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Capitolo 36 parte 1


Non era mai stata in quella zona, uno dei quartieri più eleganti e ricchi della città. La macchina di Sebastian procedeva silenziosa e Miranda, sul sedile posteriore, guardava a bocca aperta quelle immense e pompose ville che le sfrecciavano davanti, una dopo l'altra.
Ricordava che da bambini soprannominavano quel quartiere "la vie en rose", ai loro occhi appariva come qualcosa di principesco e di assolutamente perfetto, un posto che rappresentava la pura felicità. Adesso guardava tutto con occhi diversi: sembrava di trovarsi in un mondo di plastica in cui le abitazioni erano tutte uguali, le ricordava tanto il mondo di Barbie.


 Le persone sorridevano sempre, anche quando non c'era nulla di cui sorridere, la falsità aveva creato una maschera su quei volti lucidi e perfetti. La maggior parte di quelle famiglie erano Incubi, gli umani non erano poi così tanti, ma la necessità di mantenere le apparenze aveva fatto sì che quel mondo fittizio si colorasse di una luce artificiale. Gli Incubi mostravano al mondo intero un volto radioso, quando in realtà la loro vita si colorava di rosso e di nero.


Vivere lì avrebbe potuto farla impazzire, ma Sebastian e Vic erano perfettamente a proprio agio, erano cresciuti in quel posto, quello era il loro mondo.
Miranda si sedette sul bordo del sedile per avvicinarsi, poggiando un braccio sullo schienale del lato guidatore e l'altro su quello del passeggero «Allora, dov'è che andiamo?»
«A casa di mio nonno» Spiegò Sebastian senza alcun tipo di espressione nella voce «Vic potrà riferire i sospetti sul suo tutore, così potremmo raggiungere Erika e Daniel.»
Miranda si mordicchiò l'interno della guancia con fare nervoso, l'idea di dovere ritrovarsi al cospetto delle autorità le faceva venire il mal di pancia. Aveva già conosciuto Lucius Mackenzie, ma in quell'occasione si era trattato di un incontro occasionale e assolutamente informale. Inoltre, avrebbe dovuto spiegare ad Erika il motivo per cui li aveva mollati in quel modo, all'ultimo minuto.


Sebastian non si lasciò sfuggire la sua espressione preoccupata «Sta tranquilla» Disse con un mezzo sorriso di scherno «Sarà il posto più sicuro del mondo, nessuno ti farà domande imbarazzanti» Era un chiaro riferimento al modo, tanto diverso, in cui aveva vissuto lei, in mezzo agli umani, e la Succuba si sentì quasi offesa.
«Credi che abbia paura che mi giudichino per essere cresciuta con un'umana?» Gli chiese lasciando che il suo lato permaloso venisse fuori.
Sebastian staccò gli occhi dallo specchietto retrovisore e tornò a guardare la strada «Certo che no.» Replicò, ma aveva perso la sua convinzione nei toni.


Quando arrivarono, Miranda non si stupì del fatto che quella era la villa più grande di tutte le altre. La tenuta MacEnzie si trovava su una collina e sovrastava l'intero quartiere. Quella posizione permetteva di poter tenere d'occhio chiunque, specialmente la strada principale, l'unico accesso consentito.
Per il resto era circondata dalla boscaglia, una verde distesa che avvolgeva il territorio in un abbraccio, ricomprendolo col suo manto smeraldino.
Non aveva mai visto una simile dimora, sembrava un castello più che una villa, eppure era così che Sebastian la definiva.

 
Lucius aveva un indefinito numero di guardie che controllavano l'intera zona, alcuni erano vestiti di nero mentre altri in borghese, e come armi indossavano solo delle misere pistole custodite nelle fondine. Miranda odiava quegli aggeggi e non aveva idea dell'utilità che potessero avere contro un Incubo, dato che non era possibile ucciderli con un' arma automatica.
L'intero perimetro era circondato da alte mura di pietra grige e l'ingresso principale era un unico, imponente, cancello, che solo a guardarlo rendeva chiaro quanto fosse impossibile sfondarlo, o oltrepassarlo senza difficoltà.


