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Capitolo 37 parte 1


Nei minuti che seguirono, di Gerard non ci fu traccia. Miranda cominciava ad essere stanca di aspettare, la innervosiva ancora di più. L'unico che era riuscito a mantenere una calma glaciale era Sebastian, a causa del suo atteggiamento sembrava che non gliene importasse nulla di ciò che stava succedendo.
Miranda sospirò arrendevole e fece per tornare seduta, quando percepì una strana sensazione di calore alla gamba destra. Era la stessa che aveva sentito la notte in cui avevano salvato Vic, proveniva dall'I-pad dentro la tracolla.

 
Tirò fuori la mappa e con fare nervoso cominciò a scorrere le pagine alla ricerca di qualcosa, alla fine lo trovò e la perplessità sul suo volto aumentò di volume.
Vic sapeva cosa rappresentava quell'I-Pad per lei. Le si avvicinò e diede un'occhiata. «Che vuol dire?» Chiese con aria innocente.
C'erano quattro puntini lampeggianti su quella mappa, tre erano vicini mentre il quarto un po' più distante, ma tutti si trovavano nel medesimo posto «Vorrei tanto sbagliarmi ma credo che siamo noi.» Disse la ragazza controllando più e più volte la zona sulla mappa.

 
Anche Sebastian si avvicinò, non aveva idea di come funzionasse l'aggeggio che Miranda aveva in mano, ma capì dalle loro espressioni che non doveva essere affatto rassicurante.
«Potete spiegarmi?» Chiese in tono incredibilmente pacato e, stranamente, privo di sarcasmo.
«Questi siamo noi tre.» Spiegò Vic indicando i puntini sulla mappa, «Il fatto che lampeggiamo di rosso significa che siamo in pericolo. Ma questo quarto qui non so chi sia.»
«I puntini rappresentano i custodi?» Chiese Sebastian improvvisamente più coinvolto e concentrato.


Miranda annuì in silenzio. Quello era il luogo più sicuro del mondo, com'era possibile che i puntini stessero lampeggiando?
«Potrebbe essere Gerard.» L'ipotesi di Sebastian attirò l'attenzione dei due amici, che si voltarono all'unisono a guardarlo.
«Lui è un custode?» Miranda sembrava sorpresa.
«E' l'unico componente della sua famiglia ad essere rimasto in vita.» Spiegò l'Incubo velocemente, «Ma questo che c'entra?»
«Nulla, siamo in pericolo tutti e quattro, non possiamo restare qui dentro.» Miranda mise via l'I-Pad, intenta ad uscire, seguita a ruota da Vic, ma Sebastian li fermò ancora.
«No aspettate non ce ne possiamo andare.» Fuggire in quel modo gli sembrava una soluzione eccessivamente affrettata e codarda. «Qui siamo al sicuro, avete visto anche voi quanto sia impenetrabile la villa!»


«Sì, ma sinceramente mi fido più degli incantesimi di Erika che della sicurezza di questo posto.» Replicò Miranda in tono serio. Prese Vic per un braccio e uscì da lì in fretta. Ripercorrere la strada a ritroso non fu difficile, aveva un ottimo senso dell'orientamento. Sebastian li seguiva, nonostante le sue perplessità si fidava di Miranda, più precisamente c'era qualcosa, una specie di sesto senso, che lo spingeva a non separarsi da lei.
Quando finalmente raggiunsero l'ingresso, trovarono anche Gerard. L'Incubo era in compagnia di altri tre uomini armati che facevano parte della sicurezza. Quando vide arrivare i tre ragazzi li fermò ancor prima che potessero mettere piede fuori.


