focalizzò la propria attenzione in quel punto, vide Sebastian.

Era rimasto fuori tutto il tempo, ad origliare ciò che lei e l'umano si stavano dicendo. Sapeva che non era una cosa nobile da fare ma era stato più forte di lui. Le sorrise gentilmente e si avvicinò al letto, «Sembri stare molto meglio, mi fa piacere.»
La ragazza non rispose, quella era la prima volta che lo vedeva da vicino e si accorse che la sua diversità si percepiva persino nell'odore. «Ti ringrazio per avermi aiutata.» Disse poi, in tono gentile ed educato «Non appena Erika tornerà con i miei vestiti andremo via.»
«Non puoi, devi nutrirti prima.»
Gli occhi di Miranda corsero a Daniel, non voleva parlare di questo davanti a lui ma non poteva impedire a Sebastian di essere se stesso in casa propria «Posso pensarci da sola, giuro che sto molto meglio.»
«La mia vicina di casa sarà di ritorno da lavoro a breve.» Continuò Sebastian, fingendo di non aver sentito le parole della ragazza «Di solito non uso questi metodi ma la ammalierò e la porterò qui.»

Parlava con una calma sovrannaturale e con una freddezza tipica degli Incubi, zio Louis diceva sempre che quelli della loro specie erano fatti in quel modo, loro erano diversi solo perché avevano vissuto più a lungo fra gli umani.
Miranda annuì, rassegnata più che convinta, ma non riusciva a reprimere il desiderio di voler andare via, quel ragazzo la metteva in soggezione.
«Il tuo amico mi ha detto che a ferirti è stato un divoratore.» Questa volta Sebastian si sedette, aveva toni pacati ed era difficile decifrare il tipo di emozioni che provava in quel momento, a parte il gelo più totale.
Miranda pensò che Daniel avrebbe fatto meglio a stare zitto, ma ormai la frittata era stata fatta. «È così.» Rispose. Aveva l'impressione che quella conversazione si sarebbe trasformata, di lì a poco, in un interrogatorio. L'Incubo continuava a parlare, ma lei fingeva di ascoltarlo annuendo ogni tanto. Stava pensando talmente intensamente che la propria voce nella mente stava urlando.

Provava ad attirare l'attenzione di Daniel, che grazie al suo potere telepatico si voltò a guardarla in pochi secondi. Miranda sapeva poco su quel genere di potere, ma le bastò pensare intensamente ciò che voleva dire all'amico. Aveva bisogno di restare da sola con l'Incubo, appena qualche minuto.
Il ragazzo annuì in silenzio per farle capire che il messaggio era arrivato forte e chiaro. Senza dare nell'occhio si alzò e uscì dalla stanza chiudendo la porta.

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