Le guardie fermarono e controllarono persino l'auto di Sebastian, richiedendo i documenti a tutti i ragazzi seduti in auto, fatta eccezione per il nipote del capo.
Forse era la prassi, o magari MacEnzie era solo un tipo estremamente paranoico, ma Sebastian parve leggerle nella mente in quel momento «Mio nonno è molto scrupoloso in fatto di sicurezza» Spiegò «Ma in questo periodo i controlli sono aumentati, si è fatto parecchi nemici nel corso degli anni.»
Lo disse con naturalezza, segno che era abituato a quel genere di cose, mentre a lei venne la claustrofobia.


Percorsero un lungo viale di ciottoli bianchi che sembrava infinito, l'auto sobbalzava in modo fastidioso. Su entrambi i lati serpeggiavano due file di alberi dai grossi tronchi, le cui fronde gettavano ombre sul loro percorso. Una volta giunti in un modesto piazzale, lasciarono la macchina e proseguirono a piedi.
Lì la temperatura era molto più bassa, Miranda sentì un brivido correrle lungo la schiena e si strinse nelle braccia. Col naso all'insù, osservava inquieta le statue informi in cima a quelle che erano vere e proprie piccole torri, sembrava che le stessero urlando di andare via. Quel luogo somigliava ad un paradiso verde a cui pochi potevano accedere. La villa era impenetrabile a causa delle alte mura grigie, sulle quali si arrampicavano solo edera e muschio. La struttura era circondata da due lunghi portici che la avvolgevano come fossero due braccia, ma vi era un unico ingresso al quale si presentò un Incubo sorridente.
«Buongiorno ragazzi, che posso fare per voi?» 

Miranda non aveva idea di quanti anni potesse avere ma era indubbiamente giovane, sulla trentina. Sul viso squadrato c'era un accenno di barba che gli dava un aspetto fascinoso e disordinato, esattamente come i capelli raccolti in una specie di cresta tirata all'indietro.

«Perché vieni ad aprirci tu? Mio nonno ti ha declassato a maggiordomo per caso?» Sebastian sorrise e salutò l'uomo stringendogli la mano.
«Beh, non so se l'hai sentito, ma di questi tempi la sicurezza non è mai troppa!» Rispose. Poi l'uomo passò in rassegna i volti di Vic e Miranda, osservandoli con i suoi occhi verdi indagatori, sembrava un falco cacciatore.
«Loro sono i miei amici.» Spiegò Sebastian introducendo gli ospiti «Miranda viene a scuola con me, mentre lui è Victor Arny.» Si voltò a guardare l'Incubo «Credo che abbiate ricevuto una denuncia sulla sua scomparsa.»


Il ragazzo non sembrava sorpreso di vedere lì Vic, sano e salvo, manteneva un certo controllo sulle proprie espressione facciali e si limitava ad annuire ad ogni spiegazione da parte di Sebastian.
Alla fine decise di presentarsi «Io sono Gerard Macazzarel, capo della sicurezza. Venite, accomodiamoci pure dentro.»
Non le sarebbe spettato nessun giro turistico per la villa, da fuori la immaginava piena di tesori, di quadri antichi, pezzi unici nel loro genere, splendidi arazzi e candelabri appartenenti a collezioni ormai perdute. Marmi preziosi e lucidi, lampadari di cristallo, servitù ad ogni angolo, ma non era nulla di tutto questo.

 
La villa era un susseguirsi di immensi e labirintici corridoi, sui quali si aprivano una serie di porte chiuse. Il pavimento era fatto di pietra lavica nera e levigata, soffocato da grandi tappeti scuri il cui colore originale non si distingueva. Erano ingrigiti dallo sporco a causa di tutti coloro che, durante il corso della giornata, ci camminavano sopra.
Anche le pareti erano nascoste, da pannelli in legno chiaro e spesso. Probabilmente, servivano a contenere il tepore sprigionato dalle pompe di calore che, di tanto in tanto, comparivano qua e là; un accenno di modernità necessaria ma esteticamente rivoltante.
Miranda aveva l'impressione che l'obiettivo fosse quello di soffocare la bellezza originaria di quel luogo, trasformandolo, riconvertendone la natura. Era più simile ad una caserma e la cosa fu alquanto deludente.

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