«Ehi, chi vi ha detto di muovervi?» Chiese indispettito. Alle sue spalle, stava arrivando una macchina scura che fece sobbalzare lievemente Vic.
«Il tuo tutore è qui.» Spiegò poi ammorbidendo i toni «Vi avevo già spiegato che lo avrei fatto arrivare per interrogarlo.» Ma sembrava che i ragazzi non lo ascoltassero nemmeno.
Quando lo sportello dell'auto si aprì ne uscirono due uomini. Uno era Marc, il tutore del giovane Vic, mentre il secondo era un volto talmente familiare che Miranda sentì lo stomaco contorcersi.
Victor le afferrò una mano, per quanto fosse geniale era pur sempre un giovane tredicenne impaurito per la propria vita e quella dei suoi amici.


Era l'Incubo che lo aveva aggredito, lo stesso con cui Miranda aveva dovuto battersi. Marc lo presentò come suo avvocato, ma quando l'assassino incrociò i loro sguardi si immobilizzò. In giacca e cravatta era così diverso che sembrava un'altra persona, ma Vic riusciva a vedere solo quel ghigno perfido desideroso di strappargli il cuore.
Ebbe l'impressione di ritornare a quella notte, e rivivere quei momenti fu devastante, ricordò il terrore, la consapevolezza della morte sempre più vicina.


Si levò un forte vento, Miranda dovette chiudere le palpebre per evitare che la polvere le entrasse negli occhi, era troppo anomalo e improvviso per essere naturale.
Vic tremò per la paura e le strinse forte la mano, fissava con sguardo assente Marc e il suo avvocato, sempre più vicini.
Il terrore del tredicenne cresceva sempre di più, così come il vento che frustava i loro visi.
Le due cose erano connesse, gli occhi del ragazzino si velarono di bianco e il vento divenne tanto forte che gli uomini di Mackenzie vennero scaraventati lontano.
Sebastian era stato abbastanza svelto da aggrapparsi alla spalla di Vic, aveva capito che chiunque entrasse in contatto fisico con lui era immune dal suo potere di custode.


Il cielo cominciava ad ingrigirsi, nuvole che prima non c'erano si stavano raggruppando proprio sopra le loro teste, concentrate in un unico punto, e poi Miranda la vide e il cuore le balzò in gola: stava per formarsi una tromba d'aria.
La Succuba provò a scuotere il ragazzino ma Vic si trovava in una specie di trance dalla quale non riusciva a venir fuori.
I soldati di Lucius venivano risucchiati inesorabilmente, tentavano di aggrapparsi a qualsiasi cosa, al terreno che correva veloce sotto i loro corpi, mentre il terrore e l'incredulità dei loro volti rimanevano impressi negli occhi di Miranda, che guardava attonita e impotente. Non c'era niente che potesse fare contro il potere fuori controllo di un custode.


La ragazza vide Gerard a pochi passi da loro, era a terra svenuto con una piccola ferita alla testa, forse era stato colpito da qualcosa che volava in balìa del vento. Stava per essere trascinato anche lui verso la tromba d'aria, lo attirava a sé come una bestia pronto a divorarlo.
Non poteva restare a guardare, non quando le bastavano pochi passi per raggiungerlo e aiutarlo. Lasciò la mano di Victor e, aggrappandosi a ciò che trovava, riuscì a raggiungerlo, la bufera era così forte che portava via persino le urla di Sebastian, rimasto a guardare impotente.
Miranda afferrò Gerard per un braccio, ma quando provò a trascinarlo al sicuro inciampò e cadde a terra, la tromba d'aria cominciò a risucchiare anche lei e, per quanto si sforzasse, non riusciva a contrastare quella forza mostruosa.


Continuava a scivolare all'indietro. Le dita avvinghiate al braccio di Gerard cominciavano a dolerle, ma mai quanto le gambe graffiate dal terreno sotto di sé. Se Victor non avesse ritrovato il controllo avrebbe ucciso anche lei. «VIC» Continuava a urlare il suo nome ma l'Incubo non poteva sentirla, nemmeno le urla di Sebastian, ancora al suo fianco, riuscivano a risvegliarlo da quella trance.
Miranda vedeva la tromba d'aria farsi sempre più vicina, aveva risucchiato persino l'auto del tutore del tredicenne. Serrò gli occhi terrorizzata, sperò solo che non facesse troppo male.

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